non dormire la notte fa sapere una buona notizia prima che uscisse sui giornali! Sì ha ragione il "Manifesto" LA PALESTINA C'E' e l'Italia, come già tutti sapete, ha votato per il SI'...e mi dispiace che a Israele e agli Stati Uniti la cosa non abbia fatto piacere ma la Palestina, i palestinesi ci sono, ci sono sempre stati!
Chissà come è successo che l'Italia, all'ultimo momento, abbia deciso per il sì?..comunque lo ha fatto ed è un voto che pesa.
Ora si vedrà quello che questo porterà...ci si potrebbero aspettare anche ritorsioni...ma spero di no! Vedere alla TV una strada di Ramallah che conosco, piena di gente festante mi ha riscaldato il cuore...una buona notizia in questo grigiore pare ancora più luminosa...
La Palestina c'è...non si sono mai risolti i problemi negandoli, facendo finta che, in questo caso, che la Palestina sia solo un posto di cattivoni che attaccano i "buoni"...c'è gente pacifica là, ci sono famiglie, bambini, gente che vorrebbe vivere la propria vita in pace, liberi e con una identità...
Negare un problema non funziona neanche nei rapporti interpersonali, chiudere una porta per far finta che qualcuno non esista..così si sta tranquilli non risolve nulla..si è solo tirato su un muro per "far finta" che di là non ci sia una persona...se poi questo lo si fa con un popolo intero beh, il problema diventa enorme!
Insomma, oggi sono contenta, di là dal muro c'è un popolo e il mondo lo ha riconosciuto...questo farà del bene a tutti anche a noi per il principio della "farfalla"...sono contenta!
Qui sotto quello che ho appena ricevuto dalla "Tavola della Pace"...sottoscrivo tutto!
Ieri l'Onu ha riconosciuto alla Palestina il rango di "Stato Osservatore"
Bene! Brava!! Bis!!!
Flavio Lotti: Brava Italia!
Ma ora riapriamo i negoziati e chiudiamo definitivamente questo conflitto.
Bene: l'Assemblea Generale dell'Onu che riconosce alla Palestina il rango di "Stato Osservatore"! Un fatto storico. Brava: l'Italia che vota SI!! Un altro fatto storico. Bis: e ora chiudiamo per davvero questo conflitto!!!
Bene! Finalmente il mondo compie un gesto di pace in Medio Oriente, mette fine a decenni di ipocrisie, ambiguità e complicità, lancia un salvagente all'Autorità Nazionale Palestinese e torna ad investire sulla soluzione politica del conflitto più lungo del nostro tempo.
Brava l'Italia!! Anzi, il bravo va al Presidente del Consiglio e a tutti coloro che hanno contribuito a mettere in un angolo la linea irresponsabile del ministro Giulio Terzi e dei finti amici di Israele. Votando SI il governo ha evitato all'Italia un pericoloso errore politico-diplomatico; ha ridato all'Italia un pizzico di quella dignità politica che abbiamo perso da tempo; ha ri-unito l'Italia alla comunità del Mediterraneo e alla gran parte dell'Europa; ha iscritto il nostro paese nell'albo storico dei paesi amanti della pace.
Bis!!! Questa decisione non può e non deve restare isolata. Sarebbe non solo sbagliato ma anche pericoloso. Questa decisione non migliora le condizioni di vita dei palestinesi. Dobbiamo evitare che le preannunciate ritorsioni di Israele le peggiorino ulteriormente. L'Italia e l'Europa devono agire immediatamente per riaprire i negoziati di pace e puntare a chiudere definitivamente il conflitto tra questi due popoli. A entrambi deve essere riconosciuto il diritto di vivere in pace su quella terra con gli stessi diritti, la stessa dignità e la stessa sicurezza. La formula è "due stati per due popoli". E deve essere realizzata ora. Anche a costo di un'inedita e creativa "imposizione" internazionale. E' l'ultima possibilità. E noi non possiamo permetterci di sprecarla. L'Italia, che vanta ottime relazioni sia con Israele che con i palestinesi, può fare molto. Ma deve continuare a fare quello che ha fatto ieri: assumere un ruolo attivo, propositivo e progettuale. Diamo all'Italia una politica di pace!
Chi ha vinto? Il buon senso. Chi ha perso? I signori della guerra infinita.
Flavio Lotti
Coordinatore nazionale della Tavola della pace
Perugia, 30 novembre 2012
MA POI SUCCEDE QUESTO....MANNAGGIA!
La prossima settimana il voto in aula.
La Camera riforma le FFAA in 8 ore
Flavio Lotti: una corsa da record riservata solo agli amici degli F35.
Ieri i deputati della Commissione Difesa hanno battuto ogni record. In soli 75 minuti hanno approvato il disegno di legge delega di revisione delle Forze Armate. Hanno preso il testo uscito dal Senato e in quattro e quattr'otto lo hanno passato all'Aula di Montecitorio che lo ha già iscritto all'ordine del giorno della prossima settimana. In totale gli hanno dedicato 6 sedute, 8 ore e 40 minuti. In pratica una sola giornata di lavoro per fare quella riforma delle FFAA che non hanno fatto negli ultimi 20 anni.
Ma si può trattare in questo modo una riforma così importante? Ditemi voi. Si può omettere di fare quel lavoro di analisi di una materia così delicata che è compito primario di ogni parlamentare? Avete mai visto i parlamentari precipitarsi in questo modo dinanzi al dramma della povertà, della disoccupazione, dell'esclusione sociale, della corruzione o delle mafie? No. Queste cose si fanno solo per gli F35 e per la potente lobby del complesso militare-industriale.
Resta una domanda: perché tutta questa fretta? Perché l'ammiraglio Di Paola pretende di scrivere anche i decreti attuativi della riforma pur essendo alla fine della legislatura. In altre parole i militari pretendono di decidere da soli come riorganizzare le forze armate, temono il risultato delle prossime elezioni e il Parlamento si fa da parte. Non so voi, ma io lo considero uno scandalo insopportabile. A nulla sono valsi gli inviti a precisare e migliorare il testo della delega. A nulla sono valsi i nostri appelli al buon senso e le nostre osservazioni puntuali. Ditemi voi: cosa dobbiamo pensare? In commissione difesa c'è stata solo l'opposizione dell'Italia dei Valori. Cosa succederà in aula? Tutti d'accordo?
A questo punto una sola cosa ci resta da fare. Denunciare quello che sta succedendo e accrescere la pressione su tutti i deputati che la prossima settimana si dovranno pronunciare, uno dopo l'altro. Vai sul sito della Camera dei deputati e invia il tuo appello. www.perlapace.it.
Flavio Lotti
Coordinatore nazionale della Tavola della pace
Perugia, 30 novembre 2012
venerdì 30 novembre 2012
giovedì 29 novembre 2012
Perchè abbiamo smesso di essere nomadi?!?
ieri sera ad "Atlantide" raccontavano dell'evoluzione dell'uomo...di come si è passati dal nomadismo ad essere stanziali, e mi sono trovata a pensare che abbiamo sbagliato tutto...beh l'ho sempre pensato...ci siamo costruiti sicurezze che ci hanno imprigionato, le abbiamo fatte divenire possessi, poi abbiamo dovuto difendere questi possessi....e così, sempre più, siamo divenuti schiavi di noi stessi, ci siamo pure costruiti filosofie e religioni anche per giustificare il nostro fermarci....e poi che abbiamo fatto? Abbiamo persino costruito templi e chiese per ficcarci dentro Dio!! L'Infinito chiuso dentro dei muri?!? Ma non è assurdo? Oh sì abbiamo costruito magnifiche cattedrali, moschee, templi, opere d'arte, capolavori...poi, se qualcuno ci diceva: "Ma Dio non sta lì, è Infinito, Immenso, è qui è lì, è in me, come fai ad intrappolarlo?..." magari l'abbiamo pure ucciso, abbiamo difeso dei muri, muri di idee e muri di pietre...a noi piacciono tanto i muri, io di qua e tu di là, e io ho più ragione di te e questa terra è la mia, e questa casa è la mia, e questa chiesa è la mia...e se passi questo confine che delimita la mia proprietà io ho diritto di attaccarti (fanno così anche gli animali con le loro pisciatine...ma noi crediamo di essere loro superiori...ah dimenticavo!) Abbiamo costruito fino a soffocare Madre Terra che non ne può più... e noi...siamo più felici? Abbiamo persino inventato il denaro, dei pezzi di carta che ci strangolano, e allora, come effetto collaterale, il viaggiare è divenuto turismo...se hai soldi viaggi...poi, però, devi ritornare...la catena è corta...siamo davvero sicuri che i nomadi con le loro tende non siano più padroni di noi? Padroni dello spazio, del tempo nella sua lentezza, del cielo, degli immensi orizzonti...più vicini a Dio.
Quante volte seduta nel metrò di Londra ho pensato a questa canzone!! Sta sera la penso ancora...e se solo avessi un pò più di coraggio aprirei la porta e me ne andrei...lontanooooo, lontanoooo
Aiutiamo la Palestina!!!
Qui di seguito l'appello delle Tavola della Pace...le foto sono di Adriano, un caro amico che è stato di recente in Palestina, se volete vedere delle altre bellissime foto aprite www.ecceterra.org
ieri sera credo di essere una delle poche che non ha visto il dibattito "Renzi vs Bersani"...onestamente mi paiono tutte "recite parrocchiali" per scimmiottare gli Stati Uniti...lasciamo perdere!
Così ho zippato qua e là e, a tarda sera, su La7 ho visto un documentario interessantissimo sulla creazione dello stato di Israele...che mi ha fatto andare a letto molto triste...insomma, una buona volta si vorrà riconoscere la PALESTNA come stato?!?
Appello urgente
L’Italia voti sì alla Palestina
“Stato Osservatore”
Oggi 29 novembre l’Assemblea Generale dell’Onu decide se riconoscere alla Palestina lo status di “Stato Osservatore”. L’Europa è divisa. Chiediamo al governo italiano di agire per la pace. Chiediamo al governo italiano di votare SI.
Passaparola!!!
Invia questo messaggio a:
- Mario Monti, Presidente del Consiglio
http://www.governo.it/scrivia/RedWeb_Form.htm
segreteriadelportavoce@governo.it
ufficio_stampa@governo.it
- Giulio Terzi, Ministro degli Affari Esteri
ministero.affariesteri@cert.esteri.it
Scrivi al Ministro degli Esteri sulla sua pagina Facebook
http://www.facebook.com/MinistroGiulioTerzi?fref=ts
oppure su twitter
http://twitter.com/giulioterzi
Seguici su twitter #onupalestina
Gli emails dell'Associazione...che lavoro!
piove, piove e piove...sono riuscita a "catturare" Micha per metterle un pò di crema sull'occhio malato che le deve fare molto male...mi deve aver odiato...ed ora è fuggita.
Ne aprofitto oggi per fare l'elenco di tutti gli emails dei soci dell'Associazione...fin ora avevamo solo le schede di iscrizione e i nomi e cognomi ed indirizzo di posta dei soci sul Libro Soci...ma non gli emails! Mamma mia che lavoro!
NE APROFITTO PER CHIEDERE A CHI LEGGERA' QUESTO POST SE FRA I SOCI CHE STANNO LEGGENDO C' E' QUALCUNO CHE NON HA MAI RICEVUTO LA TESSERA ASSOCIATIVA...se sì, per favore scrivetemi!!!
Ho il dubbio di qualche nome che mi sia sfuggito...non riesco a stare dietro a tutto e una cosa che dovrà decidere l'assemblea è chi si occuperà delle iscrizioni all' Associazione...per ora mi scuso fin da ora con chi, forse, non l'ha mai ricevuta, cercherò di rimediare.
La lista degli emails, ora come ora, mi serve subito per una futura convocazione dell'Assemblea dei Soci, forse in gennaio, per l'Approvazione del Bilancio e...per incontrarci.
Una novità è che un amico e pellegrino assicuratore sta studiando una polizza assicurativa per i soci (tipo quella del Cai) vi farò sapere!
Puf, puf...tutto ciò è un lavoro difficile per me perchè...i miei "doni" sono altri...ad esempio: Ieri ho disegnato varie immagini di San Benedetto per la futura trasformazione della Credenziale con sopra anche il Cammino di San Benedetto, cosa che mi ha dato grande piacere e che è...nelle mie corde!
Creeremo in febbraio la nuova Credenziale così, nel nuovo anno pellegrino, continuerò a spedire la credenziale così come è ora per chi camminerà "Di qui passò Francesco" e "Con le ali ai piedi"...a finire quelle che ho ancora che sono circa 1000, mentre chi farà il "Cammino di San Benedetto" riceverà da subito la nuova...
puf, puf...poi, se Dio vuole, la Credenziale sarà per tutti la nuova e definitiva...non c'è più posto per nessun...Santo nuovo!
E credo che avere San Francesco, San Michele Arcangelo e San Benedetto come protettori dei pellegrini sia un record da Guiness...non credo esista altra Credenziale al mondo più santificata!
Mentre cercavo un'immagine della chiocciolina mi sono imbattuta in questo post che racconta la storia di questo simbolo e la ricopio qui...c'è sempre da imparare!!!
Torno alla mia lista!
La chiocciola entra al MoMA di New York
Il simbolo compare in documenti del VII sec. Per i russi è un cane, per i finlandesi un gatto, per i cinesi un topo.
Il simbolo "@", usato per gli indirizzi e-mail ma sempre più spesso anche su Facebook e Twitter per "taggare" qualcuno, è stata inserita nella collezione del museo di arte moderna di New York, dove verrà esposto a fianco dei quadri di Pablo Picasso e dei lavori di Andy Warhol. L'annuncio arriva da un post del blog ufficiale del MoMA firmato da Paola Antonelli, curatrice del dipartimento di architettura e design. Una vera e propria svolta perché, spiega Antonelli, «si abbandona il principio che il possesso fisico di un oggetto è il requisito necessario per la sua acquisizione».
UNITÀ DI MISURA - Nei fatti, il MoMA non ha sborsato nulla per esporre un simbolo che l'esplosione di internet ha fatto diventare universale e non si riserverà alcun diritto sulla sua riproduzione. «È la prima opera veramente gratuita del MoMA, anche se non è l'unica senza prezzo». Per spiegare i motivi della scelta d'includere la chiocciola nel tempio mondiale dell'arte moderna, la curatrice ripercorre la storia curiosa di un simbolo tipografico già presente in alcuni documenti del settimo secolo dopo Cristo, in cui veniva usato per ridurre a un unico tratto di penna la preposizione latina "ad". La @ poi si trasformò in un'unità di misura commerciale: nella Venezia del sedicesimo secolo stava a indicare l'anfora di terracotta, usata dai mercanti per quantificare i propri scambi. Il legame con il commercio si mantiene fino al diciannovesimo secolo, quando la @ viene inclusa all'interno della tastiera della macchina da scrivere per poi essere inserita, nel 1963, all'interno di sistema ASCII, ovvero quell'insieme di caratteri riconosciuti e rappresentabili dai computer, come abbreviazione dell'allocuzione "at the rate of" ovvero "al prezzo di", che diventava semplicemente @, "at".
CANE, GATTO, TOPO - A ridisegnare l'uso della @, che in realtà giaceva pressoché inutilizzata sulla tastiera, fu l'ingegnere elettronico Ray Tomlinson, inventore del primo sistema e-mail, che diede al simbolo il significato che oggi tutti conoscono, sebbene la sua interpretazione visiva cambi da Paese a Paese: gli italiani e i francesi la chiamano chiocciola, per i russi è un cane, per i finlandesi un gatto arrotolato, per i cinesi un topo, per i tedeschi una coda di scimmia. E l'inserimento nella collezione del MoMA è proprio un omaggio all'intuizione di Tomlinson, che seppe ridare nuova vita a quel carattere, in cui «si ritrovano tutti gli elementi, come la semplicità, l'essenzialità, l'eleganza, propri della modernità».
mercoledì 28 novembre 2012
campane...
strano...è mercoledì?! Si muore anche di mercoledì? No perchè qui i funerali li fanno solo di sabato...ma le campane suonano a morto...oggi? Perchè poi a morto?!? Che totale incomprensione del messaggio divino!! Ma come? Gli stessi che dicono che si "ritorna alla casa del Padre" sono quelli che suonano le campane in modo triste?! Ah, beh, dicono che lo fanno per chi rimane....allora...non ha senso lo stesso! Io, se mai qualcuno mi vorrà dire una messa, voglio le campane a stormo (devo averla già detta sta cosa...sì, forse, ma che volete, ho la memoria corta!) Sto leggendo un libro di Christian Bobin che prestai a Marisa...è come nuovo, è bellissimo...non ne ricordavo una parola! Ora le campane suonano in modo diverso...pare che nessuno sappia come suonarle...qualche rintocco a festa e poi...di nuovo a morto...deve essere il dubbio! Ci credo on non ci credo a sta storia della "casa del Padre"? Paiono voler dire. Piove, un lieve sfrigolio si mescola al suono indifferente di una sega elettrica...lei non sa niente né di al di là e né di Case Celesti...se ne fa una sega! (Che gioco di parole scemo!).
Cielo plumbeo...dieci anni fa arrivavo a Santiago, il cielo quel giorno, bontà sua, era azzurro...dopo tanta pioggia...io ero plumbea, rabbiosa...niente più frecce a guidarmi la via, niente più "armatura pellegrina" ero nulla davanti ad una cattedrale dalla facciata troppo imponente, spocchiosa. Lo zaino pesava di più quella mattina. Una brutta foto di me fatta da uno fermato sulla piazza...tanto era giusto per la cronaca, io ero arrivata...da nessuna parte! Improvvisamente il naso captava l'odore di sudore rancido dei miei vestiti..."strano, non me ne ero accorta per un intero mese!"
Niente botafumero...pochi pellegrini, nessuno che paghi per l'incensata...La messa dei pellegrini, in mano un rotolino, la Compostela. "Oggi sono arrivati...e una pellegrina italiana".
E la sega continua a segare, le campane tacciono, anche la pioggia, non sa decidersi: "piovo o non piovo?"
Anch'io non so decidermi, è un nuovo giorno da un pò, forse è il caso che smetta di parlare come una scema ad uno schermo che mi ributta solo le lettere che due dita fanno rimbalzare sulla tastiera.
Voilà...un clik e il post parte ora il cielo borbotta..."che arrivi un bel temporale?" Magari! Io adoro i temporali...ciao clik a tutti voi
Cielo plumbeo...dieci anni fa arrivavo a Santiago, il cielo quel giorno, bontà sua, era azzurro...dopo tanta pioggia...io ero plumbea, rabbiosa...niente più frecce a guidarmi la via, niente più "armatura pellegrina" ero nulla davanti ad una cattedrale dalla facciata troppo imponente, spocchiosa. Lo zaino pesava di più quella mattina. Una brutta foto di me fatta da uno fermato sulla piazza...tanto era giusto per la cronaca, io ero arrivata...da nessuna parte! Improvvisamente il naso captava l'odore di sudore rancido dei miei vestiti..."strano, non me ne ero accorta per un intero mese!"
Niente botafumero...pochi pellegrini, nessuno che paghi per l'incensata...La messa dei pellegrini, in mano un rotolino, la Compostela. "Oggi sono arrivati...e una pellegrina italiana".
E la sega continua a segare, le campane tacciono, anche la pioggia, non sa decidersi: "piovo o non piovo?"
Anch'io non so decidermi, è un nuovo giorno da un pò, forse è il caso che smetta di parlare come una scema ad uno schermo che mi ributta solo le lettere che due dita fanno rimbalzare sulla tastiera.
Voilà...un clik e il post parte ora il cielo borbotta..."che arrivi un bel temporale?" Magari! Io adoro i temporali...ciao clik a tutti voi
martedì 27 novembre 2012
"Non c'è tempo" e questo è il mio mantra
Avete presente quel "Fratello ricordati che devi morire" che si scambiavano incontrandosi gli antichi monaci che deambulavano nei chiostri?! Sempre mal interpretata sta cosa come un appesantimento lugubre della già complessa e difficile vita. Invece no!!! E' un inno alla vita, oggi, ora, potrei morire...non ho tempo, non devo farmi sfuggire nulla, non devo lasciare o rimandare a domani nulla, è oggi che sono viva...domani non so! Giorni e giorni che il "non c'è tempo" mi si ripete nella testa mentre attorno a me c'è una massa di gente che il tempo pare averlo:
1 Tempo per non curare un'amicizia chiudendosi nel bozzolo credendo così di risolvere i propri problemi.
2 Tempo per, politici e non, di piccoli paesini per fare battaglie più o meno idiote per la politica, così si chiama, rischiando di distruggere un bel progetto perchè il "bene comune" non fa parte del loro vocabolario e loro "hanno tempo da perdere"...
3 Tempo per religiosi che non capiscono che l'accoglienza dovrebbe essere il loro principale modo per esternare la loro missione ed invece...hanno tempo per distruggere il già fatto...
4 Tempo per i dibattiti televisivi mentre l'Italia va a rotoli, il mondo va a rotoli prchè nessuno pensa al solito "bene comune" e discute, ah se discute senza nulla fare!
E io, che non ho tempo, sono definita da un caro amico: "Agitata" (capisco bene che lui non trovasse una parola per definire il mio "non tempo" e questa "agitata" fosse la parola più vicina e non gliene voglio) anche se io non sono per niente agitata! Semplicemente "non ho tempo"!!
Non ho tempo per stare dietro alle varie menate, proprio ora che ho più che mai "tempo" , sento l'urgenza, che non ha nulla a che vedere con l'agitazione, del "non avere tempo"...facciamo tutti un bel gioco, facciamo finta che sia vero che il 21 Dicembre o il 15 Febbraio finisca il mondo...vero, non vero, chissà?! Ma faciamo un gioco, facciamo finta che sia vero,
CHE FARESTE SE FOSTE SICURI DI MORIRE FRA UN MESE? E' solo un gioco, facciamo una lista di quello che faremmo: Di certo io andrei da tutti gli amici a dire loro: "Ti voglio bene, sono qui, sono tua amica...hai bisogno del mio aiuto?" Perchè, fra un mese, non potrei più dire loro quanto li amo...e allora...non ho mica tempo da perdere! E così anche le mie crisi finirebbero, no?
Aprirei la porta di casa, convento, associazione o quant'altro dicendo: "Venite, venite tutti, avete bisogno d'ascolto? Avete bisogno di conforto? Io sono qui" Perchè, fra un mese, quella porta non ci sarebbe più e nemmeno io ad aprirla.
Mi metterei d'accordo con tutti per il "Bene comune" non fosse altro che questo fosse l'ultimo atto buono della mia vita...mica ho molto tempo per mettermi assieme agli altri esseri umani!!
MA NO, TUTTI HANNO TEMPO, TUTTI SI ILLUDONO DI AVERE TEMPO, HO UNA CHICCA PER TUTTI....DOMANI POTRESTE ESSERE MORTI! ANZI, FRA UN'ORA, ANZI FRA UN MINUTO...
agitata?!? No...sono pienamente cosciente della brevità della vita...e sarei tentata di dire: "Beati voi che non lo siete!" Ma non è così...beato chi "non ha tempo" forse non beato nel senso di: nuvolette, fiorellini, angioletti e musichine angeliche. Beato in modo umano, faticosamente, e chi l'ha detto che la vita non sia faticosa e piena di ostacoli? Ma, mannaggia, gli ostacoli sono lì per essere saltati non per accucciarsi in un angolo a vedere se: "E' il caso che salti, ho la forza di saltarlo? E se poi non ci riesco, e se mi inciampo? E poi oltre che c'è? Il mio passato mi dice che non ce la farò e allora è meglio che me ne stia qui a mugugnare, a guardarmi l'ombelico, ripetendomi "non ce la farò perchè il passato mi frena" Ah è meglio che stia qui tutto solo a decidere, anzi, non decido nulla, così, se chiudo gli occhi, l'ostacolo sparisce!..." E intanto l'ostacolo si fa sempre più alto e la mano che ci poteva aiutare sparisce...SALTA! Non c'è tempo! Non c'è mai tempo...la vita è breve, direi berevissima, e cosa resterà di essa? Cosa resterà di noi quando ce ne saremo andati? L'amore che abbiamo dato e quello che abbiamo raccolto, nulla più! In tutte le sue forme...e di doni ne abbiamo ricevuti, ognuno per quello che può, per realizzare quello che dovevamo realizzare per amore e in questo breve lasso di tempo che è la vita quello che siamo venuti a fare qui in questa "valle di lacrime" di cui, la maggioranza, sono auto-prodotte perchè non ci prendiamo la responsabilità, temporalmente brevissima, di essere felici e di far felici gli altri! Non ci sono scuse, nessuno può avere scuse e...non c'è tempo da perdere!
La non agitata ma con tutte le cellule che gridano"VITA!" vi saluta dicendo:
"Ricordati sorella, fratello che devi morire!"
Poi fate voi, io sono semplicemente una che sa che è così!
1 Tempo per non curare un'amicizia chiudendosi nel bozzolo credendo così di risolvere i propri problemi.
2 Tempo per, politici e non, di piccoli paesini per fare battaglie più o meno idiote per la politica, così si chiama, rischiando di distruggere un bel progetto perchè il "bene comune" non fa parte del loro vocabolario e loro "hanno tempo da perdere"...
3 Tempo per religiosi che non capiscono che l'accoglienza dovrebbe essere il loro principale modo per esternare la loro missione ed invece...hanno tempo per distruggere il già fatto...
4 Tempo per i dibattiti televisivi mentre l'Italia va a rotoli, il mondo va a rotoli prchè nessuno pensa al solito "bene comune" e discute, ah se discute senza nulla fare!
E io, che non ho tempo, sono definita da un caro amico: "Agitata" (capisco bene che lui non trovasse una parola per definire il mio "non tempo" e questa "agitata" fosse la parola più vicina e non gliene voglio) anche se io non sono per niente agitata! Semplicemente "non ho tempo"!!
Non ho tempo per stare dietro alle varie menate, proprio ora che ho più che mai "tempo" , sento l'urgenza, che non ha nulla a che vedere con l'agitazione, del "non avere tempo"...facciamo tutti un bel gioco, facciamo finta che sia vero che il 21 Dicembre o il 15 Febbraio finisca il mondo...vero, non vero, chissà?! Ma faciamo un gioco, facciamo finta che sia vero,
CHE FARESTE SE FOSTE SICURI DI MORIRE FRA UN MESE? E' solo un gioco, facciamo una lista di quello che faremmo: Di certo io andrei da tutti gli amici a dire loro: "Ti voglio bene, sono qui, sono tua amica...hai bisogno del mio aiuto?" Perchè, fra un mese, non potrei più dire loro quanto li amo...e allora...non ho mica tempo da perdere! E così anche le mie crisi finirebbero, no?
Aprirei la porta di casa, convento, associazione o quant'altro dicendo: "Venite, venite tutti, avete bisogno d'ascolto? Avete bisogno di conforto? Io sono qui" Perchè, fra un mese, quella porta non ci sarebbe più e nemmeno io ad aprirla.
Mi metterei d'accordo con tutti per il "Bene comune" non fosse altro che questo fosse l'ultimo atto buono della mia vita...mica ho molto tempo per mettermi assieme agli altri esseri umani!!
MA NO, TUTTI HANNO TEMPO, TUTTI SI ILLUDONO DI AVERE TEMPO, HO UNA CHICCA PER TUTTI....DOMANI POTRESTE ESSERE MORTI! ANZI, FRA UN'ORA, ANZI FRA UN MINUTO...
agitata?!? No...sono pienamente cosciente della brevità della vita...e sarei tentata di dire: "Beati voi che non lo siete!" Ma non è così...beato chi "non ha tempo" forse non beato nel senso di: nuvolette, fiorellini, angioletti e musichine angeliche. Beato in modo umano, faticosamente, e chi l'ha detto che la vita non sia faticosa e piena di ostacoli? Ma, mannaggia, gli ostacoli sono lì per essere saltati non per accucciarsi in un angolo a vedere se: "E' il caso che salti, ho la forza di saltarlo? E se poi non ci riesco, e se mi inciampo? E poi oltre che c'è? Il mio passato mi dice che non ce la farò e allora è meglio che me ne stia qui a mugugnare, a guardarmi l'ombelico, ripetendomi "non ce la farò perchè il passato mi frena" Ah è meglio che stia qui tutto solo a decidere, anzi, non decido nulla, così, se chiudo gli occhi, l'ostacolo sparisce!..." E intanto l'ostacolo si fa sempre più alto e la mano che ci poteva aiutare sparisce...SALTA! Non c'è tempo! Non c'è mai tempo...la vita è breve, direi berevissima, e cosa resterà di essa? Cosa resterà di noi quando ce ne saremo andati? L'amore che abbiamo dato e quello che abbiamo raccolto, nulla più! In tutte le sue forme...e di doni ne abbiamo ricevuti, ognuno per quello che può, per realizzare quello che dovevamo realizzare per amore e in questo breve lasso di tempo che è la vita quello che siamo venuti a fare qui in questa "valle di lacrime" di cui, la maggioranza, sono auto-prodotte perchè non ci prendiamo la responsabilità, temporalmente brevissima, di essere felici e di far felici gli altri! Non ci sono scuse, nessuno può avere scuse e...non c'è tempo da perdere!
La non agitata ma con tutte le cellule che gridano"VITA!" vi saluta dicendo:
"Ricordati sorella, fratello che devi morire!"
Poi fate voi, io sono semplicemente una che sa che è così!
Capodanno in miniera...io ci vado!
E' stato amore a prima vista quando Franco il caro amico sardo ce ne ha parlato all'incontro della "Rete dei Cammini" a San Giovanni Rotondo. Un Capodanno camminando, un Capodanno in Sardegna che conosco pochissimo in una zona che dalle foto è spettacolare, un Capodanno nella storia delle miniere e allora...io che vivo da "signora povera" mi sono detta: "questa non me la perdo e poi...sarà quel che sarà!". Così io e Oreste abbiamo già acquistato il biglietto aereo a basso costo e, il 29, saremo a Ciampino ad imbarcarci alla volta di Cagliari. Il programma è sul sito e se state pensando a che fare che non sia annoiarsi in qualche festa o stare sconsolati davanti alla TV con una bottiglia di bollicine in mano, veniteci! Sarà sicuramente bellissimo...e poi gli amici sardi sono speciali e il programma è densissimo di incontri belli, insomma un'occasione da non lasciarsi scappare, parola! Io non vedo l'ora!
lunedì 26 novembre 2012
...e parlando di gatti...
Ecco i miei! Manca solo Zen che vive nella torre e viene solo a cena, è grigio scuro quasi nera e, dopo 4 anni, sono riuscita a carezzarla, ora si struscia nelle gambe e fa strani ronfii, mugolati di piacere quando la si tocca.
Dall'alto:
A-gatone: arrivato a casa mia l'estate scorsa e non è più partito, è un pò gnocco ma molto affettuoso.
Benny: accanto alla stufina, la decana, ha dieci anni e mezzo ed è la favorita, lo sarebbero anche gli altri ma lei mi coccola quanto io coccolo lei. Gli altri, eccetto Damiao, non vengono mai in braccio.
Damiao: vicino ai bellissimi fiori che mi ha portato Francesco...non c'è stato modo di fargli aprire i magnifici occhi verdi...si godeva troppo il sole sonnecchiando. E' il gattone di famiglia, il fusto, affettuosissimo e cacciatore di carezze da tutti quelli che arrivano qui...quando non è a...gatte.
Micha: Con un occhietto con la congiuntivite...penso, ma chi la acchiappa?! Non si fa toccare perchè è stata troppe volte dal veterinario e ora ha paura, è bellissima e morbidissima e la terrei volentieri in braccio ma lei non vuole.
Tache: la nuova arrivata...impossibile avvicinarla per ora, ha troppa paura, è bellina vero?
A-gatina detta Tina: Egocentrica, intelligentissima, miagola tanto e raucamente, ha il pelo setoso come il velluto e condivide il mio letto,ai piedi, con Benny che le sta discosta tollerandola. Spiritosa e simpatica sa come accativarsi le simpatie.
Potrei scrivere tanto su di loro ma dopo aver letto la Lessing...beh non ci provo, sarebbe una brutta copia.
Doris Lessing e i gatti
Il primo incontro con Doris Lessing sarà per me per sempre legato ad una cucina accogliente di Cambridge. Stavo preparandomi per lo scoglio temuto del "Proficiency" l'esamone che poteva decretare o no se la mia conoscenza dell'inglese era solo superficiale o meno. Quel giorno scesi in cucina e lì c'era uno strano tipo in giacca da stradino, blu con le spalle ricoperte di toppe di plastica, stava bevendo il the con la coppia di professori, il mio e sua moglie, i cari amici che mi affittavano la camera e che erano la mia famiglia in quei lontani giorni anni '70. Amavo molto quella famiglia di intellettuali scanzonati e impegnati, amavo molto il loro bambino di 10 anni Simon che mi dava, con scarso successo, lezioni di scacchi e che battei solo una volta e, credo, per una sua distrazione, con grande suo disappunto. Amavo Ruth, la figlia flessuosa e pre adolescente che ora sarà una bellissima donna e che allora nella posizione del loto riusciva a scendere le scale "camminando" sulle ginocchia. Amavo le conversazioni sempre interessantissime, il loro impegno politico, il femminismo combattivo e dolce di Ann, il suo garbatamente prenderla in giro di David...amavo gli incontri mai banali che si facevano in quella casa . Così, quel giorno, lo "stradino" si rivelò essere un professore molto quotato di letteratura contemporanea inglese della prestigiosa università. Ah quanto mi piace quel non puntare sulle apparenze degli inglesi! Lui si vesiva così, dimesso e anonimo, ma quando apriva la bocca...beh usciva un sapere non ostentato ma decisamente profondo! E l'università lo accettava così, ben conscia del suo valore...David mi disse: "Chiedi a lui cosa dovresti leggere..." E lui tirò fuori un foglietto e mi scrisse una lista interminabile di autori per me ancora sconosciuti e, mentre scriveva, mi diceva: "Questo ti piacerà, questo è duro ma va letto, questo scrive da Dio, questo è difficile ma..." Fra tutti loro Doris Lessing di cui non sapevo nulla e di cui mi innamorai dopo poco. Libri duri i suoi su un'Africa dura, libri dolorosi e pieni del suo sconfinato amore, della sua capacità di amare, il cui profumo ho ritrovato nel suo discorso di accettazione del Nobel nel 2007 nell'ottimo libro di Terre di Mezzo "I Nobel si raccontano".
Così il suo nome è ritornato alla mente e, l'altro giorno a Roma, girellando affannata per il caldo e i pensieri tristi fra i libri del bookshop di stazione Termini, non so nemmeno come gli occhi mi siano caduti su questo libricino suo e l'ho raccolto...come si raccoglie distrattamente una conchiglia sulla riva del mare, una conchiglia fra tante che brilla solo un pò di più.
Mi conosco, le riviste mi annoiano, dopo un poco divento impaziente, anche le più interessanti non mi danno la voglia di immergermi in esse che mi da un libro e i pensieri erano troppo tristi per un viaggio Roma-Assisi senza lettura...come si legge bene in treno! Insomma, eravamo ancora alla periferia della stazione di Roma, che già io ero volata in Africa insime a Doris per poi ritrovarmi in una stradetta di Londra così facile da immaginare se ci si è vissuti. Il filo conduttore i gatti, i tanti gatti di Doris, che si mescolavano all'imagine dei miei che hanno punteggiato la mia vita così come la sua. E il genio della grande scrittrice sbuccava fuori in questo suo osservare e studiare le "regali bestiole" con le loro psicologie diverse, il loro vissuto, la loro intelligenza...proprio verso la fine del libro lei dice parlando di Rufus un gatto di strada accolto in casa con tutte le sue malattie il suo doloroso vissuto: "Prima di allora avevo capito soltanto che i gatti avevano diversi tipi di temperamento. Quella di Rufus è l'intelligenza del sopravvissuto..." E, in filigrana, questo suo osservare, interagire e descrivere i gatti fa scorrere la sua vita, i suoi luoghi, un tempo e una storia degli umani in quei luoghi...Grande letteratura che mi rimanda all' "orrendo 50 sfumature" dove, non solo si inneggia al sadismo ma lo si fa scrivendo male, molto male, avvelenando l'anima e il corpo e deprivando la mente della bellezza anche della vera, creativa, e sapiente scrittura.
Libro di certo per chi ama i gatti ma non solo per noi, libro di alta psicologia soffuso dalla dolcezza e umanità dei gesti da nulla, delle finestre sul retro di case da nulla, in cortili da nulla dove l'improvvisa fioritura di un lilà proprompe vitale come gli immensi alberi di un'Africa lontana...
Scusatemi se vi deprivo del piacere di leggere l'ultima frase di questo libro al termine di questa dolcissima lettura, è troppo bella e dice tutto e mi va di ricopiarla qui:
"Quando si conoscono i gatti, quando si è passata una vita insieme ai gatti, quel che rimane è un fondo di sofferenza, un sentimento del tutto diverso da quello che si deve agli umani: un misto di dolore per la loro incapacità di difendersi, e di senso di colpa a nome di tutti noi."
Buona lettura! Credetemi, ne vale la pena, anzi, il piacere.
ps. dopo aver pubblicato questo post ho trovato questo bell'articolo di Repubblica.it ve lo trascrivo qui
Doris Lessing e i suoi gatti
"Tra noi chiacchiere e coccole"di ANAIS GINORI
L'ULTIMA si chiama Yum Yum, è bianca con una piccola macchia nera sul musetto. "Ha un carattere difficile" ammette Doris Lessing. "Non ho mai avuto una gatta così bizzosa. L'ho trovata che aveva già cinque anni. Per mesi è rimasta sempre nascosta sotto il divano. Probabilmente, era stata maltrattata dall'ex padrone". Quando l'anno scorso la Lessing è stata assaltata da tv e cronisti, Yum Yum è diventata improvvisamente anche lei una star. Ma non ha apprezzato: dal suo punto di vista, il Nobel è stato più che altro una seccatura. "Troppa agitazione - ricorda la scrittrice - non vedeva l'ora di ritrovare un po' di pace in giardino".
Di Doris Lessing si ricordano le pagine sul femminismo, i racconti dell'Africa coloniale e le sue idee comuniste radicali. Ma a Hampstead, nel quartiere della sinistra chic londinese, la signora con lo chignon di capelli bianchi è semplicemente la "gattara" ufficiale della zona. E la sua casa un rifugio sicuro per randagi e cuccioli che scavalcano il muretto di mattoni rossi in cerca di cibo. Tra rampicanti, ciclamini e stucchi bianchi, non manca mai una ciotola di acqua e un'altra di crocchette.
Capita anche che qualche abitante del quartiere che voglia sbarazzarsi di un vecchio gatto o di una cucciolata indesiderata venga qui. "Lo fanno con grande crudeltà, è qualcosa che continuo a non capire". Per Lessing quasi non c'è limite all'accoglienza. Oggi il premio Nobel, che ha annunciato qualche mese fa di non voler più scrivere, è dedita a questa comunità, anche se Yum Yum ha una condizione di privilegio: è l'unica a penetrare nella camera da letto.
"Con lei amo parlare" ha spiegato in un'intervista pubblicata dal Wall Street Journal in cui ha confessato la sua lunga relazione con il mondo dei gatti, fatta di attenzioni, coccole e cure costanti. Lessing ha scritto un piccolo saggio ("Gatti molto speciali" pubblicato da Feltrinelli) che non è un trattato di etologia, ma una sorta di biografia attorno ai suoi incontri felini. Per la scrittrice ogni gatto ha il suo temperamento. Ogni gatto è speciale. "Darei il mio cuore per una lacrima di gatto" dice, parafrasando Kipling. Lessing non pensa affatto che siano delle sfingi, animali freddi e distanti. "Quello con cui ho comunicato meglio - racconta Lessing - era 'El Magnifico', un gatto di grande intelligenza. Passavano molto tempo a guardarci, toccarci"
Una visione "minimalista" del rapporto tra uomini e gatti - una compagnia, un semplice antidoto alla solitudine - non è contemplata dalla Lessing. E a sentirla parlare viene da pensare che ormai li preferisca agli esseri umani. Ogni gatto che muore è un colpo al suo vecchio cuore, un lutto difficile da superare. In loro, riconosce anche una fonte di ispirazione. Accanto alla macchina da scrivere, tra fogli e pile di libri, la scrittrice ha sempre tenuto un gatto accoccolato a dormire oppure seduto a scrutare, vigile. Non è l'unica intellettuale ad essersi appassionata per i felini: Einstein amava follemente il suo Tiger, Hemingway aveva creato una stanza riservata ai suoi cuccioli nella casa di Cuba.
Nel suo lungo peregrinare di casa in casa, di paese in paese, Lessing non ha mai voluto rinunciare alla vicinanza di un gatto. "Mi piacciono molto anche i cani, ma non in città". Il primo gatto lo ha accarezzato quando aveva appena tre anni e viveva in Persia con i genitori. In Africa, ha imparato a giocare anche con gatti più selvatici, imprevedibili felini del deserto capaci di bellissime corse e acrobazie ma anche di mordere e graffiare con ferocia. Appena si trasferì a Londra, uno dei primi regali per il figlio Peter fu un amico a quattro zampe. Nei suoi ottantasei anni di vita, Doris Lessing ha convissuto con decine di gatti, quasi sempre meticci, senza pedigree, abbandonati.
"Non gli ho mai comprato collari o mantelline alla moda". Piuttosto, la scrittrice si batte contro le sterilizzazione forzate. "Significa condannare le femmine a vivere mutilate" osserva. Il premio Nobel ha anche passato tante ore dai veterinari, per medicare o salvare i suoi migliori amici. A uno dei suoi gatti ammalato di cancro venne amputata una zampa. "Ha vissuto altri due anni soffrendo in modo atroce. Non avrei mai dovuto permetterlo". E si capisce che anche Doris Lessing ne ha sofferto terribilmente. Ha pianto lei lacrime che i gatti non hanno.
(25 ottobre 2008)
Così il suo nome è ritornato alla mente e, l'altro giorno a Roma, girellando affannata per il caldo e i pensieri tristi fra i libri del bookshop di stazione Termini, non so nemmeno come gli occhi mi siano caduti su questo libricino suo e l'ho raccolto...come si raccoglie distrattamente una conchiglia sulla riva del mare, una conchiglia fra tante che brilla solo un pò di più.
Mi conosco, le riviste mi annoiano, dopo un poco divento impaziente, anche le più interessanti non mi danno la voglia di immergermi in esse che mi da un libro e i pensieri erano troppo tristi per un viaggio Roma-Assisi senza lettura...come si legge bene in treno! Insomma, eravamo ancora alla periferia della stazione di Roma, che già io ero volata in Africa insime a Doris per poi ritrovarmi in una stradetta di Londra così facile da immaginare se ci si è vissuti. Il filo conduttore i gatti, i tanti gatti di Doris, che si mescolavano all'imagine dei miei che hanno punteggiato la mia vita così come la sua. E il genio della grande scrittrice sbuccava fuori in questo suo osservare e studiare le "regali bestiole" con le loro psicologie diverse, il loro vissuto, la loro intelligenza...proprio verso la fine del libro lei dice parlando di Rufus un gatto di strada accolto in casa con tutte le sue malattie il suo doloroso vissuto: "Prima di allora avevo capito soltanto che i gatti avevano diversi tipi di temperamento. Quella di Rufus è l'intelligenza del sopravvissuto..." E, in filigrana, questo suo osservare, interagire e descrivere i gatti fa scorrere la sua vita, i suoi luoghi, un tempo e una storia degli umani in quei luoghi...Grande letteratura che mi rimanda all' "orrendo 50 sfumature" dove, non solo si inneggia al sadismo ma lo si fa scrivendo male, molto male, avvelenando l'anima e il corpo e deprivando la mente della bellezza anche della vera, creativa, e sapiente scrittura.
Libro di certo per chi ama i gatti ma non solo per noi, libro di alta psicologia soffuso dalla dolcezza e umanità dei gesti da nulla, delle finestre sul retro di case da nulla, in cortili da nulla dove l'improvvisa fioritura di un lilà proprompe vitale come gli immensi alberi di un'Africa lontana...
Scusatemi se vi deprivo del piacere di leggere l'ultima frase di questo libro al termine di questa dolcissima lettura, è troppo bella e dice tutto e mi va di ricopiarla qui:
"Quando si conoscono i gatti, quando si è passata una vita insieme ai gatti, quel che rimane è un fondo di sofferenza, un sentimento del tutto diverso da quello che si deve agli umani: un misto di dolore per la loro incapacità di difendersi, e di senso di colpa a nome di tutti noi."
Buona lettura! Credetemi, ne vale la pena, anzi, il piacere.
ps. dopo aver pubblicato questo post ho trovato questo bell'articolo di Repubblica.it ve lo trascrivo qui
Doris Lessing e i suoi gatti
"Tra noi chiacchiere e coccole"di ANAIS GINORI
L'ULTIMA si chiama Yum Yum, è bianca con una piccola macchia nera sul musetto. "Ha un carattere difficile" ammette Doris Lessing. "Non ho mai avuto una gatta così bizzosa. L'ho trovata che aveva già cinque anni. Per mesi è rimasta sempre nascosta sotto il divano. Probabilmente, era stata maltrattata dall'ex padrone". Quando l'anno scorso la Lessing è stata assaltata da tv e cronisti, Yum Yum è diventata improvvisamente anche lei una star. Ma non ha apprezzato: dal suo punto di vista, il Nobel è stato più che altro una seccatura. "Troppa agitazione - ricorda la scrittrice - non vedeva l'ora di ritrovare un po' di pace in giardino".
Di Doris Lessing si ricordano le pagine sul femminismo, i racconti dell'Africa coloniale e le sue idee comuniste radicali. Ma a Hampstead, nel quartiere della sinistra chic londinese, la signora con lo chignon di capelli bianchi è semplicemente la "gattara" ufficiale della zona. E la sua casa un rifugio sicuro per randagi e cuccioli che scavalcano il muretto di mattoni rossi in cerca di cibo. Tra rampicanti, ciclamini e stucchi bianchi, non manca mai una ciotola di acqua e un'altra di crocchette.
Capita anche che qualche abitante del quartiere che voglia sbarazzarsi di un vecchio gatto o di una cucciolata indesiderata venga qui. "Lo fanno con grande crudeltà, è qualcosa che continuo a non capire". Per Lessing quasi non c'è limite all'accoglienza. Oggi il premio Nobel, che ha annunciato qualche mese fa di non voler più scrivere, è dedita a questa comunità, anche se Yum Yum ha una condizione di privilegio: è l'unica a penetrare nella camera da letto.
"Con lei amo parlare" ha spiegato in un'intervista pubblicata dal Wall Street Journal in cui ha confessato la sua lunga relazione con il mondo dei gatti, fatta di attenzioni, coccole e cure costanti. Lessing ha scritto un piccolo saggio ("Gatti molto speciali" pubblicato da Feltrinelli) che non è un trattato di etologia, ma una sorta di biografia attorno ai suoi incontri felini. Per la scrittrice ogni gatto ha il suo temperamento. Ogni gatto è speciale. "Darei il mio cuore per una lacrima di gatto" dice, parafrasando Kipling. Lessing non pensa affatto che siano delle sfingi, animali freddi e distanti. "Quello con cui ho comunicato meglio - racconta Lessing - era 'El Magnifico', un gatto di grande intelligenza. Passavano molto tempo a guardarci, toccarci"
Una visione "minimalista" del rapporto tra uomini e gatti - una compagnia, un semplice antidoto alla solitudine - non è contemplata dalla Lessing. E a sentirla parlare viene da pensare che ormai li preferisca agli esseri umani. Ogni gatto che muore è un colpo al suo vecchio cuore, un lutto difficile da superare. In loro, riconosce anche una fonte di ispirazione. Accanto alla macchina da scrivere, tra fogli e pile di libri, la scrittrice ha sempre tenuto un gatto accoccolato a dormire oppure seduto a scrutare, vigile. Non è l'unica intellettuale ad essersi appassionata per i felini: Einstein amava follemente il suo Tiger, Hemingway aveva creato una stanza riservata ai suoi cuccioli nella casa di Cuba.
Nel suo lungo peregrinare di casa in casa, di paese in paese, Lessing non ha mai voluto rinunciare alla vicinanza di un gatto. "Mi piacciono molto anche i cani, ma non in città". Il primo gatto lo ha accarezzato quando aveva appena tre anni e viveva in Persia con i genitori. In Africa, ha imparato a giocare anche con gatti più selvatici, imprevedibili felini del deserto capaci di bellissime corse e acrobazie ma anche di mordere e graffiare con ferocia. Appena si trasferì a Londra, uno dei primi regali per il figlio Peter fu un amico a quattro zampe. Nei suoi ottantasei anni di vita, Doris Lessing ha convissuto con decine di gatti, quasi sempre meticci, senza pedigree, abbandonati.
"Non gli ho mai comprato collari o mantelline alla moda". Piuttosto, la scrittrice si batte contro le sterilizzazione forzate. "Significa condannare le femmine a vivere mutilate" osserva. Il premio Nobel ha anche passato tante ore dai veterinari, per medicare o salvare i suoi migliori amici. A uno dei suoi gatti ammalato di cancro venne amputata una zampa. "Ha vissuto altri due anni soffrendo in modo atroce. Non avrei mai dovuto permetterlo". E si capisce che anche Doris Lessing ne ha sofferto terribilmente. Ha pianto lei lacrime che i gatti non hanno.
(25 ottobre 2008)
domenica 25 novembre 2012
la mia Bologna!
Francesco, il caro amico di Bologna,, è appena ripartito dopo aver passato un pezzo di weekend nebbioso, modello "la bassa", qui ad Assisi...anzi ad Assisi c'era il sole ma la nebbia era alle sue prime case in basso ed era, ed è, così tanta che non si vedeva nemmeno la cupola di Santa Maria degli Angeli che, di solito, svetta sopra il mare di bianco. Le venute di Francesco sono sempre graditissime, è veramente un buon amico che, oltre tutto, mi porta una ventata bolognese per cui, quando siamo insieme, è come se si aprisse un cassetto della memoria e mi venissero a mente parole che non uso mai, antiche parole della mia città che la sua presenza fa riaffiorare. Così, parlando, mi ha segnato un sito carinissimo, si chiama www.succedesoloabologna.it in cui si possono trovare curiosità sulla città, sui modi di dire di cui i più non sanno le origini e, fra le tante cose, un corso in immagini di dialetto. Spero che non me ne vogliano per aver loro rubato questa immagine che trovo spassosissima...ci riuscite a pronunciare il nome delle faccette? Beh i bolognesi di certo, gli altri ne dubito...andate a vedere il sito, è proprio carino.
Grazie Francesco per la tua venuta in questa Assisi tristotta!!!
Grazie Francesco per la tua venuta in questa Assisi tristotta!!!
Cinquanta sfumature...di orrore e la violenza sulle donne
Non sono una puritana, di libri erotici ne ho letti ad iniziare a 14 anni in prima liceo con l'adorabile "L'amante di lady Chaterly" su cui generazioni di ragazze hanno sognato...e chi non vorrebbe incontrare il bel boscaiolo?! Chi non ha sognato di correre nuda sotto la pioggia insieme a lui?! Libro che poi in Inghilterra mi lessi in inglese ammirando non solo le parti lette sotto il banco e passato alla vicina nel bel mezzo di una lezione noiosa, ma tutto questo libro scritto assai bene e pieno di senso. E così, nonostante non sia mai "vittima del libro che tutti leggono", sono una delle poche al mondo che non hanno letto "Il codice da Vinci", una settimana fa, assieme a cipolle, pane e latte ho messo nella sporta della spesa alla Coop il primo della trilogia: "Cinquanta sfumature di grigio". Confesso che alla cassa mi vergognavo un pò dicendomi: "mannaggia hai 60 anni, potrai comprarti i libri che vuoi!" Poi sono andata a casa a leggerlo, prima tutto di fila poi, man mano che aumentava il disgusto, a salti. Poche ore e l'avevo finito e quello che ne restava era un avvelenamento profondo come se il libro avesse alimentato le parti più basse di me e avesse avvelenato tutto il resto. Mi sono messa a trafficare in casa velocemente, ho ascoltato buona musica, ho letto cose belle e, dopo qualche ora ma con sforzo cosciente, l'avvelenamento se ne era andato. Restava la domanda: "Che ne faccio di sto libro che non voglio avere in casa?" Mi sono detta: "Potrei abbandonarlo da qualche parte...ma poi, se chi lo legge non è attento alle sue meccaniche come sono io, se questo libro va proprio a parare su un sadismo latente io ne sarei responsabile..." Intanto si era fatta sera e avevo acceso la stufa...io ho un gran rispetto per i libri, non ne ho mai buttato via nemmeno uno...ho aperto la stufa e ce l'ho ficcato dentro felice di vederlo bruciare! Pensando che mi era costato come un quintale di legna o poco più e che poteva almeno riscaldarmi un pochino.
Perchè vi racconto tutto ciò? Perchè se questa trilogia è il best seller del momeno, se ci fate caso nelle librerie è in bella vista e ce ne sono montagne, la cosa fa paura.
Ripeto, non sono una puritana e credo che il sesso, le pusioni sessuali siano un dono del Cielo, che Dio ce le ha regalate in un suo piano stupendo di gioia a tutto tondo, credo che siano una parte fondamentale di noi esseri umani e, credo, che il fare l'amore sia un modo di comunicare amore...appunto...COMUNICARE AMORE mentre questo libro, anzi ben tre, parla solo di sadismo e di esseri, sia lui che lei, irrisolti, con grossi problemi di incomunicabilità, di paure profonde dove la violenza di lui su lei, e il desiderio di sottomissione di lei verso lui, sono haimè specchio dei nostri tempi.
Poi ci meravigliamo che ogni 4 giorni una donna venga uccisa quasi sempre dal proprio compagno? Io non sono per la censura, ha sempre fatto la fortuna delle case editrici, mi spaventa soltanto che libri così divengano i libri più letti. Mi spaventa sentire donne che dicono che questa lettura ha "messo il peperoncino nelle loro relazioni" che tristezza!!! Che cosa se ne è fatto di questo meraviglioso modo di comunicare?! Altro che il Kamasutra (l'arte d'amare vuole dire), dove ogni gesto, anche i più forti, sono inseriti in un ambiente fatto di fiori, profumi, bellezza che rimandano al "Cantici dei Cantici"...altro che il Tantra come via verso Dio! Perchè io ci credo che il corpo, l'anima, lo spirito sono, debbano essere, un tutt'uno ben equilibrato e che ogni parte di noi debba essere sviluppata e curata...troppi ne conosco di casti con grossi problemi sessuali e di comunicazione, con carenze affettive profonde come baratri che si nascondono dietro una spiritualità che maschera l'irrisolto!
Ma per avere emozioni forti, per sentirsi vivi, bisogna essere sadici e masochisti?!? Che tristezza!!! POVERE DONNE! Povere anche quelle che per rivilitalizzare il loro rapporto spento si danno a libri così, perchè la violenza nasce dall'ignoranza, dal non rispetto dell'altro, dall'incapacità di ascoltare e comunicare...dalla mancanza d'AMORE.
E allora: credo che la legge debba fare tantissimo per tutelare le donne, credo che in questo mondo totalmente maschilista, Chiesa compresa, si debba fare un lavoro immane per dare dignità alla donna, ma credo ancora di più che il lavoro di base sia quello sull'educazione all'amore in tutte le sue sfumature che sono molte di più di cinquanta e, credo, che tutto nasca da molto piccoli, nelle famiglie, nella scuola, nelle parrocchie, in tutti i luoghi in cui il bambino cresce...senza puritanesimi. Poi ben venga un erotismo sano! Ben venga il gioco se questo porta ad un maggior amore!
Perchè vi racconto tutto ciò? Perchè se questa trilogia è il best seller del momeno, se ci fate caso nelle librerie è in bella vista e ce ne sono montagne, la cosa fa paura.
Ripeto, non sono una puritana e credo che il sesso, le pusioni sessuali siano un dono del Cielo, che Dio ce le ha regalate in un suo piano stupendo di gioia a tutto tondo, credo che siano una parte fondamentale di noi esseri umani e, credo, che il fare l'amore sia un modo di comunicare amore...appunto...COMUNICARE AMORE mentre questo libro, anzi ben tre, parla solo di sadismo e di esseri, sia lui che lei, irrisolti, con grossi problemi di incomunicabilità, di paure profonde dove la violenza di lui su lei, e il desiderio di sottomissione di lei verso lui, sono haimè specchio dei nostri tempi.
Poi ci meravigliamo che ogni 4 giorni una donna venga uccisa quasi sempre dal proprio compagno? Io non sono per la censura, ha sempre fatto la fortuna delle case editrici, mi spaventa soltanto che libri così divengano i libri più letti. Mi spaventa sentire donne che dicono che questa lettura ha "messo il peperoncino nelle loro relazioni" che tristezza!!! Che cosa se ne è fatto di questo meraviglioso modo di comunicare?! Altro che il Kamasutra (l'arte d'amare vuole dire), dove ogni gesto, anche i più forti, sono inseriti in un ambiente fatto di fiori, profumi, bellezza che rimandano al "Cantici dei Cantici"...altro che il Tantra come via verso Dio! Perchè io ci credo che il corpo, l'anima, lo spirito sono, debbano essere, un tutt'uno ben equilibrato e che ogni parte di noi debba essere sviluppata e curata...troppi ne conosco di casti con grossi problemi sessuali e di comunicazione, con carenze affettive profonde come baratri che si nascondono dietro una spiritualità che maschera l'irrisolto!
Ma per avere emozioni forti, per sentirsi vivi, bisogna essere sadici e masochisti?!? Che tristezza!!! POVERE DONNE! Povere anche quelle che per rivilitalizzare il loro rapporto spento si danno a libri così, perchè la violenza nasce dall'ignoranza, dal non rispetto dell'altro, dall'incapacità di ascoltare e comunicare...dalla mancanza d'AMORE.
E allora: credo che la legge debba fare tantissimo per tutelare le donne, credo che in questo mondo totalmente maschilista, Chiesa compresa, si debba fare un lavoro immane per dare dignità alla donna, ma credo ancora di più che il lavoro di base sia quello sull'educazione all'amore in tutte le sue sfumature che sono molte di più di cinquanta e, credo, che tutto nasca da molto piccoli, nelle famiglie, nella scuola, nelle parrocchie, in tutti i luoghi in cui il bambino cresce...senza puritanesimi. Poi ben venga un erotismo sano! Ben venga il gioco se questo porta ad un maggior amore!
sabato 24 novembre 2012
l'imbecillità umana...facciamo qualche cosa!!!!
Appena ricevuto da AVAAZ e firmato:
Cari amici,
Tra poche ore l’Uganda potrebbe approvare una legge che potrebbe introdurre la pena di morte o l'ergastolo per l’omosessualità. Una mobilitazione internazionale ha rimandato la legge l’anno scorso: abbiamo bisogno di alzare la pressione per spingere il Presidente Museveni a difendere i diritti umani e fermare questa legge brutale. Firma sotto e dillo a tutti.
Il Parlamento ugandese vuole approvare una legge brutale che potrebbe introdurre la pena di morte per il reato di omosessualità. Se lo faranno, migliaia di ugandesi potrebbero essere uccisi o condannati all'ergastolo soltanto perché gay.
Già in passato siamo riusciti a fermare questa legge, e possiamo farlo ancora. Dopo l'enorme appello globale dell'anno scorso, il Presidente ugandese Museveni aveva bloccato la legge. In Uganda il malcontento nei confronti della politica sta crescendo, e gli estremisti religiosi in Parlamento sperano che la confusione e la violenza che regnano nelle strade possano distrarre la comunità internazionale e far passare inosservato il secondo tentativo di adottare questa legge piena d'odio. Possiamo dimostrare che il mondo ha ancora gli occhi puntati su di loro.
Non abbiamo tempo da perdere. Raggiungiamo un milione di voci contro la legge anti-gay in Uganda nelle prossime 24 ore: le consegneremo ai leader ugandesi e a dei paesi chiave che li possano influenzare. Clicca qui per entrare in azione e poi gira questa email a tutti:
http://www.avaaz.org/it/uganda_stop_gay_death_law/?bMJMNab&v=19431
Essere gay in Uganda è già pericoloso e orribile. Gli ugandesi LGBT sono continuamente minacciati e picchiati, e solo l’anno scorso l’attivista per i diritti degli omosessuali, David Kato (foto qui sopra) è stato brutalmente massacrato in casa sua. Ora sono minacciati ancora di più da questa legge draconiana che potrebbe imporre il carcere a vita alle persone condannate per aver avuto relazioni con persone dello stesso sesso e la condanna a morte per i recidivi. Persino chi lavora per le ONG impegnate nella prevenzione dell'HIV secondo questa legge possono essere incarcerate con l'accusa di "promuovere l'omosessualità".
Proprio ora l'Uganda è in pieno fermento politico: milioni di euro di aiuti scomparsi hanno gettato nello scandalo il Parlamento. Questo scompiglio ha fornito agli estremisti religiosi in Parlamento la migliore opportunità di ritirare fuori la legge anti-gay, dandole il nome di “Regalo di Natale” agli ugandesi.
l'impotenza e la com-passione
vi siete mai sentiti impotenti di fronte alla sofferenza di qualcuno? Di un amico, di un'amica, persino del mondo? Beh credo proprio di sì...e non sai che fare, non sai cosa dire perchè non vi sono parole, perchè la sola cosa che ti viene alle labbra è: "Io sono qui..." non capendo nemmeno cosa questo voglia dire perchè, di fatto, si è impotenti, non ci si può mettere "nelle scarpe di un altro" non importa quanto vicino l'altro ti possa essere. E un senso di frustrazione ti prende dentro e ti viene pure un certo non so chè di senso di colpa perchè tu non passi attraverso quello che l'altro sta vivendo e una parte di te, quella in fondo sana che ha a che fare con l'istinto di sopravvivenza, ti dice un "colpevole" meno male! E allora ti viene in mente quella magica parola che è "Compassione" con- passione, vivere la passione dell'altro...
E torna alla mente la sola volta che la si è vissuta, uno "stato alterato di coscienza" non prodotto da nessuna droga che il Cielo, un giorno, ti ha regalato per poi lasciarti a terra, nel livello di coscienza di tutti i giorni, quello che non sa nella carne cosa sia la compassione e non riesce nemmeno ad immaginarla, usa questa parola dal di fuori. Fu un dono del Cielo, qualche ora in cui sentivi il dolore degli altri veramente e gli altri non lo sapevano perchè, in apparenza, nulla era cambiato ma tu giravi per le strade abbracciando invisibilmente tutti e, veramente, il loro dolore era su di te e tu potevi accarezzarlo, abbracciarlo senza quel dannato compiacimento che, a volte, ti fa sentire persino "colpevolmente buono" e "colpevolmente superiore" per questo...
da allora sai che è un livello di coscienza più alto, forse quello che provano i santi, non so...ma che non puoi pilotare, non te lo puoi fare venire a comando, è un dono a cui puoi solo aspirare di ottenere ancora e che non si raggiunge di certo per "meriti" e puoi solo stare all'erta, sveglio, per riceverlo...un dono pieno d'impotenza comunque, come spiegano bene le frasi che riporto qui sotto da un capitolo del libro che vorrei tradurre. E allora di fronte al dolore muto dell'amica, alla sofferenza di un corpo che sta male e, in fondo, non ne capite il vero perchè; di fronte al sommerso irrisolto dell'amico; di fronte alla stupidità dell'essere umano te ne stai qui, impotente e frustrato, preso da un "grande gioco" che non capisci e che "giochi" perchè non c'è alternativa usando parole del tipo: "Sappi che ti voglio bene"; "Sono qui"; "Conta su di me..." (ma che cazzo vuoi veramente dire!) e poi ti viene persino voglia di ballare, di saltare, di ascoltare musica a tutto volume come quando mia mamma stava morendo... in un impeto di "voglia di vivere" per urlare, colpevolizzandoti, che la vita è comunque più forte e tu sei viva!
Sono tempi duri dove "tutti i nodi vengono al pettine" non so se il 21 dicembre sarà la fine del mondo...ma so, più che altro sento, la mente non sa, che è un tempo di "salto" verso un oltre inimmaginabile e, proprio per questo, tutto diviene più difficile...non so...l'impotenza è quella che vivo...aspetto vivendo, muovendomi per quello che posso e che devo...facendomi domande come quelle di Myriam anche sulle malattie sapendo in cuor mio che ce le facciamo venire, che ci mettiamo in condizione perchè ci vengano divisi interiormente in un disequilibrio in cui loro si insinuano perchè abbiamo lasciato loro spazio, non abbiamo opposto una nostra interezza, "una coraggiosa interezza..." E poi mi sento "divisa" fra un "credere" in un destino che ci pone davanti esercizi da superare e un "credere" che ognuno di noi ha in fondo una volontà suicida...non so, sono impotente...
...Che pasticcio, quanta gioia e quanta felicità persa! Il male non è tanto il male che noi compiamo, è tutto il bene che non facciamo. Perché ci priviamo di tutto questo bene, di questa amicizia, di questa vita per cui noi siamo stati creati? ...
...Yeshua non era un saggio dagli occhi di pietra, Lui era tutto fuorché indifferente alla sofferenza degli uomini. Quello che accadeva a Gerusalemme gli stringeva il cuore: perché tutta questa violenza? Questi uomini e donne che si distruggono in nome dello stesso Dio che li invita all’amore e alla pace? La stupidaggine, la vanità degli uomini a volte lo sommergevano…Ma non li giudicava, non li condannava; soffriva. E fu così che dopo aver condiviso la contemplazione con Yeshua , la Sua luce e il Suo silenzio, Myriam ricevette da condividere la Sua compassione...
....Vi sono dei luoghi di noi stessi che non esistono fino a quando le lacrime non vi sono penetrate; sarebbe più giusto dire che vi sono dei luoghi in noi che non esistono fino a quando l’amore non vi si è insinuato...
...Nessun lamento saliva alle sue labbra, come Yeshua Myriam piangeva in silenzio: non si può forzare gli uomini ad essere felici, non li si può salvare. Questo è quello che hanno fatto tutti i dittatori, tutti gli inquisitori: imporre le loro idee di felicità. Non esiste felicità, come non vi è amore senza la libertà di rifiutarlo…
mercoledì 21 novembre 2012
...l'angelo buffo
sto guardando "Caro amico ti scrivo" l'omaggio al "mio" Lucio su Rai 1...
Io credo che gli angeli non siano sempre belli, biondi e con gli occhi blu come ce li immaginiamo e quello che traspare dalle parole di chi è intervistato in questo programma è proprio la sua "angelità diversa".
Ci sono angeli che cadono sulla Terra, anzi, arrivano qui per essere buffi esseri buoni. Geniali come l'uomo più geniale, divertenti come un Dio che se la ride...che non è mai triste...lo abbiamo ridotto noi triste e pesante, buoni ma non scemi...bellissima la clip di lui che si guarda allo specchio e dice che si vede perfetto, proprio come doveva essere, e poi aggiunge..."Dio non sbaglia mai, sarà che il primo sbaglio che ha fatto sono io?" GRAZIE LUCIO, per sempre!
Io credo che gli angeli non siano sempre belli, biondi e con gli occhi blu come ce li immaginiamo e quello che traspare dalle parole di chi è intervistato in questo programma è proprio la sua "angelità diversa".
Ci sono angeli che cadono sulla Terra, anzi, arrivano qui per essere buffi esseri buoni. Geniali come l'uomo più geniale, divertenti come un Dio che se la ride...che non è mai triste...lo abbiamo ridotto noi triste e pesante, buoni ma non scemi...bellissima la clip di lui che si guarda allo specchio e dice che si vede perfetto, proprio come doveva essere, e poi aggiunge..."Dio non sbaglia mai, sarà che il primo sbaglio che ha fatto sono io?" GRAZIE LUCIO, per sempre!
Maria bambina al Tempio
...il vicino che va al lavoro, sono le 7.30, la gatta che mi ronfa addosso e quando mi vede sveglia reclama la pappa per tutto il suo clan, un bel caffelatte...e internet con la prima sigaretta; cronaca di un ordinario risveglio. Apro "i santi del giorno" e la mente corre subito a De Andrè e al suo stupendo album "La Buona Novella"...giorni in cui la testa e il cuore sono impegnati, impregnati di donne lontane, quelle della Palestina, della Samaria, della Giudea...Jean Yves Leloup, in un suo spledido youtube, dice quello che ho sempre notato ovvero che è alle donne che Gesù affida il suo messaggio più profondo e intimo...Leloup parla dell'intuizione, della contemplazione, dell'accoglienza, dell'amore gratuito che sono più naturali per le donne, parla di come riscoprire in sé il femminile che si sia donne o uomini...
E allora oggi penso a quella bimba, a tutti i bambini che tante volte non ascoltiamo e, haimé, riempiamo di nozioni anche su Dio quando loro sanno ancora molto di più e noi, rimpilzandoli di quello che non sappiamo più ma che abbiamo ben costruito in idee, "uccidiamo" sovracaricandoli di tutto ciò che non E' e la bellezza fugge...io ricordo alcune mie intuizioni di allora...è per questo che ascolto i bambini, specialmente quelli piccolissimi che hanno appreso a parlare da poco, sanno tanto!
La memoria odierna della Presentazione della Beata Vergine Maria ha un'importanza notevole, non solo perchè in essa vien commemorato uno dei misteri della vita di Colei che Dio ha scelto come Madre del Suo Figlio e come Madre della Chiesa, nè soltanto perchè in questa 'presentazione' di Maria vien richiamata la 'presentazione' al Padre celeste di Cristo e, anzi, di tutti i cristiani, ma anche perchè essa costituisce un gesto concreto di ecumenismo, di dialogo con i nostri fratelli dell'Oriente. Questo emerge con chiarezza sia dalla nota di commento degli estensori del nuovo calendario sia dalla nota della Liturgia delle Ore, che dice: 'In questo giorno della dedicazione (543) della chiesa di S. Maria Nuova, costruita presso il tempio di Gerusalemme, celebriamo insieme ai cristiani d'oriente quella 'dedicazione' che Maria fece a Dio di se stessa fin dall'infanzia, mossa dallo Spirito Santo, della cui grazia era stata ricolma nella sua immacolata concezione'. Il fatto della presentazione di Maria al tempio, com'è, noto, non è narrato in nessun passo dei testi sacri, mentre viene proposto con abbondanza di particolari dagli apocrifi, cioè da quegli scritti molto antichi e per tanti aspetti analoghi ai libri della Bibbia, che tuttavia sempre la Chiesa ha rifiutato di considerare come ispirati da Dio e quindi come Sacra Scrittura. Or secondo tali apocrifi, la presentazione di Maria al tempio non avvenne senza pompa: sia nel momento della sua offerta che durante la permanenza nel tempio si verificarono alcuni fatti prodigiosi: Maria, secondo la promessa fatta dai suoi genitori, fu condotta nel tempio a tre anni, accompagnata da un gran numero di fanciulle ebree che tenevano delle torce accese, col concorso delle autorità gerosolimitane e tra il canto degli angeli. Per salire al tempio vi erano quindici gradini, che Maria salì da sola, benchè tanto piccola. Gli apocrifi dicono ancora che Maria nel tempio si alimentava con un cibo straordinario recatole direttamente dagli Angeli e che ella non risiedeva con le altre bambine ma addirittura nel 'Sancta Sanctorum' (che veniva invece "visitato" una sola volta all'anno dal solo Sommo Sacerdote).
La realtà della presentazione di Maria dovette essere molto più modesta e insieme più gloriosa. Fu infatti anche attraverso questo servizio al Signore nel tempio, che Maria preparò il suo corpo, ma soprattutto la sua anima, ad accogliere il Figlio di Dio, attuando in se stessa la parola di Cristo: 'Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano'.
Autore: Piero Bargellini
martedì 20 novembre 2012
Pensando alla "mia" Terra 3 volte Santa
...smesso di tradurre mi sono messa a girare in internet e, partendo da Jean Yves Leloup, ho trovato questa bella intervista...che male mi fa al cuore sentire le notizie che arrivano dalla Terra Santa! Che impotenza bruciante sento in me di fronte alla totale stupidità umana. Povera gente, poveri tutti...
Un prete ortodosso, Jean-Yves Leloup, e un saggista palestinese, Elias Sanbar, sono gli autori di due dictionnaires amoureux. Uno su Gerusalemme, l'altro sulla Palestina. Hanno accettato di dialogare. Jean-Yves Leloup, lei ha scritto un “Dictionnaire amoureux de Jérusalem” (Plon, p. 960, € 27) e lei, Elias Sanbar, un “Dictionnaire amoureux de la Palestine” (Plon, p. 496, € 24,50). Avrebbe accettato questo dialogo se l'autore del “Dictionnaire amoureux de Jérusalem” fosse stato un ebreo israeliano? Sanbar: Se si trattasse di attaccamento personale, non di un qualsiasi diritto esclusivo sulla città basato sulla religione, sì, sinceramente. Simbolicamente, l'editore ha pubblicato questi due libri contemporaneamente, ma uno è fatto da un palestinese, quindi dall'interno, l'altro da un cristiano francese. Leloup: Un cristiano aperto ai palestinesi, agli ebrei e a tutte le tradizioni che sono vive a Gerusalemme. Jean-Yves Leloup, che cosa pensa dell'affermazione di Elias Sanbar su Gerusalemme, una città che deve essere concepita in funzione della condivisione, “una capitale per due Stati”? Leloup: È forse una cosa possibile, conoscendo l'attaccamento degli uni e degli altri a questa terra e a questa città, e la confusione che vi regna tra il politico e il religioso? Sanbar: Io ci credo. Bisognerà arrivare a questo, perché non c'è altra soluzione. La grande difficoltà, ancor prima che inizino i negoziati, è la confusione permanente tra lo strato spirituale, simbolico della città, ciò che costituisce la sua universalità, e il problema della sovranità. Per il momento, i negoziati e i discorsi trattano la città come un luogo di disputa tra due sovranità divine: vale a dire, quale dio sarebbe più sovrano? E la cosa è tanto più complicata per il fatto che è lo stesso dio per i tre monoteismi! Bisogna riconoscere alla città la sua importanza spirituale e, su questo piano, essa appartiene all'umanità. Ma bisogna anche trattarla come una città, semplicemente, non diversa da altre città del paese, senza tuttavia rinnegare la sua dimensione di futura capitale della Palestina. Come avrete capito, parlo di Gerusalemme est. Solo a quel punto, si potrà negoziare. Leloup: Ogni realtà è una realtà “costruita” o immaginaria. Particolarmente a Gerusalemme dove ciascuno investe talmente tanti sentimenti e così tante memorie sulle sue pietre... Come ritrovare la terra che vi è sotto? Sanbar: I palestinesi hanno il vantaggio di non dover fare nulla per considerarla anche come una città reale. Noi ci stiamo. Sentiamo così tanti discorsi deliranti, sulla Terra santa, i Luoghi santi, ma per noi è anche la nostra terra, banalmente. Abbiamo pagato caro il prezzo di questi immaginari. L'imposizione dell'aspetto mitico sui luoghi è stata origine di morte e non di vita. Senza rinnegare la sua dimensione universale, se non ci si rende conto anche che questo paese esiste, non si troverà la soluzione. Che cosa significa per voi due l'idea di “città santa”? Leloup: La santità è l'alterità. Una città santa è il luogo di incontro delle alterità. Gerusalemme è una sorta di laboratorio della biodiversità umana. Non far entrare in relazione queste alterità rende la vita impossibile all'umanità. Elias Sanbar, nel suo dizionario, alla voce “Fondamentalismo” lei scrive: “È una malattia che colpisce i tre monoteismi.” Leloup: Lo penso anch'io, è una patologia che vuol ridurre l'altro a sé: fare di Gerusalemme una città ebraica, una città musulmana o una città cristiana. Gerusalemme all'origine è una sorgente in un deserto, un pozzo; bisogna avere cura del pozzo, non solo per sé, ma anche per i cammelli dell'altro. Elias Sanbar, che cosa ha pensato della voce “Palestina” del “Dictionnaire amoureux de Jérusalem”? Sanbar: È una breve voce storica. Io torno allo spazio reale e alla terra familiare, cosa complicata per i nativi di questa terra, perché alla loro familiarità dei luoghi viene sempre opposta l'immensità del sacro. Ma essa è anche terra familiare. L'identità della Palestina è spesso a torto analizzata col metro della vicinanza di comunità del vicino Libano. In Palestina, non si è nelle terre vicine. Ma in una realtà forgiata nella durata, che fa sì che le persone del luogo, pur appartenendo ciascuna ad una religione, si ritengono depositari, attraverso il luogo, di tutto ciò che vi è accaduto. Si parla molto di questa pluralità della Palestina, oggi minacciata, poiché sia il sionismo che il fondamentalismo musulmano cercano di darle un solo colore. Anche le crociate, un tempo, hanno cercato di darle un colore, allora esclusivamente cristiano. Nella seconda metà del XIX secolo, ci sono stati degli scontri “comunitari” sanguinosi nei paesi vicini, Libano e Siria, dovuti fondamentalmente all'arrivo della modernità industriale, che sconvolgeva le strutture tradizionali. In Siria, ad esempio, abbiamo assistito ad un'alleanza della comunità ebraica e di quella musulmana contro la comunità cristiana. In Libano, ci sono stati degli scontri tra drusi e maroniti. Da noi, questo non è avvenuto. Certi parlano di una sorta di “attitudine democratica” precoce nei palestinesi: è ridicolo. Semplicemente si tratta del sentimento dei palestinesi di essere i depositari di tutto ciò che era accaduto nella loro terra. È ciò che chiamerei la loro pluralità. Del resto oggi minacciata, e questo per la prima volta nella loro storia. Jean-Yves Leloup, la sua voce “Terrorismo” è molto breve. Perché ha affrontato il tema? In un “Dictionnaire amoureux”, si è totalmente liberi di scegliere le voci. Leloup: I terroristi si presentano purtroppo anche come innamorati della legge, della religione, della terra. Uccidono in nome del loro amore. Di quale amore parlano, di quale dio parlano? Per quanto mi riguarda, dico con Albert Camus: “Quale che sia la causa che si difende, essa resterà sempre disonorata dal cieco massacro della folla innocente.” Jean-Yves Leloup, lei ha sviluppato molto le voci “Resistenti”, “Commando-suicidi”... Sanbar: Ho affrontato non il terrorismo, ma il problema che mi sembra inglobare tutto ciò, nella voce “Vivere e morire”. Ciò che è molto preoccupante oggi, è che sia la morte e non la libertà a diventare la finalità della lotta. Capisco la metafora usata da Jean-Yves Leloup su terrorismo e amore. Ma essa non esprime la terribile realtà, quella realtà nuova che fa dire a dei giovani: “Io mi batto per morire.” Le generazioni precedenti hanno certo rischiato e spesso perso la vita, ma si battevano per vivere, la finalità della loro lotta era la libertà: vivere liberi, a rischio, e non con lo scopo, di morire per questo. Il suo “Dictionnaire amoureux”, Elias Sanbar, è quello di un esiliato. Sanbar: Sì, ma ho anche voluto presentare la Palestina reale. Noi siamo vivi e c'è un modo di ridere palestinese, di autoderisione, che si esprime bene nei nostri film e nella nostra letteratura. È una forma superiore di resistenza, perché esprime la fede nella vita che abita, malgrado tutto, questa terra semplice, schiacciata in un conflitto interminabile. A Gerusalemme più che altrove, secondo lei, Jean-Yves Leloup, ci si può interrogare sull'idea di un'etica universale. Leloup: Ritrovare la realtà di Gerusalemme significa ritrovare il senso dell'altro, del volto unico di ciascuno. Non è forse lì l'inizio dell'etica che può liberarti da ogni idolatria, cioè da ogni forma di appropriazione esclusiva? Lei dice anche di essere partito dall'idea di un dizionario di una certa leggerezza amorosa e di essere sfociato ad una certa gravità. Leloup: Non si può essere leggeri né con la Shoah, né con l'esilio dei palestinesi, né con l'emigrazione dei cristiani. Ma, malgrado tutto, tante volte distrutta e tante volte ricostruita, Gerusalemme testimonia una vita più forte della morte. in “Le Monde” del 3 luglio 2010 (traduzione: www.finesettimana.org)
Pace come integrazione...uscire dall'ignoranza
Mi rendo conto che gli ultimi post sono in qualche modo sempre legati alla conoscenza della lingua francese…questo you tube di Jean Yves Leloup è corto ma molto chiaro come sempre lui è…lo metto qui per chi capisce il francese, mi tocca da vicino perchè quello di cui lui parla è qualche cosa che ho in testa in questi giorni specialmente riferita a a tante care persone amiche che, per una ragione o per un'altra, vivono questa non integrazione sotto forma di malattia o di crisi, credo che Leloup in poche parole metta "il dito nella piaga", che poi riguarda anche me, ovviamente, visto che mi sono fatta venire un eritema da stress…ciaooo
lunedì 19 novembre 2012
Ditemi che non vi siete mai sentiti così!!
Ho la testa che pensa in francese...e allora invece di mettermi a tradurre un altro capitolo del libro che vorrei tradurre tutto dal gran che è bello, sono qui che "perdo tempo" ad ascoltare Brassens in you tube...questa è una canzone che amo molto e che tentavo di ricordare sui sentieri francesi per far ridere Mirella. L'ha cantata anche Nanni Svampa ma aveva tradotto "con" con cretino...invece è proprio coglione! E allora oggi la dedico a tutti coloro che, almeno una volta, si sono sentiti dei gran "coglioni"...in amore. Io sì e non credo di essere la sola...o no?!
MARINETTE
Quand j'ai couru chanter ma petite chanson pour Marinette
La belle, la traîtresse était allée à l'opéra
Avec ma petit chanson, j'avais l'air d'un con ma mère,
Avec ma petit chanson, j'avais l'air d'un con.
Quand j'ai couru porte mon pot de moutarde à Marinette
La belle, la traîtresse avait déjà fini de dîner
Avec mon petit pot, j'avais l'air d'un con ma mère,
Avec mon petit pot, j'avais l'air d'un con.
Quand j'offris pour étrennes une bicyclette à Marinette
La belle, la traîtresse avait acheté une auto,
Avec mon petit vélo, j'avais l'air d'un con ma mère,
Avec mon petit vélo, j'avais l'air d'un con.
Quand j'ai couru tout chose au rendez-vous de Marinette
La belle disait: "Je t'adore" à un sale type qui l'embrassait
Avec mon bouquet de fleurs, j'avais l'air d'un con ma mère,
Avec mon bouquet de fleurs, j'avais l'air d'un con.
Quand j'ai couru brûler la petite cervelle à Marinette
La belle était déjà morte d'un rhume mal placé,
Avec mon revolver, j'avais l'air d'un con ma mère,
Avec mon revolver, j'avais l'air l'air d'un con.
Quand j'ai couru lugubre à l'enterrement de Marinette
La belle, la traîtresse était déjà réssuscitée
Avec ma petit couronne, j'avais l'air d'un con ma mère,
Avec ma petit couronne, j'avais l'air d'un con.
domenica 18 novembre 2012
Que reste-t-il...che rimane?
fuori c'è la nebbia Oreste è da ieri qui da me e sta mettendo in un file exel il bilancio dell'anno sociale dell'Associazione...lui dice che è un lavoro semplice a me fa venire il mal di testa solo a pensarlo! Ma ci sta riuscendo lui, evviva! Presto convocheremo un'assemblea dei soci per presentarlo e per l'approvazione e poi chi dei soci che non verranno volesse averlo basterà scrivermi e lo invierò...
ma io, invece, ho la testa e il cuore che vaga e così mi sono svegliata con questa canzone in testa...bella e vera, l'ha tradotta Battiato ma resta sempre più bella in francese...che, della Francia, resta la cosa più bella, una lingua splendida!!
e mentre Oreste continua ad allambiccare sul suo computer...questa è la sua canzone d'amore favorita... che poi sottoscrivo anch'io, buon ascolto!!!
venerdì 16 novembre 2012
...e questa è la speranza...
la cosa incredibile per me sta sera è che sono capitata su questo you tube facendo "ampli giri" e, se qualcuno mi dice ancora che ho un'ottima memoria, questa è la prova che non è vero....il libro da cui questa profezia è trata l'ho tradotto io nel 2001 (l'ho scoperto alla fine e sono dovuta andare a cercare il libro per essere sicura di non aver sognato di averlo tradotto...e lì c'era il mio nome) ma me ne fossi ricordata una parola!! Comunque questo youtube è bellissimo sia di senso che di immagini...io aspetto questo tempo e sento che è vicino, aspetto i suoi sogni per sapere che fare, nel presente e senza memoria...tanto non ne ho! Buon ascolto!!!
giovedì 15 novembre 2012
Perchè?
a "raffica" mi sono arrivati gli emails da Don Nadino Capovilla www.bocchescucite.org e da Favio Lotti della "Tavola della Pace" ...che angoscia! Il mondo potrebbe essere così bello! Oggi è una bellissima giornata qui...veramente, a costo di essere assolutamente ovvia...ma perchè tutto questo? Che ci guadagna l'uomo? Che posto è questo magnifico pianeta? Perchèèèèè?
FERMATE IL MASSACRO! seguiamo gli aggiornamenti sui attacchi alla popolazione di Gaza su www.bocchescucite.org
Gaza: Sveglia Italia!!!
Spegniamo l'incendio ora!
Il 29 ottobre siamo andati a Sderot per esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza agli israeliani che dal 2001 vivono sotto il tiro dei razzi lanciati dalla Striscia di Gaza. Ci siamo andati sfidando le sirene che quel giorno hanno suonato cinque volte e il silenzio mediatico calato da lungo tempo su quella tragedia.
Oggi alziamo la nostra voce contro l'escalation di violenza scatenata dai bombardamenti israeliani e dalla minaccia di una nuova guerra nella Striscia di Gaza. Nessuno stato civile può applicare in questo modo il diritto all'autodifesa. Nessuno stato civile può rivendicare il diritto di ammazzare e distruggere come e quando vuole. Questa politica continua da più di 10 anni senza portare alcun benefico agli israeliani che hanno visto crescere non la propria sicurezza ma il numero e la potenza dei razzi che gli vengono scagliati contro. Qualcuno deve dire basta!
Sveglia!!! L'Italia e l'Europa non possono continuare a sottovalutare questa escalation che minaccia di provocare un nuovo spaventoso incendio a due passi da casa nostra. Non solo perché è contrario ai nostri valori ma perché è contro i nostri interessi. Non ci conviene! Lo scoppio di una nuova guerra a Gaza finirà per aggravare la nostra crisi e annullare i sacrifici che stiamo facendo. Per questo l'Italia e l'Europa devono intervenire immediatamente. Se non ci muoviamo subito ne subiremo le conseguenze.
E' tempo di cambiare politica!!! Ieri non si è ammazzato solo a Gaza. La guerra in Medio Oriente ha continuato a fare strazio di vite umane in Siria, in Iraq e in Afghanistan. Senza dimenticare lo stillicidio crescente di violenze che non risparmia più nessun paese dell'area. L'assenza dell'Europa è preoccupante. Ma ancora più preoccupante è l'inazione dell'Italia. Noi che siamo i più esposti, noi che pagheremo il prezzo più alto di questa instabilità non ce lo possiamo davvero permettere. Diamo all'Italia una politica di pace!
Flavio Lotti, Coordinatore nazionale della Tavola della pace
Io ho già firmato questa petizione...fatelo anche voi!
Credo che questa sia un'ottima idea e invito tutti voi a firmare e a diffonderla
Il 9 ottobre 2012 Malala Yousufzai, una ragazza pakistana di 15 anni, è stata gravemente ferita con un colpo alla testa sparato da un uomo talebano dentro al pullman scolastico in cui si trovava. Malala è stata attaccata per la sua battaglia contro la distruzione delle scuole per ragazze in Pakistan. Ha rischiato la sua vita per aver difeso i diritti delle ragazze in tutto il mondo.
La storia e il coraggio di Malala hanno ispirato un movimento globale e siamo convinti che debba vincere il Nobel per la Pace per il coraggio dimostrato.
Per prima cosa dobbiamo aiutare Malala affinchè venga nominata per il Premio Nobel per la Pace. Solo alcune persone, come ad esempio i Parlamentari, possono proporre le candidature.
Per dimostrare che anche noi italiane e italiani sosteniamo l’incredibile lavoro di Malala, dobbiamo convincere tutti i leader dei partiti politici a sostenere insieme la candidatura di Malala per il Premio Nobel per la Pace.
Malala non rappresenta solo se stessa, ma parla per tutti coloro ai quali è negata l'istruzione esclusivamente in base al loro sesso. Mi chiamo Giovanna Fiume, insegno Storia moderna all’Università di Palermo; ho fatto parte del movimento delle donne degli anni ’70, dei movimenti per i diritti civili e del movimento antimafia.
Ho sempre considerato l’istruzione e, per suo tramite, la cultura tra le più potenti armi di avanzamento della società in generale e della condizione delle donne in particolare. Per questo non posso restare indifferente di fronte al coraggio di Malala in Pakistan, e ho lanciato questa petizione perchè voglio che la politica italiana dimostri il proprio sostegno verso questa causa.
Il Nobel per la Pace a Malala manderà un messaggio inequivocabile e darà coraggio a tutti coloro che si impegnano per la parità di genere e per il rispetto dei diritti umani universali, tra i quali il diritto all’istruzione per le ragazze.
QUELLO CHE POTETE FARE E' FIRMARE E RICOPIARE L'INDIRIZZO E FAR CIRCOLARE...
Ho appena firmato la petizione "Premio Nobel per la Pace a Malala" su Change.org.
Qui c'è il link:
http://www.change.org/it/petizioni/premio-nobel-per-la-pace-a-malala
Grazie!
SIAMO IN BUONA COMPAGNIA...Qui di seguito quello che hanno scritto Franca Rame e Dario Fo dopo aver firmato
Franca Rame e Dario Fo, premio Nobel per la Letteratura, si sono uniti a te e alle oltre 130.000 persone che hanno firmato la petizione "Premio Nobel per la Pace a Malala". Ecco le parole di Dario Fo:
"La ferocia e la crudeltà travolgono ogni dimensione umana quando si scontrano con la voglia di libertà e la bellezza. Guardate il volto di Malala: è una ragazzina di quindici anni, si batte per la dignità delle donne del Pakistan, mette per iscritto pensieri colmi di sogni aperti e irrinunciabili. La osservo e nel suo sorriso vedo una dolcezza inarrestabile, leggo la voglia di vivere di un’adolescente che sa intonare canti e muoversi nella danza. Chiedeva per sé e per le sue amiche che le si concedesse la dignità di essere libera e festosa. Hanno cercato di eliminare il suo cervello. E’ un miracolo che non ci siano riusciti. Io non sono un credente ma ogni tanto penso che l’impossibile, il magico esista e si faccia vivo quando serve.”
Il 9 ottobre 2012 Malala Yousufzai, una ragazza pakistana di 15 anni, è stata gravemente ferita con un colpo alla testa sparato da un uomo talebano dentro al pullman scolastico in cui si trovava. Malala è stata attaccata per la sua battaglia contro la distruzione delle scuole per ragazze in Pakistan. Ha rischiato la sua vita per aver difeso i diritti delle ragazze in tutto il mondo.
La storia e il coraggio di Malala hanno ispirato un movimento globale e siamo convinti che debba vincere il Nobel per la Pace per il coraggio dimostrato.
Per prima cosa dobbiamo aiutare Malala affinchè venga nominata per il Premio Nobel per la Pace. Solo alcune persone, come ad esempio i Parlamentari, possono proporre le candidature.
Per dimostrare che anche noi italiane e italiani sosteniamo l’incredibile lavoro di Malala, dobbiamo convincere tutti i leader dei partiti politici a sostenere insieme la candidatura di Malala per il Premio Nobel per la Pace.
Malala non rappresenta solo se stessa, ma parla per tutti coloro ai quali è negata l'istruzione esclusivamente in base al loro sesso. Mi chiamo Giovanna Fiume, insegno Storia moderna all’Università di Palermo; ho fatto parte del movimento delle donne degli anni ’70, dei movimenti per i diritti civili e del movimento antimafia.
Ho sempre considerato l’istruzione e, per suo tramite, la cultura tra le più potenti armi di avanzamento della società in generale e della condizione delle donne in particolare. Per questo non posso restare indifferente di fronte al coraggio di Malala in Pakistan, e ho lanciato questa petizione perchè voglio che la politica italiana dimostri il proprio sostegno verso questa causa.
Il Nobel per la Pace a Malala manderà un messaggio inequivocabile e darà coraggio a tutti coloro che si impegnano per la parità di genere e per il rispetto dei diritti umani universali, tra i quali il diritto all’istruzione per le ragazze.
QUELLO CHE POTETE FARE E' FIRMARE E RICOPIARE L'INDIRIZZO E FAR CIRCOLARE...
Ho appena firmato la petizione "Premio Nobel per la Pace a Malala" su Change.org.
Qui c'è il link:
http://www.change.org/it/petizioni/premio-nobel-per-la-pace-a-malala
Grazie!
SIAMO IN BUONA COMPAGNIA...Qui di seguito quello che hanno scritto Franca Rame e Dario Fo dopo aver firmato
Franca Rame e Dario Fo, premio Nobel per la Letteratura, si sono uniti a te e alle oltre 130.000 persone che hanno firmato la petizione "Premio Nobel per la Pace a Malala". Ecco le parole di Dario Fo:
"La ferocia e la crudeltà travolgono ogni dimensione umana quando si scontrano con la voglia di libertà e la bellezza. Guardate il volto di Malala: è una ragazzina di quindici anni, si batte per la dignità delle donne del Pakistan, mette per iscritto pensieri colmi di sogni aperti e irrinunciabili. La osservo e nel suo sorriso vedo una dolcezza inarrestabile, leggo la voglia di vivere di un’adolescente che sa intonare canti e muoversi nella danza. Chiedeva per sé e per le sue amiche che le si concedesse la dignità di essere libera e festosa. Hanno cercato di eliminare il suo cervello. E’ un miracolo che non ci siano riusciti. Io non sono un credente ma ogni tanto penso che l’impossibile, il magico esista e si faccia vivo quando serve.”
la sciarpa di Marisa
ieri sono stata ad Arezzo a trovare la mia Marisotta, non ci eravamo ancora viste dopo la Francia e, mentre Mirella, sua amica cara, ed io camminavamo per i sentieri della Maddalena, Marisa usciva lentamente dalla sua batosta; da quest'anno 2012 che per lei è stato un martirio. Che bello vederla a Terontola con la sua sciarpa gialla e arancione vista tante volte sventolare sui cammini! Quella sciarpa è per me Marisa, la ricordo arrotolata a turbante sotto il sole della Palestina, ben legata al collo sotto la neve verso Monte Sant'Angelo, sventolare su un filo nei bucatini pellegrini o nel vento della nave che ci portava in Terra Santa...migliaia di volte vista "camminare" di fronte a me perchè, Marisa dice: "Tu cammini veloce" ma poi abbiamo sempre camminato allo stesso passo...Marisotta forte come una montagna, perchè, io credo, chiunque altro sarebbe già al Creatore se avesse dovuto sopportare e combattere quello che lei costantemente vive. Siamo state insieme tutto il giorno, abbiamo anche fatto due passi in centro, lei era un anno esatto che non ci andava, tanto deve ancora recuperare ma, non è cambiata d'un franco e sogna cammini, cucina verdure biologiche, carezza i suoi tantissimi gatti e, ora che la vista è stata miracolosamente recuperata, si è rimessa a leggere vorace di conoscenza come è sempre stata...che bello!
Al ritorno in treno leggevo il giornalino di Romena e mi sono caduti gli occhi su una frase di don Angelo Casati a proposito del Cadinale Martini suo caro amico, è una risposta ad una intervista della "Repubblica" sulla scomparsa di quel grande uomo. Credo che si attagli molto bene alla storia della Romita e a tutte le storie che non sono ascoltate, per cui non si fa il tentativo di di capire. La riporto qui.
Quali sono gli insegnamenti più importanti che ci ha lasciato il Cardinal Martini?
Ne colgo uno, non so dare precedenze. Tra i suoi sogni sulla chiesa, questo: una chiesa che parla dopo aver ascoltato. Raccontava di Gesù che nei vangeli prima apre le orecchie del sordomuto, poi le labbra, come dire che se prima non si ascolta, ci escono solo parole vuote.
Credo proprio che sia così! Fu così con l'ostello, nessun provinciale, nessun definitore è mai venuto all'ostello, ha mai incontrato un solo pellegrino, mai venuto per un caffè insieme, mai letto le frasi sui libri dei pellegrini, mai assistito o partecipato ad una messa lì...mai ASCOLTATO! Questa è la stessa cosa che è avvenuta alla Romita....Ireneo, ieri, mi diceva: "La Romita è un posto dove mandare i novizi a fare esperienza!" Certo, è così, ma la paura delle alte sfere è quella di una "proliferazione di Bernardini"...a dire: un moltiplicarsi di veri francescani non di birilli tutti uguali...pericoloso! Troppo veramente francescano!...lasciatelo dire ad una Jacopa qualunque che vorrebbe tanto che ritornaste ad essere "gioiosamente fratelli di Francesco", ci sarebbe bisogno di voi... così come ora, "che differenza" fate? Che peccatoooo che occasioni mancateeeee!
Al ritorno in treno leggevo il giornalino di Romena e mi sono caduti gli occhi su una frase di don Angelo Casati a proposito del Cadinale Martini suo caro amico, è una risposta ad una intervista della "Repubblica" sulla scomparsa di quel grande uomo. Credo che si attagli molto bene alla storia della Romita e a tutte le storie che non sono ascoltate, per cui non si fa il tentativo di di capire. La riporto qui.
Quali sono gli insegnamenti più importanti che ci ha lasciato il Cardinal Martini?
Ne colgo uno, non so dare precedenze. Tra i suoi sogni sulla chiesa, questo: una chiesa che parla dopo aver ascoltato. Raccontava di Gesù che nei vangeli prima apre le orecchie del sordomuto, poi le labbra, come dire che se prima non si ascolta, ci escono solo parole vuote.
Credo proprio che sia così! Fu così con l'ostello, nessun provinciale, nessun definitore è mai venuto all'ostello, ha mai incontrato un solo pellegrino, mai venuto per un caffè insieme, mai letto le frasi sui libri dei pellegrini, mai assistito o partecipato ad una messa lì...mai ASCOLTATO! Questa è la stessa cosa che è avvenuta alla Romita....Ireneo, ieri, mi diceva: "La Romita è un posto dove mandare i novizi a fare esperienza!" Certo, è così, ma la paura delle alte sfere è quella di una "proliferazione di Bernardini"...a dire: un moltiplicarsi di veri francescani non di birilli tutti uguali...pericoloso! Troppo veramente francescano!...lasciatelo dire ad una Jacopa qualunque che vorrebbe tanto che ritornaste ad essere "gioiosamente fratelli di Francesco", ci sarebbe bisogno di voi... così come ora, "che differenza" fate? Che peccatoooo che occasioni mancateeeee!
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la gioiosa Romita
lunedì 12 novembre 2012
i due frati "pezzi da 90" insieme alla Romita
Sono stata io a dare la notizia di ciò che stava accadendo alla Romita al carissimo amico padre Ireneo e lui non riusciva a capacitarsene...abbiamo parlato a lungo, Ireneo sa bene cosa sia la Romita, qui lo vedete con una maglietta del cammino addosso, quando fece una sorpresa ai "suoi ragazzi" in cammino, i ragazzi della Comunità di recupero di ragazzi con problemi di dipendenze che lui manda avanti da anni. Erano in cammino, due gruppi diversi lo hanno fatto due volte e, quell'estate nel 2009, arrivarono alla Romita e Ireneo si fece trovare lì ad attenderli. Ireneo al telefono mi diceva: "I miei ragazzi erano estasiati dal posto, dall'accoglienza, dalla preghiera lì, dal calore e apertura di Bernardino...un luogo speciale, un grande abbraccio."
Ireneo ha provato a chiamare Bernardino ma è via per qualche giorno e sono sicura che lo farà quando ritorna...parlando con lui mi ha detto di andarmi a cercare il documento sulla nuova evangelizzazione del sinodo dei vescovi dopo avermi letto quello che qui riporto perchè parla proprio di luoghi come la Romita...e allora, come si può voler chiudere un luogo come la Romita? Come si può sospendere un frate come Bernardino?
La Romita non è precisamente quello che i Vescovi auspicano? E' disobbediente chi vuole stare in un luogo che segue le direttive del Sinodo? Veramente sono le solite logiche...come quelle della chiusura dell'ostello ad Assisi...logiche incomprensibili, logiche non cristiane...e, a proposito di questo voglio raccontarvi un fatto emblematico che mi è stato raccontato ieri da una persona che accoglie i pellegrini prima di Assisi...mi ha raccontato di una pellegrina che ha dormito da lei, faceva il cammino da su a nord per cui è passata prima da Assisi e poi da lei. Questa pellegrina solitaria e affidata alla providenza, faceva il cammino pregando, decisamente un pellegrinaggio cristianissimo (direi canonico) arrivata ad Assisi a cominciato a bussare a tutti i conventi ma nessuno la accoglieva poi, bontà loro, delle suore finalmente l'hanno accolta ma, a cena, l'hanno messa in un cantone, lei non era come gli ospiti paganti. Lei ha ingoiato questa "Perfetta Letizia" ma non ha potuto fare a meno di notarla e ha detto: "Lungo tutto il cammino sono stata accolta ad Assisi è stato difficilissimo...proprio ad Assisi!" Ecco qua, questo è solo un esempio ma quanti altri in questi ultimi due anni hanno vissuto la stessa esperienza? E allora, tutti coloro che l'etichetta di cristiani se la mettono ben in vista mi hanno da spiegare cosa questo poi voglia dire! Io le etichette non le voglio e c'è tanta gente senza etichetta che è cristianissima nei fatti...e ritorna la frase del beato Egidio: "Bo, bo, bo molto dico e poco fo" Alla Romita si fa e le parole, le preghiere che si dicono lì si basano su quel FARE se no...sono tante belle chiacchiere e nulla più e di chiacchiere di tutti i tipi nessuno ne può più.
Approvato all'unanimità il Messaggio del Sinodo dei Vescovi
Venerdì 26 Ottobre 2012
...Torna nuovamente sulle nostre labbra la parola della gratitudine, ora rivolta a quanti, uomini e donne, che dedicano la loro vita, nei monasteri e negli eremi, alla preghiera e alla contemplazione. Ma abbiamo bisogno che momenti contemplativi si intreccino anche con la vita ordinaria della gente. Luoghi dell’anima, ma anche del territorio, che richiamino a Dio; santuari interiori e templi di pietra, che siano incroci obbligati per il flusso di esperienze in cui rischiamo di confonderci. Spazi in cui tutti si possano sentire accolti, anche chi non sa bene ancora che cosa e chi cercare.
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