domenica 10 agosto 2014

la notte della "super Luna"....

il 10 agosto del 2008 scrivevo su questo blog quello che segue...sarei poi andata a san Damiano con i pellegrini che quella notte erano all'ostello... mi cito da sola ma non mi verrebbero parole migliori, sta notte è pure notte di "super luna" una luna particolarmente grande perchè l'essere piena coincide con la sua vicinanza massima alla Terra...sarà una notte bellissima di una caldissima giornata d'agosto...
LA NOTTE DELLA LUNA DI FRANCESCO
...E DELLE STELLE CHE CADONO...notte da passare con il naso e l'anima che guardano in su, con gli occhi fissi nel buio che non fa paura perchè è pieno di luce, d'amore.

Sta sera a San Damiano ci sarà la veglia di Chiara, domani è la sua festa, è il momento a San Damiano che in assoluto preferisco, mette in ombra anche il Natale intimo e pieno di lumini.
Una veglia nel chiostrino...candeline sulle finestre da cui Chiara si affacciava e, se guardi bene, la vedi che si sporge appena e sorride. 

Chiara, Chiaretta, luna del tuo Francesco, luce nel buio dei suoi anni difficili, sempre lì ad attenderlo, sempre presente accanto a lui e oltre la sua stessa vita... testimone saldo, memoria vera, nord verso cui i suoi primi fratelli direzzionavano la loro bussola negli anni della confusione e, forse, dello smarrimento dopo la sua morte....

Sta sera sarai lì con noi,
poesia della notte,
pietra morbida e rosata come le rocce del Subasio,
...Donna accanto all'Uomo...perchè solo così si è veramente,
anima che percorre parallela le strade della Terra e del Cielo,

LUNA DEL SOLE

Ti voglio bene!

venerdì 1 agosto 2014

Il Perdono di Assisi

Da mezzogiorno di oggi inizia la Festa del Perdono e, domani, arriveranno alla Porziuncola le marce francescane e sarà un tripudio di zaini, piedi con vesciche e facce bruciate dal sole (forse quest'anno non tanto) 
Qu
i sotto la versione di questa festa francescana secondo "i santi del giorno" , non la sapevo così questa storia, ma forse è una mia ignoranza...Buon Perdono a tutti!
Da mezzogiorno del 1° agosto a mezzanotte del 2 è il tempo del cosiddetto Perdono della Porziuncola, durante il quale si può acquisire l’indulgenza plenaria, una sola volta all’anno, per sé o per un defunto. La tradizione narra che san Francesco d’Assisi la domandò direttamente a Gesù Cristo, quando ne ricevette l’apparizione in una nottata del 1216, insieme con la Madonna e con numerosi angeli, mentre egli si trovava in preghiera nella chiesetta della Porziuncola.
Francesco, nato intorno al 1182 ad Assisi (dove morirà nel 1226), aveva ormai abbracciato la vita religiosa da una decina d’anni ed era superiore dell’Ordine, riconosciuto da papa Innocenzo III nel 1210. Ciò nonostante, secondo le antiche fonti, il frate era stato colto dalla violenta tentazione di abbandonare la vocazione consacrata e di tornare nel mondo a godersi le ricchezze paterne. Per vincere la diabolica istigazione si era gettato nudo in mezzo a un roveto, che si trasformò in un cespuglio di rose prive di spine.
A quel punto due angeli gli erano apparsi dinanzi e lo avevano condotto in cappella, dove il Signore gli chiese che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu pronta: «Benché io sia misero e peccatore, ti prego che a quanti – pentiti e confessati – verranno a visitare questa chiesa, tu conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe». Anche la reazione di Gesù fu immediata: «Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande, ma di maggiori cose sei degno e maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio Vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza».
Francesco si recò da papa Onorio III, il quale diede l’approvazione, chiedendogli per quanti anni volesse tale indulgenza. Il frate replicò: «Padre santo, non domando anni, ma anime!». Fra le condizioni – oltre alle consuete della confessione, comunione e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice – c’è anche la visita a una chiesa parrocchiale o a una chiesa francescana, con la recita del Padre nostro e del Credo, la professione di fede che venne elaborata nei Concili di Nicea (325) e di Costantinopoli (381), per cui si definisce anche «Simbolo niceno-costantinopolitano».