giovedì 28 maggio 2009

quello che ci raccontano sull'Abruzzo e quello che è...

dalle info online della Boscaglia copio qui questi tristi resoconti dal bel Abruzzo...fate circolare un abbraccio...proprio oggi parlavo con un pellegrino austriaco del bel cammino verso Monte Sant'Angelo e forse lo farà...un pellegrino passerà di là....a nome di tutti!
*** NOTIZIE DAL TERREMOTO *** Amici, qui in Abruzzo la situazione è preoccupante. Leggete un po' cosa mi scrive un volontario di un campo tende:
"la vita al campo è pesante, soddisfatti i bisogni primari (più o meno) ora tocca riconquistare la dignità... non c'è intimità nelle tende, lavarsi ed utilizzare i bagni è un vero disastro, il sole comincia a picchiare e non ci sono spazi ombreggiati in cui trascorrere le ore più calde... ma la cosa che mi fa paura è che nel campo la gente nonostante tutto ha perso la voglia di incazzarsi, vivono i disagi, li ingoiano con dissapore ma non urlano la loro rabbia e soprattutto non fanno niente per cambiare le cose... questo mi fa veramente paura... vivono tutto con indolenza... camminano sui rifiuti ma non li raccolgono, se la veranda cede incurvano la schiena per starci sotto ma non tendono il telo, se una tenda si sgonfia aspettano che qualcun'altro trovi la pompa per rigonfiarla... hanno metabolizzato la condizione di terremotati e ci galleggiano sopra senza sforzi, alla deriva, in balia degli eventi senza che gli interessi dove li porterà la corrente... bhe diciamo che io per lo più mi riferisco ai giovani, il chè in un certo senso, è anche peggio... gli altri, gli amministratori comunali, qualche piano ce l'hanno... speriamo che abbiano la freddezza e la fortuna di fare le scelte giuste in un momento così delicato... "
Ed è esattamente la stessa percezione che ho avuto io andando qualche giorno fa in un altro campo tende. Mentre la propaganda fa vedere al mondo l'efficienza perfetta della Protezione civile, ora vige un regime di controllo per cui non si può più spostarsi da un campo tende all'altro, ci vogliono i pass per spostarsi, per entrare, immaginatevi un po' cosa succederà per il G8! Va a finire che chiudono tutti nei campi tenda per 3 giorni... E le persone che prospettive hanno? Non si vuole dare loro roulotte o casette prefabbricate, perchè un campo tende visto da lontano, con tutte le tende blu in fila dà un'immagine di pulito, di ordine e di efficienza. Mentre un campo di roulotte dà l'impressione di zingari. E questo i nostri politici non lo vogliono, preferiscono lasciare la gente in sofferenza, 8 per tenda, in condizioni pietose. La propaganda ha vinto, il messaggio che passa all'esterno è quello della ricostruzione imminente. Ma all'Aquila non si muove nulla, la percezione è esattamente opposta. Lo sapete voi che nessuno è ancora rientrato nella case, neanche in quelle che dovrebbero essere agibili, perchè nessuno ancora ha firmato l'agibilità? Qualcuno (il nostro Presidente del Consiglio) ha dichiarato che più del 50% di case erano agibili da subito, e l'opinione pubblica si è fatta l'idea che il 50% delle persone sia tornata a casa... E poi c'è un'altra beffa. I centri storici (L'Aquila, ma anche tantissimi altri paesi) sono dichiarati zona rossa, cioè non ci si può entrare, e sono presidiati da corpi militari, ogni strada di accesso c'è una pattuglia. In questi centri storici non è stato fatto alcun controllo per verificare l'agibilità. Quindi anche le ottimistiche stime che parlano del 50% di case agibili non tengono conto dei centri storici, cioè una gran parte delle unità abitative non fanno percentuale... E già si parla di costruire campi con roulotte e container, campi che dovranno essere abitati per 6 anni minimo...
Io non sono d'accordo con il volontario che mi ha scritto solo su di un punto, non credo che gli amministratori comunali in questo momento sappiano cosa fare... Ma ecco cosa altro mi scrive lo stesso volontario qualche giorno dopo: "Il supporto organizzativo della protezione civile si fa sempre più blando, la carica iniziale si è esaurita, tanto che gli amministratori hanno richiesto già un maggior coinvolgimento della popolazione... qualcuno collabora qualcun'altro è latitante: ci sono 4 buoni tecnici tra elettricisti ed idraulici locali che lavorano bene, le donne danno una mano in cucina, ci sono turni per la pulizia bagni e lavaggio pentole, i giovani aiutano la gestione del magazzino... tutti (o quasi) svolgono il loro compitino senza passione, quasi con vergogna e molti altri continuano a latitare... Le difficoltà sono molte sia di formazione che di attrezzature ed i lavori spesso vengono fatti male... ma questo sembra che a nessuno interessi, nessuno riesce ad avere la lucidità nell'analizzare e risolvere i problemi... nessuno trova il coraggio di reclamare un salto di qualità nella gestione quotidiana dell'accampamento; nessuno prende iniziative, aspettano sempre che qualcuno dica loro cosa fare, non si incazzano quando vedono che qualcosa va storto; in questo senso c'è indolenza."
Che fare dunque? Per adesso ben poco, indignarsi, scuotere le coscienze, far sentire gli abitanti dell'Aquila meno soli, invitarli a fare controinformazione. E per non abbassare la guardia vi invitiamo a venire in Abruzzo, anche per un viaggio turistico. La vostra testimonianza può essere importante.

1 commento:

Oriano ha detto...

Comprendo bene ciò che vive, sente e prova chi si trova in prima linea a dare una mano alla gente dell'Abruzzo, e sono convinto che il vecchio vizio dei politici italiani di far vedere "le stalle piene di vacche" ... anche se poi erano sempre le stesse a girare di qua e di la, non è mai morto. E' una cosa ignobile. Quanto alle persone che vivono in tenda non mi sento di criticarli se non muovono un dito. Bisogna mettersi nella loro condizione, di chi in pochi minuti ha perso tutto.
Casa, amici, famigliari affetti. Ci si sente nudi, smarriti, senza radici, alla mercé del vento.
Diamo loro una casa, un'intimità, una dignità; anche una baracca di legno come nel Friuli un quarto di secolo fa. Allora riusciranno a trovare un senso e una speranza alla vita e ricominceranno e piantare le radici e tirare fuori le forze e le energie che adesso sembrano addormentate e l'Abruzzo "forte e gentile" tornerà a crescere.
Oriano