...oggi metterò due posts: Uno per l'Italia e uno...per tutti noi...per il Giappone.
Anzi, il primo sarà la trascrizione con aggiunte di un post che mi è arrivato per email e che si assomiglia tanto a quello che avrei scritto se non lo avesse scritto lui limitandomi a fare le mie aggiunte di bambina, ravennate di 50 anni fa...le mie sono in rosso
Buon compleanno, Italia
16 marzo 2011
Quando l’Italia unita compiva 100 anni, ero un bambino e io una bambina di 9 anni. Avevo appena imparato a leggere e frequentavo una scuola elementare in un quartiere popolare di Milano, io ero in 4a, avevo un fiocco giallo, e frequentavo le scuole Mordani di Ravenna. Una vecchia foto mi ha ricordato che in classe eravamo in 32, noi 40! solo un terzo era nato in città, ancor meno da genitori milanesi o lombardi. La parola extracomunitari non era ancora stata inventata, ma la maggior parte dei miei compagni di classe erano figli di emigranti: venivano dalla Sicilia, dalla Puglia, dalla Calabria. O dal Veneto, perché allora – all’inizio degli anni ’60 del secolo scorso – anche i Veneti emigravano. Non più verso le Americhe, come i loro nonni e bisnonni, ma verso il triangolo del boom industriale. Io ero nella classe della "Ravenna bene"...mio papà era morto da giovane vice sindaco due anni prima, e quella classe di figli di professionisti era l'ultima vestigia di una vita agiata che non era più. Io ero una bambina scatenata e la mamma non poteva mandarmi a: scuola di ballo, di inglese, di pianoforte come le altre bambine ma io ero felice lo stesso e giocavo tanto! A ballo c'ero andata per un pò e mi piaceva...ma costava troppo...
L’Italia centenaria era in festa. La televisione, allora controllata dalla Democrazia Cristiana, mandava in onda sceneggiati risorgimentali, che si seguivano in famiglia oppure, chi ancora non possedeva un televisore, nei bar e nei caffè insieme ai vicini di casa. Ci si appassionava alle vicende dei protagonisti di “Ottocento” e de “La Pisana”, riduzioni televisive a puntate di opere celebri di Salvator Gotta e di Ippolito Nievo. I bambini collezionavano figurine dedicate al centenario e apprendevano quanto era stato lungo e difficile il percorso per unificare il Paese. Non solo Garibaldi e Mazzini, Cavour e Vittorio Emanuele II ci erano ben noti, nelle loro virtù e nei loro difetti: anche di altri protagonisti minori del Risorgimento conoscevamo il nome e le gesta. Io collezionai le figurine Panini, fu l'unico album mai completato con quell'ultima figurina: La morte di Anita, che non usciva mai! E si passavano giorni nel conosciuto: "Ce l'ho, ce l'ho, mi manca...." le figurine non erano auto incollanti e si attaccavano all'album con la colla Midina che profumava di mandorle. Ci insegnarono a cantare non solo l'Inno di Mamali che già cantavamo, ma anche quello di Garibaldi che, credo, nessuno sappia più...ieri mi sono tornati in mente, assieme all'odore dell'aula di musica, le prime parole: "Si scopron le tombe, si levano i morti, i martiri nooostri son tutti risooorti..." Io ero innamorata di Anita e sognavo di incontrare un eroe come Garibaldi ed essere la sua Anita! Ci accompagnarono a vedere il Capanno Garibaldi nelle paludi vicino a Ravenna dove lei era morta fra le sue braccia (Dio che bello morire fra le braccia dell'eroe amato!) e tutti sul grembiulino avevamo una coccarda tricolore di cui andavo molto fiera...Molti ci sembravano un esempio, anche se difficile da imitare. Le figurine, gli sceneggiati raccontavano più di quanto la scuola ufficiale sapeva trasmetterci. Veicolavano anche valori, come il coraggio di manifestare le proprie idee e di rivendicare libertà, giustizia e democrazia per sé e per gli altri... Dopo anni scoprii Che Guevara e... i "due pesi e due misure" Lui era un pericoloso rivoluzionario, Garibaldi e la sua Anita degli eroi...ma io non ci vedevo nessuna differenza!
A 50 anni di distanza l’Italia è radicalmente cambiata. Non in meglio, purtroppo. Certo il benessere economico è aumentato, anche se è ora minacciato dalla crisi. Ma l’Italia è un Paese spaccato, diviso. Un Paese in mano a un governo che si regge sullo scambio di favori tra un Partito Azienda e un Partito dell’Egoismo. La Lega di Bossi ha fatto spesso della xenofobia uno strumento di coesione della propria base elettorale e della separazione del Nord dal resto del Paese una bandiera. Parla di federalismo, ma pensa alla secessione. B. ne è ostaggio. Al tempo stesso usa i deputati della Lega Nord, oltre a quelli alle sue dirette dipendenze, per far passare il suo piano piduista di trasformazione dell’Italia in una “moderna” dittatura. E per salvare se stesso dalla galera.
Le TV pubbliche o private non hanno messo in cantiere soap risorgimentali. Le figurine, che i bambini ancora si scambiano, raccontano di calciatori e di attrici. Forse in futuro anche di escort, di bunga bunga e di ville miliardarie. Certo non di eroi risorgimentali, tanto meno di valori costituzionali.
Contrastare questa deriva in una società post-valoriale è un dovere civico, politico e morale.
Se non ora quando? hanno gridato in piazza le donne qualche settimana fa. Con ragione. E ciò vale anche per il Risorgimento e per i suoi valori più nobili, l’unità del Paese e quei principi di libertà e di democrazia che, dopo il ventennio fascista, hanno trovato espressione nella Costituzione repubblicana. Valori, principi e istituzioni che vanno difesi da tutti i cittadini, come ha ricordato il Presidente della Corte Costituzionale, de Siervo. Una difesa che è anche il modo migliore per augurare buon compleanno all’Italia.
Antonio Umberto Riccò e Angela...
Ieri sera ho guardato per poco le manifestazioni per i 150 anni dalle piazze d'Italia e tutto mi sembrava di carta pesta, pure chi ci provava ad essere entusiasta era fiacco e il vento non gonfiava l'immensa bandiera di Roma, io l'ho visto come un segno...negli anni non mi sento più così italiana...la mia coscienza mi ha portata ad essere cittadina del mondo, amo ancora Anita, penso allo zio messo al muro a 25 anni per le sue idee libertarie e mi domando che penserebbe oggi dell'Italia per cui ha sacrificato la vita...e se lo farebbe ancora...lei e lui sono stati i miei esempi e tante volte mi sono domandata se avrei fatto lo stesso in caso fosse stato necessario...non lo so più...credo sempre, e forse di più di allora, ai valori della democrazia e nella Costituzione....credo ai Garibaldi e ai Che Guevara della storia, credo a quelli che si battono ORA per un mondo più giusto, credo a quei disgraziati massacrati in Libia, credo ai monaci massacrati in Birmania...credo ai massacrati in Tibet...CREDO CHE SE GLI UMANI FOSSERO PIU' GIUSTI, PIU' EQUI, PIU'...UMANI TUTTI VIVREMMO BENE...da sorelle e fratelli della Terra che è la mia Patria, la Sola e Vera che io riconosca, e di cui questa povera e bellissima Italia è solo una provincia massacrata per interessi piccoli, meschini....ma poi che se ne faranno dei soldi accumulati...la vita è così breve! e qui si aggancia il prossimo post....
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