domenica 29 aprile 2012

due tappe in un post, Rocca di Mezzo e Celano

























e così sono arrivate sta notte le foto dai "meditativi" una è assieme al caro, carissimo don Vincenzo di Rocca di Mezzo, uomo di poche parole e di grande cuore, ricordo ancora come accolse Marisa e me nel 2007 e che festa che ci fece...e continua e da lui i pellegrini sono sempre ben accetti...basta chiamarlo prima! Dopo la lunga salita, ieri è stata una tappa di riposo, pianura e discesa verso Celano e il suo magnifico castello. Accoglienza super all'hotel Lory e...una cosa bellissima che Mirella mi ha appena detto al telefono, mi diceva: "Io Tulio non lo conoscevo, ho solo visto la sua foto sulla guida (per chi non lo sa il cammino, la guida è dedicato a Tulio di Treviso, pellegrino che non è più) ho sentito i tuoi racconti, ma è da ieri che lo penso, che sento che cammina con noi, è una sensazione bellissima che crea grande armonia fra di noi e sento che siamo proprio veri pellegrini accompagnati dall'Arcangelo, dal pensiero tuo e di Marisa e dalla presenza di Tulio...ti ho voluto chiamare per dirtelo." Bello troppo, bello, ho tentato poco fa di chiamare il figlio di Tulio per raccontarglielo ma è domenica e il telefono è ancora staccato, lo chiamerò più tardi...sono sicura che lo farà felice. Grazie Tulio per proteggere i pellegrini dal Cielo!


Oggi affrontano la lunga tappa fino a Gagliano Aterno via l'altipiano del Baullo, quella che io ho chiamato la "tappa mistica" sì, l'affrontare in "modo mistico" una tappa è un'attitudine del cuore ma, a volte, il paesaggio, i luoghi aiutano, e questi altipiani abruzzesi aridi e quasi tibetani hanno un qualche cosa di speciale e lì, post mortem, Francesco suscitò una fonte per una vecchietta che moriva di sete...ma di certo, in vita, di lì è passato perchè è la via più logica per andare a Galiano dove lui era ospite del figlio del Conte di Celano suo buon amico...sarà quello, sarà il tipo di paesaggio, non so, so solo che questa tappa mi resta nel cuore come una delle più magiche del cammino nonostante il freddo e il nevischio che ci ricopriva quando la facemmo...lì "ho capito" cosa Francesco intendesse quando diceva: "La mia cella è il cappuccio"...la cella itinerante dei pellegrini. Buon cammino pellegrini del cuore e dei passi...a sta sera!

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