...ovvero sono a due terzi del libro che sto traducendo! E che poi...quando l'avrò finito, mi mancherà. Tutte le volte che ho tradotto libri non ho mai voluto leggerli prima, sì lo so che uno dovrebbe farlo per entrare nell'atmosfera, ma i libri che ho fin qui tradotto non erano romanzi ma saggi, libri di studio, per cui lo stile dell'autore lo becchi subito. E poi, leggere prima toglie aspettativa, tradurre man mano diviene un viaggio nel libro e Scotty, Scott Peck, l'autore, scrive in modo molto colloquiale e il divertimento è trovare il modo di rendere questo suo scrivere come se parlasse, che è poi il mio, per cui...Mi piace questo libro anche se ha parti un pò, a volte, lente (e traducendo devi starci dentro anche se avresti voglia di correre). Gli ultimi capitoli che ho tradotto sono molto belli, specialmente quello in cui sono immersa, parla degli stadi dell'evoluzione spirituale e mi ci sono divertita perchè mi sono riconosciuta in quello che scrive e ho riconosciuto in essi anche tante persone che conosco, ho rivisto tante infinite discussioni all'ostello, ho riso scrivendo dei fondamentalisti cristiani, quelli che io chiamo talebani, e ho pure capito perchè mi danno tanto sui nervi e quanto io faccia paura a loro...c'è chi ha persino minato l'ostello per questo... C'è una frase che voglio riportare qui e che trovo geniale, sta parlando di come, in tutte le situazioni sia interpersonali che internazionali, fra persona e persona e fra stato e stato, il riconoscere la bellezza della diversità non voglia però dire che ti piace tutto di tutti...rilassante sta cosa perchè, invece, spesso e con grande falsità, molte persone religiose livellano tutto e tutti fraintendendo il messaggio di Gesù, per intenderci quegli atteggiamenti smielati che sono, in realtà, una grande difesa, un modo per non esporsi e fare pure la parte di quelli che vogliono bene a tutti in modo generico per poi buttartelo in faccia per farti sentire una merda, tu che, invece, con senso di ironia e auto ironia (non puoi avere senso dell'umorismo se non hai senso di auto critica) vedi i tuoi e i difetti degli altri, ti ci incazzi pure sui tuoi e su quelli altrui, e non puoi dire che ti piacciono tutti, non sei così disonesta da dirlo...
spero che da questo breve stralcio si capisca cosa Peck intenda:
...E’ per questo che Gale Webbe scrisse nel suo libro - un classico su gli aspetti profondi della crescita spirituale - che, più una persona ama gli altri, sempre meno gli piaceranno le persone.* Questo accade perché, quando siamo divenuti sufficientemente abituati a riconoscere le imperfezioni in noi stessi da poterle curare, naturalmente, riusciamo a riconoscere le imperfezioni degli altri. Le persone possono non piacerci per queste imperfezioni o immaturità ma, più cresciamo più diveniamo capaci di accettare e amare gli altri, difetti compresi; riusciamo ad amarli nella loro totalità. Il comandamento di Cristo non è che ci piacciamo gli uni gli altri, ma che ci amiamo vicendevolmente.
mercoledì 8 febbraio 2012
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