giovedì 4 settembre 2014

La Marcia per il Creato" il 30 agosto

Offuscata da una mia caduta fessa, su una stradina da nulla, ma proprio sulla spalla con la tendinite...ecco cosa ho scritto della marcia questa mattina in Facebook...lo sapete che vi tradisco con questo mezzo più veloce!

Bella la "Seconda marcia per il Creato" Celano- Castelvecchio Subequo...peccato quella pioggia-diluvio finale che ha sfrangiato l'arrivo, molti hanno smesso come me a Gagliano Aterno, noi dormivamo lì e mi faceva talmente male la spalla ed ero così zuppa che ho preferito andare in camera e...curarmi un po'. Ma poi, la pioggia è bella! "Il cappuccio era la cella di Francesco" e mi viene sempre in mente quando cammino con il ticchettio della pioggia sul cappuccio, anzi, è proprio su quella tappa che nel 2010 mentre veniva giù una pioggia gelata mista a neve "ho avuto un momento alto" uno di quei momenti in cui l'anima vola che accadono in cammino quando meno te lo aspetti perchè..."i tempi di Dio" non sono i nostri e nemmeno le condizioni meteo e ti può capitare che nella perfezione esteriore tu sia una "bestia" interiore e viceversa, così come ti può capitare che l'anima navighi alta su una superstrada mentre i camion ti "sfettolano le orecchie" (mi è accaduto sulla assolatissima, trafficatissima di jeep coi mitra spianati, statale 90 in Terra Santa) e "nulla accada" su un sentiero in falso piano in una giornata tiepida fra prati cosparsi di fiori...UN CAMMINO, NON FINIRO' MAI DI DIRLO, NON E' UN TREKKING, CI ASSOMIGLIA MOLTO MA E' UN'ALTRA COSA E QUELLO CHE FA' LA DIFFERENZA E' LA DISPONIBILITA' INTERIORE DI ACCETTARE TUTTO QUELLO CHE TI SI PRESENTA DI BELLO E DI MENO BELLO...
Sta volta la caduta mi ha rovinato tutto, o sono io che non sono stata capace di trasformare anche quella?!...Io sotto la pioggia sferzante stavo bene e non solo io visto che tanti camminavano ridendo e fermandosi a raccogliere more lavate dall'acqua!
Per cui: grazie Pasquale Casale buon amico a cui dobbiamo questa marcia, sono sicura che diventerà sempre più bella e lo dobbiamo al tuo lavoro e alla tua grande fede nel progetto, grazie a tutti i mezzi di soccorso, alla forestale a cavallo, agli alpini che hanno cucinato la cena all'arrivo...a tutti coloro che ci si sono impegnati a rendere questa giornata bella per tutti. Grazie anche al Provinciale dei Frati Minori Conventuali che ci ha atteso nel punto del miracolo dell'acqua di San Francesco per raccontare di Lui.
"La mia tappa mistica" come la chiamo, è un percorso stupendo di per sè, ricco di storia e di Spirito Fra breve inizieranno i primi scavi per portare alla luce i resti della cappelluccia dedicata a Francesco che Tommaso da Celano nel "Trattato dei miracoli" racconta che fosse vicino alla fonte suscitata da Francesco (pare che la fonte si possa ritrovare pure lei...la vegetazione e un rabdomante l'hanno confermato.) E poi i restauri degli affreschi tardo-giotteschi nella chiesa di San Francesco a Castelvecchio Subequo e l'aver collocato lì l'ampolla con il sangue di Francesco hanno dato dignità alla cappella. CREDETEMI questo pezzetto di Abruzzo vale un viaggio e una camminata...anche sotto la pioggia...sotto un "Miracolo dell'acqua" forse un po' eccessivo!


Dal "Trattato dei Miracoli" di Tommaso da Celano

838 16. Gagliano (Aterno) è un paese popoloso e illustre in diocesi di Sulmona. In esso viveva una donna di nome Maria che, giunta alla conversione attraverso le difficili vie del mondo, si era dedicata totalmente al servizio di san Francesco.
Era salita un giorno su un monte, riarso per la totale mancanza d'acqua, con l'intenzione di potare gli aceri verdeggianti; aveva dimenticato di portare con sé l'acqua e, per il calore eccessivo, cominciò a venir meno per l'arsura della sete. Non potendo ormai far nulla e giacendo per terra esaurita, cominciò a invocare il suo patrono san Francesco. Affaticata si assopì. Ed ecco sopraggiungere san Francesco, che la chiamò col suo nome: "Alzati e bevi l'acqua che a te e a molti altri viene offerta quale dono di Dio". Sbadigliò la donna a tale voce e vinta dal sonno tornò a riposare. Chiamata ancora una volta, ancor molto stanca, rimase a terra sdraiata. La terza volta però, confortata al comando del Santo si alzò. E afferrando una felce vicina la estrasse dal terreno. Avendo allora scorto che la sua radice era tutta intrisa d'acqua, con le dita e con un piccolo ramoscello cominciò a scavare tutt'attorno. Subito la fossa si riempì d'acqua e la piccola goccia crebbe fino a divenire fonte. Bevve la donna e dissetata, si lavò gli occhi che, gravemente indeboliti da una lunga malattia, non potevano vedere nulla con chiarezza. Si illuminarono i suoi occhi e, sparita la rugosa vecchiezza si riempirono come di nuova luce. La donna si affrettò verso casa, per annunciare a tutti tale stupendo miracolo a gloria di san Francesco. Si diffuse la notizia del miracolo in altre regioni, giungendo alle orecchie di tutti. Accorsero da ogni parte molti colpiti da varie malattie che, fatta anzitutto la confessione per la salvezza dell'anima, vennero qui liberati dalle loro infermità. Infatti i ciechi riacquistarono la vista, gli zoppi ripresero a camminare, anche gli obesi divennero più snelli, e ad ogni infermità viene offerto il giusto rimedio. Ancora oggi dalla fonte prodigiosa l'acqua continua a sgorgare; è stato qui costruito un oratorio in onore di san Francesco.













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