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Ci facemmo furbe e inziammo la balla bianca...io che parlavo inglese meglio raccontavo: "Mio marito è un ingegnere della Saipem, lavora sui pozzi, sono venuta a trovarlo, lei è mia cugina, (le parentele rassicurano),viaggiamo per una settimana, andiamo... (stazione di arrivo del treno)...là ci aspetta mio marito."...e loro si rilassavano perchè le più libere di loro avevano un uomo che le aveva messe sul treno e un altro che le accoglieva all'arrivo, per poi chiedere: "Hai bambini?" E io rispondevo: "Sì, due, Federico e Michela, sono in Italia con la nonna..." e loro iniziavano a tirar fuori foto dei loro figli e raccontare le loro vite, un piccolo trucco per non violentarle, per essere "normali" con quel tocco in più di libertà che loro già presumevano in due occidentali. Lungo i mesi la balla si arricchì di particolari e anche di un volto per "L'ingegnere" perchè avevo conosciuto un americano con cui non era successo nulla ma che mi sarebbe piaciuto che fosse il "marito" della balla...sono tornata in India nel 2000 e, da sola in un treno da Varanasi a Mumbay, ho ripreso la storia, ovviamente a 49 anni non puoi più parlare di figli bambini e così la balla è divenuta: "Sono un'insegnante in pensione, mio marito è professore universitario di filosofia, non è potuto venire ma gli è dispiaciuto così ha lasciato andare me da sola... (cambio di professione del consorte perchè nella mia vita ci sono stati ingegneri e la categoria mi aveva stufato perchè...poco compatibile con me) i miei due figli sono all'università, la grande si sta per laureare e poi si sposa (la cultura va bene ma poi ci si deve sposare) , il piccolo è in un ottimo college in Inghilterra...io sono venuta in India per seguire gli insegnamenti sulla Compassione del Dalai Lama (unica cosa vera) ora vado a prendere l'aereo per tornare a casa (non vero andavo a vedere le grotte di Ajanta ed Elhora due luoghi fantastici che nel lungo viaggio dell' '81 non avevo visto)... "
Vi ho raccontato tutto questo per dirvi: Leggete "Cuccette per signora" è scritto benissimo! Ho iniziato a leggerlo...in treno, ieri, andando dalle amiche a Città di Castello sdondolando piacevolmente, io amo moltissimo i treni e leggere in treno è speciale, e poi ieri, qualche posto più in là c'era qualcuno che ascoltava musica araba, perfetto!
Il libro è veramente bello ed è uno spaccato del mondo femminile che va oltre "l'etnicità" dei racconti e poi...se mai avete preso un treno indiano, vi ci ritroverete...per un attimo ho chiuso gli occhi e ho rivisto l'immensa luna nella calda notte al di là delle sbarre del finestrino, ho sentito il vento ristoratore sulla pelle accaldata, ho rivissuto le 54 ore in treno attraverso il cuore desertico dell'India, mi sono rivista sdraiata sulla mia cuccetta in cima che mi pareva la mia casetta perchè lassù nessuno saliva se non con i pantaloni e su cui leggevo, ricamavo, scrivevo, lavoravo a maglia...il profumo della notte, lo sferragliare veloce del treno lunghissimo lanciato nel buio, il quieto respirare delle donne avvoltolate nei sari con il braccio a mò di cuscino come solo loro sanno fare... e poi la sosta in sconosciute stazioni in cui il silenzio viene squarciato dall'urlo dei venditori di the: "Chai chaià chaiiii" e il caldo liquido zuccherato che scende in gola, il sapore un pò terroso di quelle tazzine di terra non cotta che erano gli usa e getta ecologici prima che haimè anche l'India scoprisse gli inquinanti e antipatici bicchierini di plastica...
India, grande amore, Grande Madre che mi accogliesti con il tuo odore inconfondibile, quel misto di decomposizione, profumo di gelsomini,di incenso, di spezie e miseria...in questi giorni ti penso, sei una pietra fondate della mia vita, forse un tempo sono stata parte di te, in altre vite in te ho vissuto e lasciarti è sempre stato uno strappo al cuore come lasciare il Tibet o le Dolomiti...tutti luoghi dove un pezzo di cuore è rimasto e ricomincia a pulsare quando qualche cosa lo rimette in vita, oggi è questo libro...comprato invece delle uova...
buona giornata amici!
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