martedì 26 febbraio 2013

Qualcuno ha parlato della Repubblica di Weimer...

...sono andata a letto tardissimo e non dormivo, mi sono svegliata credendo che tutto fosse stato un sogno...ma non lo era, era un incubo vero...
...qualcuno ieri alla TV pareva dar voce a quello che mi sento dentro...ma nessuno lo ascoltava fra: trionfalismi, cauti ripensamenti, sensi di colpa e sfrontatagine da buffoni...L'"inascoltato"  ricordava come ascese Hitler...copio qui come la super stringata wikipedia parla delle ragioni della caduta della "Repubblica di Weimer" e come...l'Europa, il Mondo piombò nel buio...Dio non voglia! Ma la mia paura è questa....e i servizi segreti dormiranno?!

Ragioni del fallimento della Repubblica di Weimar L'individuazione delle ragioni per le quali la Repubblica di Weimar sia crollata in maniera così catastrofica a favore della dittatura nazista è ancora oggi oggetto di molti dibattiti. Da un lato Hitler divenne Reichskanzler in modo legale attraverso i meccanismi impostati dalla costituzione e la NSDAP aveva guadagnato la maggioranza relativa dei seggi nelle due elezioni del 1932. D'altra parte Hitler venne nominato Reichskanzler in un momento in cui il supporto al "movimento" si era dimostrato insufficiente per prendere il potere.

Molti tentativi sono stati fatti dagli studiosi per dare varie motivazioni e, a seconda delle opinioni politiche individuali, un'analisi può dare più enfasi a una ragione specifica piuttosto che a un'altra. La situazione è complicata dal fatto che durante la cosiddetta guerra fredda l'analisi storica fu offuscata dai tentativi di giustificare una certa ideologia[senza fonte].
Risulta solamente frutto di una ipotesi sostenere che il nazismo poteva essere evitato se non fossero state prese certe decisioni. Per esempio, un'interessante speculazione di questo tipo si chiede quali risultati avrebbe conseguito la NSDAP nelle consultazioni elettorali del 1933 se Hitler non avesse avuto il vantaggio di essere già al governo.
Si può comunque affermare che nessuna ragione, da sola, è sufficiente per spiegare l'ascesa del nazismo, ed è dunque più opportuno, probabilmente, parlare di una serie di concause. I tentativi più comunemente utilizzati si possono raggruppare in tre correnti principali di seguito sviluppate: ragioni economiche, istituzionali e personali.

Problemi economici
La Repubblica di Weimar ebbe alcuni tra i più gravi problemi economici mai sperimentati nella storia di una democrazia occidentale. L'iperinflazione rampante, la massiccia disoccupazione e il grave abbassamento della qualità della vita, confrontati con il periodo precedente alla prima guerra mondiale, furono i fattori principali del collasso. Con la grande depressione degli anni trenta, le istituzioni della Repubblica in quanto tali vennero incolpate da molti per i problemi economici; questo è evidente nei risultati elettorali, dove i partiti politici che volevano lo smantellamento completo della Repubblica, sia a destra che a sinistra dell'arco costituzionale, resero impossibile la formazione di una maggioranza stabile in parlamento.
In questo contesto, il Trattato di Versailles era considerato dal popolo tedesco come un documento punitivo e degradante, che costringeva la nazione a cedere aree ricche di risorse e a pagare somme enormi a titolo di riparazione di guerra. Queste riparazioni punitive non solo danneggiarono pesantemente l'economia tedesca, ma causarono anche grande costernazione e risentimento da parte della popolazione.
Oggi molti storici concordano che molti industriali identificarono la Repubblica con i sindacati e i socialdemocratici, poiché furono questi che stabilirono le concessioni sociali del 1918 e del 1919. Ma anche se alcuni videro Hitler come un mezzo per abolirle, la Repubblica era instabile ancor prima che certi industriali iniziassero ad appoggiare Hitler. A parte ciò, anche chi sostenne la nomina di Hitler non voleva il nazismo nella sua interezza e considerava Hitler solo come una soluzione temporanea nella propria ricerca dell'abolizione della Repubblica. Certamente, il supporto dell'industria non è sufficiente da solo a spiegare l'appoggio a Hitler da parte di consistenti fette della popolazione, che comprendevano molti operai che si erano allontanati dai partiti di sinistra.
Problemi istituzionali
Viene comunemente accettato che la costituzione del 1919 aveva una serie di debolezze fondamentali, che resero l'instaurazione di una dittatura troppo facile. Che una costituzione differente avrebbe potuto evitare il Terzo Reich è però discutibile; in ogni caso, la costituzione del 1949 (il Grundgesetz) riconobbe queste critiche e può essere vista come una risposta forte a quelle pecche.
L'istituzione del Reichspräsident veniva frequentemente vista come un surrogato, un tentativo di rimpiazzare l'Imperatore ("Ersatzkaiser", sostituto Imperatore), che aveva abdicato nel 1918, con un'istituzione similarmente forte e autoritaria. Questo risulta molto evidente nell'articolo 48 della costituzione, che dava al Presidente il potere di "fare tutti i passi necessari" se "l'ordine pubblico e la sicurezza fossero state seriamente disturbati o in pericolo". Anche se era inteso solo come clausola d'emergenza, questo articolo venne usato anche in anni precedenti al 1933 per emanare decreti senza il supporto del parlamento e rese la Gleichschaltung più facile. Per esempio, il Decreto dell'incendio del Reichstag venne emanato in base all'articolo 48.
L'uso della rappresentanza proporzionale, senza alcun sistema di sbarramento, significava che ogni partito con un minimo di supporto era in grado di ottenere l'ingresso nel Reichstag, il parlamento della Repubblica. Questo portò a un grande numero di piccoli partiti, alcuni dei quali avevano un'ideologia estremista; creò anche una necessità di coalizione con tali partiti, evidenziata dal fatto che nessuno era in grado di ottenere una maggioranza completa.

L'SPD, avendo costruito quella che viene definita "Democrazia Contrattata", tentava di non scontentare nessuna delle componenti di questo contratto formale, riducendosi a un'amministrazione senza svolte o prese di posizioni decisive, e suscitando di conseguenza l'ostilità delle fazioni più estremiste: i conservatori, che vedevano nell'SPD socialista un fallimento, e i socialisti stessi, alcuni dei quali si divisero dal partito per creare il KPD, nel 1919 protagonista, poco dopo, del biennio di conflitti sociali ispirati anche all' esperienza sovietica e che diedero adito ai Frei Corps, le future SS, di imporre l'ordine pubblico con l'uso della forza.
Il Reichstag poteva rimuovere il Reichskanzler dal suo ufficio anche se non era in grado di accordarsi su un successore. Questo voto di sfiducia "distruttivo" portò a molti Cancellieri in rapida successione e aggiunse un altro fattore di instabilità politica alla Repubblica. Come risultato, il Grundgesetz del 1949 stabilì che un Cancelliere poteva essere dimesso dal Parlamento solo se un successore veniva eletto contestualmente; il cosiddetto voto costruttivo di sfiducia.
La costituzione prevedeva che in caso di dimissioni o morte del Presidente, il Reichskanzler (Cancelliere) ne avrebbe assunto l'ufficio (e, soprattutto, ne avrebbe avuto i poteri) fino all'elezione di un nuovo Presidente. Questo permise a Hitler di unire di fatto gli uffici di Reichskanzler e Reichspräsident dopo la morte di Hindenburg nel 1934. Comunque, per quell'epoca, l'impianto della futura dittatura si stava già radicando, e questa clausola non può quindi essere considerata, da sola, come unica causa dell'affermazione del potere del nazismo.

Visioni personalistiche
Alcuni storici preferiscono spostare lo sguardo analitico dai grandi eventi, ricercando piuttosto le cause dell'ascesa del nazismo negli individui e nelle decisioni che presero.
Per esempio, la politica economica di Brüning nel 1930-1933 è stata oggetto di un ampio dibattito. Si può affermare che essa abbia portato molti a identificare la Repubblica con i tagli alla spesa sociale e a un'economia estremamente liberale. Diversa è la questione della esistenza di possibili alternative a questa politica nell'epoca in cui la grande depressione aveva raggiunto il pieno impatto.
Un'altra focalizzazione è su Paul von Hindenburg, che divenne Reichspräsident nel 1925. Egli era certamente rappresentativo del vecchio e autoritario Impero del 1871, ed è difficile etichettarlo come un democratico che sosteneva la Repubblica del 1919. Hindenburg era molto anziano, avendo passato gli 80 anni d'età negli anni trenta, e ciò fa sorgere dei dubbi sulla sua lucidità. Egli non fu, comunque, un nazista. Ci si può chiedere se un presidente differente, con solide convinzioni democratiche avrebbe permesso al Parlamento di essere così evidentemente raggirato con l'uso dei decreti permesso dall'articolo 48; più specificamente, un presidente diverso, avrebbe firmato il Decreto dell'incendio del Reichstag? Si è anche speculato sul perché Hindenburg abbia nominato Hitler come Reichskanzler il 30 gennaio 1933; dopo tutto, Hindenburg attese un giorno e mezzo prima di prendere la decisione. Alcuni ritengono che, se Hitler non fosse divenuto Cancelliere, nei mesi seguenti sarebbe continuato il calo di voti che la NSDAP aveva registrato, per la prima volta, nelle elezioni del novembre 1932.

ps...solo l'arte visse un grandissimo momento...il quadro che ho riportato qui è di George Grosz, uno di loro, si intitola "I ladri" ...poi, con Hitler , molti di loro finirono in campo di concentramento...
Ps del Ps il quadro è di Otto Dix...sono molto allucinata ma è un quadro che, è vero, si addice molto

3 commenti:

nicoletta ha detto...

Ottima scelta il quadro di Otto Dix... Tutto il resto è inquietante e deprimente.
Nell'altro post parlavi di chi si è bevuto il cervello. Invece qui, ieri, non so più quanto vino si è bevuto... E non siamo neanche riusciti a tirarci un po' su.

Angela Seracchioli pellegrina ha detto...

Brava...correggo l'attribuzione del quadro...sono molto allucinata

nicoletta ha detto...

Sono più allucinata di te! Il quadro è di Grosz, hai ragione, chiedo umilmente scusa e mi vado a buttare al cassonetto!