mercoledì 29 febbraio 2012

silenzio blog...



non ho più intenzione di "deliziarvi" con questo blog, se vorrete contattarmi per aiutarmi sulla "Questione Cerbaiolo" il mio email è jacopadue@yahoo.it se no...amen, non ho intenzione di alimentare la vostra passività...passività pellegrina? Mah....onestamente perchè dovrei voler spendere ore davanti al computer (la mia connessione è tale che, a volte, per mettere un post ci metto ore) l'ho fatto con piacere fino adesso ora mi pare inutile e...ho meglio da fare per cui, in futuro si vedrà, ora no!

Io vado avanti, ho nuove notizie ma le tengo per me...in fondo, dove trovate qualcuno che scrive una guida e poi...si "addanni" per i pellegrini come faccio io?! Manderò le credenziali, risponderò a gli emails e alle telefonate, che è già molto, per il blog che era il mio modo di tenere vivo il rapporto con tutti voi...i monologhi mi hanno stufato, fate voi...questo di Cerbaiolo non sarà: La Tav, la Siria, l'Afganistan, l'Iraq...e quant'altro ma è una "battaglia" che i pellegrini dovrebbero fare loro...specialmente chi da quel luogo ne ha avuto beneficio...ma l'egoismo è dilagante e, in fondo, un pensiero potrebbe essere: "Io ci sono stato bene là, ora non è più quello che era, beh intanto io l'ho vissuto bene...chi se ne frega di che verrà!" oppure: "Che posso fare? Nessuno può nulla per niente...." Ed è quello che ha ridotto il mondo così...

Io vado avanti, non ci andrò mai più a Cerbaiolo, ho ricordi troppo speciali per rovinarli, ma penso agli altri...tutto qui! vedete voi...

martedì 28 febbraio 2012

..."per amore del mio popolo non tacerò"...







è tutt'oggi che questa frase bibblica mi rimbalza in testa, frase che ama sia monsignor Bregantini che don Aniello...io non ho di fronte la mafia ma ho


..."il mio popolo" che siete voi pellegrini...vi dicevo del pellegrino non vedente...mi ha richiamato oggi e abbiamo fatto una lunga e bellissima telefonata dove tutta la sua sensibilità, la sua gioia di vivere saltava fuori...e sarà bello, molto bello incontrarlo ad Assisi. Poi, nel pomeriggio, sono andata dall'Ottorino per il mio costante fischio all'orecchio e, parlando, mi ha detto che poteva essere un fatto di circolazione...farò esami...ma io, a sto punto, ho detto: "Io sono una gran camminatrice che ora non sta camminando...ho inventato il cammino di Francesco..." Non ho finito la frase che c'è stata un'esplosione di entusiasmo sia della dottoressa che dell'infermiera, la dottoressa ha chiamato subito il figlio adolescente camminatore e me lo ha passato...insomma, cammini, entusiasmo, Bellezza....ecco qua il mio popolo ed è per questo popolo che devo fare battaglie che non farei, che non ho voglia di fare, perchè è combattere contro un muro di incomprensione, della più squallida incomprensione....che ne sanno loro di tutta questa gente, credente e non credente, che ha bisogno di un percorso, che si entusiasma, per un percorso che è una scusa per incontrare sé stessi, la natura, il creato, la bellezza...Dio?! Come possono ergersi a giudici dell'anima di chi passa?! Hanno mai ascoltato qualcuno, gioito con la persona per le sue scoperte, ascoltato i suoi dolori e le sue gioie?! Chiara lo faceva...tutto qui ,e lo faccio pure io, senza consacrazioni, senza famiglie religiose...senza tante cose se non l'ascoltare e gioire per gli altri...perchè quella gioia mi alimenta e diventa anche la mia....quella dottoressa, quella infermiera, il pellegrino non vedente sono per me risposte del Cielo...i miei segnali che mi dicono: "Vai avanti...è per loro che vai avanti..." GRAZIE PER TUTTA QUESTA BELLEZZA!

Quando un luogo di Dio...perde la sua vocazione: CERBAIOLO







































































Lunga la storia di Cerbaiolo...dall'XIII secolo, lungo il mio rapporto con quel luogo e con Chiara, lungo sarà questo post perchè molto c'è da dire specialmente su gli "ultimi accadimenti" perciò,







se volete leggere questo post, mettetevi comodi perchè sarà lungo. Come già sapete dopo la morte di Chiara lassù è andato a vivere un tipo che...ne ha fatte di tutte, tipo: lascar fuori persone, pellegrini, nella pioggia e di sera e obbligandoli a camminare nel buio fino a Viamaggio, è accaduto a due coppie straniere, una della Costa Rica che poi ho ospitato a casa mia e che mi raccontò la cosa, e un'altra di brasiliani che l'hanno raccontato a Marisa...la lei della coppia aveva anche un problema ad un piede e il suo Cammino dovette finire a Viamaggio per lo strapazzo ultimo. Ma la storia di "quegli incontri" con il tipo è infinita, tipo quella del prete inglese in maglietta e pantaloncini che dopo un' "omelia farneticante" così lui me la definì, del tipo, se ne è andato non dicendogli che "non faceva il cammino per dimagrire o per..."new age" ma che era un prete che camminava sui passi di Francesco" (e quanti religiosi e religiose lo hanno fatto!) ..Battaglie mie per poter risolvere la situazione, perchè quella dicitura del foglietto da lui appeso e che vedete in foto: "L'Eremo è un luogo Cristiano-Cattolico" avesse un senso, perchè mi risulta che essere cristiani voglia dire accogliere, aprire le porte al pellegrino-forestiero e...Cerbaiolo ha abbastanza posto: 20 cellette con 2 letti ognuna; e l'Ostello Francescano ai suoi piedi con 30 letti o giù di lì...e Chiara malata, vecchia e sola accoglieva...lui non ha: "un'organizzazione sufficiente?!" Battaglie mie che mi hanno portata ad essere definita una nemica di Cerbaiolo: "cattiva e diabolica" con il sospetto che io chissà che sorta di interessi personali avessi su quel luogo...(il tutto perchè alla nipote di Chiara avevo detto al telefono: "Prima di venire a vivere ad Assisi avevo persino pensato di propormi a Chiara di starci io a Cerbaiolo..." subito frainteso "ma i ladri vedono solo le tasche della gente" e relativi urli: "Vediiii tu ci vuoi andare, vuoi che Cerbaiolo diventi tuooooo...." Cosa che manco mi passa nell'anticamera del cervello, visto che "la mia missione" , di cui farei volentieri a meno, è stare ad Assisi, dove continuerò l'opera di Chiara...l'accoglienza!





Poi la casa editrice, un mese fa, mi dice: "Vogliamo fare una ristampa della guida perchè stiamo finendo le copie in giacenza della terza edizione, potremmo stamparla così com'è ma se credi che si debbano fare cambiamenti siamo disposti a farli...." E io entro in uno stato di "malinconia paralizzante" perchè, ancora una volta, devo occuparmi di Cerbaiolo e non so come fare, rimando e rimando, poi, lunedì scorso, vado alla casa del Terziario, della Piccola Fraternità di Santa Elisabetta (Famiglia religiosa di di terziarie regolari a cui apparteneva Chiara) per avere il numero e l'indirizzo della responsabile, la loro generale, che abita a Foggia...in realtà in estate me lo avevano dato ma il foglietto l'ho perso e ritorno lì semplicemente per un indirizzo...e poi, c'è la nuova guida e mi pareva carino regalargliela visto che il Cammino passa nel foggiano... Ci vado con Oreste e, quando incontro la responsabile della Casa, lo presento come un amico pellegrino e la risposta, con fare ironico è: "Ma sono tutti pellegrini qua?!" Poi lei sparisce dietro una porta e ritorna dicendo: "Non sono autorizzata a dartelo..." "Ma che è il Papa?" Le rispondo e aggiungo che ho bisogno di parlarle, ho bisogno di raccontarle, ho bisogno di dire le mie ragioni e quelle dei 15.000 pellegrini che dal 2003 hanno fatto il cammino...vengo congedata con un: "Ti faremo sapere, dammi il tuo numero"





Passano i giorni ma niente, allora penso che, essendo lei di Foggia, il padre Provinciale di Puglia e Molise dei Francescani Minori, che tanto fa per il nuovo cammino, forse può aiutarmi, lo chiamo, gli spiego la faccenda e, dopo due giorni lui mi manda un email con numeri e nome. Oltretutto il suo email mi arriva 5 minuti dopo una telefonata di un pellegrino non vedente che farà il cammino con 5 amici e un prete, cosa che mi pare un segno bellissimo...è per loro che devo battagliare, Cerbaiolo è per gente così!! Provo a chiamare ma non mi si risponde, allora tento l'ultima carta, quella del possibile parlarsi, chiamo fra Ambrogio e gli chiedo se lui può chiamarla chiedendole un incontro con lui presente, perchè nell'email del Provinciale ho scoperto che la loro Generale, Maria Rosaria Lucianetti, è ad Assisi (ed ecco si spiega il perchè del "non sono autorizzata..." lei, di certo, era dietro la porta.) Fra Ambrogio la chiama presentandosi come il Guardiano delle Carceri che mi conosce, mi stima, stima il cammino e i tantissimi pellegrini che lo conoscono e che sa quanto Cerbaiolo abbia fatto per la gente, non solo i pellegrini... e poi mi richiama e mi parla di una "telefonata orrenda" in cui lei si è rivelata non solo ostile ma anche maleducata ("Chi le ha dato il mio nuomero di telefonino?" io, poi, le ho mandato un messaggino, ovviamente senza risposta, in cui le ho detto chi mi aveva dato il suo numero...che figura nel mondo religioso della sua Foggia! Perchè, poi, della cosa ho informato via email il Provinciale pugliese) e, totalmente chiusa a qualsiasi tipo d'incontro con me: "Le abbiamo scritto, la decisione è irrevocabile e poi l'abbiamo già incontrata..." (cosa che è una balla superna perchè io questa signora la incontrai nel 2004 a Cerbaiolo, le regalai la guida e l'incontro fu bello e di apertura ai pellegrini...ma allora c'era Chiara e lei ospitava, lei amava i pellegrini, lei non faceva distinzione...lei era cristiana).





Oggi mi è arrivata la lettera che è stata chiaramente scritta dopo la telefonata di fra Ambrogio se no sarebbe arrivata prima e poi è fatta in modo di non dire nulla...e che dice:
Assisi 24 febbraio 2012





Gentile Signora, desidero informarla che è necessario che lei escluda l'Ostello Francescano dal cammino dei pellegrini, in quanto ci sono lavori di adeguamento alle norme vigenti da eseguire, non sappiamo quando. In un prossimo futuro, daremo all'Ostello un'altra destinazione. Questa è la decisione irrevocabile del Consiglio Generale dell'Istituto. Distintamente la saluto Maria Rosaria Lucianetti Responsabile Generale






Ecco qua come finisce Cerbaiolo! Luogo di Dio che non lo è più ed ora sono io che penso che "Chi ci provava ce l'ha fatta" (Leggi la mia testimonianza su Cerbaiolo che segue per capire la citazione)...a loro, alle consorelle di Chiara, di Cerbaiolo non è mai importato nulla, anche Chiara lo sapeva molto bene e ne abbiamo parlato tanto, ma, fino a che c'era lei con il suo forte carattere, non potevano far nulla...sopportavano e attendevano...Chiara era vecchia, prima o poi lei e le sue capre sarebbero sparite...era solo questione di attendere...come del resto stanno facendo varie forze dei dintorni che sì, ne farebbero un bel agritour! Altro che "lavori di adeguamento" qui manca lo spirito, anzi lo Spirito con la esse maiuscola, se ne è volato via...io "escluderò Cerbaiolo" a cui, comunque, moltissimi pellegrini continueranno ad arrivare visto che non ho il potere di contattare tutti quelli che negli anni hanno comperato la guida, ma "L'esclusione" è un'altra...e allora, pellegrini tacciati di "new age" perchè avete le bacchette (la affermazione è di 15 giorni fa al telefono ad un pellegrino che si informava per il suo cammino in primavera e che poi mi ha chiamato), pellegrini cristiani e non (nella foto si vede una messa di pellegrini bresciani che facevano il cammino con il loro prete) ma poi, vorrei ricordare, uno per essere accolto deve presentare il certificato di battesimo?! Ora neppure questo...e i lavori di adeguamento che non si sa quando si faranno...sono una balla...io informerò chi di dovere...non fosse altro che per la ricostruzione di quel "Luogo di Dio" patrimonio storico e spirituale della zona, sono piovuti denari pubblici e diocesani..per che cosa? Per un luogo chiuso, dove "uno psicopatico con manie religiose" definizione non mia ma di un Guardiano Francescano della zona si è fatto "casa" e le consorelle di Chiara non capiscono, non vogliono capire, non hanno il cuore per capire che sta lì succedendo.





Quel giorno, il lunedì quando sono andata alla loro Casa, mi è stato detto: "E' venuto al nostro incontro è una così brava persona..." Lo pagheranno l'IMU?! Quello non è un luogo di culto, di sicuro non lo è l'Ostello Francescano ai suoi piedi che fu voluto da Chiara per accogliere i gruppi...ma che non accoglie e, allora, le tasse le deve pagare! Mica fanno un servizio! O no?






INSOMMA, PELLEGRINI, VOI SPECIALMENTE CHE SIETE STATI AL FUNERALE DI CHIARA MAGARI ARRIVANDO DA VERAMENTE LONTANO, (IO NON CI POTEI ANDARE PERCHE' ERO IN MOLISE, STAVO CAMMINANDO VERSO MONTE SANT'ANGELO PER SCRIVERE LA NUOVA GUIDA...) VOI A CUI CERBAIOLO, CHIARA, HA APERTO IL CUORE...CERBAIOLO E' ORA QUELLO CHE UN VESCOVO DISSE DI ASSISI: "UN MUCCHIO DI BELLE PIETRE ANTICHE E NULLA PIU'" UN VESCOVO SPECIALE LO DISSE, NON IO!...LA "DIABOLICA", E ORA IO "RUBO" LE SUE PAROLE PERCHE' SI ADATTANO PERFETTAMENTE A CERBAIOLO





Qui di seguito la mia testimonianza su Chiara e Cerbaiolo che è stata pubblicata nel libretto che le consorelle pubblicarono dopo la sua morte...o lo buttano via o, "la diabolica" sarà sempre lì, sassolino nella scarpa come era Chiara per loro e come è Cerbaiolo che non hanno mai amato ma solo sopportato. Lo scrissi quando esisteva ancora la "Perfetta Letizia"...e fu pure pubblicata da Padre Ireneo sulla rivista "Sankalpa" perchè a Cerbaiolo Chiara aveva accolto a braccia aperte i "suoi ragazzi" quelli della casa di recupero di ragazzi con problemi di dipendenze: "Cà delle Ore" che fecero il Cammino trovandone un grande beneficio (come mi dissero i loro educatori) che dicevano meraviglie del luogo e di Chiara...sulla rivista (che la sorella di Chiara ha) c'era un "Omaggio a Chiara". Io potrei giurare davanti ad un tribunale che è tutto vero quello che ho scritto, davanti a Dio non ne ho bisogno Lui lo sa che è vero...vedete voi quello che potete fare, se volete...io mi muoverò ma sarebbe bello che non fossi da sola a farlo...

CHIARA: La “TESTATA D’ANGOLO” di Cerbaiolo

Di Angela Maria Seracchioli pellegrina, sua amica


Da adolescente andavo con gli amici “per case vecchie”, così chiamavamo le nostre uscite su e giù per i colli romagnoli con l’850 dell’unico che avesse patente e macchina. Uscite domenicali a sognare su pietre antiche, nascoste, che immaginavamo rinascere, luoghi dove sarebbe stato bello vivere in pace e armonia. L’uscita terminava sempre con una buona piadina e una birra e si ritornava in città, nella nebbia e nella pianura inquinata di quella città che era la nostra: Ravenna. Credo che fu così che scoprii Cerbaiolo, in una gita domenicale come tante, ma lì c’era qualche cosa di più e ci tornai da sola dopo non molto per poi non smettere più d’andarci; per tutta la vita.
Prima di possedere una macchina, prendevo il treno fino a Rimini e poi, l’unica corriera fino al passo di Viamaggio e mi facevo a piedi i quattro chilometri della vecchia sterrata; la strada del passo per il Montefeltro ai tempi di Francesco. Non so quante volte ho fatto questo viaggio dell’anima ma di certo è stato con tutti i tempi: col sole e con la pioggia, nel buio e nella neve, felice o disperata, con nel cuore un mondo di cose belle da raccontare a Chiara o con un vuoto che solo il silenzio di quel luogo poteva riempire ed accarezzare…ma tutte le volte che salivo l’ultimo tratto di sentiero, il cuore batteva forte mischiando l’affanno del respiro all’emozione di quel ritorno a casa, al mio solitario faro aggrappato alla roccia, a quelle pietre aperte su un paesaggio alla Perugino dove il belare delle capre e la voce un po’ nasale e potente di Chiara mi accoglievano perché loro, le capre, e lei, Chiara, mi attendevano là in cima dandomi sempre il benvenuto.
Quella prima volta solitaria fu per me decisiva, Chiara non era in quel tempo l’anziana e forte presenza seduta vicino al camino che tanti ricordano, era una energica donna di 45 anni che correva su per le colline più veloce delle sue capre che sempre si perdevano e dovevamo andarle a cercare, ed io una ragazza piena di sogni e di grande confusione che cercava lì un po’ di pace al tumulto del cuore.
Cerbaiolo era allora in pieno restauro e lei correva da un ufficio all’altro recuperando fondi, disputando una campana del ‘300 che un parroco si era portato via quando l’eremo era in rovina e che lei recuperò; dirigendo operai, scovando porte in un convento che chiudeva e che andavano a pennello lì…sempre con un’attenzione al dettaglio e all’armonia che non richiedeva fronzoli ma che esaltava una bellezza semplice e discreta.
Si era presa la patente apposta per essere indipendente e faceva miracoli con la sua Diane, la serie di sue Diane, che usava come jeep. Trovava pure il tempo di fare la ricotta e buonissime marmellate con le more grossissime e speciali dei rovi ai piedi dell’eremo che valevano la pena di riempirsi di graffi per raccoglierle o misture curative di erbe seguendo le antiche ricette della sua amica Hildegarde di Bingen che imparai a conoscere così.
Giornate piene dove: “Fratello mosca” non esisteva perché il lavoro era la più bella forma di preghiera.
Poi, però, veniva il tramonto e ci sedevamo lì su quel “balcone sulla Bellezza” che è il praticello fuori dalla porta dell’eremo e gli affanni del giorno si scioglievano e, quella luce che si addolciva accendendo le prime stelle, riusciva a rallentare la sua corsa ed ammutolire quella “Chiacchierona dell’Angela”. I gatti arrivavano a strusciarsi sulle gambe, il cagnetto di turno si metteva ai suoi piedi e stavamo lì a godere quel miracolo senza tempo del giorno che muore.
Chiara; con lei ho avuto momenti d’incanto e ci ho pure litigato come si fa solo con i veri amici, poi, da due cocciute molto simili come eravamo, facevamo pace non dicendo una parola sull’accaduto e nemmeno chiedendoci scusa, magari facendo da mangiare insieme a modo suo e non al mio o dopo il mio aver spazzato il chiostrino come pareva a lei.
I ricordi si accavallano ma quella prima volta mi è rimasta nel cuore, mi mise in mano il “San Francesco” di Bargellini dicendomi: “Leggilo è molto bello”e io passai l’intera giornata a divorarlo sul roccione sopra all’eremo, era il mio primo libro su quell’Essere Speciale che era suo amico e che lì, in quel vento di primavera, divenne anche il mio. I miei, perché Chiara d’Assisi era presente come Lui e la novella Chiara l’amava quanto me.
Tutta la mia vita è passata di lì, vi ho portato solo gli amici che potevano capire lei e il luogo, capire Cerbaiolo perché Chiara era la sua “testata d’angolo” e per me dire: “Ho un luogo speciale da farvi conoscere, è un regalo, mi raccomando non ditelo a chi non può capirlo!” Voleva dire portarli da lei e da lui l’eremo, da Lui con l’elle maiuscolo.
Una volta ci salii con un mio compagno di accademia, Giles un inglesino mosaicista dall’aspetto di principe, fra i due fu un amore a prima vista! Giles parlava abbastanza bene l’italiano e mentre Chiara ci accompagnava su per la ripida scala per darci le nostre cellette lei gli chiese: “Sei cristiano?” E lui le rispose: “No, sono pagano” intendendo ateo. La risata di Chiara risuonò fragorosa e lungamente fra quei muri e, da allora e per molto tempo, tutte le volte che salivo lassù lei con piacere e interesse mi chiedeva: “Come sta il pagano?” Perché quella sincera affermazione di una bella e sensibile persona quale lui era, le era piaciuta molto ed era nata così un’amicizia.
Poi ci ho portato altri amici speciali e, queste altre volte la domanda la faceva a me: “Chi mi porti sta volta? E’buddista, induista o cosa?” Ma era sempre una domanda per iniziare una conoscenza, lei sapeva che erano comunque dei ricercatori, era un chiedere mai per escludere o rivendicare una superiorità religiosa, Chiara accoglieva e basta, ti dava quello che era lei, quello che per lei era un tesoro, oppure semplicemente era come era, con le sue piccole e grandi illuminazioni magari raccontate come una bella storia da ascoltare vicino al camino, se l’atmosfera era divenuta quella giusta, e il “neofita dell’eremo di turno” se ne andava a letto pieno di wander, di ammirazione e stupore.
Per la festa di Sant’Antonio io la aiutavo a fare montagne di lasagne, avevo pure l’onore di pulire la cappelluccia nel bosco e decorarla come pareva a me, privilegio raro perché non era facile compiacerla…Chiara cucinava molto bene e per la festa tanti salivano all’eremo. Una volta c’era lì un ragazzo olandese, faceva una tesi di laurea in geologia e il suo professore aveva preso una carta d’Europa e, a caso, o per Dio-incidenza ma lui non lo sapeva, aveva puntato il dito su Cerbaiolo dicendogli: “Va a studiare quel pezzetto della Terra.” Così lui se ne stava lassù e, quella sera di vigilia, noi facevamo lasagne discutendo di massimo sistemi, io con tutti i miei libri di filosofie orientali, lui con la sua visione scientifica e nel contempo spirituale…Chiara ascoltava e rimestava besciamella, silenziosa, poi sbottò:
“Ma non è che vi state complicando la vita?!”
E fummo noi a tacere perché era proprio vero!

Cerbaiolo d’inverno, quando non si ha voglia di andare a dormire perché l’unico luogo caldo è la cucina e la celletta numero 2, la mia - sono sempre stata gelosa di questa stanzina e guai se la trovavo occupata- è vagamente meno gelida perché è proprio sopra il caminetto e un po’ di tepore passa nel pavimento lasciando negli abiti un odore di fuliggine che solo potenti lavaggi mandano via. E’ quando il vento ulula abbracciando gli spessi muri che proteggono e contengono che più amo Cerbaiolo. Quando la nebbia arriva a folate e ti devi coprire bene per andare a recuperare una fascina di legna, quando le rocce nel cortiletto si coprono di rivoli d’acqua e la montagna scompare austera…quante volte ho immaginato Francesco salire nei suoi poveri stracci e poi sedersi vicino al fuoco insieme a noi a scaldare le mani rosse di freddo, aspettavo che bussasse pronta a fargli posto e a mettergli in mano qualche cosa di caldo e di buono…!
Quello era il tempo dei racconti, delle sere passate da sole alla luce del fuocherello.
In sere così Chiara mi raccontava della sua vocazione bambina, di un raggio di sole che colpì il suo ricamo in un giorno senza sole quando lei chiedeva un segno e il segno arrivò così. Del suo viaggio con un’amica fino da Padre Pio e del suo timore di essere scacciata dal confessionale come aveva visto accadere ad altri, della dolcezza di quel santo vegliardo che le disse carezzandola con le parole: “No, no figliola, il mondo ha bisogno di persone come voi, non dovete ritirarvi” E lei gli aveva ubbidito anche se aveva avuto bisogno di una conferma che le arrivò con le stesse parole all’Eremo delle Carceri, quando ancora stava cercando la sua via.
E poi i racconti che mi mettevano paura e non era più il freddo che volevo evitare non decidendomi ad andare a letto ma il buio del corridoio, il silenzio delle cellette vuote, racconti di ostilità maligne al suo voler rimettere in piedi questo Luogo di Dio che terminavano sempre con un: “Non ce la fa...ci prova ma non ce la fa”
Ci fu anche un capodanno passato lassù, il vento scuoteva le finestre e, per far festa, con un signore svizzero giocammo a tombola, chi vinceva si beveva un bicchierino di marsala…vincemmo a turno tutti e tre e dopo eravamo un po’ brilli e quella sera andammo a letto, per così dire, caldi.
E poi, da ultimo, il mio scrivere la guida del Cammino di Francesco e ancor prima percorrerlo per me sola con quella prima tappa dalla Verna e l’arrivo al tramonto stanca e felice come se fosse la prima volta che giungevo lassù. Fu lì che mi raggiunse l’editrice qualche mese dopo e si decise che avrei scritto il percorso che diveniva così non più mio ma per gli altri.
“Chiara, capisci bene, ti do un sacco di lavoro così, tanti arriveranno e come farai?”
Chiara non aveva dubbi, stanca, con le sue mani annodate da tante fatiche il corpo non più elastico e quel suo dormire già da tanto su quella sedia sgangherata vicino al fuoco, mi disse:
“Non ti preoccupare, aprirò la porta ai pellegrini, l’ho sempre fatto, lo farò ancora.”
Stavo lì con il mio computer, le feci leggere cosa avevo scritto della storia di Cerbaiolo e lei corresse le inesattezze, ci accordammo nel dire: “Pellegrini, portatevi il cibo per la sera Chiara vi ospita ma non può stare a cucinare ” Ma poi lei non “rispettò gli accordi” e i suoi mitici minestroni li offrì a tutti regalando Bellezza e calore.
L’ho rivista per l’ultima volta all’ospedale di Arezzo, aveva una camicia rosa a fiorellini e tutte e due ci abbiamo riso sopra, e chi l’aveva mai vista vestita così? Un’infermiera è entrata sorridendo cantando: “Haidi, Haidi:” Perché le avevano detto che viveva su una montagna con le caprette. Ridevamo tutti ma poi io, rivolta all’infermiera, ho detto:
“Non si faccia ingannare, questa è una tosta, un generalissimo e vive in un luogo da contenere….” Chiara ha aggiunto:
“Da domare”
e fra di noi è passato uno sguardo d’intesa.
Cerbaiolo, un Luogo di Dio, forte, potente, dolce ed austero e lei, Chiara, la sua “testata d’angolo” che l’aveva domato e che ancora lo regge da laggiù, da quel dolce cimiterino con la cappelletta della “Madonna del tramonto”.
I pellegrini, anche quelli che non ti hanno conosciuto, si fermano un poco sulla tua tomba e poi me lo raccontano come qualche cosa di bello e prezioso.
Sei nell’aria e nelle pietre, nelle more e nei fiori, nel vento che ulula e nel respiro affannoso di chi arriva lì a fine tappa; cocciuta come Mara la tua mula vecchietta, non te ne vai, e perché dovresti?! Sei l’ultimo angelo degli angeli che hanno vissuto in quel Luogo Santo che ti ha chiamato un giorno lontano e che chiamerà le persone giuste al momento giusto perché non muoia, perché quella porta continui ad aprirsi per accogliere, così, semplicemente, come facevi tu.
Di te gli amici tramanderanno la memoria come faccio io in questa sera calda d’estate nell’Assisi dei nostri comuni amici, mentre tutta la mia vita mi passa davanti e potrei non smettere più di scrivere perché i ricordi fanno ressa e tutti vorrebbero essere scritti.
L’averti incontrata è stata una benedizione della mia vita, ti devo tanto, ma tu lo sai e…senza parole come quando facevamo pace…faccio da mangiare come facevi tu, apro la porta e do il benvenuto a chi passa e poi se ne va, a mio modo ho preso il testimone che mi hai passato e corro la mia corsa diversa, ma sullo stesso tracciato. Che Dio ti benedica, amen

Piccola storia di Cerbaiolo
In parallelo quella di Chiara

Anno 706 Sorge un primo piccolo monastero fatto costruire da Tedaldo, signore di Tiferno (Città di Castello). La figlia convertita al cristianesimo, chiese che in quel luogo, dalle rocce come il Golgota, fosse eretto un luogo in cui si pregasse senza sosta e li vi si trasferì una comunità benedettina.

Anno 723 Nella casa di Tedaldo viene steso un atto notarile che attesta la donazione ai monaci benedettini affinché non venga mai contestato il loro diritto di proprietà di Cerbaiolo.

Anno 1126 I benedettini abbandonano Cerbaiolo per trasferisi in altri due monasteri in zona.

Anno 1150 Papa Gregorio III scomunica coloro che danneggiano la foresta di Cerbaiolo ancora proprietà dei benedettini.

Anno 1216 S, Francesco andando per la terza volta alla Verna, passa per Pieve Santo Stefano e gli viene offerto l’eremo disabitato per i suoi frati, Lui l’accetta pur rimanendo la proprietà dei benedettini.

Anno 1218 Dopo lavori di consolidamento e restauro i frati vi si trasferiscono definitivamente.

Anno 1230 S. Antonio sa Padova vi sosta per un periodo di ritiro e per terminare lì i “Sermones” che il Papa gli aveva chiesto di scrivere, è l’anno che precede la sua morte.

Anno 1240 Da un censimento dei luoghi francescani umbri, Cerbaiolo e Montecasale risultano essere Romitaggi della Custodia perugina, essendo a quel tempo queste terre parte dell’Umbria.

Anno 1306 Da alcune fonti si apprende che i benedettini cedono ai francescani la proprietà del luogo in cambio di un palazzo a Badia. La chiesa viene ora dedicata a San Francesco.

Anno 1518 Con l’approvazione di Papa leone X la proprietà dell’eremo passa dai frati Conventuali ai Minori Osservanti. La chiesa cambia il titolo in “Santa Maria di Cerbaiolo”.

Anno 1587 In quest’anno l’eremo è abitato da una comunità di 12 frati.

Anno 1716 Viene eretta nel bosco la cappella in onore di S. Antonio dove si dice fosse la sua capanna e per conservare la memoria di un precedente piccolo oratorio.

Anno 1783 Con il permesso del vescovo i frati lasciano Cerbaiolo e si trasferiscono a Pieve Santo Stefano. Cerbaiolo diviene sede parrocchiale con il titolo di “S. Antonio da Padova” retta da un prete. Il convento viene occupato da delle famiglie e nasce così la piccola frazione di Comune.

Anno 1925 nasce a Marina di Ravenna Annunziata Barboni seconda di 4 figli di una modesta famiglia di operai che faticavano a sbarcare il lunario e avevano poco tempo per le cose dello spirito, la mamma era devota alla Madonna ma non frequentava la chiesa particolarmente.

Anno 1930 a Cerbaiolo abitano 39 persone più quelle che vivono nelle case coloniche dei dintorni.

Anno 1940 Annunziata - che prenderà il nome di Chiara da consacrata - per una forma pretubercolare è ricoverata in un preventorio nel modenese e questa forzata sosta la porterà ad un approfondimento della sua fede.

Anno 1941 A 16 anni in privato prende i voti affidandosi a…quello che verrà. Ma questa decisione non è improvvisa perché fin da bambina andava maturando.
Sempre a 16 anni, con un’amica, diviene terziaria francescana.

Anno 1944 il 28 agosto i tedeschi in ritirata minano e fanno saltare la chiesa di Cerbaiolo, parte del convento e le case coloniche. Le famiglie lasciano il luogo e, dopo poco, Cerbaiolo resta abbandonato.

Nel dopoguerra Chiara incontra Padre Pio e cerca la sua via frequentando anche un corso come infermiera.

Anno 1950 a Marina di Ravenna con delle amiche che la seguono ma senza vincoli particolari con la Chiesa locale, offrono servizi alla collettività, nasce anche un piccolo albergo per soggiorni di famiglie in vacanza al mare...sempre in quell’anno entra a far parte della Piccola Fraternità Francescana di santa Elisabetta in cui emette i voti e fa professione perpetua.
Ma Chiara va cercando un luogo solitario, una “casaccia “ in cui mettere in pratica il suo proposito-sogno d’ infanzia che scritto su un foglietto e dato al suo confessore recitava così:
“Vorrei vivere in un luogo solitario ma non chiuso, senza altra regola che quella di amare il Signore in tutte le cose”.

Anno 1966 Passano anni di ricerca del “Luogo” e, finalmente, lo trova, è Cerbaiolo distrutto e abbandonato.

Anno 1967 Il Vescovo di Sansepolcro decreta la donazione della Chiesa in rovina e parte del convento di proprietà della Curia all’ Istituto Secolare Francescano di cui fa parte Chiara.

Anno 1968 La Sopraintendenza ai Monumenti inizia i lavori di restauro a carico parziale dell’amministrazione dello stato.

Anno 1970 I componenti della S.A. “Singola” cedono il resto del convento di loro proprietà.

Anno 1975 Sono terminati il lavori di recupero e restauro di tutto il complesso.
Ma da molto prima Chiara vi vive…da quando anche solo un frammento di Cerbaiolo è in qualche modo abitabile

Anno 2010 in Maggio Chiara vola in Cielo…e quello che di lei resta sulla Terra abita ancora lì…

E la storia continua, continuerà, Deve continuare…

lunedì 27 febbraio 2012

gli sposi pellegrini di ritorno...

























sono arrivati ieri sera di ritorno dal loro cammino che si è concluso, in realtà e solo per ora, allo Speco di Narni. Felici, gioiosi abbronzati dal solettino invernale, carichi di belle esperienze, di incontri importanti, di Dio-incidenze che, credo, si siano meritati perchè sono loro i primi ad andare incontro alla gente. Una sola ombra, l'accoglienza dei religiosi...si domandavano: "Ma perchè i laici ci hanno aiutato in tutti i modi e i religiosi dei luoghi loro dove abbiamo dormito ci chiedevano soltanto, e freddamente, quanto dovevamo per la notte manco chiedendoci chi eravamo e, tantomeno, chiedendoci se avevamo bisogno di un bicchier d'acqua?!" Vecchia storia questa...vera in ogni cammino con rare e luminose eccezioni. Bernardino non c'era, ma alla Romita sono stati comunque accolti alla grande da un ragazzo che vive lassù ora (questa è una delle eccezioni luminosissime.) Quando si "istituzionalizza" l'essere "cristiani" diciamo così, perchè, in realtà non c'è neppure bisogno di scomodare Gesù Cristo per essere umani, accoglienti, interessati all'altro...dicevo quando la cosa diviene "istituzione" pare che quel poco di umanità scompaia del tutto...Scott Peck definirebbe la cosa: "Religione compartimentalizzata"...i "Cristiani della domenica"...nei conventi e monasteri uno potrebbe dire: "cristiani dei momenti di preghiera" inframezzati dalla totale indifferenza a ciò che si è detto e pregato qualche minuto prima, oppure, compartimentalizzato nei pensieri e non nei fatti...cosa che ti fa pensare che stare lì nel convento sia solo un'abitudine, un modo per sbarcare il lunario con pure uno status che crea rispetto, che crea una casta separata dove il domandarsi il perchè si sia lì è una domanda forse sepolta, se mai c'è stata, in un lontanissimo passato di vocazione giovanile che non è più vitale....triste, una realtà...e c'è da notare che questo non viene rilevato da chi non è credente o persino praticante ma proprio da loro, da quelli, come questi ragazzi, che bussano alla porta del convento con il cuore aperto, bravi ragazzi cattolici che, perciò, vengono feriti da questa inidifferenza e la ferita è più grande di quella che viene inferta a chi non si aspetta niente da chi veste un abito...(e per fortuna che, nel loro caso, hanno accanto un francescano "a tutto tondo" come padre Ireneo che fa ancora prima di dire, per cui, poi, quando "dice" le sue parole hanno un peso e una verità che apre i cuori di tutti, anche di quelli che se ne erano andati a gambe levate dalla Chiesa)...triste, poi vi dirò, ma sto vivendo una cosa di questo tipo all'ennesima potenza, dove il mio "spingere" perchè chi si definisce "cristiano consacrato" faccia un minimo per dimostrarlo, viene definito diabolico, io, sono definita "diabolica", sì avete capito bene, diabolica per farlo e non mi si vuole neppure parlare e si raccontano pure un mare di fandonie su di me...mah, devo avere un edizione del Vangelo pubblicata solo per me, in circolazione in questi "Luoghi Santi" devono esserci edizioni diverse...il mio "Vangelo" deve essere publicato dal diavolo....mah, andiamo avanti, ma come può una Chiesa così poi lamentarsi degli abandoni? Esite ancora fra di loro quello che si chiamava "esame di coscenza"? Esistono specchi in cui guardarsi e domandarsi se quella mancanza di sorriso non sia poi quella che fa fuggire la gente?...Leggete "Il rifugio" è un altro "libro diabolico" perchè "troppo cristiano"...ho dato agli sposi una copia del libro da portare ad Ireneo...sono convinta che gli piacerà molto e aspetto i suoi commenti...la "diabolica" è troppo in sintonia con questo "luminoso frate" per essersi sbagliata!

domenica 26 febbraio 2012

Il senso di impotenza e l'apatia

toc toc, ei voi che leggete questo blog ci siete?! A volte mi domando se sto parlando a me stessa ma poi guardo la "statistica delle aperture del blog" e varia da 550 al picco di 790 aperture per cui, c'è chi mi legge...detto questo, parlando del fatto del Corano bruciato vi chiedevo se ci fosse un modo di metterci insieme per fare qualche cosa...ma niente, manco un commento! Un blog non dovrebbe essere un monologo..o no? Oppure la cosa non vi interessa? Beh, proprio oggi sto traducendo un capitolo sulla corsa agli armamenti scritto nel 1987 e pare scritto sta mattina, dove si dice, in sintesi, che l'apatia generata da un generale senso di impotenza fa sì che nessuno faccia nulla...mannaggia, non credo di aver cambiato il mondo andando a tutte le manifestazioni che c'erano in Inghilterra sul disarmo ma, almeno, pensavo che la "goccia fa l'oceano" e ancora lo penso, possibile che si sia tutti con i cervelli sciacqueri e ripiegati sulle nostre quattro carabattole!!!
Beh, incazzata nera anche con voi che leggete, trascrivo qui un pezzetto del libro che è la citazione di un discorso fatto nel 1981 dal professor Nicholas Humphrey alla BBC (notare nel 1981 31 anni fa) io non so nemmeno chi sia questo professore ma...dice cose giuste!


“Sulla copertina del Bollettino degli Scienziati Atomici l’orologio del giorno del giudizio, fissato a dieci minuti a mezzanotte qualche anno fa, è stato fatto avanzare di sei minuti nel passato gennaio: ora siamo a quattro minuti da quel giorno. Voglio farvi una semplice domanda. Perché? Perché ci comportiamo come i Lemmi, le Avicole?*** Perché lasciamo che accada? Come disse Lord Mountbatten: “Perché ce ne stiamo fuori e non facciamo nulla per prevenire la distruzione del nostro mondo?” E poi Mountbatten disse nello stesso discorso: “Ma il fatto pauroso della corsa agli armamenti, che ci sta dimostrando che stiamo correndo a testa bassa verso il precipizio, fa sì che qualcuno di coloro che sono responsabili per questo corso disastroso delle cose ritrovi sé stesso e allunghi la mano verso il freno? La risposta è no.” Ora voglio domandare come può essere no la risposta?
Forse vi è una risposta ovvia, ed è semplicemente che non ne siamo coscienti
. E’ possibile che: o non lo sappiamo o che sottovalutiamo i pericoli della corsa agli armamenti? Possibile che pensiamo che il falò che ci è stato costruito attorno non prenda mai fuoco e, persino, che più diventa grande e meno c’è pericolo?
Quando ero bambino avevamo una vecchia tartaruga chiamata Ajax. Un autunno, Ajax stava cercando un riparo per l’inverno e, non vista, strisciò sotto la pila di legna e rami che mio padre aveva ammassato per il falò di Guy Fawkes Day ****. I giorni passavano e venivano aggiunti pezzi di legname alla pila e Ajax dovette sentirsi sempre più sicura lì sotto perché, ogni giorno, lei era sempre più protetta dal ghiaccio e dalla pioggia. Il 5 novembre, la catasta di legna e la tartaruga furono ridotte in cenere. Vi è ancora qualcuno di noi che creda che ammassare armi su armi aumenti il nostro livello di sicurezza e che i pericoli siano nulla a confronto dell’assicurazione che esse ci danno?”

*** (N.d.T Vi è un mito che vorrebbe che questi piccolo roditori, nelle loro migrazioni, commettano una sorta di suicidio di massa gettandosi in mare)
**** (N.d.T.Commemorazione di un tentativo di distruggere il Parlamento inglese da parte di Guy Fawkes mettendo una bomba nelle fondamenta, fu scoperto e giustiziato, da allora in tutta l’Inghilterra, il 5 novembre, si fanno falò a ricordo in Guy Fawkes Day)

il "giochino del falò del Corano" mi sa che sia per usare tutte quelle armi che "l'istituzione corsa agli armamenti" come la chiama Scott Peck, non ha mai smesso di impilare...se le guerre finiscono come fanno a continuare a produrle?!

"Il Rifugio" di W. Paul Young...assolutamente da leggere!




la cosa divertente è che una delle due foto che ho messo in questo post è tratta da un sito che dice: "Un libro pieno di menzogne..." un sito di "talebani cattolici" che mi basterebbe a farmi venir voglia di leggerlo...è un garanzia di bontà del libro...il punto è che io l'ho già letto e, non solo, come si dice nella quarta di copertina: "Chi l'ha letto ne ha regalato almeno 10 copie: è un libro da condividere" The New York Times

Beh io non ne ho comperate 10 ma "solo" 5 anche perchè erano tutte quelle che la libreria aveva sul momento visto che né l'edizione, con le ristampe, e né i librai, con gli ordini, ci stanno dietro alla grande richiesta...

Questo perchè?

Perchè sotto le spoglie di un romanzo, scritto come un thriller c'è molto, ma molto di più e allora ti può capitare, come a me, di leggerlo tutto di un fiato spendendoci un giorno e una grande fetta della notte, tantissime ore della propria vita, e piangere, ridere, commuoversi...c'è stato un momento che ho dovuto interrompermi perchè non ci vedevo più...piangevo dalla comozione, per la pace che il libro mi stava regalando. Poi, come accade a me ora, hai voglia di rileggerlo perchè è talmente denso pur nel suo linguaggio semplice, che tutta la storia della tua vita la ritrovi lì, tutta la consolazione e le risposte a tante domande sono lì...e sfido che non piaccia ai "talebani"! E' "troppo profondamente cristiano" perchè lo possano accettare...insomma, fidatevi, è da leggere e...regalare a chi ci è vicino nel cuore e nell'anima. Non vi dico nulla del suo contenuto...rovinerei la sorpresa.

In italiano è pubblicato dalla Bur nella collana BURextra il suo titolo è: "Il Rifugio" e l'autore è W. Paul Young e costa pure poco 11,90 euro

BUONA LETTURA E, SE VOLETE, FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE!





sabato 25 febbraio 2012

ma come si può essere così imbecilli?!

bruciare il Corano?!...il libro che sto traducendo è, in un certo senso datato, parla diffusamente della guerra in Vietnam che, alla velocità in cui il mondo sta andando, pare preistoria...quello che non è preistorico, o lo è in un certo senso, è la posizione dell'America..."I polizziotti del mondo" come li definisce un americano come Scott Peck e allora, come lui suggerisce, il dubbio ti viene e le opzioni su questo atto imbecille sono due: 1 è stato fatto da un qualche "talebano" americano, magari un "buon cristiano" integralista, imbecille e primitivo come lo sono tutti gli integralisti e...magari i talebani fossero solo in Afganistan! Magari fossero solo musulmani! Almeno sarebbero in un qualche modo circoscritti...ma l'imbecillità umana non ha confini e la mancanza di rispetto dell'altro, del "diverso", della Religione degli altri, del modo di vivere degli altri, è dilagante ed è presente in tutte le società e religioni...allora la prima ipotesi potrebbe essere che un imbecille ha scatenato tutto ciò ed è quella che i media stanno facendo passare ma ce ne è una seconda che mi frulla nella testa e che si lega strettamente a quello che Peck dice del Vietnam...L'America e ancor più noi, dobbiamo, deve andarsene dall'Afganistan, deve andarsene con le pive nel sacco come ha dovuto farlo dal Vietnam...senza parlare dell'Iraq...ma, come dice Peck, siccome non ha "eleborato il lutto" della sconfitta, siccome ha fatto finta che non fosse stata una sconfitta, deve inventarsi qualche cosa per continuare il suo "becero imperialismo" per: O continuare a stare lì per i suoi sporchi interessi, primo fra tutti il mercato floridissimo delle armi, o andarsene "facendo finta" di non aver sbagliato, facendo finta che questi: Afganistan e Iraq, non siano dei nuovi Vietnam...quindi la seconda ipotesi è: è un "incidente" inventato ad hoc anche se i media non lo diranno mai, per dimostrare che i musulmani sono i nemici e che "Per una cosa da niente" (Vorrei vedere se bruciassero il Vangelo che direbbero i "talebani cristiani") se la pigliano tanto e...dobbiamo stare lì per salvare la popolazione inerme così come Bush ci teneva tanto a togliere il burka alle donne...TUTTE BALLE e noi che facciamo? Possibile che stiamo a guardare come se non fossimo coinvolti in questa bugia globale? Ah sì dobbiamo dissanguarci per comperare gli F 35, avevo dimenticato! NON E' ORA CHE SI PRENDANO DELLE POSIZIONI CHIARE?! Ne va della nostra sanità mentale, se proprio non vogliamo pensare alla Terra come alla casa di tutti, bella nella sua diversità, se proprio non riusciamo a pensare globalmente...A voi piace essere presi per imbecilli, per quelli che si bevono tutte le fregnacce che i media ci raccontano? Occhio, stiamo svegli, perchè le "raffinatezze" delle bugie che ci raccontano sono notevoli...sulla pelle di tutti. Ora, io personalmente non so come agire, ma forse, insieme, un modo lo troviamo...proviamoci!

Kiran...la cagnona che non è più

quante volte mi sono arrabbiata con lei! Con la cagnona dei vicini "specializzata" nel rincorrere gatti, i "miei adorati gatti"...ma poi mi piaceva e i suoi occhioni dolci da impunita, del tipo: "ma come puoi pensare che io non ami i tuoi gatti, non vedi come sono buona e dolce?" mi facevano pure ridere e poi, è vero, anche se il baccano era tanto, lei non è mai riuscita a catturarli e loro, più impuniti di lei, ci godevano a vederla "imprigionata" sul balcone e a passarle sotto il naso sapendo che lei non poteva attaccarli. Kiran era una vecchietta molto malata e i suoi padroni, i miei cari vicini, hanno fatto di tutto per prolungare la sua vita ma poi, c'è un punto per le bestiole e per noi umani in cui le cure si trasformano in accanimento terapeutico e, in mancanza di un "testamento biologico" qualcuno deve prendere la decisione caritatevole e non egoista di "staccare la spina" e quanto prego perchè qualcuno mi ami così tanto da farlo, eventualmente, per me! Così Kiran è stata portata dal veterinario per il suo "ultimo viaggio" fra il dolore di tutta la famiglia e della sua "compagna Luna" specialista in difesa della famiglia che non è particolarmente turbata dai miei gatti preferendo la "caccia agli umani" che, in realtà, si riduce solo a un gran abbaiare. Kiran ci manca nella nostra "casa internazionale." Mi mancano i suoi occhioni e l'aria da buona e oggi, mentre pensavo a lei, mi sono detta: "I gatti, a volte, paiono vedere cose che io non vedo e scappare a gambe levate senza che, in apparenza, nulla li insegua...ora lo so, saprò che sei tu, il tuo fantasmino, la tua animuccia che gira ancora qua attorno e che non resiste e continua ad inseguire i mici...lazzarona! Ti voglio bene e ti penso nel Paradiso dove tutte le bestiole vivono la loro vita nell'al di là...l'ha promesso san Rocco, ciao arrivederci un giorno, io sarò assieme ad un nugolo di gatti...tutti per il tuo piacere da cacciatrice."

venerdì 24 febbraio 2012

Vi presento Beatrice!
















































E' bellissima! Veramente bellissima!! Il parto, il travaglio è stato intenso ma brevissimo, due ore, e così lei non ha faticato più di tanto ed è bella bianca e rosa, cicciottella e capellona, si chiama: Beatrice, Agata, Francesca (così ha nel nome Catania, la Sicilia e l'Umbria) il papà stanchissimo, non riesce ad andare a dormire...l'adrenalina pompa, Alessia sta benissimo e una dormitina se la farà oggi pomeriggio. Adelaide, come previsto, sorride a tutta faccia e i nonni: la nonna siciliana e il nonno umbro, sono deliziati. In tutto questo Beatrice se la gode e dorme e dorme, così non sono riuscita a vederle gli occhi, e dire che sono stata lì dalle 9,30 alle 12,30...ma chi la vuol con lei? Come si dice, sta bene, tutti le vogliono bene, fuori è persino un caldo eccessivo, si parla di 20° e il sole è quello di Aprile...."meglio dormire...avrò tempo per scoprire il mondo!" mi sa che si dica Beatrice! Insomma, in tutto questo ho sonno anch'io...e chi ha più dormito dalle 2,30 di ieri notte!
ARI-BENVENUTA FRA NOI PICCOLO CAPOLAVORO!





E' nata la "principessa" BEATRICE !

Sono andata a letto prestissimo, mi sono addormentata troppo presto e alle 2,30 mi ha svegliato l'arrivo di un atteso sms:
"A l'ospedale d'Assisi, il 23 Febbraio alle ore 23.06 è nata Beatrice! 3,750 kg. di salute!"
Evviva!!! Ma sapete chi è la mamma?!
ALESSIA, LA PELLEGRINA GRANDE HOSPITALERA DELLA PERFETTA LETIZIA E DI SAN NICHOAS IN SPAGNA!
Chi è stato alla "Perfetta Letizia" nell'ultima estate della sua esistenza si ricorderà dell'efficientissima, sorridente, simpatica moretta dall'accento "caruso" ed eccola qua, mamma nella città del suo amato Francesco! Che ti "sforna" uno zuccherino dolce come la pasta di mandorle e che porta pure il nome della sorella della grande Chiara!
Ah che scherzi che fanno sti cammini! Uno, ingenuamente, si mette in cammino e poi, per una serie di Dio-incidenze, lontano dalla nativa Sicilia...incontra l'amore, Fabio e...zac, si sposa e rimane subito in attesa!
Insomma, pellegrini gioite, una nuova pellegrina della vita è arrivata nella sua prima grande tappa su questo Cammino terreno!
"La "Fata Flora" (sono grassa e corta come lei) "volerà" all'ospedale domani per portare i sui auguri e tante profezie di bene e di bellezza alla "principessa"...e vi potrà far vedere il suo volto e quello della sua famiglia felice. (lei ha una macchina fatata per catturare la bellezza.)
E le porterà pure questa frase di Chesterton che teneva in serbo per lei!
Virtualemente, nel cuore della notte, ogni bene a Beatrice, alla sua sorridente mamma Alessia, al suo papà Fabio che sarà fuori di sé dalla gioia e alla "sorellona" Adelaide che avrà un sorriso da un'orecchia all'altra!
La "fata Angela" vi benedice e sparge polvere di bene sulla culla di questo nuovo esserino,
BEN VENUTA SULLA TERRA!

"L'avventura suprema è nascere. Così noi entriamo all'improvviso in una trappola splendida e allarmante. Così noi vediamo qualcosa che non abbiamo mai sognato prima. Nostro padre e nostra madre stanno acquattati in attesa e balzano su di noi, come briganti da un cespuglio. Nostro zio è una sorpresa. Nostra zia, secondo la bella espressione corrente, è come un fulmine a ciel sereno. Quando entriamo nella famiglia, con l'atto di nascita, entriamo in un mondo imprevedibile, un mondo che ha le sue strane leggi, un mondo che potrebbe fare a meno di noi, un mondo che non abbiamo creato. In altre parole, quando entriamo in una famiglia, entriamo in una favola." G. K. Chesterton

ps: in questa favola non ci sono streghe cattive ma solo fate...e poi Flora-Angela quando vuole è un mastino...che tiene alla larga i cattivoni! Parola!!

giovedì 23 febbraio 2012

la luna che sorride!



Ho appena trovato questa notizia su yahoo e mi pare molto carina...che impressione mi fece in India quando vidi la luna così! Credevo di avere le traveggole...domani guarderò il "sorriso sidereo" e le sorriderò anch'io...chissà se la mia amata luna mi vedrà?!





Tenetevi pronti: la Luna è pronta a sorriderci. Venerdì 24 febbraio, il satellite della Terra assumerà la forma "a barchetta", una posizione che farà sembrare a chi la guarda che si tratti di una faccina sorridente. La Luna si presenterà rovesciata, a U, con la falce illuminata coricata e con i "cornetti" che tendono verso l'alto.
Per gli italiani lo show lunare sarà visibile subito dopo il tramonto del Sole venerdì, intorno alle 19,30. Tra l'altro, le condizioni meteorologiche dovrebbero essere favorevoli e il cielo sarà, a quanto pare, sgombro da nuvole in gran parte del territorio nazionale. Chi è più fortunato, invece, potrebbe riuscire a vederla già la sera di giovedì 23 febbraio. Per la prossima visione, invece, dovremo aspettare fino al 2023. Quindi, è meglio approfittarne ora.
Questa curiosa posizione della Luna, alle nostre latitudini, è piuttosto rara. Dall'Italia, infatti, di solito vediamo la falce lunare quasi sempre in posizione verticale, sulla parte destra quando è Luna crescente e sulla parte sinistra quando è Luna calante. Nella fascia tropicale, cioè molto più a sud rispetto a noi, è invece più frequente osservarla in posizione orizzontale, ovvero "a barchetta".
Tale fenomeno si verifica perché quest'anno c'è una particolare combinazione dell'inclinazione dell'eclittica sull'orizzonte e la latitudine eclitticale della Luna, in base alla quale la direttrice Sole-Luna interseca l'orizzonte a 90 gradi circa. Nella tradizione popolare, come è noto, la Luna diventa un punto di riferimento per fare alcune previsioni sul futuro. In un anno come questo, che sempre in base alle superstizioni non è favorevole in quanto bisestile, un bel sorriso della Luna non può che portare bene.

Non nominare il nome di Dio in vano...

...il libro che sto traducendo ha qualche cosa di..."magico" perchè accade che traduca proprio le cose che si riferiscono a quello che sto vivendo nel giorno in cui le traduco...non vi dico a cosa mi riferisco perchè ho un'ultima speranza di sbrogliare una matassa (non si riferisce alla Ruah state tranquilli) ma ad un...luogo del cammino...poi vi dirò...comunque sto traducendo un capitolo su che cosa sia la blasfemia, capitolo che è parte di quello sull'integrità...è illuminante...veramente è quello che ho sempre pensato e che posso sintetizzare in: "L'albero si giudica dai frutti..." e non l'ho detto io...o no? Comunque dopo aver tradotto l'ultima parola del paragrafo che copio qui, il primo pensiero è stato: "Povero Scott, che ti sarebbe successo se avessi vissuto ad Assisi?! O in qualsiasi altro luogo in cui si fanno tante chiacchiere flautate e poi...si agisce all'opposto...saresti stato considerato eretico...diabolico, come qualcuno mi ha chiamata...del resto non fu definito diabolico anche Gesù?!..." Comunque spero che capiate "il tutto dalla parte" se no mi toccherebbe trascrivere l'intero capitolo e credo che non sia corretto...vado avanti nella traduzione con un gran rimescolamento di viscere...perchè, anche se è consolante vedere scritto da un grande quello che si pensa da sempre, questo non fa stare meno male.
Pensiamo al sole...qui è una giornata splendida e ho appena ricevuto un sms entusiasta degli sposi pellegrini che si stanno godendo un cammino magnifico nonostante il male alle spalle per zaini pesanti...invernali... che...Dio li benedica! (Uso non blasfemo del nome di Dio...o no?)
"...Comunque, qualunque sia il suo livello, la blasfemia è la bugia delle bugie perché è l’uso del sacro per nascondere il profano; dell’apparente purezza per coprire la colpa; di ciò che è nobile per coprire l’ignobile, del bello per nascondere l’orribile; di ciò che è santo per mascherare la depravazione. E’ contemporaneamente una pretesa di pietas e il volontario uso della stessa come finzione. Mentre tutto il mentire è mancanza di integrità, la blasfemia rappresenta la forma più perversa di mancanza di integrità. Il suo meccanismo è quel trucco psicologico che abbiamo chiamato compartimentalizzazione.
Vi è qualcosa di veramente diabolico nella blasfemia. La parola “diabolico” deriva dalla parola greca diabolein che significa “buttare, scagliare via” il cui opposto, sempre in greco, è: sym-bolein “gettare per mettere insieme.” In un modo molto reale, “simbolico” si riferisce all’integrare e “diabolico” al compartimentalizzare. E’ anche importante ricordare che la blasfemia richiede sempre un comportamento conseguente. Una persona che occasionalmente ha pensieri profani ma che non agisce di conseguenza non è un individuo blasfemo, lo è invece chi traduce in parole pensieri santi ma che agisce in modo profano. La blasfemia è la forma di compartimentalizzazione che permette l’istaurarsi dell’abitudine a professare la verità mentre, sempre d’abitudine, si mette in atto la bugia.
Così abbiamo chiuso il cerchio. Ogni forma di comportamento che è originato dalla mancanza di integrazione, che rappresenta la compartimentalizzazione, è blasfemia. L’ “uomo d’affari che va in chiesa la domenica mattina, che crede di amare Dio e la Creazione di Dio e i suoi fratelli esseri umani e poi, il lunedì, non si crea nessun problema per le politiche della sua azienda che scarica rifiuti tossici nel vicino torrente” - che è un “cristiano della domenica mattina” - è colpevole di blasfemia. Indipendentemente dalla sua intensità e se la cosa sia cosciente e deliberata, questa compartimentalizzazione della religione è invariabilmente blasfema.

E “il fatto che questo Paese, sulla cui moneta sono scritte le parole: ‘In Dio confidiamo’, sia il Paese leader per la produzione di armamenti e per la loro vendita in tutto il mondo” vuole dire che siamo una nazione profondamente blasfema..."
Se queste parole le applichiamo a tutto...e specialmente a ciò che ha fatto il "suo mestiere" parlare di Dio, capite bene che...(finite voi la frase!) io non posso...sono diabolica...

che giornata!! ...il terzo capodanno

...quando un giorno inizia bene e finisce benissimo! Oggi mi è venuto a trovare il caro amico pellegrino Oreste, il sole splendeva e, anche con la stufa spenta, qui si stava bene. Pranzetto in amicizia con gran bei discorsi, giro ad Assisi vuota con pochissimi turisti e la basilica come piace a me...vuota...al pomeriggio accompagno Oreste alla stazione...e sarebbe stata una bella giornata comunque...belle parole, bei discorsi con Elisa alla libreria francescana...compro un libro che lei mi dice essere una bomba...lo leggerò e poi vi diro...sarebbe bastato così... ma era una giornata speciale anche perchè oggi avevo deciso di fare due cose da tempo rimandate...la seconda l'andare a trovare la cara amica Eugenia e Gendun suo marito medico e monaco tibetano...bastava così, era bella così questa giornata ma...oggi , anzi, oramai ieri, era il capodanno tibetano (quest'anno non mi sono fatta mancare nulla...anzi è successo: primo capodanno fra neve e fiaccole a Camaldoli assieme a care amiche, secondo capodanno, quello cinese, dai vicini con cibo cinese e...discorsi di draghi e poi...oggi, anzi ieri, il capodanno tibetano...il meno previsto. Anzi, per niente previsto...così mi sono trovata a casa degli amici mentre l'amico monaco stava in cucina a testa bassa a fare ottimi momo, li vedete nella foto, gloria della semplice cucina dell'amato lontano Tibet...pian piano sono arrivati altri amici e ci siamo seduti attorno ad una tavola di intensa vicinanza...discorsi alti, culturalmente zampillanti, profondità e condivisione anche di problemi grossi, fra noi anche una signora tedesca non vedente...e altre con problemi, che strano, tutti di vista, problemi grossi che l'atmosfera stemperava...che dire?! Condivisione e comunità...quella che sto traducendo da mesi...con Gendun che produceva cibo anche quando tutti eravamo satolli, silenzioso, sorridente, al servizio di tutti come lo è sempre! Belle coppie..un'altra rarità, gente che si vuole bene, persone come Eugenia che sta vivendo un problema grossissimo con la saggezza di un maestro...e spero che scriva questa sua "avventura" perchè lei sa scrivere e questa è una storia grande! Bello, tutto caldissimo, tutto molto vero...che giorno era ieri? Ah il 22 Febbraio...una data piena di due...chissà che vorrà dire? Ogni bene a queste persone, tutto il bene a chi ha questi grossi problemi...chissà...io credo nei miracoli e l'alchimia di questa serata ha del miracoloso...dovevamo essere lì, in 11 con fra noi due spledidi bambini..c'era lì l'umanità rappresentata...per caso? per Dio incidenza? Per quella foto sorridente dell'amato dolcissimo Dalai Lama? Non so, so solo che sono grata, immensamente grata per questa giornata...ora vado a nanna...chissà se dormirò con l'adrenalina alle stelle? GRAZIE!


martedì 21 febbraio 2012

i nuovi sposi, pellegrini invernali!















sono arrivati ieri, giovani Silvia 24 anni Matteo 29, una bella coppietta entusiasta e gioiosa appena sposata dal mitico Ireneo. Sono di Villaverla, della campagna collinare di Vicenza. Tutti e due amanti della montagna, del freddo, per questo si sono sposati d'inverno e per questo, come prima parte del loro viaggio di nozze, sta mattina sono partiti alla volta di Greccio dove interromperanno il cammino per poi godersi una settimana più confortevole di viaggio di nozze in Umbria. Veramente una presenza dolce nella mia casetta invasa dai gatti e riscaldata da una stufina in cui la legna verde ha rischiato di combinare un macello creando catrame (ma questa è un'altra storia di cui vi dirò collegandomi a quello che sto traducendo sull'integrità). Sta mattina li ho accompagnati alla partenza della tappa, il tempo è grigio e incerto e il Subasio è avvolto da una nube per cui li ho consigliati di fare la via bassa "La via degli ulivi," non certo bella come la tappa del Subasio ma, del resto, che senso aveva arrampicarsi sul monte fra ghiaccio e fango per non vedere nulla? Torneranno nella bella stagione a fare quella tappa, siamo diventati amici e la casetta è sempre qui per cui...e allora buon cammino sui sentieri e buon cammino nella vita giovani amici!



Alla Romita li aspetta Bernardino con cui hanno avuto una splendida telefonata, e chi lo dubitava? Hanno un buon sacco a pelo e Bernardino ha detto loro che scalderà una camera (come?) per farli dormire al caldo, in più le previsioni danno bel tempo per i prossimi giorni per cui va tutto bene. Li rivedrò domenica quando torneranno qui per recuperare la macchina...sono proprio tanto cari!

lunedì 20 febbraio 2012

un concerto da non mancare a Vicenza!

E' quasi un anno, il 26 marzo sarà un anno, che qui ad Assisi questo gruppo fantastico
L'ensamble Simachà" si mise per la prima volta insieme per il concerto "La Ruah il vento della gioia", amici musicisti di grande valore riuniti dall'entusiasta pellegrina musicista Erika
e chi c'era ricorda un concerto fantastico e coinvolgente.
Ora, e sempre per un buon fine, suoneranno ancora insieme nella loro città, all'Oratorio dei Filippini, a Vicenza a cui ho ricordi attaccati...i Filippini diedero la prima sede dell'Università per cui lavoravo.
Beh non credo che ci potrò andare, ma voi che vivete in Veneto non perdetevelo, sarà una gran bella serata!
Grazie Erika e amici cari per quello che fate!

Altro argomento...è arrivata una piccola trance della nuova legna...bagnata, e ti pareva? Mi sa che sta storia me la trascinerò fino alla caldissima estate assisana...ora vado a far posto alla nuova legna perchè la vecchia cattiva il legnaiolo non se la porta via...uffa che barba!

domenica 19 febbraio 2012

La Verna con la neve
















guardate che belle immagini mi sono arrivate dal sito della Verna! Sono foto fatte nei giorni del nevone, deve essere stato veramente spettacolare lassù! Mentre sulle Dolomiti la neve è scarsa...tutto bianco, gran freddo, ma non certo la neve che c'è stata da altre parti d'Italia, così mi raccontava la cara pellegrina Francesca che mi ha telefonato da Selva di Val Gardena appoggiata ad una bella stufa di ceramica...da cui mi ha mandato buona legna virtuale (e speriamo che domani l'abbia non virtuale anch'io!). Oggi qui è grigio e non fa freddo ma di notte la temperatura cala alla grande per cui c'è ancora bisogno di "saint Stove"...mi metto a lavorare, a tradurre, nel silenzio domenicale che è più fondo del silenzio che comunque c'è a casa mia...veramente non saprei più vivere in una città grande, il silenzio è così importante! Anche se ho un fischio in un orecchio (ho una visita dall'ottorino fissata il 28) che mi disturba assai..."Uraccia dretta parola mal detta..." Va beh che ci sono persone che pensano male di me ma due mesi di fischio all'orecchio destro mi sembra eccessivo....persone che pensate male di me smettetela perchè rivoglio il mio silenzio vero!! Ciaoooo

la casa internazionale














e mentre cerco di mettere sul post le foto che al solito non partono, vi racconto della cena sushi che Hellen, provetta cuoca, ha preparato. Era la mia prima esperienza e, devo dire, è stata niente male anche se non posso dire che tutti questi rotolini, esteticamente carinissimi, siano per me un cibo da leccarsi i baffi. La cucina di Lucia e Ferdinando era stipata, due tavoli uno per i grandi e uno per i piccoli (ben cinque bambini tutti tanto cari e bellissimi) e, la cosa più divertente era la decana, la mamma di Ferdinando romana verace che guardando perplessa nel proprio piatto ha detto: "Ma sti cosi sono commestibili?" Ho tradotto in inglese la sua esclamazione e Hellen e Jack hanno riso tanto. Un'altra cosa divertente è come Silvia, la nonna, faccia citazioni in latino con l'accento romanesco...che poi, del resto, deve proprio essere come i Romani parlavano...insomma sulla "Collina delle erbe", che è il nome della collinetta dove viviamo, il mix di lingue e dialetti è quasi "babilonese" ma ci capiamo lo stesso ed è bello! La più confusa di tutti deve essere Luna, la cagnona pastore tedesco dei cari vicini che, da cane da guardia, abbaia e abbaierebbe ancora di più a gli estranei e che, un poco alla volta, ha imparato a vedere il suo territorio invaso e se ne sta acquattata pronta a scattare tutta fremente ma ben educata e rinuncia a difendere la sua famiglia...



Cambio argomento, un pò per snobbismo, visto che pare essere più shic di facebook, mi sono iscritta a Twitter ma...non ci capisco nulla, anzi, non capisco l'utilità della cosa per varie ragioni 1 perchè i twitts debbano essere di 140 caratteri...e che si dice in così poco spazio? 2 Che vuole dire "seguo" e "sono seguita" ..mah?! E poi quando ho ben seguito e sono seguita che ci faccio? Insomma se qualcuno ci capisce qualche cosa potrebbe mandarmi un email con più di 140 caratteri per spiegarmi?! Oppure pure chiamarmi che forse capisco di più...ma non è che il 60 anni delle mie cellule in questo caso siano un pò troppi? Comunque...sono su Twitter...e me ne sto sul mio ramo a fare twitt, twitt (devo dire che la grafica e l'idea dei twitts mi piace...solo quella per ora)...



Domani arriva a casa mia una neo coppia di sposi pellegrini! Si sono sposati ieri e chi li ha sposati? Ma certo, padre Ireneo!! Lo abbiamo scoperto mesi fa, dopo una serie di emails, che avevamo in comune un grande amico che li avrebbe pure sposati...domani dovrebbe arrivare anche la legna decente così non faccio morire dal freddo gli sposini che, del resto, di freddo ne prenderanno perchè partono da qui e vanno fino a Poggio Bustone, pellegrini invernali in luna di miele, bello no?! Chissà che freddo da Bernardino! Io ricordo una notte da lui a -5 nella celletta dove dormivo e dove manco il mio sacco a pelo himalayano bastava mentre mi aveva tenuto caldo al Kailash a 4500 metri! Beh si abbracceranno tanto...e poi, diciamocelo, sono in luna di miele e tutto dovrebbe essere favoloso comunque! Buona domenica a tutti!

sabato 18 febbraio 2012

la sapienza della nonna...le sfrappole!



le streghe si passano formule da donna a donna, di generazione in generazione...la mia nonna, attraverso mia mamma, mi ha passato solo il "segreto" delle sfrappole = cenci, chiacchiere, crostoli, frappe o come le volete chiamare. Le nostre sono leggerissime, chiare, per niente unte e, sarebbero ancora meglio, lo devo ammettere, se le frigessi come un tempo nello strutto...quest'anno la tentazione l'ho avuta ma poi...sono tornata all'olio rinunciando a quella extra leggerezza...amen. Non avendo avuto una figlia mi sa che dovrò trovarmi una bambina a cui insegnarle perchè, credetemi, sono dei capolavori! (chi si loda si imbroda) dicono, ma io le ho fatte in mezzo mondo e tutti hanno detto che sono le migliori sfrappole mai mangiate per cui...concedetemelo. Ne ho fatte e fritte 10 uova...ora sono così unta che la tentazione è di entrare nella doccia con i vestiti e tutto. Ne ho fatte così tante perchè ho distribuito vassoi ai vicini che mi hanno invitato sta sera per una cena Sushi (Hellen è cinese ma sa cucinare anche giapponese) sarà il primo sushi della mia vita...vedremo! Buon carnevale a tutti!!


Evviva l'arte!!!






L'altro giorno con Alida si parlava di tante cose fra cui l'arte e, sull'arte, non ci siamo proprio trovate d'accordo...vecchio argomento questo per me perchè ci discussi la prima volta a quattordici anni con il parroco, l'assistente del mio gruppo scout, che mi definì, direi con disprezzo, una panteista perchè vedevo Dio nella natura e nell'arte...non me la scordo più quella discussione perchè fu il primo crac nel cuore che mi fece pensare: "Ma che ci faccio io qui?" e dopo cinque anni sbattei la porta della parrocchia e non mi si vide più...e se ora sono qui a scrivervi è proprio perchè "panteista" lo sono ancora...L'arte! La manifestazione del divino sulla Terra...io credo, anzi sono sicura, che l'artista sia un ispirato non da una luce esterna a lui ma dal divino che è in lui, in tutti noi...Master Eckart diceva: "Io sono Dio" e se non moriva prima, forse, la sua chiesa l'avrebbe fritto come tanti altri mistici...ecco io credo la stessa cosa e l'artista quando è al massimo della sua ispirazione è...il pennello, lo scalpello, la bacchetta da direttore d'orchestra...di Dio! Alida diceva: "L'arte è opera umana" oh sì ma l'uomo è opera di Dio, è Dio, una sua scintilla per cui l'arte è la manifestazione del più alto livello della Sua creatura che esprime così il divino che è in lui.
Così oggi è la festa del Beato Angelico, protettore degli artisti, sommo vertice del più bel rinascimento fiorentino, di quell'inizio di grande fioritura che, essendo vertice, è già l'inizio della discesa. Quando vado a Firenze, se ho tempo, vado sempre al Convento di San Marco con le sue bellissime cellette dipinte dal Beato: una conosciuta perla della città ma non così tanto come gli Ufizi o Pitti che, invece per me, è spettacolare proprio perchè le sue opere non sono trasportabili, sono affreschi unici e irripetibili nel luogo in cui sono stati pensati a beneficio del frate che in quella cella dormiva. E poi c'è quell'annunciazione superba con la madonnina esile ed elegante, modernissima, una forma racchiusa nel manto...io gli parlo al Beato Angelico quando sono lì, lo ringrazio per tutta la bellezza che mi regala...in fondo, materialmente, sono solo strisciate di pennello di poveri colori, nulla di prezioso materialmente, ma puro gioiello che emoziona a distanza di secoli...
allora a voi che siete artisti, e anche a me che sono solo artistica per aver studiato arte ma senza la pretesa di essere un'artista, buona giornata della bellezza...nella speranza che il Paradiso sia come l'ha dipinto lui...Swidenborg che parlava con un angelo e che fu "trasportato" in Paradiso in vita diceva che gli angeli del Beato Angelico sono la pallida bellezza, l'immagine sfuocata di come sono veramente ma che lui ci si era abbastanza avvicinato...pensate che bellezza!!

dai "Santi del giorno"
Questa soave e genialissima figura di Frate Predicatore fu un dono magnifico fatto da Dio all’Ordine. Guido o Guidolino, figlio di Pietro, nacque a Vicchio di Mugello in Toscana alla fine del XIV° secolo e fin da giovane fu pittore in Firenze. Quando sentì la vocazione, insieme al fratello Benedetto, si presentò al convento domenicano di Fiesole. Ordinato sacerdote assunse il nome di Fra Giovanni da Fiesole, ma subito dopo la sua morte fu usanza comune chiamarlo “Beato Angelico”. L’azione di santo e di artista del giovane si svolse mirabilmente nel clima di alta perfezione spirituale e intellettuale trovato nel chiostro. Le sante austerità, gli studi profondi, la perenne elevazione dell’anima a Dio, affinarono il suo spirito e gli aprirono orizzonti sconfinati. Così preparato, da buon Frate Predicatore, poté anch’egli dare agli altri il frutto della propria contemplazione e dar vita, col suo magico pennello, al più sacro dei poemi, narrando ai fratelli la divina storia della nostra salvezza. I suoi Crocifissi, le sue Madonne, i suoi Santi sono una predica che risuona nei secoli. Anima di una semplicità evangelica, seppe vivere col cuore in cielo, pur consacrandosi a un intenso lavoro. Sue sono molte pale d’altare a Fiesole (1425-1438) e le celle, i corridoi, l’aula capitolare e i chiostri del Convento di San Marco a Firenze (1439-1445). Recatosi a Roma, su invito di Papa Eugenio IV, dipinse nella Basilica di San Pietro e nei Palazzi Vaticani, e dal 1445 al 1449, per Papa Niccolò V la sua cappella privata e lo studio in Vaticano. Il Papa gli offrì la Sede Vescovile di Firenze, che energicamente rifiutò, persuadendo il Pontefice a nominare il confratello Sant’Antonino. Fu da Dio chiamato al premio eterno il 18 febbraio 1455 a Roma, nel convento di Santa Maria sopra Minerva, dove il suo corpo è ancora conservato nella attigua Basilica Domenicana. A suo onore, e per la promozione dell’arte sacra, Papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1982 ha concesso il suo culto liturgico a tutto l’Ordine e il 18 febbraio 1984 lo ha proclamato Patrono Universale degli Artisti.
Franco Mariani

venerdì 17 febbraio 2012

la giornata mondiale del gatto...nero

...parliamo di cose più allegre anche se ho appena scoperto che l'imbecillità dell'essere umano non ha limiti e, se oggi è la giornata dei gatti, in particolare quelli neri, è perchè c'è chi da loro la caccia perchè, dicono, portano male...beh io ne ho due tecnicamente neri...tecnicamente perchè Zen più che nera è grigio scura e A-gatina è melange con prevalenza di nero...comunque viva i gatti! Pare che il giorno sia stato scelto perchè il 17, e oggi è pure venerdì per chi crede a questo porta male come loro, i gatti neri e perchè, così almeno diceva il telegiornale, Febbraio è sotto il segno dell'acquario, quello degli esseri liberi...io l'ho come ascendente e, accoppiato al mio amato sagittario, è...libertà pura. Viva i gatti esseri liberi!!
ps. Romeo assomiglia proprio al mio "leone" Damiao, chissà se tutti i graffi che ha sempre addosso sono perchè fa il filo ad una bella Duchessa?!

No agli F35 !!!

il mercato delle armi non è in crisi, magari lo fosse! Firmate per favore questo appello, questo almeno possiamo farlo! L'ho appena ricevuto e, più che girarlo via email, credo che ...viaggi più veloce via blog...le ali, noi, le vogliamo solo ai piedi...o no?!


Sosteniamo la campagna "Taglia le ali alle armi!"
Ai sostenitori dell'appello di padre Alex Zanotelli
di La Redazione del sito www.ildialogo.org

Caro amico, cara amica che hai sottoscritto l'appello di Alex Zanotelli sulle spese militari (vedi qui). Oggi ti chiediamo di fare un passo in più sostenendo anche la campagna "Taglia le ali alle armi!" promossa da Rete Disarmo, Sbilanciamoci e Tavola della Pace per contrastare l'acquisto del caccia Joint Strike Fighter.

15 miliardi di euro per i cacciabombardieri F-35, prima della riduzione prevista dal Ministro. Ma saranno ancora un sacco di soldi spesi male.
A cui occorre rispondere con un "terremoto" di indignazione, un coro di proteste. É quello che la società civile è chiamata, ora più che mai, ad esprimere visto che il Governo sembra deciso a non cambiare idea sul "Programma pluriennale relativo all'acquisizione del sistema d'arma Joint Strike Fighter JSF", il faraonico progetto di aereo militare (il più costoso della storia) a cui partecipa anche l'Italia. Forse non compreremo più 131 cacciabombardieri JSF completi di relativi equipaggiamenti, supporto logistico e basi operative come inizialmente previsto. Ma anche 90 sono tanti: sono 90 di troppo. Anche uno solo equivale a 180 asili nido E con l'ovvia crescita del costo per singolo aereo anche questo taglio ci potrebbe fare spendere (solo per la fattura) almeno 12 miliardi.
In un momento di tagli agli stipendi, alla sanità, alla scuola, al supporto per il lavoro….occorre eliminare del tutto le spese per gli armamenti che servono solo a produrre lutti e distruzioni di cui l'umanità non ha più bisogno.




http://www.disarmo.org/nof35/index.html
Qui di seguito trovi quanto costa un singolo aereo e cosa ci si potrebbe fare in alternativa con tutti quei soldi

...io credo a gli inizi...

...e mentre i primi francescani, subito dopo la morte di Francesco già lottavano fra di loro, "la ruota del Darma", come direbbe Buddha fu girata nuovamente e 7 amici si misero insieme...7 sognatori, 7 ricercatori, che trovo carino che poi fossero canonizzati insieme a suggellare questa loro profonda fratellanza: I sette padri fondatori dei Servi di Maria...

...laici, amici che poi divennero un'Ordine ora piccolino ma che ha "prodotto" figure luminose fra cui amo particolarmente: Davide Maria Turoldo e il grandissimo Giovanni Vannucci.

Gli inizi sono sempre carichi di Spirito, di entusiasmo e, credo, si dovrebbe sempre essere all'inizio...il libro che traduco è pieno di inizi e di come mantenere lo spirito dell'inizio o avere il coraggio di far morire dignitosamente ciò che questo spirito l'ha perso e sta morendo a poco a poco, piuttosto che trascinare un carozzone che ha l'apparenza ma non più la sostanza. Si deve avere coraggio per iniziare ma, ancor più, coraggio per continuare senza perdere lo Spirito...(e quanto per questo ha sofferto Francesco!) Oggi è la festa dei 7 padri e ricopio qui quello che è scritto sui "Santi del giorno". Per me, oggi ha anche un altro "profumo d'inizio" perchè il 17 febbraio Marisa (che è terziaria dei Servi di Maria) ed io partimmo da Haifa per la nostra prima tappa pellegrina in Terra Santa, fino a San Giovanni d'Acri...e non fu casuale anche se non premeditato. Ricopio anche una mia paginetta su la mia prima visita a Monte Senario...una sorta di pellegrinaggio alla tomba dell'amico mai conosciuto: Giovanni Vannucci, paginetta che fa parte del mio libricino di paginette: "Passi che si incrociano"...un omaggio a chi...era sempre all'inizio e, per questo, subì anche tante angherie dal suo Ordine che, come accade spesso, aveva perso lo "Spirito dell'inizio".

Oggi è per me, solo per me visto che non esiste, la festa dell'amicizia e allora...buona festa amici tutti, buon Spirito di "Sankalpa" (il primo giorno) come direbbe padre Ireneo...e che per tutti noi, per la Terra tutta ogni giorno sia un "nuovo giorno carico di promesse e di novità; giovane"

Intorno al 1233, mentre Firenze era sconvolta da lotte fratricide, sette mercanti, membri di una compagnia laica di fedeli devoti della beata Vergine, legati tra loro dell’ideale evangelico della comunione fraterna e del servizio ai poveri, decisero di ritirarsi in solitudine per far vita comune nella penitenza e nella contemplazione. Abbandonata l’attività commerciale, lasciarono le proprie case e distribuirono i beni ai poveri. Verso il 1245 si ritirarono sul Monte Senario, nei pressi di Firenze, dove costruirono una piccola dimora e un oratorio dedicato a santa Maria. Conducevano vita austera e solitaria, non ricusando tuttavia l’incontro con le persone che, spinte dal dubbio e dall’angoscia, cercavano il conforto della loro parola.
Diffondendosi sempre più la fama della loro santità, molti chiedevano di far parte della loro famiglia. Pertanto essi decisero did are inizio ad un Ordine dedicato alla Vergine, di cui si dissero Servi - l’Ordine dei Servi di Maria -, adottando la Regola di sant’Agostino.
Nel 1888 Leone XIII canonizzò insieme i sette primi Padri. A Monte Senario un unico sepolcro raccoglie insieme le spoglie mortali di coloro che la comunione di vita aveva resi un cuor solo e un’anima sola.

SAN BONFIGLIO
Padre e guida del gruppo laico e poi Priore della nascente comunità dei Servi di Maria.
Viene raffigurato con la colomba bianca che si posa
sulla sua spalla destra, per indicare quei doni dello Spirito Santo di cui ciascuno dei Sette era adornato, maggiormente manifestato in lui per il suo carisma di Padre del primo gruppo e della comunità poi. Morì, secondo la tradizione, il 1° gennaio 1262.

SAN BONAGIUNTA
Uomo austero verso se stesso, ma dolce, amabile e comprensivo verso il prossimo. Anch’egli ricoprì la carica di Priore Generale tra il 1256 e il 1257. Per la sua tenacia difesa della verità e della giustizia, cercarono di avvelenarlo, ma fu liberato da Dio. Morì il 31 agosto 1267.

SAN MANETTO
Anch’egli Priore Generale, fu uomo di grandi capacità organizzative e direttive, tanto che si attribuiscono a lui le prime fondazioni in terra di Francia. Fu lui ad accogliere Arrigo di Baldovino, primo di quella schiera di laici che si aggregò all’Ordine dei Servi. La tradizione pone il giorno della sua morte il 20 agosto 1268.

SANT’AMADIO
Possiamo dire che nel gruppo dei Sette egli era come la fiamma che dava calore a tutti con la sua grande carità che si alimentava dell’amore di Dio. Il suo nome, Ama-Dio, fu un vero presagio, segno della ricchezza della sua vita spirituale e di carità. Morì il 18 aprile 1266.

SAN SOSTEGNO E SANT’UGUCCIONE
Di questi due Santi si ricorda in particolare la loro amicizia, tanto che l’iconografia li rappresenta insieme, e la morte, avvenuta per ambedue lo stesso giorno e anno ( 3 maggio 1282) è come un segno e un sigillo di autenticità del cielo alla loro fraternità.
Nel gruppo dei Sette, essi rimangono dunque come simbolo di fraternità vissuta in comunione di vita e di intenti, ma anche come segno specifico di amicizia che, se vera e gratuita, da Dio è ispirata e reciprocamente aiuta a salire a Dio.

SANT’ALESSIO
Della famiglia dei Falconieri, zio di Santa Giuliana, esempio fulgido di umiltà e purezza. La sua vita fu una continua lode a Dio. Amava andare per la questua, impegnandosi specialmente a sostenere i suoi frati mandati a studiare alla Sorbona di Parigi. È morto all’età di 110 anni il 17 febbraio 1310.

4 novembre ‘05
LE MANI NELLA TERRA

E’ fredda, bagnata, quasi vischiosa. Affondo le dita nel fango in questo crepuscolo già avvolto di buio. Non ho mai messo le mani nella terra smossa di una tomba, non ho il culto dei morti. A sette anni di fronte al viso giovane di un papà morto troppo presto che mi sorrideva da una lapide, mi trovai a pensare:
“facciamolo questo gioco che piace tanto ai grandi, facciamo finta che papà sia lì, tanto non è così, è un gioco.”
Da allora i cimiteri sono per me un parcheggio abbastanza lugubre e molto finto di corpi in decomposizione, in cui chi “crede” nella resurrezione si inventa ogni sorta di immagine di disperazione.
I miei morti sono altrove, quelli più amati sono sempre con me, attorno a me.
Sta sera è diverso, sta sera affondo le mani nella terra che è Giovanni Vannucci, che non lo ricopre, che è lui ed è come se lo accarezzassi. E’ un vero contatto fisico con chi non ho conosciuto in vita ma che mi parla attraverso i suoi libri, per mezzo degli scritti che mi arrivano chissà perché via internet, che amici mi mettono in mano e che a mia volta passo all’amico caro come si passa un tesoro prezioso.
“Se rimani anche domani, la sera si potrebbe andare a meditare a Monte Senario, lo si fa ogni mercoledì.”
E’ Giovanna a farmi la proposta con il suo simpatico e sincero accento fiorentino e l’idea mi pare così bella che non ho dubbi; è cosa fatta. Ma non è tanto la meditazione con gli amici che mi attira è il luogo perché lì è sepolto Padre Giovanni e voglio andare a trovarlo. Lui avrebbe voluto essere sepolto nel verde cupo della forra dove si nasconde Le Stinche, il suo eremo, voleva essere sepolto ai piedi dell’immenso albero che sovrasta benedicente il tetto della chiesina, non fu così e me lo immagino in un anonimo e freddo cimitero tutto marmi e fra questo biancore immagino me con una pianticella in mano, qualcosa che sappia di muschio e di rigagnoli d’acqua, qualcosa che abbia l’odore dei boschi e della terra viva.
Frà Luis pare uscito da un antico dipinto bisognoso di restauri, abbandonato in una sacrestia impregnata di odore di muffa e di incenso. Magro, occhi neri che a volte mandano fiamme e poi si placano; uno sguardo un po’ febbricitante. Si muove veloce facendo svolazzare il saio nero che pare troppo grande, quasi appoggiato sulle ossa. E’ lui che ha cercato Giovanna per meditare con il gruppetto che si trova all’ora di pranzo a Firenze ed ora è lui che conduce la meditazione settimanale nella cripta del suo convento. Ci conosciamo nella libreria dove mi sono subito messa alla caccia dei libri che mi mancano. Ho in mano un vasetto di ciclamini bianchi ed è la prima cosa di cui parliamo perché sono belli e sono dedicati. Io lo so ma credo che lui lo senta perché ciò che è dedicato non appartiene più a chi lo dedica ha acquistato una leggerezza nuova, un marchio invisibile che solo occhi lucidi come i suoi possono vedere.
“Sono per Padre Giovanni.” E mentre lo dico mi accorgo che ho le mani piene di lui: Nella sinistra i suoi scritti, nella destra i suoi ciclamini.
“Se mi aspettate vado a prendere la chiave e vengo con voi al cimitero”
E’ così dolce guardare il tramonto con Giovanna e Marisa, con le amiche con cui si è condiviso il silenzio. Forse un giorno la scienza lo spiegherà, forse un giorno sapremo se è “oggettivamente” così ma è certo, è certo per me che il silenzio condiviso è la più grande delle unioni. Nel silenzio le “mie” cellule non sono più mie, come i ciclamini, sono dedicate, sono libere di espandersi, di fondersi, di unirsi a quelle di coloro che lasciano libere le proprie e, a volte per brevi attimi, si è un solo corpo, si è una sola energia e dopo non si è più gli stessi. Fra il prima e il dopo c’è stato quell’attimo di fusione così come due che hanno veramente fatto l’amore insieme e il “fare” e l’essere l’amore sono divenuti la stessa cosa, non saranno mai più quelli che erano prima.
La luce sta svanendo velocemente, Luis riemerge dal convento macchia nera sulla scura parete. Scendiamo veloci lungo la stradetta che si incunea nel bosco di abeti scuri. Il convento massiccio e incombente è stato inghiottito dalle chiome profumate degli alberi, nell’ultima luce in una piccola radura appare il cimiterino. Non è bianco e anonimo, non è freddo come nella mia immaginazione, è dolce e raccolto. La chiave apre il cancelletto cigolante, la prima croce è la sua, sul ferro nero dai sobri ricci solo il suo nome. Altre mani hanno piantato fiori gialli e bianchi sull’allungato mucchietto di terra ma proprio fra due piantine c’è un piccolo, unico spazio grande come il ciclamino. Sorrido al pensiero del piccolo miracolo, per quella dolcissima piccola puntualità. Luis inizia una preghiera, io ho le mani piene di terra che mi pendono ai lati. Ripeto con gli altri le parole antiche ma la mia preghiera sono quelle mani sporche di terra. Le ho affondate nella carne della Terra, le ho immerse in qualcosa di vivo e pulsante. Ho toccato il silenzio sorridente di una grande anima e non ho più bisogno di parole. Siamo ancora lì gli occhi persi fra i fiori gialli che debolmente illuminano la terra scura quando arriva un cane, a breve distanza il padrone ma sulle prime non lo vediamo. Annusa la tomba, pare inchinarsi. Chi ha conosciuto Padre Giovanni racconta dei suoi bastardini dai nomi biblici che lo seguivano dappertutto e che dormivano con lui, un altro cane è qui sta sera per lui. Il bosco, i fiori, l’odore di muschio, la sera che è già; tutto è per lui, tutto lui ci dona.
Vado via contenta, lo so in buone mani, non sotto il grande albero delle Stinche ma comunque in un bosco e questo mi consola, io che non credo nei cimiteri sta sera sono contenta come una mamma che ha lasciato il suo bambino nella scuola giusta. Usciamo, mi volto e gli sorrido.
“Ciao Giovanni, grazie.”