giovedì 5 aprile 2012

la lavanda dei piedi...

...per mancanza di tempo e coincidenza con la preparazione della cena, non mi è mai riuscito, alla "Perfetta Letizia", di ...lavare i piedi dei pellegrini, cosa bellissima per chi la fa e per chi la riceve, chissà, forse alla Ruah sarà un giorno possibile! Certo è che questo è un gesto carico di significati e...oggi è il suo giorno. Alle Stinche ho acquistato due libri di Giovanni Vannucci (non so mai quali ho o non ho perchè tante volte li ho comperati e poi regalati e così, questa volta, ho preso "Verso la luce" e "Respiro Eterno") e sta mattina ho aperto il primo sul Giovedì Santo, trascrivo qui quello che lui dice della lavanda dei piedi.

"Gesù depose le vesti, versò dell'acqua in un catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli." (Giovanni 13, 4-5)
L'immagine dei piedi, ricorre nella simbologia religiosa, indica la terra, lo spazio nel quale l'uomo stabilisce il contatto con la manifestazione corporale. I piedi sono l'opposto della testa, essa è nell'alto e i piedi nel basso. Perchè il cammino dell'uomo sia compiuto nel perfetto equilibrio, è necessario che l'alto alimenti il basso, il cielo la terra, e che quest'ultimo accolga la forza fecondatrice del primo. Nel linguaggio biblico. "La tua parola è luce ai miei piedi" (Salmo 118). "Guida i nostri piedi nella via della pace" (Luca 1,79). Il piede dell'uomo segue la via giusta quando è in accordo con la testa: esperienza, questa, facilmente verificabile; ma essa, sul piano religioso, indica che il comportamento umano è nella verità quando è in accordo con l'alto, con Dio.

Una serie di immagini religiose ci dice che i piedi dell'uomo sono insidiati e feriti. Nella Genesi il serpente insidia i piedi della donna; Edipo ha i piedi feriti; Achille è vulnerabile nel tallone. L'insidia, la ferita, la vulnerabilità si manifesta nei piedi, nella terra, ma la causa è nell'alto dell'uomo, nella testa.
L'uomo, in Adamo, si è separato dal suo principio divino, la sua intelligenza e conoscenza non presiedono più al compimento della sua vocazione, alla conquista del regno divino nella sua interiorità. Intelligenza e conoscenza sono dirette al soggiogamento del regno esteriore, della terra separata dal cielo, dell'universo di cui l'uomo non ha più conoscenza di essere parte integrante e di possedere le chiavi. Così avviene che le energie dell'uomo, invece di ascendere, scorrono al livello dei piedi attraverso un'aperta ferita. La natura ontologica dell'uomo è stata alterata, la dimensione dell'alto, del cielo, messa da parte, e ne deriva una vita disorganizzata, confusa, priva del suo centro. L'incarnazione della Parola eterna in Cristo segna la discesa del cielo sulla terra -i piedi cosmici- per guarirne la ferita e guidarla alla riconquista dell'alto.
La lavanda dei piedi ci rivela qualcosa di più di un gesto di umiltà: è il gesto con il quale Cristo cura e guarisce la ferita del piede dell'uomo. La lavanda dei piedi è la nuova nascita dell'uomo in una realtà d'amore gratuito, che ignora ogni ricerca di orgogliosa affermazione di sé e ritrova le vie dell'ascesa nella silenziosa, instancabile, umile e perenne offerta di sé stesso alla vita.
Giovanni Vannucci "Verso la luce", Sotto il Monte (BG) Servitium editrice 2001

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