martedì 6 marzo 2012

E' solo, sempre Amore

...polemiche indegne e ne parlo solo in questo post incollando il bel articolo della Stampa che ho trovato in internet...già in un altro post scrissi che: non giudico le persone dalle proprie preferenze amorose e che, come io non mi presento con "Piacere sono Angela, eterosessuale" così non credo che chiunque debba dire "Piacere sono...omosessuale"
a meno che, per qualsiasi ragione, non gli faccia piacere farlo..sono affari suoi!

E' un'altra ghettizazione e trovo pure nauseante che per giustificare gli artisti omosessuale io stessa mi sia trovata a dire: "ricordatevi che Leonardo era omosessuale e Michelangelo bisex..." L'albero si giudica dai frutti...o no?



Facciamola finita!! L'AMORE E' UN'ALTRA COSA...E' SEMPLICEMENTE AMORE!! E, specialmente in un mondo dove è: "merce rara" l'amore al di là di tutto è sempre e solo amore...ieri avevo negli occhi la disperazione di Marco e mi trovavo a pensare come, il giorno dopo, si sentisse lui, mandandogli pensieri di bene. Qualunque fosse il suo rapporto con Lucio la sua sofferenza era visibilmente immensa e ha il mio più grande rispetto...e poi in un mondo dove arrivano notizie del tipo: "Sono andati a messa insieme e poi lui ha strangolato lei..." beh, stiamo zitti tutti, PER FAVORE!
Poi, per quello che riguarda le discriminazioni operate dalla Chiesa...precisiamo prima di tutto che la prima e più lampante è quella delle DONNE etero e omo non fa differenza...visto che, dato che non possono essere sacerdote, automaticamente sono "anime di serie B"...è così poco che ci hanno attribuito un'anima, bontà loro! Che sono discriminati i divorziati e pure, in alcuni casi i loro figli, me lo ha raccontato un amico frate di come, in alcuni luoghi, questi poveri bambini che già soffrono di sicuro per la divisione della famiglia, sono ammessi nella fila dietro alla cerimonia della prima comunione...questo è un discorso molto vasto e riguarda una Chiesa che, spesso, ha dimenticato il messaggio di Cristo che è lampante nei 4 Vangeli anche senza scomodare quelli che loro hanno chiamato Apocrifi, ovvero di come Gesù non discriminasse nessuno...anzi. Gesù era ad un altro livello, e non solo perchè era figlio di Dio, un altro livello di coscienza e di abbraccio dell'umanità tutta e, credo, che sia quello a cui debbano cercare di uniformarsi coloro che si definiscono cristiani, o anche semplicemente coloro che vogliono essere dei: "buoni esseri umani"
Lucio credeva, è chiarissimo nelle sue canzoni, e soprattutto AMAVA facciamolo anche noi!

DALLA STAMPA:
Lucio Dalla, la privacy
senza maschere

GIANNI RIOTTA
E si farà l’amore, ognuno come gli va...»: il verso della più bella canzone di Lucio Dalla, «L’Anno che verrà», esprime alla perfezione filosofia ed etica dell’artista: liberale, tollerante, discreto. Delle scelte personali, familiari, di preferenza sessuale, Dalla non ha mai voluto parlare in pubblico, neppure quando il clima culturale italiano, ormai assai meno conservatore dei giorni del suo debutto, avrebbe accettato senza problemi una netta dichiarazione di stili di vita.

Pur consapevole dell’affetto del pubblico e della maturazione dell’opinione pubblica, mai Dalla ha deciso di affrontare il tema e solo le persone a lui più vicine, la famiglia, gli amici cari, sanno perché, se per privacy di star abituata da sempre al palcoscenico, pudore di sentimenti da italiano nato il 4 marzo 1943 o discrezione di cattolico ai nostri difficili tempi, tra precetti di fede e tumulto di vita. In uno dei suoi testi vintage, il poco ascoltato retro del 45 giri di Sanremo 1967 «Lucio dove vai?» si chiede «Lucio chi sei tu?

Un vestito diverso non ti cambierà... Lucio chi sei tu? Perché hai coperto col berretto rosso

il grigio che c’è in te? E non sai più perché lo fai. Ridi, ridi. Lucio come stai? Le tue bugie ora le pagherai.

Lucio come stai? Cosa salvi dei momenti colorati che tu chiami vita?...». Un poeta sa dire la verità, anche senza virgolette no?

Chiusa la cerimonia nella cattedrale della sua città, invece, Dalla è stato trascinato in un dibattito postumo sull’outing, la decisione degli omosessuali di vivere a viso aperto la loro vita. C’è chi lo ha criticato per non averlo fatto, chi ha obiettato al doppio standard - tanti davano per inteso che Dalla fosse gay, ma senza dichiararlo -, chi ha accusato i cattolici di ipocrisia per la messa, chi ha preferito prendersela tout court con il nostro Paese, sempre pronto a far finta di nulla e tirare a campare. Coinvolti nella rissa i familiari, ignari e ancora in lutto.

Mi sono chiesto che cosa Dalla avrebbe detto del can can: credo nulla, credo avrebbe, ancora una volta, glissato. Le sue idee di amore, sentimenti, famiglia, erotismo, rapporti stabili o casuali, sensualità, affetti, passioni, flirt, matrimonio, fedeltà, innamoramento, desiderio, le abbiamo chiarissime dalle sue canzoni. Come Lucio la pensasse davvero sulle questioni cruciali di cuore, anima e corpo lo apprendete, amandole, dalle sue parole e note. Il «dibattito» cacofonico e greve, non aggiunge nulla.

Dalla ha fatto una scelta di assoluto riserbo, ma senza nascondersi o mascherarsi, niente false «fidanzate», «girlfriend» o «mogli» per lui come per altri artisti. Ho avuto modo di osservare su Twitter che sarebbe stato opportuno rispettarne il riserbo, non per ipocrisia, tartufesca prudenza o sessuofobia becera. Perché è giusto che ciascuno scelga la propria identità, pubblica, privata, di affetti e valori, e che tutte abbiano pari dignità nella nostra comunità finalmente capace di «fare l’amore ognuno come gli va». Discriminazioni contro qualunque identità sono odiose e vanno contrastate. Ma anche la scelta di tenere per sé e i propri cari l’intimità più importante va tutelata, per le star e per gli sconosciuti. Non è «vergogna» o negazione di sé, è rispetto, vera tolleranza. Nessuno ha il diritto di imporre agli altri un codice, qualunque questo codice sia, e schierare i morti a dispetto della loro volontà da vivi non è anticonformista, è un po’ maramaldo ed è bene che non diventi norma di un Paese civile. Lucio Dalla lo sapeva già, cantando in «Disperato erotico stomp». «Ma l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale."

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