lunedì 14 gennaio 2013

Sardegna...le miniere














Fra i minatori di Pablo Neruda

Io ero nel salnitro, con gli oscuri eroi

con chi estrae neve fertilizzante e fine

dalla dura corteccia del pianeta.

Essi mi dissero: " Guarda,

fratello come viviamo".

E mi mostrarono le loro razioni

di miserabili alimenti,

l'impiantito di terra nelle case,

il sole, la polvere, le cimici,e la solitudine immensa.

Io vidi il lavoro degli scavatori,

che lasciano stampati, nel manico

di legno della pala,

tutta l'impronta delle loro mani.

Io sentii una voce che veniva

giù dal fondo stretto del pozzo,

e poi di là vidi spuntare

una creatura senza volto,

una maschera polverosa

di sudore, di sangue e polvere.

E quella mi disse: - Dovunque vai,

parla di questi tormenti,

parla fratello, del tuo fratello

che vive là sotto, nell'inferno.   Giornata grigia, piove. Piove da giorni e c'è la nebbia. Ma c'è il cielo sulle nostre teste...ieri sera ho rivisto alla TV "Il postino" e il Neruda filmicio parlava di questa poesia di "Canto Generale", non la ricordavo, forse non mi aveva particolarmente colpita tantissimi anni fa quando leggevo tutto quello che lui aveva scritto. Ma, ora, che, in parte, e senza rumore, polvere, calore e umidità ho visto un pochino come è una miniera la capisco un pochino, veramente solo un pochino perchè non credo che nessuno che non sia stato giorno dopo giorno sotto terra come un insetto cieco capisca cosa vuole dire. Eppure fra i minatori c'è un amore per questo lavoro disumano, un orgoglio che posso capire solo per quel che riguarda lo spirito di squadra e, forse, per un vivere talmente attenti a tutto da trasformare, forse e inconsapevolemnte, forse, quella vita senza cielo in una meditazione. Uno di loro diceva: "Quando scesi per la prima volta in miniera i vecchi mi insegnavano e mi dissero di essere sempre attento, vigile al più piccolo segnale perchè quello mi avrebbe salvato la vita. "se la pietra che hai guardato ieri era in un punto e poi si è spostata, attento! Può voler dire che qualche cosa sta accadendo. Se senti un suono che non conosci, attento! Forse qualcuno sta avvisando che qualche cosa sta accadendo, che ha bisogno...sta sempre molto attento...porterai a casa la pelle!" Un terribile allenamento al "qui ed ora" per poter vivere e portare a casa la pelle di certo minata da quella polvere, per quella mancanza di sole...e quanti non sono tornati! Poi le lotte dei minatori, l'esercito che spara contro, le ragazze, le bambine di Montevecchio, le "cernitrici" così abili, più degli uomini, a separare il metallo prezioso dalla roccia...morte schiacciate e annegate da un serbatoio d'acqua che precipita sulla loro baracca, un piccolo monumento a ricordo di questo sacrificio per veramente "un tozzo di pane"...a due passi dal palazzo dei dirigenti, ricco e decorato, alla moda.
I romani mandavano in miniera gli schiavi e i prigionieri, poi ci sono state le ditte inglesi, francesi, belghe ma la schiavitù non era molto diversa e ora, che la crisi ha colpito la Sardegna ancora di più di tutta Italia, sicuramente se riaprissero tutte le miniere chiuse ci sarebbe la fila di chi per non molto di più di quel tozzo di pane ci vorrebbe andare. Un minatore alla "Galleria Henry " a Buggerru mi diceva: "Io lavoro a Carbonia, sono contento, non voglio lasciare la mia terra."  Ditemi della retorica, non mi importa, ma ora guardo le cose di metallo in casa mia con un altro sguardo, anche la lattina di alluminio che separo...anche se ad Assisi, Dio solo lo sa perchè, la raccolta differenziata dell'alluminio pare non esserci e così le mie lattine, i miei tappetti penso di portarli in Toscana...ma non è assurdo?! Mi trovo a pensare a quelli che, in qualche parte del mondo, hanno sofferto per la "mia lattina"...credo che dovremmo sempre ringraziare per tutto quello che noi non abbiamo prodotto e che ci fa vivere...
Pensare anche a quelle montagne di residui, di detriti avvelenati, di un bel colore rosso che fa belle le foto ma che avvelenano la terra e sono pure protette dalla sovraintendenza ai monumenti (?!)...perchè dietro alle spalle di chi se ne va, di chi dopo aver sfruttato la Terra e gli uomini abbandona tutto ciò che è esaurito e non rende più, restano solo macerie,veleno e uomini dai corpi minati.
Che bestia è l'uomo!
da continuare con l'ultimo post... le foto: 1 villaggio minerario abbandonato, 2 le scorie avvelenate e di un bel colore, 3 il miracolo ingenieristico di Porto Flavia (che permetteva di caricare le navi direttamente), 4 noi all'ingresso di Porto Flavia, 5 dove le navi caricavano, 6 in galleria, 7 il trenino della "galleria Henry" (come trasformare in un'esperienza turistica una galleria di trasporto minerali a Bugerru, 8 e 9 in treno, 10 e 11 lapide a ricordo dell'eccidio dei minatori e monumento, 12 il monumento alle bambine di Montevecchio, 13 e 14 galleria e la discesa a la Laveria Lamarmora di notte( i minatori del terzo turno, quello di notte, scendevano così tutte le notti, queste due ultime foto sono di Fiorino che con la sua potente macchina e la sua abilità di fotografo, ha fatto foto bellissime, grazie!)

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