domenica 2 dicembre 2012
gli occhi dell'amore...
siete mai caduti negli occhi, come biglie di vetro vive, di un gatto che vi guarda con amore?! Ieri pomeriggio sul tardi, di ritorno da Assisi, un'Assisi vuota e piena di ricordi, ricordi di momenti e, ancor più, di stati d'essere miei che non sono più i miei ora...con pensieri del tipo: "Ora, come non mai, è il mondo delle apparenze che conta...non è la profondità dei contenuti, è l'apparenza che conta...e l'apparente equanimità nasconde solo il vuoto della non scelta, del "fare di tutta l'erba un fascio" dimenticando la zizzania che soffoca il grano...ma, del resto, ci viene detto di non tentare di estirparla per non rischiare di strappare anche il grano...e allora che fare? Stare a guardare come chi non ha un sogno ruba i sogni degli altri?! Oppure combattere per quel sogno a rischio di essere considerati degli egocentrici? Oppure "volare alto" in un "chi se ne frega!" che rischia di essere solo rabbioso e che è l'anticamera del: "mi chiudo nel mio bozzolo...non c'è più spazio per me se pure gli amici non vedono la differenza!" dicevo: (i pensieri hanno frasi molto più lunghe di quelle che si possono scrivere, senza punteggiatura, chi era Berto che non la usava? Beh, forse aveva ragione...il flusso dei pensieri non ha punteggiatura) dicevo: sono tornata a casa contenta di questo mio bozzolo in cui passo il tempo a "pettinare le bambole" quando potrei fare...ricordando il tempo in cui facevo...e così ho acceso la TV e, su Rai mouvie c'era il "Francesco" della Cavani che, sono convinta, era trasmesso "solo" per me...del resto un'ora prima nella tomba di Francesco i pensieri erano del tipo: "Come ti sentivi quando eri vuoto come un calzino?" E il film ha la sua parte più riuscita e, decisamente bella, della fase della Sua vita "vuota come un calzino"...accesa la stufa, avvolta in una coperta, sono stata a guardare e mi è saltata sulle ginocchia Benny, la decana, la sola dei 7 che so che mi ama veramente al di là dei croccantini, latte e stufa calda che è l'effetto collaterale del suo amore ricambiato da me. I gatti sono molto ritualstici, c'è tutto un suo modo di sedermisi in braccio: prima sale, poi sta un pò ritta indecisa se accomodarsi, poi, con la testa verso destra, si siede ronfando allungando le zampine e aspettando le mie carezze. Quindi, contenta della mia risposta, si rilassa sempre di più e si rialza per arrotolarsi con la testa appoggiata alla mia pancia per poi terminare lunga distesa con tutto il corpo allungato sul mio. Non ieri sera, si è subito accomodata con il musetto rivolto verso di me, gli occhi fissi verso i miei che passavano dallo schermo a lei e, tutte le volte che la guardavo, i suoi occhi si stringevano in un sorriso. Occhi gialli come chicchi d'uva matura, la pupilla nera dilatata per la notte e, laggiù in fondo quel baratro luccido, un amore che le parole non avrebbero mai potuto esprimere...lei non ha parole, ha solo amore, un amore incondizionato e solo chi ha vissuto con un esserino così può capirlo...
Sta mattina mi sono svegliata prima dell'alba e ripensavo a quello sguardo, alle parole del film, a quel Francesco disperato di cui non si parla mai...caffelatte, una lavata al muso e sono tornata a letto a leggere diecendomi: "Sono grassa e vecchia...ma ho un cuore!"...e così ho terminato quel librettino di Christian Bobin che avevo prestato a Marisa e che non ricordavo più. Se vi piace Chagal leggetelo, è surreale come i suoi dipinti, è vero e aereo, spruzzato di colori come i suoi dipinti e, per la copertina italiana c'è un dipinto con un gatto...e non è un caso! Si intitola: "L'amore è proprio una piccola cosa...con delle conseguenze meravigliose" edizioni Gribaudi...mentre il titolo originale è: "Tout le monde est occupé" (Tutto il mondo è occupato) che, se si legge il libro, ha più senso del titolo italiano che è comunque una frase del libro. Sulla quarta di copertina c'è la frase finale e così non mi dispiace trascriverla qui:
"Ci sono dei folli talmente folli che nulla potrà mai loro togliere dagli occhi la graziosa febbre d'amore. Che siano benedetti. E' grazie a loro che la terra è rotonda e che l'alba ogni volta si leva, si leva, si leva, si leva."
Poi, visto che sto nel mio bozzolo, ho preso in mano il libro di Jean Yves Leloup che, con gli ultimi soldi sul Post Pay usato in Francia per il cammino della Maddalena, mi sono fatta arrivare da Amazzon assieme ad altri due suoi libri: "Aimer...malgré tout" (Amare... malgrado tutto) è un libro ad intervista e ad un certo punto l'intervistatrice che è una filosofa che ha fatto della "solitudine" in tutte le sue forme il tema centrale della sua ricerca, chiede:
..."Eppure, alcune volte alcuni cessano di vivere per gli altri ed invece di vivere per il Vivente, si mettono a vivere per loro stessi...
e la risposta è:
Non so se si può vivere per sé stessi per parecchio tempo? Vivere per sé stessi è vivere proteggendosi, difendendosi. E' vivere sulle difensive. Non è una vita in cui l'essere si dona, è una vita in cui l'essere si protegge.
E lei risponde:
E' vero. Ma lei non pensa che la maggioranza degli esseri si protegga molto più che donarsi?
e lui risponde:
Di sicuro. Noi passiamo tutta la nostra vita a proteggerci dalla Vita. Ecco perchè la nostra paura della morte è proporzionale alla nostra paura della vita...alla nostra paura dell'amore!
Abbiamo paura d'amare, perchè amare è mortale!
E lei:
"L'amore è una malattia mortale, sessualmente trasmissibile..." dice ridendo Woody Allen. E' vero che l'amore fa paura...che sembra mortale! Perchè?
E lui:
Abbiamo paura di perderci! Ma perdere che cosa? Il nostro ego, il me stesso, l'immagine che si ha di sé stessi...
Lei:
Le nostre illusioni?
Lui:
Sì, Non abbiamo che delle illusioni da perdere. Non possiamo perdere la vita, non possiamo perdere l'essenziale...
Beh Benny non ha un ego, Benny ha solo una piccola animuccia amante, è una gatta grata da sempre, doveva morire in una legnaia, è stata raccolta, è divenuta la mia gatta...ha tanto da insegnare...e non ditemi che un animale non può amare!! Questa è la presunzione di quegli esseri che amano molto poco che si chiamano esseri umani.
I suoi occhi profondo e vitrei, gialli come foglie d'autunno, danno amore senza riserve, sanno quando c'è bisogno d'amore e non fanno calcoli, non temono di perdersi...non hanno nulla da perdere come Francesco che urla in cima alla montagna quando ha perso tutto...forse questa è la strada...perdere tutto!...forse...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Bellissimo, verissimo. Gli occhi che mi guardano sono marroni e sono di cane, tutto il resto è uguale. Grazie Angela, ciao
Posta un commento