venerdì 3 febbraio 2012

Vinci la Paura...e gli occhi con le stelline

...in effetti dovrei mettermi a tradurre, a lavorare, ma, nel breve incontro della conferenza, mons. Bregantini mi ha regalato la sua lettera agli studenti e...è tentante e mi metto a leggere, si intitola: "Vinci la paura" ed è una storia che inzia su un treno rotto (sempre treni ultimamente!) e un uomo che si mette a camminare nel buio e fa l'autostop e una macchina si ferma guidata da un ragazzino minorenne che l'ha rubata al papà e se ne va in giro da solo...l'uomo si chiama Giuseppe e gli racconta di sua moglie Maria e di suo figlio Gesù...un pretesto che diviene un dialogo serrato fra i due per poi continuare, dopo che si sono lascati, fra il ragazzo e la sua nonna. (trovo che di per sè sia una cosa geniale, le storie, i racconti, si ascoltano sempre più volentieri di qualsiasi sermone!). Ma la cosa geniale che è un "marchio di fabbrica" di mons. Bregantini è la capacità di attualizzare le storie della Bibbia e del Vangelo e così, in questo libretto ci sono passaggi del tipo:
(Si parla di Erode perchè la domanda alla nonna del ragazzo è: "ma allora perchè esistono persone cattive e senza scrupoli come Erode?"


e la nonna risponde: "Chi è cattivo, spesso porta delle ferite dentro. Certo, non è ammissibile la cattiveria. però si può guarire da essa. Spesso è la solitudine, il sentirsi potenti, più forti degli altri che inasprisce gli uomini. Erode aveva paura...la paura è causa di tante divisioni e di tante inimicizie. Si è cattivi, spesso, quando si ha paura di mostrare all'altro anche le proprie debolezze o quando pensi che l'altro sia lì per rubarti quello che hai tu....In Erode...possiamo vedere anche un altro sognificato: la differenza fra forza e violenza. la forza è solo di chi ha ragione. La violenza è invece di chi è perdente. Erode diventa così il simbolo della violenza della mafia, perchè uccide, ricatta, sottomette, corrompe. La mafia non ha forza in sé. Ha solo violenza brutale. La mafia si ingrandisce non perchè sia forte, ma perchè noi abbiamo paura. perchè noi siamo deboli!...."


E, in una pagina precedente che mi fa capire perchè mons. Bregantini si appuntò in novembre il "mio" Dio-incidenza, (lui prende sempre appunti in un grande quadernone, cosa che mi fa pensare che apprezzi tutto, che non pensi di essere il solo ad avere le parole giuste, lo trovo un segno di grande apertura e umiltà) dice:


"Nulla capita a caso nella vita...la vita è fatta così. Di quello stupore che dà pienezza ai nostri giorni. La vita cambia non per le cose esterne ma per il cuore che ci metti. Per la passione che poni nel tuo cuore...certo, non sempre è facile leggere gli eventi. Capire cioè che la vita non è un destino amaro, ma un progetto meraviglioso che ti è affidato, che cresce con te, che si forma giorno per giorno, con pazienza. E' come la bravura del contadino. Quando pota, in primavera, non vede ancora il grappolo sul fragile tralcio. Non lo vede, eppure lo intravede nella gemma che si gonfia di vita. Lui guarda lontano. vede in "filigrana"....è la filigrana che dà valore alla carta moneta. Senza, è solo carta. Ma con essa, diventa preziosa. Intravederla è allora decisivo, perchè rappresenta il senso nascosto delle cose.


Così la vita è una collana. Con il filo tutte le perline si raccolgono insieme, in una cosa preziosa. Il filo della collana non deve essere bello. Deve però essere forte, resistente, appunto. E allora anche se le perline sono scheggiate o stinte, anche quelle scure...tutte assumono un significato nuovo, perchè insieme, inifilate in quel filo robusto, si fanno un'unica collana preziosa. ma se non hai il filo perdi tutto; anche le perle più costpse, quelle più belle che più ti piacciono, anche quelle le perdi se non hai il filo..."


Insomma...rischio di trascrivere qui tutto il libretto perchè queste sono solo due delle tante frasi, dei tanti spunti, che mi hanno colpito. Quest'ultimo, poi, mi spiega i suoi "occhi pieni di stelline" come mi piace definire coloro che hanno la vita che sprizza come le monachelle del fuoco nel camino e mi fa capire anche la vicinanza che sento con lui...l'identità di pensiero in due vite diverse, in due compiti diversi con un'unica matrice che è quella della vita vissuta come un dono e un compito bellissimo da portare avanti, costi quel che costi, senza paura!


Grazie mons. Bregantini anche per questo libretto, per la sua "vita da contadino" piena di gemme e di mele luccicanti e dolci...io resto la sua fun che l'ascolta da lontano e vive il proprio compito con entusiasmo infilando perline di tutti i tipi in un filo forte!

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