mi è arrivato questo messaggio da una cara amica, il mio mezzo per farlo girare è questo blog e lo faccio con piacere....mi meraviglia che il Corriere della Sera si presti a questo gioco al massacro non "Dell'immagine dell'Italia" che è già abbondantemente massacrata, ma delle donne italiane...vedete voi care amiche!
Ora vado a firmare...per quello che conta, spero solo che questa raccolta firme appaia nella stampa internazionale come succede ormai da anni per tutti i nostri scandali nazionali...ho avuto il "piacere" di vedere la Tv spagnola un anno fa e mi è bastata...da noi non passa nulla perchè la censura è potente...e chi crede che siamo in democrazia mi spiace deluderlo/a è mò che la nostra stampa è dietro persino a quella del Runada Burundi...con tutto il rispetto per l'Africa e, credetemi, tutto ciò è una delle fonti della mia angoscia di questi giorni...quello che di fondo viene proposto in questo articolo è il ben noto silenzio a spese sempre delle donne per non intaccare "l'immagine" ma non è quello che portava le donne a non denunciare gli stupri?!...Io ricordo a Ravenna il primo processo contro uno che aveva inscenato una "fuitina" in cui lei non era per niente consenziente e lo scandalo che fu che una ragazza si ribellasse...vi parlo degli anni 60/70 non ricordo la data precisa, fu la prima volta che una ragazza ebbe coraggio di denunziare e delle avvocato donne di difenderla....il mondo diceva "Sta zitta"...e ora dobbiamo far passare sotto silenzio questa caduta morale dilagante?! Per non rovinare "L'Italia"?! Che vergogna!!
ps questo è il mio numero di firma firmate anche voi!
34721. Angela Seracchioli, Assisi (PG) 23/01/2011 - 10:34 -
Carissime amiche,
qualora non lo aveste già letto, vi invio di seguito il testo della "chiamata alle armi" di Concita De Gregorio a tutte le donne.
Se, come me, lo condividete parola per parola;
se vi siete sentite disgustate e offese dalla volgarità con cui alcuni scopertamente difendono il modello culturale ormai dilagante (per cui un Piero Ostellino può arrivare a scrivere - ieri sul Corriere - che "Una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna e ne faccia - diciamo così - partecipe chi può concretarla non è automaticamente una prostituta": leggere per credere http://www.corriere.it/editoriali/11_gennaio_19/l-immagine-e-la-dignita-del-paese-piero-ostellino_0d03ff40-23b4-11e0-a3c4-00144f02aabc.shtml);
se, insomma, state cercando il modo di far sentire la vostra voce: l'occasione è arrivata.
Sarà anche poco, ma è tutto quello che, al momento, possiamo fare e, vi assicuro, è tanto liberatorio!
Di seguito il testo integrale e il link per sottoscrivere.
La mia è la firma n. 5287.
E, se vi va, divulgate ragazze, divulgate!!!!!
F....
Le altre donne
di Concita De Gregorio
Esistono anche altre donne. Esiste San Suu Kyi, che dice: «Un’esistenza significativa va al di là della mera gratificazione di necessità materiali. Non tutto si può comprare col denaro, non tutti sono disposti ad essere comprati. Quando penso a un paese più ricco non penso alla ricchezza in denaro, penso alle minori sofferenze per le persone, al rispetto delle leggi, alla sicurezza di ciascuno, all’istruzione incoraggiata e capace di ampliare gli orizzonti. Questo è il sollievo di un popolo».
Osservo le ragazze che entrano ed escono dalla Questura, in questi giorni: portano borse firmate grandi come valige, scarpe di Manolo Blanick, occhiali giganti che costano quanto un appartamento in affitto. È per avere questo che passano le notti travestite da infermiere a fingere di fare iniezioni e farsele fare da un vecchio miliardario ossessionato dalla sua virilità. E’ perché pensano che avere fortuna sia questo: una valigia di Luis Vuitton al braccio e un autista come Lele Mora. Lo pensano perché questo hanno visto e sentito, questo propone l’esempio al potere, la sua tv e le sue leader, le politiche fatte eleggere per le loro doti di maitresse, le starlette televisive che diventano titolari di ministeri.
Ancora una volta, il baratro non è politico: è culturale. E’ l’assenza di istruzione, di cultura, di consapevolezza, di dignità. L’assenza di un’alternativa altrettanto convincente. E’ questo il danno prodotto dal quindicennio che abbiamo attraversato, è questo il delitto politico compiuto: il vuoto, il volo in caduta libera verso il medioevo catodico, infine l’Italia ridotta a un bordello.
Sono sicura, so con certezza che la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga. Sono certa che la prostituzione consapevole come forma di emancipazione dal bisogno e persino come strumento di accesso ai desideri effimeri sia la scelta, se scelta a queste condizioni si può chiamare, di una minima minoranza. È dunque alle altre, a tutte le altre donne che mi rivolgo. Sono due anni che lo faccio, ma oggi è il momento di rispondere forte: dove siete, ragazze? Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete. Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche, del Nord o del Sud, donne figlie di un tempo che altre donne prima di voi hanno reso ricco di possibilità uguale e libero, dove siete? Davvero pensate di poter alzare le spalle, di poter dire non mi riguarda? Il grande interrogativo che grava sull’Italia, oggi, non è cosa faccia Silvio B. e perché.
La vera domanda è perché gli italiani e le italiane gli consentano di rappresentarli. Il problema non è lui, siete voi. Quel che il mondo ci domanda è: perché lo votate? Non può essere un’inchiesta della magistratura a decretare la fine del berlusconismo, dobbiamo essere noi. E non può essere la censura dei suoi vizi senili a condannarlo, né l’accertamento dei reati che ha commesso: dei reati lasciate che si occupi la magistratura, i vizi lasciate che restino miserie private.
Quel che non possiamo, che non potete consentire è che questo delirio senile di impotenza declinato da un uomo che ha i soldi – e come li ha fatti, a danno di chi, non ve lo domandate mai? - per pagare e per comprare cose e persone, prestazioni e silenzi, isole e leggi, deputati e puttane portate a domicilio come pizze continui ad essere il primo fra gli italiani, il modello, l’esempio, la guida, il padrone.
Lo sconcerto, lo sgomento non sono le carte che mostrano – al di là dei reati, oltre i vizi – un potere decadente fatto di una corte bolsa e ottuagenaria di lacchè che lucrano alle spalle del despota malato. Lo sgomento sono i padri, i fratelli che rispondono, alla domanda è sua figlia, sua sorella la fidanzata del presidente: «Magari». Un popolo di mantenuti, che manda le sue donne a fare sesso con un vecchio perché portino i soldi a casa, magari li portassero. Siete questo, tutti? Non penso, non credo che la maggioranza lo sia. Allora, però, è il momento di dirlo.
18 gennaio 2011
http://www.unita.it/firmedonne/
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