mercoledì 11 aprile 2012

gli angeli...





Ieri sera sono andata a letto "visibilmente" scossa per quella notizia da Porto Garibaldi anche perchè sto leggendo un libro, che poi vi dirò, che ne racconta tali e tante che ne ho fatto il pieno, libro alla fine molto propositivo su che cosa si può salvare di una Chiesa che ha perso la trebisonda...poi, prima di dormire, pensavo a quel bambino e alla sua famiglia, pensavo che gli angeli, a volte, si mostrano sotto aspetti assai strani e molto diversi da come noi li immaginiamo. Pensavo che "noi" abbiamo una fede cieca nella mente senza tener conto dell'anima...pensavo che in quel corpo e in quella mente che a "noi" paiono sconvolti c'è un'anima che non lo è, che è una scintilla di Dio..pensavo all'angelo custode di quel bimbo...che ne sappiamo noi? Come possiamo giudicare sempre e solo dall'apparenza? Seguendo quei canoni prefissati che ci fanno dire: questo è così, quell'altro non lo è. E poi, se uno crede veramente che in quel pezzettino di pane c'è Dio, come possiamo non donarlo con tutta la gioia del donare un dono grandissimo? Che ne sappiamo di cosa Dio sta facendo per quel bimbo? Esistono pure i miracoli...E poi i genitori, quei bravi genitori che soffrono dalla mattina alla sera cercando di creare una normalità per il loro bambino...che ne sa quel prete della croce quotidiana che si portano addosso?! Che ne sa dell'ulteriore ferita che il suo comportamento sta provocando? Chissà come vorrebbero che fosse un bimbo "normale" accettato come tutti gli altri! Chissà com e vorrebbero che corresse dietro a un pallone, collezionasse figurine, si innamorasse della compagna di banco?...Ah ma non sono sposati...ma magari si amano...e in un mondo in cui le violenze più grandi avvengono nelle famiglie di solito regolarmente sposate e pure in chiesa come si fa a giudicare anche loro? Una Chiesa che ha perso la misericordia, che non ci prova nemmeno ad essere misericordiosa come quel Dio di cui si fanno portavoce che può più fare? A me verrebbe da dire a quei genitori, fregatevene, andate oltre, non ne vale la pena, ma poi capisco che per loro questo è parte della ricerca di una "normalità" per loro figlio e che i segni hanno importanza ancora di più per chi, ogni giorno, combatte per questa parvenza di normalità. Un giorno ho conosciuto una mamma che ha perso tutto, anche il marito che non ha retto l'immensa fatica, per essere accanto alla figlia disabile come quel bimbo che mi diceva: "L'ho portata dappertutto, nei ristoranti la gente guardava schifata, me ne fregavo, per suoi brevi 18 anni non le ho fatto mancare nulla di quello che tutti gli altri bambini hanno..." Poi, nello stesso luogo in cui la conobbi, quella bambina che in vita non riusciva nemmeno a dire mamma, attraverso una vegente-medium ha detto, ha urlato: "Mamma ora non ho più la sedia rotelle, mamma, ti posso chiamare mamma...sono felice, grazie mamma" Non ci credete? Beh io sì, ero presente e nulla sapeva di lei la vegente, la mamma non le aveva chiesto nulla, era solo una come me in una stanza stipata di gente... Gesù non ha "annullato la legge"...è andato oltre, "la Legge" è divenuta parte di un'unica legge che è l'Amore e l'amore non ha leggi fisse, è di volta in volta quello che deve essere, caso per caso, richiede che si ascolti l'anima, che si agisca sul momento ascoltando la propria anima, il proprio cuore dove vive la misericordia, l'empatia, la comprensione profonda. Oggi sono meno rabbiosa ma più triste, sta mattina mi dicevo che piacerebbe anche a me riconoscermi in una comunità, in una Chiesa, così come è ora non ci riesco, sarebbe come prendere la tessera di un partito che non mi rappresenta. Ho tanti amici nella Chiesa, preti e frati che hanno "una marcia in più" o, semplicemente, che sono quella Chiesa come dovrebbe essere...sono loro la mia speranza di non "tesserata"...uno di loro un giorno mi ha detto: "Sei più tu Chiesa di tanti..." non so se è vero, so solo che a me basta il Vangelo e la mia coscienza, di certo sbagliando come tutti, cadendo e rialzandomi...provandoci a seguire quell'unica legge...semplicemente provandoci...


ORE 19.50 questa è il commento di Luciano ai miei due ultimi posts, non è riuscito a metterlo nel blog e me lo ha mandato via email...è tanto bello, come, del resto è lui! Grazie Luciano!

Cara Angela,

Da piccolo, come tanti, imparai, o meglio mi fu presentato, che Dio era una specie di Fra’ Geppetto. Un simpatico omone, anche lui senza moglie, solo soletto tra le nubi, che con grande ingegno trasformo’ fango in vita. Cosi’ come Fra’ Geppetto aveva fatto con un mucchietto di legna. Il prodotto era cosi’ ben fatto che poteva parlare, correre, fare le biricchinerie, anzi era un campione in biricchinerie. Ma a differenza di Pinocchio noi avevamo un’anima e cosi’ potevamo sapere quando eravamo buoni o quando eravamo cattivi.
L’associazione che mi feci nella testa tra Dio e Fra’ Geppetto andava ben oltre: cosi’ come il Pinocchio, anche noi, che pur avevamo un cuore, alla superficie eravamo cattivelli ed egoistelli, e pensava solo a fare biricchinerie. In fondo in fondo eravamo buoni, ma si preferiva come Pinocchio, seguire il Gatto e la Volpe invece di andare a scuola e studiare.

Mi ci son voluti anni per capire che invece Dio, non e’ Fra Geppetto, e neppure un omone nascosto tra le nubi.

Dio e’ l’essenza della vita, in tutte le forme: quelle che ci stanno attorno e quelle che ci sono lontane, quelle che vediamo e quelle che non vediamo. Dio ne e’ l’essenza, e ripeto: non l’anima, ma l’essenza.

E che noi non siamo dei Pinocchio, non siamo nati con solo le birecchinerie in testa. Invece siamo parte di un tutto che e’ bellissimo.
E la nostra esperienza terrena non e’ il frutto di una caduta da uno stato celestiale, perche’ il papa del mio papa’ del mio papa’ ha mangiato una meletta e l’Omone si arrabbio’ e nel darle una lezione lo mando’ giu’ a soffrire. No, non siamo Pinocchio, siamo invece una meraviglia e l’esperienza umana, e tutto quello che vediamo e non vediamo, e’ una meraviglia.
Questa vita non e’ il frutto di una caduta, ma la necessita’ di una esperienza. Un mistero. Un bel mistero.

E Dio non e’ qualcosa la’ fuori, Dio e’ in tutto, ed e’ in noi. Lui e’ parte di noi e noi siamo parte di Dio.
Siamo uno.
E la caduta e’ uno stato di separazione da Dio. Magari e’ una volontaria separazione da Dio. Dio e’ li’ ad aspettarci, come il padre del figliol prodigo. Noi dobbiamo solo accorgercene, e volere tornare a questo stato di unione con lui e con il tutto.

Gesu’ fu il primo a capire questa unione, con il Dio-padre. E in questo e’ il primogenito. Non l’unico figlio di Dio, perche’ tutti siamo figli di Dio. E Dio e’ in tutti noi, e in tutto quello che e’ attorno e ci e’ lontano.

“Prendete e mangiate, questo e’ il mio corpo”
Nel simbolismo dell’ accostarmi e ricevere l’eucarestia, io accetto Dio in me. Ne divento cosciente. Lo riconosco, e nell’accettarlo coscientemente divento uno con lui e in lui.

La comunione diventa il simbolismo dell’unione con Dio.

Ma cosa succede se non faccio la comunione? Dio e’ in me o no? Cosa ne e’ di tutti quelli che non fanno la comunione?
Dio e’ in me, Dio e’ parte di me. La comunione non e’ diventare qualcosa, la comunione e’ accettare. Com-unione = in unione.
La comunione e’ un atto di accostarmi a Dio. Io vado a fare la comunione, la comunione non mi vien data.

OK lo so’ che qui’ faccio saltare piu’ di uno dalla sedia: -io sono stufo di sentir dire che l’eucarestia e’ stata negata a questo o a quello… ne sono stufo perche’ siamo noi che diamo il potere a quei quattro gatti di pensare che hanno il potere di decidere chi e chi non puo’ fare la comunione.

Ma questo e’ un discorso piu’ grande, ed e’ un discorso che coinvolge parlare del potere.
Lo sbaglio sta nel fatto che noi crediamo che il potere si ha.
Ma il potere non si ha, il potere lo si da’.
Io ti do’ il potere di dire, o di fare… e solo se io te lo do’, tu puoi agire con potere.

Allora che succede se noi il potere a questi quattro gatti glielo leviamo. Se riconosciamo veramente quello che Gesu’ disse:
“Dove due di voi si uniranno, io saro’ con voi!”

Mamma mia che giorno sarebbe! Una Pasqua !!!!
E quando disse due non specifico’ nulla. Due in matematica e’ uno piu’ uno, diceva il mio maestro alle superiori. E uno e’ donna, uomo, bambino, con o senza problemi, sposato o no. Uno e’ uno.

Cara Angela, credo che anch’io ho una copia differente del Vangelo. Ma a dir la verita’ questa copia e’ quella che mi piace di piu’.
Aspettando quella Pasqua, buona Pasqua.

Luciano

1 commento:

nicoletta ha detto...

Bellissimo il commento di Luciano. Bellissimi i post di Angela. Anch'io volevo commentare: prima non ci son riuscita per motivi tecnici, poi perché sarebbe stato troppo lungo e magari palloso (volevo citare il Levitico e pure il catechismo tridentino... tanto per dire che questa è una storia vecchia; anzi: uno scandalo che si ripete sempre e tristemente uguale). Perciò grazie a voi, che maneggiate parole e concetti con sapienza e semplicità. Grazie davvero.