martedì 12 ottobre 2010

Il ron ron dei gatti...

questo nella foto è il mio adorato Damiao, figlio della gatta di san Damiano da cui deriva il nome..."gatto con le palle" scusate l'espressione ma è molto ben fornito e d'estate diviene molto magro...forse perchè fa scorribande amatorie?! E' un grande ronfatore ma in questo è battuto dall'altra mia gatta Benny che ha un nome da maschio perchè mi fu portata così piccola che non si capiva di che sesso fosse e la chiamai così perchè era benvenuta....Benny basta guardarla e dirle qualche cosa che stringe gli occhi, che è il modo di sorridere dei gatti, e attaccare il motore...ho trovato in internet questo articolo che riporto sul benefico e dolce ron ron dei miei amati felini, bestioline che adoro con, al secondo posto, i somarelli...chissà se mai potrò averne uno?! Ma di gatti ne ho avuti tanti, alcuni defunti tragicamente ma che sono tutti nel mio cuore...vado a casa a sfamarli, la sera arriva anche Zen, una gatta nera che viene solo a mangiare e che ho battezzato così perchè, come una monaca zen, mangia o mangiava una sola volta al giorno....ma mi sa che abbia cambiato monastero e da "monaca occidentale" mangia tutte le volte che mi vede...
La scienza ci sta arrivando ma io l'ho sempre saputo che accarezzare un gatto fa bene e lo sanno tutti quelli che vivono con loro, i gatti sono sì indipendenti, ma sono anche molto affettuosi e, Benny, quando mi vede fare la valigia mi sta sempre vicino con un'aria triste perchè sa che me ne vado...se faccio pacchi o valige da mettere in cantina non lo fa...sono creature benedette e...per intercessione di san Rocco, so che le ritroverò tutte dall'altra parte...mi chiameranno la gattara delle nuvole!

l "ron ron" benefico e misterioso del gatto

Che il gatto faccia le fusa è cosa nota. Ma come e perché le fa? E davvero le fusa hanno effetti benefici sia sulla sua salute che sulla nostra?
Sembra incredibile, ma nel 2010 la scienza non è riuscita a spiegare come il gatto riesca a produrre quel suono tanto rassicurante e amato. Molte sono le ipotesi scientifiche che cercano di risalire ai meccanismi fisiologici che le generano, ma nessuna teoria risulta a oggi confermata.

Il caratteristico “ron ron” del gatto è un suono profondo e ritmico che può durare anche delle ore e in alcuni casi è udibile anche a diversi metri di distanza. La teoria più accreditata suppone che vengano prodotte dalla contrazione molto rapida dei muscoli della laringe, che comprime e dilata la glottide (nota anche come “pomo d’adamo”) facendo vibrare l’aria che passa. A supporto di questa teoria l’evidenza che i gatti con la laringe bloccata non riescono a fare le fusa. Secondo altre ipotesi, invece, le fusa potrebbero dipendere dalle vibrazioni della vena cava oppure dall’elasticità dell’osso ioide.
Se i meccanismi fisiologici delle fusa restano ancora poco chiari, gli studi realizzati hanno tuttavia svelato la loro meccanica: si tratta di emissioni sonore con frequenza compresa tra i 150 e i 200 hertz. La contrazione dei muscoli della laringe interrompe il flusso dell’aria per 30 volte al secondo, con una breve pausa tra la fase inspiratoria e quella espiratoria.
Ma il gatto non ha l’esclusiva delle fusa: quasi tutti i felini (puma, tigri, leoni, leopardi e ghepardi compresi) riescono a produrre quel suono gutturale, anche se nei grandi felini è più simile a un brontolio o un colpo di tosse che al “prrr prrr” del gatto domestico. A differenza del gatto domestico che riesce a fare le fusa sia durante l’inspirazione che l’espirazione senza interrompere il suono ritmico, tutti gli altri felidi riescono a fare le fusa solo durante la fase di espirazione. In compenso, però, i mici non sanno ruggire come i loro cugini.

Ma perché il gatto fa le fusa?
Sembra banale: il gatto fa le fusa quando è soddisfatto, prova benessere o vuole comunicarci qualcosa. I gattini iniziano a utilizzare questo affascinante strumento di comunicazione pochi giorni dopo la nascita, durante l’allattamento e le operazioni di pulizia, per esprimere alla mamma il loro stato di benessere. Le fusa della madre, a loro volta, comunicano ai cuccioli che anche lei è rilassata, infondendo loro sicurezza. In effetti, in età adulta le fusa sono indubbiamente un segnale di benessere e rilassamento del piccolo felino domestico.
Tuttavia, ripetute osservazioni dimostrano che i gatti fanno le fusa anche in caso di intenso dolore, quando sono feriti, durante il parto e persino in punto di morte. E sicuramente in tutti questi casi non sono la contentezza o il relax a prevalere.
Secondo gli etologi, la spiegazione che meglio chiarisce situazioni così diverse è quella secondo cui, facendo le fusa, il gatto comunica uno stato d’animo “amichevole”, un modo per conquistare la disponibilità di chi lo circonda, uomo o animale che sia, o di chiedere aiuto in caso di difficoltà esprimendo al tempo stesso la volontà di accettarlo, o ancora uno stato generico di contentezza.
Ma alcuni ricercatori del Fauna Communications Research Institute di Hillsborough (North Carolina) hanno provato ad andare oltre queste spiegazioni, ipotizzando una finalità particolarissima delle fusa. Secondo i loro studi, infatti, le fusa dei gatti in caso di dolore costituirebbero un meccanismo naturale di autoguarigione. È stato dimostrato, infatti, che i gatti sono in grado di riprendersi da traumi o fratture molto più rapidamente rispetto ai cani. I ricercatori hanno associato questa evidenza con l’emissione di fusa da parte del gatto in caso di dolore e hanno dimostrato che il suono prodotto in questi casi ha una frequenza molto bassa compresa tra i 25 e i 50 Hz. Tale frequenza corrisponde a quella dei trattamenti terapeutici a base di vibrazioni utilizzata contro il dolore e per le patologie muscolari e osteo-articolari.
A dispetto dei luoghi comuni che dipingono il gatto come un animale indipendente, solitario e un po’ egoista (ma le dicerie sul gatto non si limitano a questo: le sue fusa non sarebbero benefiche solo per sé stesso ma anche per gli esseri umani. Accarezzare un gatto che fa le fusa regala sensazioni piacevoli, aiutando ad allontanare i pensieri negativi e a lasciarsi andare a un profondo senso di rilassamento. Il benessere provocato dall’accarezzare la sua folta pelliccia è noto da tempo nell’ambito della pet therapy, quell’insieme di terapie di supporto che utilizzano i benefici derivanti dalla "vicinanza tattile e visiva" di animali domestici.

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