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La mia vicina psicologa oggi ha detto una cosa di me che mi ha fatto e mi fa molto pensare e che trovo molto vera, mi diceva: "Tu urli e ti incazzi quando sai o presumi che l'altro non ti stia capendo, non ti capirà, e allora urli per farti sentire..." Forse pare di un ovvio incredibile ma è molto più profondo di quanto appaia a prima vista...ora, non sto dicendo che faccio bene ad urlare ma che è vero, come diceva lei, che urlo per paura di non essere capita, perche sento di fronte a me un muro di incomprensione e allora provo a sfondarlo....e questa è la mia reazione...ma, dall'altro lato ci può essere un vittimismo radicato per cui, il mio urlare per creare un ponte viene preso come violenza e, automaticamente la vittima si è creata in me un persecutore...se poi "la vittima" non vuole più incontrarmi io rimango nel suo immaginario "il persecutore" e allora si pretenderebbe di mantenere un rapporto a metà, magari solo per emails e sms...basta non incontrarsi il tutto magari riportato da una figura intermedia che è a sua volta "vittima" di altre cose e che non sa avere, non può avere il coraggio di "fare da pacere" che, attenzione, non vuole dire un "volemose bene" buonista ma un dire: "Prendiamo un caffè insieme...parliamo, guardiamoci negli occhi..."...in tutto questo il germe-virus della divisione attecchisce...in un altro modo si potrebbe dire, è entrato il diavolo che ama moltissimo le cose a metà, i rapporti a metà, le persone divise in loro stesse prima di tutto e poi con gli altri.
Oggi mi sono trovata a dire ad con un caro amico: "Io voglio l'integrità, è solo nell'integrità che mi salvo, che ci si salva e il diavolo non entra, il verme non entra in una mela sana! Non si può essere mezzo dentro e mezzo fuori e questo non vuole dire vedere tutto o bianco o nero e non vedere i mezzi toni, il bianco e il nero sono un intero..." Allora, evviva internet, evviva gli sms, evviva il blog ma mai a discapito dell'incontro, fosse pur anche uno scontro, ma un rapporto, sempre un rapporto umano non di bite o megabites...chissà come Antonioni interpreterebbe l'incomunicabilità fatta di iper comunicazione di oggi? Ci vorrebbe un regista come lui per entrare nelle sottigliezze della "non-comunicazione-da iper-comunicazione" ....Beh io non ci sto, non ci sto nemmeno ai discorsi riportati, a quello che uno dice che io posso aver pensato, perchè oggi mi sono sentita dire cose di me che non ho mai nemmeno vagamente pensato e che sono state riportate, in buona fede, per carità, come mie...sto meglio oggi, ho messo dei paletti, o meglio....mi sono accorta che pretendevo di essere capita, ero convinta di essere capita, da chi non ha capito una mazza di me...questo non vuole dire interrompere i rapporti, anzi, vuole dire sapere che non si può contare sulla comprensione di una persona...ok, non ci si conta...meglio che una cosa a metà....chissà se ci avete capito qualche cosa?! O, meglio, vi ci trovate per le vostre di cose?! Mah...sono sempre bites e io sono qui in casa mia da sola che parlo a uno schermo...con tutti i suoi tanti limiti...che sommati ai miei limiti e a quelli di chi legge creano la Babele...
Ha ragione l'amico che mi diceva: Il Vangelo di oggi era:
Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria.
Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese;
ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno;
si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.
Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò."
dove le parole chiave sono: "Ma egli passando in mezzo a loro, se ne andò"
E quel "passando in mezzo a loro" è stupendo e non viene detto dove se ne andò, semplicemente passò in mezzo e se ne andò, anzi "passando" che dà l'idea del moto e non dell'azione conclusa che vi è nel "se ne andò"...oltre, perchè non c'è tempo per fermarsi sulla non comunicazione, sulla non volontà di comunicazione che è, oggettivamente, più violenta e mortifera di qualsiasi urlo...oltre verso rapporti sani e puliti con tutti i loro alti e bassi ma, pur sempre rapporti di "mammiferi a sangue caldo" e non di megabites...o no?
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