martedì 23 dicembre 2014

dalla Romita...Bernardino


Ho sentito sta mattina  Bernardino, a chi mi ha chiesto come sta, dico sta bene| Si è operato di ernia, non deve fare sforzi ma sta bene, a Natale tanti andranno alla Romita così come a Capodanno ma ha chi lo aiuta, abbiamo parlato della situazione dell'Ordine...beh questa sua lettera su Francesco...sulla precarietà, che condivido dalla pagina facebook della Romita è la più bella risposta. Grande Bernardino avanti così! Come tu mi dici sempre....

Precarietà
Come l'acqua del fiume che lento scorre verso il mare così è la nostra vita. Scorre il nostro tempo,inseparabile compagno di viaggio, e noi con lui. Siamo fatti per andare sempre insieme, mai fermi.
Viviamo nel e col tempo che passa. “Ammazzare il tempo“, „Corsa contro il tempo“: espressioni improprie. Perché non possiamo andare contro il tempo. Non possiamo nè rallentarlo nè accelerarlo. Il tempo ha il suo ritmo. Siamo noi che dobbiamo sintonizzarci con lui, se vogliamo „andare a tempo“, se vogliamo che la nostra vita sia musica e non rumore, armonia e non caos. 
Dentro e intorno a noi tutto è movimento e mutamento.  
Perché la vita statica e ferma non esiste. Può essere solo dinamica e in movimento. Come del resto tutto l'universo, del quale facciamo parte. L'unico punto fermo della nostra vita è che è precaria, imprevedibile e instabile. Siamo tutti „precari a vita“. Nessuno ha il posto fisso su questa terra. Viviamo a tempo determinato. Con scadenza incerta. Non possiamo nè elidere nè eludere la domanda di Gesù:
 „Chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita?“ (Mt 6,27).
 E dobbiamo convenire con la constatazione che, per quanto si paghi il riscatto di una vita, non potrà mai bastare per vivere senza fine e non vedere la tomba“ (Sal 48, 9-10). Rimuovere questo dato di fatto è maldestro autoinganno, pietosa illusione. La vita non si spiega e non si piega. Si può solo accettare e vivere, perché è Dono e Mistero. Ogni giorno è l'ultimo. Di quelli già vissuti. Ma anche il primo. Di quelli da vivere ancora. Ogni giorno è un giorno in più: nuovo, gratis, unico, irripetibile.
In questa situazione di estrema precarietà per tutta la vita, l'atteggiamento più saggio è vivere
giorno per giorno il tempo che ci è dato con intensità e consapevolezza. Nello stupore per il Dono.
Nell'abbandono al Mistero. Nella fatica e nella gioia di vivere. Nella Lode all'Eterno dal quale
veniamo ed al quale torniamo. Nell'amore al mondo che ci circonda (la Natura). Nel coraggio e
nell'umiltà di vivere con gli altri (comunità, solidarietà), per gli altri (impegno per il bene
comune) e degli altri ( siamo interdipendenti). E' questo il senso della vita. Ed è senz'altro più utile
a noi ed agli altri curare la passione per la vita piuttosto che avere paura della morte.
Cosa resta?
Nei cambiamenti sempre più veloci della società, nella precarietà e instabìilità della vita, c'è
qualcosa che dura nel tempo? E quando noi ce ne andremo da questo mondo, cosa resterà di noi? 
Le nuove tecnologie, i mezzi di comunicazione di massa, la globalizzazione dell'economia e del
mercato distolgono dal pensare alle esigenze profonde della vita. La vita moderna è organizzata per
non far pensare, per correre, per fare o sentire rumore, per consumare. Al silenzio ed alla riflessione
viene lasciato poco spazio. Le conoscenze e le amicizie diventano facili, superficiali e provvisorie.
Si evitano legami duraturi e impegnativi. E' tutto fluttuante („la società liquida“). La cultura dell'
„usa e getta“, del „mordi e fuggi“, del „prendi e scappa“ è molto diffusa e praticata. Molti sono
confusi e disorientati, in balia delle mode, delle offerte del mercato, dei trend del momento e vivono senza coordinate, senza punti fermi, senza senso e senza meta. C'è una via d'uscita?
FRANCESCO: La Stella di Natale
Sono profondamente convinto che Francesco d'Assisi, vissuto anche lui nell'estrema precarietà,
senza comodità e senza sicurezze e morto a soli 44 anni, ha molto da dire a chi oggi cerca il senso
della vita, la via alla saggezza, alla verità ed alla felicità. 
Vedo Francesco come la Stella di Natale, come la Guida esperta e affidabile che ci porta al Presepio. Lui lo conosce bene il Presepio, perché l'ha progettato e costruito lui: con amore, originalità e creatività. Francesco è stato alla Scuola di Betlemme (=La Casa del Pane). Là si è formato, è cresciuto e diventato grande. La contemplazione
di Gesù Bambino, Figlio di Dio e di Maria venuto a condividere la nostra condizione umana nella
povertà, fragilità ed umiltà, provocava in lui meraviglia, commozione e lacrime di gioia. Un amore
a prima vista che durerà tutta la vita. Natale era „la Festa delle Feste“. La poesia, la sorpresa, la
tenerezza di Dio. E' nel Presepio uno dei segreti della ricchezza e della grandezza di Francesco:
quel Bambino l'ha reso un Gigante dello Spirito. A Betlemme Francesco ha nutrito la mente,
abbeverato l' anima, riscaldato il cuore. Là ha attinto la forza e trovato le motivazioni per una vita
povera, libera e gioiosa. In quella scuola ha imparato quanto insegna a noi oggi: a vivere e ad
amare, a cantare e a danzare, a essere originali e creativi, liberi e gioiosi. E' Poeta e Artista: un
Genio!
Francesco è Profeta. Uomo del passato, vivo nel presente, guida al futuro. Con le sue intuizioni di
otto secoli fa è attuale più che mai: il rispetto della Natura, la pace con l'Islam, la solidarietà con
i poveri.
Di questi tre temi l'umanità dovrà occuparsi ancora a lungo. Pensare a Francesco vuol dire
sentire nostalgia di futuro, perchè lui è futuro vissuto in modo poetico, affascinante e credibile.
Senz'altro il più grande Profeta dell'era cristiana. E' anche Maestro di vita. E' l'uomo della
concentrazione e della passione per l'essenziale: il Vangelo, la passione per Cristo e la compassione
per l'uomo. Della priorità all'essere sull'apparire e sull'avere. Ha uno spiccato senso per la
libertà, radicata nella povertà. Questa gli permette di andare leggero, spedito e lontano con la mente
ed il cuore liberi dalla preoccupazione di dover difendere la proprietà e dalla paura di perderla.
E infine le tre idee/forza, le tre parole/chiave della sua vita: 
l'Amore, la Pace e il Bene, 
senza le quali non è possibile realizzare una vita felice. Tornando al discorso iniziale sulla precarietà e instabilità della vita, alla domanda „cosa resta nel fluire del tempo e nel cambiamento di tutto?“, ora possiamo dare una risposta: l'Amore che abbiamo dato, il Bene che abbiamo seminato, la Pace (con noi stessi, con Dio e con gli altri) che abbiamo conservato. E' questo l'oro della vita che nel passare del tempo conserva il suo valore ed il suo splendore. Il resto è tutto fumo che svanisce in fretta.
Lasciare alle generazioni future tracce positive del nostro breve passaggio su questa terra, penso
che dovrebbe essere una priorità nella nostra vita.
La Romita, progetto di vita francescana, considera Francesco come punto di riferimento, come
guida sicura per trovare e seguire Cristo. La Romita è costruita sulla roccia dal punto di vista statico
ed è costruita sulla Roccia che è Cristo dal punto di vista spirituale: garanzia di stabilità per il
futuro. La Roccia sì che resiste al tempo! Stimolato dal passato, operoso nel presente e fiducioso nel
futuro, intendo dedicare a questo progetto il resto della mia vita.
La Romita, Luogo di Accoglienza e di Condivisione, Natale vissuto, Presepio Vivente, Unione
tra il Divino e l'Umano, tra il Cielo e la Terra, tra l'Uomo e la Natura nello spirito di San Francesco,
augura a tutti gli Amici Buon Natale e gioioso Anno Nuovo.
frate Bernardino
La Romita 05030 CESI (TR) 0744 283006 346 410 7908
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