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Io amo moltissimo l'autunno, è la mia stagione, quel chè di morte apparente in arrivo è per me una parabola della vita...io ci convivo con la morte, me la sento vicina e non mi fa paura, non la mia, quella degli amici cari sì, quella vuole dire distacco, perdita, vuoto, la mia no, la mia è un transito, magari senza la T maiuscola come quello di Francesco, ma pur sempre un passaggio, un ritorno a Casa, un autunno che diviene sfolgorante primavera...l'aspetto, vorrei viverla sdraiata su un prato, vorrei vedere per l'ultima volta un cielo come quello di oggi e poi partire...per un grande viaggio con quella aspettativa da aereoporto quando, passato il check in, non sei ne di quà ne di là, attendi e ogni fibra del corpo che spinge un carrello con il leggero peso del bagaglio a mano è protesa verso l'aereo e quello che accadrà oltre il volo...libera, nell'Ora, di essere sospesa e trepidante con il cervello vuoto perchè i "giochi sono fatti" e nulla ti può più fermare. Un giorno in un Vespro di Francesco del 3 ottobre sentii un vescovo dire con meraviglia: "Pensate, Francesco chiamava la morte sorella..." lo diceva con stupore e incredulità...mi domandai che razza di fede fosse la sua se si meravigliava così tanto...e me ne uscii dalla chiesa...fuori c'era un tramonto che diceva tutto....Francesco non diceva nulla di straordinario, sentiva la morte come sorella perchè è così...forse è per questo che è un santo così vicino a tutti, era naturale, genuino, semplice...diceva quello che il cuore dice a tutti con la differenza, forse, che lui il cuore lo ascoltava...e questo credo sia il cammino, il solo, quello della naturalità, della semplicità...perchè dovrebbe essere così difficile?!? non lo è, e il cuore dice tutto se lo ascolti....ciao belli...vado ad ordinare la legna..che bello!!!
1 commento:
Bella questa tua riflessione in questa giornata autunnale, fa apprezzar di più la vita........
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