provo un'istintiva simpatia per questa mia omonima di Foligno, non solo perchè si chiama come me, ma perchè è una di quelle mistiche medievali che in un'epoca di grande nascondimento delle donne -e quando non è stato così? - con le sue appassionate visioni, il suo vivere senza mezzi termini, infiammava chi le stava accanto fino a farla dichiarare dalla Chiesa "magistra theologorum", lei che si esprimeva in dialetto e che, di certo, intellettualmente non poteva paragonarsi ai grandi teologi contemporanei a lei. Storia di una donna mistica che come le varie:Giuliana di Norwich, Margherita Porete, Chiara di Montefalco, la Hadewijch di Anversa e, un secolo prima, la grandissima Hildegarde di Bingen e tante altre, troppe solo da elencare, illuminarono i secoli bui che bui non sono, non fosse altro che per queste luci di cuori fiammeggianti...quella via del cuore, quella sapienza del cuore che, lasciatemelo dire, è molto più istintivamente femminile che maschile fatta di certo eccezione per il nostro Francesco.
Angela, pellegrina dei pochi chilometri da Foligno ad Assisi, dove lo Spirito le si manifestò sconvolgendole la vita (una dimostrazione di come non sia la quantità di chilometri ma l'attitudine del cuore che fanno il pellegrino)...la Chiesa lo sforzo di chiamarla santa non l'ha fatto...i mistici e, ancora di più, le mistiche sono "cani sciolti" difficili da inquadrare specialmente se poi non si è riuscite a chiuderle in qualche monastero dove "tenerle sotto controllo". Angela è nel mondo come era sempre stata, prima come "festaiola", poi come cuore di un Cenacolo, prima come passionale (non si dice mai quali fossero i suoi "gravi peccati" ma mi immagino che fossero storie di tradimenti coniugali...) poi come "appasionata amante di Dio" con manifestazioni talmente al limite della comprensione umana da far temere allo zio frate all'appena costruito Sacro Convento, che fosse posseduta o impazzita.
Fu poi lui a trascrivere fedelmente il suo diario, giorno per giorno, con una fedeltà che fa capire come riconoscesse in lei la Luce che la faceva agire e parlare. E' stata un'emozione forte quando ho visto l'originale di quel diario nella biblioteca del Sacro Convento. Il giorno prima della sua morte lei gli aveva dettato ancora una pagina che poi frà Arnaldo trascrisse e, sul bordo della pagina, una piccola nota che suona più o meno così: "Oggi Lella ci ha lasciati" rende quel diario vivo, immediato, non un libro pensato a tavolino.
Ieri con una suora di un gruppo di ragazzi a cui "raccontavo di Francesco" appartenente alle Orsoline, si parlava dell'altra Angela, di sant'Angela Merici, altra terziaria francescana pellegrina dalla genialità prorompente...Angele con cui mi accomuna solo il nome e l'amore per Francesco ma la cui "vicinanza" amo tanto; "messaggere di Dio" con "ali umane", donne che devono aver lottato non poco nei loro secoli difficili, donne della "Via del cuore", teologhe dell'istinto e del sentimento, della quotidianità, del pratico e del sublime nel pratico, sacerdotesse, che lo si voglia o no, di quella Chiesa parallela o sotterranea che un mondo maschilista duro a morire continua a relegare in un angolo negandole persino un titolo che Dio ha loro già dato (lei poi non era neppure vergine, non era monaca e, forse con un guizzo di pudore, non la si è neppure nominata vedova...)
Angela, Angelella, Lella, mi sei simpatica e, quando passo sulla superstrada, guardo sempre quella chiesina su una piccola collinetta che ricorda il tuo incontro con lo Spirito, mandandoti un sorriso....mettitici anche tu a cercarmi la "Ruah"...convinci Francesco e Chiara a smuovere i cuori assisani, fa un piccolo miracolo di pietre o finanziatori che qui c'è bisogno di un luogo così!
Piero Bargellini così racconta la sua vita "vissuta intensamente":
La Chiesa le attribuisce il titolo di beata e la sua memoria viene celebrata oggi dall'Ordine francescano della città di Foligno, ma il popolo la invoca da secoli col titolo di santa. Angela da Foligno, una delle prime mistiche italiane, nacque nella medievale cittadina umbra nel 1248. In gioventù, come la coetanea Margherita da Cortona, indulse alle vanità femminili, vivendo in tranquilla agiatezza in una casa non fastosa ma decorosa, accanto al marito e ai figli. Non mancarono anche gravi colpe morali culminate in una serie di confessioni e di comunioni sacrileghe. All'età di 37 anni, però, mutò radicalmente le sue abitudini di vita. Provata dal dolore con la perdita del marito e dei figli, mostrò in queste tragiche circostanze una forza d'animo non comune. Era l'anno 1285: S. Francesco le apparve in sogno e la esortò a percorrere con coraggio la via della perfezione. Angela entrò nel Terz'ordine francescano e nel 1291 emise i voti religiosi, intraprendendo un pellegrinaggio ad Assisi che doveva segnare un'orma profonda nella sua anima. Fu durante questo viaggio che Angela fece sconcertanti ed esaltanti esperienze mistiche, di cui fu stupito testimone anche il suo parente e confessore, il B. Arnaldo da Foligno: questi, temendo si trattasse di fenomeni dovuti a suggestioni del maligno, le impose di dettargli le sue esperienze interiori. Il bisogno di far luce sulle profondità di quest'anima squassata dalla grazia diede così origine ad uno dei più preziosi libri sulle esperienze mistiche di un'anima particolarmente favorita da Dio. L'autobiografia che la beata dettava in dialetto umbro veniva immediatamente resa in un limpido latino scolastico. In "trenta passi" Angela dettò quanto avveniva nella sua anima, dal momento della conversione al 1296, quando tali manifestazioni mistiche si fecero più frammentarie e lasciarono campo a nuove manifestazioni spirituali, in particolare quella della " maternità spirituale " che raccolse intorno alla "Lella da Foligno" un vero cenacolo di anime desiderose di perfezione.
A loro la beata inviava numerose lettere e per loro redigeva anche le Istruzioni salutifere. La povertà, l'umiltà, la carità, la pace erano i suoi grandi temi: "Lo sommo bene dell'anima è pace verace e perfetta... Chi vuole dunque perfetto riposo, istùdisi d'amare Idio con tutto cuore, perciò che in tale cuore abita Idio, il quale solo dà e può la pace dare". La "magistra theologorum" morì a Foligno nel 1309.
mercoledì 4 gennaio 2012
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