venerdì 2 agosto 2013

Il mio..."perdono" BELLISSIMO


e mentre arrivavano le marce da tutta Italia alla Porziuncola, il mio "Perdono" è iniziato portando le credenziali ad un gruppo che in macchina stava andando al Città di Castello, in 23 di una parrocchia di Roma, e che non avevano fatto in tempo a chiedermela prima...un incontro per strada con un saluto e tante raccomandazioni: "Camminate solo nelle ore più fresche, portate tanta acqua..." E poi un incontro a sorpresa, un ritrovare dalle Clarisse francesi Michel, grande pellegrino di Vezelay che ci accolse, Mirella ed io, come amici di vecchia data nella sua bella casetta nella campagna di Vezelay. Grandissimo pellegrino che l'anno scorso arrivò ad Assisi quando non ci conoscevamo ancora per santa Chiara, l' 11 di agosto in un cammino di 1700 km. fatto in povertà. Oggi è stata una sorpresa sentire suonare il telefono e vedere apparire sullo schermetto "Michele Vezelay" è qui fino a domani con un gruppo di 35 persone con tanti bambini, lui, che è un grande hospitalero, è con loro per far da mangiare e nei giorni scorsi sono stati nella valle reatina facendo base al convento di Poggio Bustone dove lui..cucinava. Sta sera, invece, pizza ! E così Alessia e si è messa a fare 35 pizze che lui è andato a prendere...pizze pellegrine! Carissima persona Michel, bello stare nel giardino delle Clarisse nel gran caldo di una giornata di cielo blu e ventilata a parlare di cammini...ci ritroveremo...gli ho regalato la guida in inglese...e chissà che non esca poi in francese...lui è grande amico del frate editore delle edizioni francescane francesi e a Vezeley, con lui, ci eravamo lasciati parlando di una traduzione della guida...poi a casa ad intelare la croce che ora sta là a seccarsi e, per finire, Erika che mi manda questo stralcio dal bellissimo libro su Francesco di Christian Bobin "Francesco e l'infinitamente piccolo" CHE BEL GIORNO DEL PERDONO!

"Se si vuol conoscere un uomo, bisogna cercare colui verso il quale la sua vita è segretamente rivolta,
colui al quale, più che a qualsiasi altro, egli parla, anche quando in apparenza si rivolge a noi. 
Tutto dipende da quest'altro che si è scelto. 
Tutto dipende da colui al quale si rivolge in silenzio, 
per ottenere la considerazione del quale ha messo insieme fatti e prove, per amore del quale ha fatto della sua vita quello che è ....

Quando si è innamorati si parla al proprio amore e a lui soltanto.
Ovunque, sempre. E che si dice al proprio amore?
Gli si dice 'ti amo', che è come dire quasi niente - il quasi niente di un sorriso, il balbettio di un servo al padrone che gli dà tutto, mille volte tutto".

C. Bobin, Francesco e l'infinitamente piccolo

Nessun commento: