domenica 5 febbraio 2012

il simbolo del drago...

Il giorno del capodanno cinese vi dicevo quanto mi piacciano i draghi, oggi sto continuando a tradurre il libro dello psichiatra Scott Peck e ho appena tradotto la frase che segue e che è parte di un capitolo sui miti...non avevo mai pensato ai draghi in questo modo e...mi piacciono ancora di più ora. O meglio, capisco perchè mi piacciano anche tanto le immagini di San Giorgio o di San Michele quando il "male" non ha un aspetto antropomorfo ma quello di un drago o di un serpente. Beh continuo a tradurre...qui il tempo fa il pazzerello: sole e poi neve e poi freddo...ma...è inverno, tutto qui!







"Per la maggioranza delle persone un mito è una grande favola, una storia che non è vera o reale. D’altro canto gli psicologici stanno sempre più realizzando che i miti sono miti precisamente perché sono veri. I miti sono presenti in varie forme in tutte le culture e in tutte le età e la ragione per la loro permanenza e universalità è precisamente perché sono l’incarnazione di grandi verità.
I draghi sono creature mitologiche e, molto prima che divenissero le bestie sputa fuoco dei fumetti e dei cartoni animati, i monaci cristiani, in tutta Europa, illuminavano i loro manoscritti con accurate illustrazioni di draghi, così come facevano i monaci taoisti in Cina e i monaci buddisti in Giappone, gli hindu in India e i musulmani in Arabia. Perché? Perché proprio i draghi? Perché queste bestie mitologiche sono così straordinariamente ecumeniche e internazionali?
La ragione è che il drago simboleggia l’essere umano e, come simbolo mitico, dice qualche cosa di molto importante sulle verità di base della natura umana. Noi siamo serpenti con le ali, vermi che possono volare. Simili a dei rettili, strisciamo sulla Terra e siamo immersi nel fango della nostra natura animale e il letame dei nostri pregiudizi culturali. Eppure, come uccelli, apparteniamo anche allo spirito, capaci di elevarci verso i cieli, trascendendo, almeno per alcuni momenti, la nostra grettezza e la nostra propensione al peccato. E’ per questo che, a volte, invito i miei pazienti ad affrontare la loro natura di drago e decidere se vogliono seguire gli aspetti più bassi o quelli più spirituali della loro natura..."

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