venerdì 2 marzo 2012

l'elaborazione del lutto...



Ho scritto ad un'amica: "Non mi ha stravolto così neanche la morte di mia mamma..." tornando dalla stazione dove ho comperato il biglietto del treno che mi ha "calmato" un pò, guardavo la basilica di Francesco in un tramonto radioso e pensavo che questo senso di solitudine è quello della morte di un poeta...in un mondo così piatto in cui la poesia pare avere così poco posto...e in cui si rischia di sentirsi isolati come a volte mi sento io, che poeta non sono, ma che mi alimento di tutto ciò che è poesia della vita...guardavo la basilica di Francesco e pensavo a quello che è rimasto di Lui, che è sopravissuto alla Sua morte....sì i poeti sono eterni...ma è dura quando ci lasciano...come mi scriveva un amico: "Si portano con sé una parte di noi..." e allora, per me, andare al suo funerale è elaborare questo senso di morte perchè sono convinta che sarà "un grande concerto" e che le previsioni di 100.000 persone sono ridicole, saremo molti di più perchè questo bisogno di elaborare la morte, di andare oltre per rivendicare il primato della poesia e dell'amore è di tanti che vogliono ancora sognare...


Adesso basta sangue ma non vedi
Non stiamo nemmeno più in piedi...un po' di pietà
Invece tu invece fumi con grande tranquillità
Così sta a me che debbo parlare fidarmi di te
Domani domani domani chi lo sa domani sarà
Oh oh chi non lo so quale Dio ci sarà io parlo e parlo solo per me
Va bene io credo nell'amore l'amore che si muove dal cuore
Che ti esce dalle mani che cammina sotto i tuoi piedi
L'amore misterioso anche dei cani e degli altri fratelli
Animali delle piante che sembra che ti sorridono anche quando ti chini per portarle via
L'amore silenzioso dei pesci che ci aspettano nel mare
L'amore di chi ci ama e non ci vuol lasciare
Ok ok lo so che capisci ma sono io che non capisco cosa dici
Troppo sangue qua e là sotto i cieli di lucide stelle
Nei silenzi dell'immensità
ma chissà se cambierà oh non so se in questo futuro nero buio
Forse c'è qualcosa che ci cambierà
Io credo che il dolore è il dolore che ci cambierà
Oh ma oh il dolore che ci cambierà
E dopo chi lo sa se ancora ci vedremo e dentro quale città
Brutta fredda buia stretta o brutta come questa sotto un cielo senza pietà
Ma io ti cercherò anche da così lontano ti telefonerò
In una sera buia sporca fredda
Brutta come questa
Forse ti chiamerò perché vedi
Io credo che l'amore è l'amore che ci salverà
Vedi io credo che l'amore è l'amore che ci salverà
mi sono appena arrivati due messaggi di cari amici pellegrini: Pasquale dalla Germania e Gabriele dal Gargano...li condivido con voi, sono belli!

anche a me la morte di Lucio Dalla mi ha reso tanto triste e un pò scombussolato. È morto un poeta, un esempio di umiltà e bontà che mancherà a questo mondo.
Pensa che lunedì avrebbe dato un concerto a Basilea e io ci sarei stato. Ma non ci saranno più concerti di Lucio Dalla.
Ti chiedo un favore, quando vai al suo funerale puoi portargli un fiore anche da parte mia? Grazie! Pasquale

Io non mi posso muovere da San Marco ma è bello che tu vai a Bologna. Lucio è un angelo bruttino e barbuto che amava la vita e il bello, aiutava gli altri e amava molto il nostro Gargano, sì la madre era di Manfredonia e lui spessissimo fin da piccolissimo stava per diversi mesi sul Gargano, ultimamente andava spesso alle Tremiti per soggiornare e ispirarsi. Anche lui è salito la Montagna dell'Angelo con il suo cuore libero e gli occhi vispi...
...Tu sei "una gatta senza padroni..." ma sappi che tutti i gatti sono così e non porteranno mai la pantofola a nessun uomo di potere. Gabriele


3 commenti:

nicoletta ha detto...

Aspetto il racconto del viaggio a Bologna, le tue impressioni, le tue sensazioni. E pure le foto, se puoi. Ci conto eh!
Ciao Angela.

Angela Seracchioli pellegrina ha detto...

certo carissima lo farò...foto comprese, contaci!

nicoletta ha detto...

Una gatta senza padroni... Non ti conosco personalmente, Angela, ma mi sembra proprio la tua descrizione.
Ti abbraccio.