venerdì 9 agosto 2013

I disabili nella Tomba di Francesco...non ci possono andare!

Questo che riporto sotto è un post-lettera a Francesco di Simone, giornalista disabile del Corriere della Sera, su http://invisibili.corriere.it/2013/08/09/francesco-assisi-e-la-tomba-inaccessibile/ che, in modo garbato e accorato, scrive una lettera a Francesco sperando che faccia un miracolo: un ascensore per scendere nella sua tomba, per favore fare girare più possibile questo post, facciamoci sentire, disabili e non che vedono i problemi dei primi...il Papa arriverà il 4 ottobre, lui che è così attento a...gli invisibili...non sa che ad Assisi c'è questo problema, facciamoglielo sapere! Volere è potere e un ascensore non è la costruzione delle piramidi, facciamo sì che le carozzelle e chi ha difficoltà a scendere le ripide scale verso la tomba di Francesco possano arrivarci come gli altri...noi che abbiamo la fortuna di avere gambe buone.

Andate a leggervi il sito "Gli invisibili" scoprirete tante cose che tutti noi diamo per scontate ma che per chi è in carrozzella non lo sono...

Francesco, Assisi e la tomba inaccessibile

Sarà il caldo torrido di quest’estate milanese o una piccola onda d’indignazione per le ingiustizie di questa società. Mi ha scritto una persona con disabilità di ritorno da Assisi dove si era recata per visitare la tomba di San Francesco che ha scoperto in loco non essere accessibile. Così ho immaginato di scrivere una lettera a San Francesco D’Assisi, quasi per raccontargli ciò che accade nella sua piccola cittadina (rileggendo le sue testimonianze noto che poco è cambiato). E non mettetemi tra i blasfemi, perché come disse Fabrizio De Andrè ne Il Testamento: «non maleditemi non serve a niente tanto all’inferno ci sarò già»
Caro Francesco
tu che abbandonasti le ricche vesti per indossare il saio e tu che fosti umile tra gli umili sempre pronto a incontrare gli ultimi, oggi sei ascoso agli sguardi e alle preci di molti invisibili. Ventotto gradini separano la tua sacra tomba da noi che per destino, o come diresti tu volontà del Signore, abbiamo qualche problema di deambulazione. Bambini, adulti e qualche anziano restano fermi sulla tua soglia. Quella porta che tu volesti fosse sempre aperta davanti al più umile degli umili opera umana ha reso inaccessibile. Oggi l’adito chiuso è rappresentato da due scalinate non percorribili dalle ruote di tante persone in carrozzina che vengono parcheggiate a pochi metri da te. Persone invisibili a chi non vuol vedere. La basilica del Santo Padre e le sue ricchezze artistiche, toccate qualche anno fa persino da un terremoto, è inviolabile: un patrimonio unico. E così sia.
Eppure, in un angolino minuscolo della sacrestia, lontano dagli occhi della gente e dalla opere dei più grandi artisti ma vicino al cuore dei cristiani, un posto ci sarebbe per costruire un ascensore. L’ingegno umano, che ha reso accessibile persino la grotta di Monte Sant’Angelo in Puglia, potrebbe fare quell’opera pia. A ottobre un Papa, che giunge dai confini del mondo e ha preso il tuo nome, visiterà questi luoghi santi fermandosi, all’Istituto serafico per cechi e sordomuti, a raccogliere le voci di chi soffre: bambini e ragazzi fino a 20 anni con disabilità gravi. E forse accoglierà, come avresti fatto tu, in un abbraccio chi il destino ha voluto compisse un percorso diverso. Forse più difficile di altri. E sono convito che se potesse li accompagnerebbe in braccio da te e da Chiara (altra tomba dai ricchi marmi lontana da chi non può muoversi).
Nella città che ti diede i natali oggi i pellegrini che si affidano alla provvidenza non hanno un luogo dove andare. Tre anni fa i tuoi confratelli chiusero l’ostello dei pellegrini, un luogo per tutti coloro che, a piedi o in bicicletta, arrivavano ad Assisi, fra loro anche quelli che camminavano affidati alla provvidenza per giungere sino a te, elemosinando quel tozzo di pane e un giaciglio dove trovar ristoro, trovavano cristiana accoglienza. Oggi i mendicanti per un’ordinanza del sindaco non posso fermarsi a meno di 500 metri dalla casa di Dio. Ad Assisi, dove ogni tre case si trova una chiesa, questo significa fermarsi negli uliveti che circondano la città.

2 commenti:

Unknown ha detto...

... e dei cani che non possono entrare da nessuna parte ad Assisi... che dire? Di tutto l'amore che San Francesco aveva per loro restano solo cartelli ovunque col divieto di ingresso! Mhà...

Angela Seracchioli pellegrina ha detto...

sì, è triste, mi è stato detto che non li si può portare nemmeno nel "Bosco di San Francesco" del FAI si sono adeguati anche loro ad Assisi...