martedì 25 dicembre 2012

senza commenti

questo messaggio d'auguri del "Dialogo" dice tutto...sottoscrivo!

Auguri

Il 21 dicembre è passato, la fine del mondo pronosticata non c'è stata, Gesù non è tornato sulla Terra a cavalcioni di una nuvoletta. Nessun pianeta dal nome strano, abitato da esseri dal nome altrettanto strano è stato avvistato in avvicinamento al nostro sistema solare. Nessun asteroide gigantesco ha colpito la Terra distruggendola. L'Armagheddon non si è verificata.
        L'umanità continua ad essere l'unica responsabile della situazione di degrado in cui vive e nessun Dio irato dall'alto dei cieli si appresta a punire i cattivi e a salvare i buoni che gli sono stati fedeli. I bambini dei paesi del sud del mondo continuano a morire di fame perché una minoranza della popolazione mondiale ha deciso di assorbire l'80% e più delle risorse naturali esistenti. Malattie devastanti, provocate dall'inquinamento ambientale che questa piccola minoranza di popolazione mondiale sta diffondendo con il suo dissennato stile di vita, si stanno diffondendo sempre più fra la popolazione. La devastazione della guerra continua in tutti i continenti, soprattutto in quelli più poveri e i sacerdoti di un Dio iroso e sanguinario continuano a benedirle e a benedire i mercanti d'arme e i padroni di schiavi salariati che le producono e che producono tutte quelle cose inutili che inquinano l'ambiente ma che fanno aumentare il PIL e la ricchezza di una sempre più ristretta cerchia di multimiliardari a livello mondiale. Se la carta moneta o l'oro o i diamanti si potessero mangiare, queste poche centinaia di famiglie avrebbero di che sfamarsi per alcune centinaia di migliaia di anni.
          Questa situazione, che non ha paragoni con nessun altra epoca precedente sia in termini di potenza distruttiva degli armamenti e degli eserciti, sia in termini di ricchezza economica prodotta, non si è sviluppata all'improvviso ma è il frutto di un lungo processo di trasformazione dell'umanità che va avanti da alcune migliaia di anni attraversando varie fasi. Si è cominciato con piccoli gruppi di persone che, all'interno della primitiva comunità umana, si sono organizzati e hanno via via sviluppato le propria capacità organizzative finalizzate ad opprimere e schiavizzare la restante parte della comunità. Gli esseri umani non sono stati più uguali, non hanno più condiviso le risorse naturali, si sono differenziati, alcuni gruppi hanno preso il sopravvento, l'accaparramento delle risorse naturali e l'arricchimento di piccoli gruppi è diventata la regola diffusa ad ogni latitudine. Gruppi di uomini hanno reso schiavo altri uomini sfruttandone le capacità lavorative. Si sono formati regni ed imperi, si sono costituiti eserciti e l'umanità ha praticato “l'arte della guerra”, l'uccidersi vicendevolmente per conquistare territori, schiavi e ricchezze, oggi come duemila o cinquemila anni fa.
          Duemila anni fa nacque un movimento che contestava alla radice questo modo di intendere i rapporti sociali che allora era incarnato nell'Impero romano che presentava la propria politica come “vangelo”, cioè come “buona notizie”, ed il proprio “imperium” come l'unico potere possibile. Questo movimento cominciò a dire che il vangelo era quello che liberava gli schiavi e non quello che li opprimeva, che l'impero romano era destinato alla morte perché avrebbe trionfato “l'impero di Dio” ed i suoi seguaci, incarnato in quello che essi definivano “il figlio dell'uomo”, cioè la stessa umanità riunita non attorno al tempio dove offrire sacrifici al dio iroso e sanguinario, ma nelle “ekklesiai”, cioè nelle comunità laiche che si riunivano per condividere tutto ciò che avevano e nel prestarsi servizio vicendevolmente e nel decidere comunitariamente le scelte per tutta la comunità. Il Dio di questo movimento, o per meglio dire il punto di riferimento o meglio ancora l'ispirazione profonda, era “l'umanità” nel suo complesso, era il prendersi cura gli uni degli altri, era il rifiutare l'uccisione di altri esseri viventi e la loro oppressione, era il rifiutare la ricchezza per proclamre il beati i poveri, era il vivere l'amore fraterno a cominciare dalla condivisione del cibo di cui tutti dovevano poter godere, nessuno escluso. Si riconoscevano dallo spezzare insieme il pane, dal dividere quello che avevano e dal metterlo in comune.
           Dopo qualche secolo il potere imperiale trasformò in una religione essa stessa oppressiva l'originario movimento che rifiutava i templi e i sacrifici e che aveva in Gesù di Nazarteh il suo profeta. Nacque il cristianesimo, nacquero i dogmi, ritornarono i sacerdoti e le “ekklesiai” da luoghi di amore si trasformarono di nuovo in templi dove imperava il terrore religioso, ed il Dio iroso e sanguinario riprese il sopravvento. Si ricominciò ad uccidere in nome di Dio, l'umanità fu di nuovo schiavizzata utilizzando gli stessi testi che il primitivo movimento aveva tramandato cambiandone le interpretazioni. Il Gesù di Nazareth, che aveva messo l'uomo al centro delle proprie attenzioni e di tutta la propria predicazione, divenne un “dio”, fu posto sugli altari e ogni giorno scannato, seppure virtualmente, per consentire alla casta sacerdotale di continuare nella sua funzione di oppressione dell'umanità e di sostegno alla casta dei ricchi e degli imperi.
                 Il 25 dicembre si celebra il Natale, cioè la nascita proprio di quel Gesù che ha proclamato un vangelo di liberazione dell'umanità. Ma il natale che viene celebrato da duemila anni circa a questa parte, e che anche in questi giorni ci viene servito con celebrazioni maestose, è però il natale di un nuovo dio oppressivo, non più quello che, come cantava sua madre Maria,

“Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote”. (Lc 1,51-53)

L'impero che opprime l'umanità, che impedisce che tutti gli uomini e le donne possano essere fratelli e sorelle, liberi ed eguali, ha stravolto il messaggio di Gesù. Di questo dobbiamo oggi prendere coscienza e dobbiamo farlo al più presto.
      Spetta a tutti gli uomini e alle donne che vogliono mettersi nella sequela del Gesù liberatore dell'umanità, liberare la figura di Gesù ed il suo messaggio, da tutti i fardelli e le aberrazioni che hanno costruito su di lui. Solo così potrà di nuovo essere Natale e la buona notizia della liberazione degli schiavi potrà risuonare di nuovo forte nel mondo e spingere l'umanità a ritrovare se stessa, emarginando quanti l'hanno condotta nel vicolo cieco della violenza e della distruzione della Madre Terra.
Auguro a tutti e a tutte di riscoprire il vangelo liberatore di Gesù.
Buon Natale e Buon anno di pace
Giovanni Sarubbi - direttore www.ildialogo.org



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