sabato 3 marzo 2012

...prima di affrontare un nuovo giorno...

ho aperto internet come sempre e risposto ad emails poi mi sono letta anche quello che mi arriva tutte le settimane con le omelie di Vannucci o di Balducci oppure di Turoldo e...gli occhi mi sono caduti su questo stralcio di Turoldo che...ve che strano? Mi ha fatto pensare a Cerbaiolo
lo condivido con voi...oggi non ci penserò per la mia sanità mentale e, domani a Bologna nemmeno, poi di nuovo sarà il pensiero costante...buona lettura!
...Volete che vi dica un’immagine precisa per poter avere una volta per sempre la possibilità di sganciarvi e di liberarvi da questi equivoci e ambiguità sacrali? Basta che pensiate all’inizio della parabola di cui parlo appunto nel libro che vien fuori adesso: Anche Dio è infelice: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico». Un uomo! Voi non sapete chi sia, non lo sa nessuno, per fortuna; non sapete chi è. È un uomo capitato in una società di ladri, una banda di ladri, rapinato, depredato, caricato di ferite, lasciato ai margini della strada. È un uomo! Potrebbe essere un giudeo o un samaritano; potrebbe essere un cattolico o un protestante; potrebbe essere un ateo o un credente; potrebbe essere perfino uno della banda - perché anche le bande poi si sciolgono e si aggrediscono -; potrebbe essere...; ma non ha importanza dal momento che è braccato, carico di ferite, spogliato, lasciato ai margini delle strade: in quel momento è un uomo.
È passato un prete. Ecco, il primo che passa è un prete!
E perché Cristo fa passare un prete per primo? E che fretta aveva, dove andava? Lo vide, e tirò diritto.
L’inutilità di una religione. Quello lì magari andava a pregare - ecco il pericolo di invocarlo invano - andava a far le quarantore oppure un pontificale, non so, non so.
È passato un levita, lo vide - perché tutti sanno che il levita potrebbe essere un onorevole qualsiasi - e tirò diritto. Chissà dove andava? A votare in Parlamento, oppure a fare un comizio. Ma forse no, durante i comizi ci si occupa momentaneamente della gente; è dopo che non ci si occupa più.
È passato un samaritano, lo vide e si mosse a pietà. E questo diventa immagine di Dio. Ecco, dove c’è questa umanità lì c’è Dio. Non dove c’è Dio c’è questa umanità! Lì, dove c’è questa umanità c’è Dio. Ecco lì si ferma. Dio è lì, non è con nessun altro. Anzi, se volete, - e così finisco perché non voglio abusare di voi - proprio nel vangelo di oggi c’è questo richiamo potente, inesorabile, quando si conclude il racconto della Trasfigurazione, dove si dice: «Una nuvola li avvolse, - una nuvola dell’inconoscibile - e dalla nuvola sentirono una voce che disse: “Ecco, questi è il mio ‘Figlio”». Ecco perché il Cristo diventa immagine dell’invisibile Iddio, ecco perché Dio esplode dal di dentro di questa umanità! È questo l’uomo, questo è mio Figlio; questo è l’uomo che io amo, questo il concetto di uomo; questa è la realtà di uomo che io sogno! «Ascoltate questo’.».
È allora, quando voi vedete il crocefisso, è lì che c’è la sintesi vera di Dio. Perché anche sul patibolo avviene la stessa trasfigurazione: sulla croce, nella notte più buia della terra, quando era buio a mezzogiorno come a notte avanzata, quando le tenebre sono enormi, infinite, proprio in quella notte così orrenda, in quel buio così orrendo ecco che la gloria di Dio si posa sulla croce. E si dice: «Veramente costui è figlio di Dio». Dio si rivela dentro le spoglie di un crocefisso e di una vittima, dentro una umanità scartata e crocefissa.
Allora voi avete subito la risposta, sapete chi è questo Cristo che gronda di luce e gronda di sangue. Avete il Cristo come immagine di umanità perfetta. Difatti, noi siamo qui per raggiungere la pienezza di Cristo, per raggiungere la statura di Cristo (dice san Paolo), cioè la sua umanità. Perché l’umanità è un valore raro, rarissimo. Non tutti i giorni io riesco a essere un uomo! L’umanità è da realizzarsi continuamente.
Ecco cosa significa: «Questo è l’uomo che io amo». Questo è il concetto e il modello di uomo, questo è l’archetipo: «Ascoltatelo!».
Allora dove c’è questa umanità lì c’è la divinità che esplode dal di dentro e può anche grondare di luce nel mentre è crocefissa e gronda di ignominia.
Questo è il concetto di uomo che il mondo non accetta, e invece è segno della presenza di Dio nella storia dell’uomo....Davide Maria Turoldo

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