ieri sono andata a trovare al Gemelli Marisa perchè...è ancora lì. E devo dirvi che mi sono un pò avvilita, Marisa si prese durante l'operazione una bronco-polmonite pare virale e...non se ne va. Ha ancora la febbre e le fanno una quantità di esami. Povera cucciola! E'avvilta e tutta stranita e, così, non può tornare ad Arezzo dove dovrebbe comminciare una terapia di riabilitazione. Al Gemelli la curano bene ma non sono attrezzati nel reparto per la riabilitazione e così è confinata in un letto. Continuate a mandare i vostri angeli da lei perchè è così avvilita! Solo un momento ha flebilmente riso parlando al telefono al caro don Achille che mi aveva chiamato, dicendogli: "Achì mi sento come Asterix con una scure in testa..." Chissà come le è venuto in mente Asterix?! Così, dopo ci abbiamo riso sopra e le ho detto: "Beh se tu sei Asterix io sono Obelix...e cosa darei per avere la pozione magica che rende fortissimi da darti!" Sono partita per tornare a casa con pensieri tristi nella testa e nel cuore e, arrivati fra Foligno e Spello, il treno si è fermato nel buio in campagna perchè aveva investito una donna. Che sensazione orribile pensare che il treno le fosse passato sopra! Si è suicidata...povero essere, chissà cosa aveva nel cuore per compiere un gesto così, per voler morire così orribilmente. Le reazioni nel treno erano le più varie...le prime persino di disappunto e i telefonini hanno comminciato ad essere usati con frasi del tipo: "Capitano tutte a me...arrivo in ritardo." o "Accidenti, potrebbero fare un paio di foto e farci ripartire."...Non so, forse è brutalmente perchè non avevo fretta ma per me, invece, il tempo si è fermato, sospeso in quel buio della campagna come se il nostro fosse un treno fantasma e tutti noi fossimo parte di uno strano spettacolo, un gioco di ruolo mentre sui binari c'era un essere maciullato e la voce registrata continuava a ripartire dicendo che si prende una multa se non si ha un biglietto, chiusi dentro ad attendere fra la vita e la morte...poi, dopo due ore e mezzo siamo ripartiti, ci hanno fatto arrivare fino a Spello dove c'era un treno che attendeva e...abbiamo atteso ancora per partire in orario! Le follie delle ferrovie dello stato...
A casa ho fatto una doccia lunghissima per lavarmi via tutto il dolore che si respira in un ospedale, sui binari nel buio, per riscaldarmi il corpo e il cuore. E mi veniva in mente quello che si diceva l'altro giorno sui miei post...che qualcuno dice che io suono disperata perchè, spesso, parlo della morte come un ritorno a Casa...non è così, vi assicuro, direi che per me è proprio il contrario, è più un pensare alla "follia della vita" a come questo nostro crederci eterni sia pura follia...nella lunga attesa ne ho parlato con un altro passeggero e mi sono meravigliata una volta di più di come le stesse cose possano essere interpretate in modi totalmente opposti, si parlava di chi ha esperienze di pre-morte e lui diceva: "Non sono cristiane (?!) perchè uno che ritorna non ha più Fede..." Io non capivo e lui ha precisato: "Chi non sa cosa c'è dopo ha Fede chi ha certezze di quello che c'è nell'oltre non può avere Fede perchè è certo e non è giusto." Strano vero? Che sta per: se non sai sei in una giusta condizione di fede se sai, sei...fuori dal gioco...mah!
Ho dormito male...nel dormiveglia tornava l'immagine che non ho visto di quella povera donna che ora, lo so per Fede, sta bene, è tornata a Casa...credo che la vita vada giocata fino in fondo e che non ci sia nulla che possa valere la pena di interromperla prima della sua conclusione, anche se a volte ci ho pensato anch'io...e chi non lo ha fatto? Ma mi fa un'immensa tenerezza chi non ce la fa, chi è così avvilito da non voler più vivere, e sono per Fede totalmente certa che sono i più amati da Dio come dice De Andrè nella spelendida canzone per Tenco...strana la vita, strana la morte...un grande "gioco di ruoli" di un treno che viaggia nel buio del nostro non sapere nulla dove ci arabattiamo, preoccupiamo, "danniamo" magari senza mai guardare dal finestrino, senza mai accorgerci che siamo in viaggio su un treno da cui scenderemo alla nostra stazione nel giusto momento che a noi parà forse in anticipo o in ritardo...un tempo visto sempre come "ingiusto" per quelli che restano sul treno che riparte e che, se ci hanno voluto bene, rimarranno attoniti a guardare quel seggiolino lasciato vuoto...
A quel signore dicevo: "Io ho il senso dell'avventura, del viaggio, anche la morte mi pare un viaggio a sorpresa che non ho paura di fare, anzi, ne sono curiosa..." Ma poi, chissà se sarà vero?! Chissà se al "momento buono" avrò paura? Ora no, ora non ho paura, mi gioco la vita per quel che posso e credo che farò lo stesso con la morte...credo, non so, ci provo, ma c'è un'alternativa? Se ci fosse forse proverei anche quella...guardo dal finestrino, non credo che tutto sia confinato in questo vagone a volte bello e a volte sporco e puzzolente coi vetri sudici e rigati e i compagni di viaggio a volte simpatici e a volte insopportabili...il treno va e io ci sono sopra, vorrei scendere con uno zainetto leggero sulle spalle, i bauli li vorrei lasciare sul treno...faccio e rifaccio lo zaino e poco è essenziale ma ancora tanto devo scartare...vorrei poi girarmi e fare ciao con la mano a chi è ancora sul treno e varcare la porta della stazione, leggera e di buon passo...vorrei, chissà?!
mercoledì 20 febbraio 2013
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