giovedì 30 agosto 2012
mamma quanto da raccontarvi! Ora siamo a Taize fra un mare di giovani a dormire in tenda pe due notti fra canti bellissimi, pranzi frugali ma buoni e tanta bellezza! Ma per arrivare fino a qui abbiamo camminato 4 tappe toste di foreste e colline,saltato 3 tappe e fatto bellissimio inconti...ma nonm con un computer ed e solo oggi che con grande difficolta e senza foto vi scrivo con una fila di ragazzini chs vorebbero connettersi al p[osto mio...domani a Cluny spero di poter fare di meglio questo messaggio e solo per dirvi che va tutto magnificamente!
domenica 19 agosto 2012
Bello questo canto!
Sfinita...dal caldo? Dagli attacchi di chi non capisce? Dal sentirmi sospesa fra questa vita e il cammino? Non so, so solo che voglio essere lontana, lo sono già...verso un oltre che mi attende e che non so, oltre e lontana...
sabato 18 agosto 2012
in dirittura di...partenza
carissimi da oggi pomeriggio il mio telefonino passerà nelle mani della cara Alessia che mi sostiuisce: nella spedizione delle credenziali, nella risposta alle telefonate pellegrine e nella risposta a gli emails...io ho un altro telefonino...segreto che darò a pochi intimi e poi, in Francia, una sim francese per prenotare le accoglienze...ho proprio bisogno di un pò di "silenzio stampa" e, dalla Francia, non potrei comunque mandarvi le credenziali. Alessia è bravissima a sostituirmi e la ringrazio per questo suo servizio importantissimo.
Per quello che riguarda il blog quando sarà possibile scriverò e vi racconterò ma non in maniera "ossessiva"...per me, nel senso che non mi porto nessuna pennetta e scriverò quando potrò e non voglio portarmi dietro quella "buona dose d'angoscia" che mi faceva fare le ore piccole per mettere un post tutti i giorni quando feci il cammino di Michele l'ulitma volta. Ricordo Marisa nel letto mezza addormentata che mi diceva: "Ma dai, piantala mettiti a dormire!" E io che combattevo con le connessioni strambe per mettere una foto o scrivere qualche cosa...Farò come dalla Terra Santa...scriverò con grande piacere quando potrò senza farmi venire il mal di testa se non trovo un punto internet...
Per ora sono ancora qui e ieri sono venuti a trovarmi i cari Maria Paola e Roberto di Roma con cui abbiamo passato ore veramente piacevolissime. Poi, sta mattina, li ho lasciati per correre a tagliarmi i capelli e al ritorno ho trovato sulla porta una cartolina-foto di un bel somarello, avevo detto loro che quello è il nome della mia macchinetta, e dei bamboccini di lavanda, che cari!
Sta sera incontrerò un gruppo di giovani pellegrini per parlare del senso del Cammino e, in casa, sto facendo le ultime cose per lasciare tutto pronto per il mio ritorno e la ri partenza per il cammino con gli americani di James....mamma ce la farò?! Basta che smetta di far caldo...qui continua!
venerdì 17 agosto 2012
questo è il "Chemin de Marie Madelaine"...il mio cammino!
è quello tratteggiato in viola...a vederlo così pare corto ma in realtà è lungo come il Cammino Francese di Santiago, 800km. ....ma molto più duri. Sono emozionata e, come tutte le volte c'è il dubbio di farcela...ma poi ce la faccio sempre con i mie troccoli di gambe che, le poverine, di certo non sono belle ma funzionano alla grande...anche senza allenamento visto che con sto caldo è 10 giorni che non cammino! Beh si vedrà, intanto si incomincia poi...un passo dopo l'altro si va avanti ed è sempre così! Quest'anno sono dieci anni da Santiago, allora avevo 50 anni ora ne ho 60. Allora non ne avevo un'idea di che cosa fossero i cammini e i pellegrini, ora "mastico" solo di questo! 10 anni che paiono una vita: Novembre 2002...a Santiago; il camminare nel 2003 sui passi di Francesco, nel 2004 la scrittura e l'uscita di "Di qui passò Francesco"poi il cammino nel Sinai; nel 2005 il mio trasferirmi ad Assisi; nel 2006 l'apertura della "Perfetta Letizia"; nel 2007 il "Cammino verso Monte Sant'Angelo" per vedere se valesse la pena scrivere la guida che completa il cammino di Francesco; nel 2008 "Il Cammino di Gerusalemme"; 2009...niente cammini nuovi...ma tanto lavoro all'ostello; nel 2010 di nuovo verso Monte Sant'Angelo per scrivere la guida...poi la chiusura della "Perfetta Letizia"; nel 2011 l'uscita di "Con le ali ai piedi"; e quest'anno...nel 2012 "Il cammino di Maria Maddalena, il cammino dell'Amore" e così si chiude il triangolo: Francesco, Michele e Maria Maddalena....di più non so...il futuro mi è tutto davanti...ma ho 3 alleati con me e conto su di loro...il presente mi piace ed è quello che conta...del resto chi ne sa di più?!
kg. 10.600....mannaggia!
Non mi riesce proprio di stare sotto i 10 kg. e dire che sono stata attenta...ma ho di cui potrei fare a meno: una crema rinfrescante per i piedi che mi ha regato un caro amico e mi fa tenerezza, un bel tubo d'Arnica...e quello mi serve, lo shampoo per capelli secchi...se no ritorno che sono di paglia e già lo saranno visto che rinuncio al balsamo, le vitamine e i sali minerali...perchè il caldo mi uccide, altre bottigliette tipo tee tree oil che pesano ma servono, una giacchetta tecnica nel caso cambiasse il tempo, ma il resto è poco e super leggero e allora come ci sono arrivata a questo peso? Beh sbolognerò a Mirella parte delle guide da dividere fra di noi...insomma è così e me li tengo! In più, davanti, c'è la macchina fotografica...ma quella non conta perchè non pesa sulla schiena...ho persino rinunciato al carica pile per la macchina fotografica...spenderò di più, ed è meno ecologico, ma userò quelle usa e getta...va bene così...mi ci sto convincendo...in fondo sto via 40 giorni! (ok ammiro chi si porta di meno, io non ci sto riuscendo, mi arrendo, va bene così...)
ps riguardando la la foto del mio zaino mi sono resa conto che mi assomiglia...un sacco! Corto, va in larghezza, è vestito di viola, è pieno di ciondoli...e pesa troppo! Mi sa che di notte, quando non lo guardo, si spipacchi pure una sigaretta! Povero mio dolce karrimor che da vuoto pesa di più degli..."anoressici" zaini di ultima generazione, a suo tempo, il 1990, (è pure vecchiotto), costò una fortuna...ma vale proprio, sbattuto qua e là su aerei e sentieri del mondo non dimostra per niente i suoi anni e non ha nemmeno un graffietto...i giovani magretti mi sa che si distruggano più in fretta...mi somiglia!
giovedì 16 agosto 2012
Ohhh come tutto è meravigliosamente interconnesso!
giorno anche oggi di Dio-icidenze, non mi chiedete come sono arrivata a questo fantastico documentario...non me lo ricordo, so solo che anche se è lungo è da vedere e da meditare tutto. Va dalla finanza al feto nel grembo materno per poi ritornare alla società...in un andirivieni molto ben costruito. Un documentario che ha speranza e invita alla responsabilità. Prendetevi, regalatevi due ore e tre quarti per vederlo...io lo farei vedere nelle scuole!
E, permettetemi, nel mio mostruosamente piccolo, lasciate che connetta quello che questo documentario dice con la "mia storia del cammino" con tutti i Cammini sovrapposti. Tutto ciò accade per le logiche di cui parla il documentario e quello che veramente, vi giuro, veramente mi fa più male è lo SPRECO, come mi fa male qualsiasi spreco, il dover pensare : "come sarebbe stato bello se il BENE COMUNE, in questo piccolo caso quello dei pellegrini, del territorio, di chi li ospita, della sua economia reale fosse stato il motore e insieme si potessero fare cose, mandare avanti un progetto con creatività, disponibilità, apertura, interesse per l'altro, per il BENE COMUNE...e se si ha questo interesse tutto fiorisce..." Spreco di energie, spreco e tentativo di distruzione di un progetto che se appoggiato creerebbe solo benefici per tutti; logica del "libero mercato" per fare i propri individuali meschini interessi, così haimè limitati nel tempo se non altro quello della personale cassa da morto (io penso oltre...oltre la mia piccola vita perchè VOGLIO che il cammino mi sopravviva, visto che crea condizioni che portano benessere a chi lo cammina...); spreco di risorse facendo cartelli che sono inutili quando una segnalzione unica fatta con la vernice ad acqua sarebbe di minor impatto ambientale e più efficiente; spreco di alberi, che bisogno c'è di scrivere un nuovo libro per fare andare avanti un percorso quando c'è già? ; spreco dell'energia di tutti quelli coinvolti nel creare per distruggere, compreso la chiusura dell'ostello in cui abbiamo dovuto distruggere quello che funzionava benissimo e portava benessere; spreco del denaro dei pellegrini che non avendo una rete di ostelli a basso costo spendono di più di quello che dovrebbero; spreco della mia preziosa energia, sì preziosa come è quella di tutti, per difendere il Cammino; (se avete altre idee su possibili voci di spreco di tutto ciò per favore condividetele) E quale è il PERCHE'al di sotto di tutto ciò?, il DENARO, sempre il denaro...quello che Francesco con grande lungimiranza chiamava "STERCO DEL DIAVOLO"...lui piccolo imprenditore del capitalismo nascente, figlio di un "Berlusconi" di provincia che voleva scalare le classi sociali attraverso il figlio, piccola imprenditoria della nascente società cittadina che poi ha generato la finanza nel rinascimento (la nostra finanza per cui il mondo è inguaiato) sapeva bene, Lui sapeva bene che il denaro come "merce" di scambio genera solo morte, voleva che i suoi lavorassero e che ricevessero cibo e riparo in cambio, un giusto scambio, non denaro...il pil non c'era ancora...ma Lui aveva occhi lunghi....questo documentario è "profondamente cristiano e francescano" non perchè si schiera con questa o quella religione, non sto, parlando di religione e nemmeno il documentario, anche le religioni sono parte del gioco...sta parlando di etica, di morale vera...di soppravivenza della specie uomo/donna...trovate un pò di tempo per vederlo, non ve ne pentirete!
ps non fatevi ingannare, dall'immagine di inizio del youtube, non è un mio amato cerchio nel grano per cui potreste dire: "La solita new age e borderline..." (tanto questa è la mia etichetta...(in America forse sarebbe la solita comunista) così è se vi pare... e chi se ne fotte!) o no, è il progetto di una città futuribile...che assomiglia, veh che strano! Ad un cerchio nel grano...buona visione!
E, permettetemi, nel mio mostruosamente piccolo, lasciate che connetta quello che questo documentario dice con la "mia storia del cammino" con tutti i Cammini sovrapposti. Tutto ciò accade per le logiche di cui parla il documentario e quello che veramente, vi giuro, veramente mi fa più male è lo SPRECO, come mi fa male qualsiasi spreco, il dover pensare : "come sarebbe stato bello se il BENE COMUNE, in questo piccolo caso quello dei pellegrini, del territorio, di chi li ospita, della sua economia reale fosse stato il motore e insieme si potessero fare cose, mandare avanti un progetto con creatività, disponibilità, apertura, interesse per l'altro, per il BENE COMUNE...e se si ha questo interesse tutto fiorisce..." Spreco di energie, spreco e tentativo di distruzione di un progetto che se appoggiato creerebbe solo benefici per tutti; logica del "libero mercato" per fare i propri individuali meschini interessi, così haimè limitati nel tempo se non altro quello della personale cassa da morto (io penso oltre...oltre la mia piccola vita perchè VOGLIO che il cammino mi sopravviva, visto che crea condizioni che portano benessere a chi lo cammina...); spreco di risorse facendo cartelli che sono inutili quando una segnalzione unica fatta con la vernice ad acqua sarebbe di minor impatto ambientale e più efficiente; spreco di alberi, che bisogno c'è di scrivere un nuovo libro per fare andare avanti un percorso quando c'è già? ; spreco dell'energia di tutti quelli coinvolti nel creare per distruggere, compreso la chiusura dell'ostello in cui abbiamo dovuto distruggere quello che funzionava benissimo e portava benessere; spreco del denaro dei pellegrini che non avendo una rete di ostelli a basso costo spendono di più di quello che dovrebbero; spreco della mia preziosa energia, sì preziosa come è quella di tutti, per difendere il Cammino; (se avete altre idee su possibili voci di spreco di tutto ciò per favore condividetele) E quale è il PERCHE'al di sotto di tutto ciò?, il DENARO, sempre il denaro...quello che Francesco con grande lungimiranza chiamava "STERCO DEL DIAVOLO"...lui piccolo imprenditore del capitalismo nascente, figlio di un "Berlusconi" di provincia che voleva scalare le classi sociali attraverso il figlio, piccola imprenditoria della nascente società cittadina che poi ha generato la finanza nel rinascimento (la nostra finanza per cui il mondo è inguaiato) sapeva bene, Lui sapeva bene che il denaro come "merce" di scambio genera solo morte, voleva che i suoi lavorassero e che ricevessero cibo e riparo in cambio, un giusto scambio, non denaro...il pil non c'era ancora...ma Lui aveva occhi lunghi....questo documentario è "profondamente cristiano e francescano" non perchè si schiera con questa o quella religione, non sto, parlando di religione e nemmeno il documentario, anche le religioni sono parte del gioco...sta parlando di etica, di morale vera...di soppravivenza della specie uomo/donna...trovate un pò di tempo per vederlo, non ve ne pentirete!
ps non fatevi ingannare, dall'immagine di inizio del youtube, non è un mio amato cerchio nel grano per cui potreste dire: "La solita new age e borderline..." (tanto questa è la mia etichetta...(in America forse sarebbe la solita comunista) così è se vi pare... e chi se ne fotte!) o no, è il progetto di una città futuribile...che assomiglia, veh che strano! Ad un cerchio nel grano...buona visione!
...parlando di nuovo di "quella guida"
che Dio-incidenza! Stavo proprio andando a sfogliare e non comperare quella guida e ho attraversato la strada e don Paolo Giulietti mi ha fatto passare...niente sorrisi, deve aver letto! Eh eh...così, ridendo, sono andata alla libreria LIF e ho sfogliato e ho scoperto che sono nominata ben due volte (deve essere per lavarsi la coscienza) nominata nella bibliografia e nei siti:
Angela Maria Seracchioli Di qui passò Francesco 350 chilometri a piedi fra La Verna Gubbio e Assisi fino a Rieti Terre di Mezzo Milano 2010 (euro 18)
Terza edizione (perdonati è uscita la 4a edizione e non si nomina che è uscita anche in tedesco in due edizioni....passi) del primo cammino francescano in Umbria, che ha riscosso molto sucesso (a sì?!) divenendo il principale punto di riferimento per i pellegrini di Assisi. (ma toh!)Contiene non solo carte e informazioni logistiche, ma un'ampia serie di citazioni e di riflessioni sulla figura di Francesco (a sì?! Ma non era una guida solo di trekking?) Un invito a camminare in tutti i sensi sui passi del Poverello.
www.diquipassofrancesco.it Sito ufficiale dell'itinerario tracciato (nota bene il tracciato) nel 2004 da Angela Maria Seracchioli e pubblicato da Terre di Mezzo (vedi sopra) in 16 tappe dalla Verna a Rieti, con segnavia gialli a forma di Tau (poi mi dovete spiegare perchè ci fate i vostri segnali sopra?!)
Nel sito (in cinque lingue) informazioni, ma anche materiale di approfondimento e forum di condivisione fra i pellegrini.
GRAZIE! qualche cosa di vero lo avete detto, ma allora, se è così, perchè E' così, PERCHE' FARE UN CAMMINO SUL CAMMINO E SCRIVERE UNA GUIDA CHE LO RICALCA IN GRAN PARTE E CHE CREA SOLO CONFUSIONE NELLA TESTA DEI PELLEGRINI?!?
Questa è una prova in più di quanto ho detto nel blog precedente sulla cosa...SE VERAMENTE VI IMPORTASSE DEI PELLEGRINI, SE VERAMENTE FOSTE AL LORO SERVIZIO, SE VERAMENTE VI IMPORTASSE DELLA SPIRITUALITA' DI FRANCESCO E DELLA CONOSCENZA DELLA STESSA NON CREERESTE TUTTO STO CASINO!!
Voi non li incontrate i pellegrini, io sì e sono scandalizzati dalla cosa, sono disgustati da tutti questi giochini ancor prima di incontrarmi e poi me lo raccontano, mi raccontano dei segnali cancellati, di alcuni luoghi di accoglienza che fanno differenza da pellegrino a pellegrino a secondo di che cammino sta facendo, del marasma di segnali....e in questo mi rivolgo anche ai Vescovi dell'Umbria, al vescovo di Assisi che all'Ostello a Cena c'è venuto con tanti pellegrini, a gli ordini francescani...
A nessuno di voi importa un fico secco dei pellegrini! Nella prefazione del Vescovo di Assisi c'è scritto che "i pellegrini di Francesco sono ancora un numero esiguo" pure male informato...10500 credenziali spedite dal giugno 2006, il che vuole dire che per i due anni precedenti non li abbiamo contati, + tutti quelli che incontro che hanno fatto il cammino con la mia guida in mano senza credenziale, non sono un numero esiguo e ha sbaragliato in numeri della Francigena vera!
Sull' "itinerario tracciato nel 2004 da Angela Maria Seracchioli..." così scrivete e così E' e allora perchè, se non per soldi e potere, potere effimero e che crea scandalo nella mente e nel cuore dei pellegrini, e soldi che appena finiti non faranno più andare avanti niente, avete "creato" sul già creato e avete "scritto" sul già scritto?!?
NO, NON CI SI LAVA LA COSCIENZA O CI SI PARA I FIANCHI LEGALMENTE CON QUELLE DUE CITAZIONI! ESSE VI ACCUSANO PIU' DI TUTTO L'AMBARADAN CHE AVETE COMBINATO...raccontano della vostra malafede DEL VOSTRO NON PENSARE AL BENE COMUNE DEL TERRITORIO, SE NON VOGLIAMO PARLARE DI SPIRITUALITA'...perchè se veramente vi importassero i pellegrini, se veramente vi importasse la conscenza del territorio e il relativo riscontro economico, non creereste confusione, sareste saltati sul "Carro" di una piccola guida, di un percorso tracciato da una da nulla come sono io, che nulla ha chiesto e che ha fatto un regalo a voi e al territorio e, così facendo, avreste favorito i pellegrini, il territorio, le ospitalità e prima di tutto l'anima dei pellegrini.
IL BEATO EGIDIO COMPAGNO DI FRANCESCO NEI SUOI DETTI DICEVA:
"BO, BO, BO MOLTO DICO E POCO FO"
e poche righe più in giù (pag. 95)
"QUANTO UNO PIU' SI RALLEGRA DEL BENE CHE IL SIGNORE FA AL SUO PROSSIMO, TANTO PIU' QUEL BENE DIVENTA SUO, PURCHE' SAPPIA FARLO PRODURRE E FRUTTARE, E SAPPIA CUSTODIRLO. PERCHE' IL BENE NON è DELL'UOMO, MA DI DIO."
voi lo fate produrre, fruttare e lo sapete custodire?
Angela Maria Seracchioli Di qui passò Francesco 350 chilometri a piedi fra La Verna Gubbio e Assisi fino a Rieti Terre di Mezzo Milano 2010 (euro 18)
Terza edizione (perdonati è uscita la 4a edizione e non si nomina che è uscita anche in tedesco in due edizioni....passi) del primo cammino francescano in Umbria, che ha riscosso molto sucesso (a sì?!) divenendo il principale punto di riferimento per i pellegrini di Assisi. (ma toh!)Contiene non solo carte e informazioni logistiche, ma un'ampia serie di citazioni e di riflessioni sulla figura di Francesco (a sì?! Ma non era una guida solo di trekking?) Un invito a camminare in tutti i sensi sui passi del Poverello.
www.diquipassofrancesco.it Sito ufficiale dell'itinerario tracciato (nota bene il tracciato) nel 2004 da Angela Maria Seracchioli e pubblicato da Terre di Mezzo (vedi sopra) in 16 tappe dalla Verna a Rieti, con segnavia gialli a forma di Tau (poi mi dovete spiegare perchè ci fate i vostri segnali sopra?!)
Nel sito (in cinque lingue) informazioni, ma anche materiale di approfondimento e forum di condivisione fra i pellegrini.
GRAZIE! qualche cosa di vero lo avete detto, ma allora, se è così, perchè E' così, PERCHE' FARE UN CAMMINO SUL CAMMINO E SCRIVERE UNA GUIDA CHE LO RICALCA IN GRAN PARTE E CHE CREA SOLO CONFUSIONE NELLA TESTA DEI PELLEGRINI?!?
Questa è una prova in più di quanto ho detto nel blog precedente sulla cosa...SE VERAMENTE VI IMPORTASSE DEI PELLEGRINI, SE VERAMENTE FOSTE AL LORO SERVIZIO, SE VERAMENTE VI IMPORTASSE DELLA SPIRITUALITA' DI FRANCESCO E DELLA CONOSCENZA DELLA STESSA NON CREERESTE TUTTO STO CASINO!!
Voi non li incontrate i pellegrini, io sì e sono scandalizzati dalla cosa, sono disgustati da tutti questi giochini ancor prima di incontrarmi e poi me lo raccontano, mi raccontano dei segnali cancellati, di alcuni luoghi di accoglienza che fanno differenza da pellegrino a pellegrino a secondo di che cammino sta facendo, del marasma di segnali....e in questo mi rivolgo anche ai Vescovi dell'Umbria, al vescovo di Assisi che all'Ostello a Cena c'è venuto con tanti pellegrini, a gli ordini francescani...
A nessuno di voi importa un fico secco dei pellegrini! Nella prefazione del Vescovo di Assisi c'è scritto che "i pellegrini di Francesco sono ancora un numero esiguo" pure male informato...10500 credenziali spedite dal giugno 2006, il che vuole dire che per i due anni precedenti non li abbiamo contati, + tutti quelli che incontro che hanno fatto il cammino con la mia guida in mano senza credenziale, non sono un numero esiguo e ha sbaragliato in numeri della Francigena vera!
Sull' "itinerario tracciato nel 2004 da Angela Maria Seracchioli..." così scrivete e così E' e allora perchè, se non per soldi e potere, potere effimero e che crea scandalo nella mente e nel cuore dei pellegrini, e soldi che appena finiti non faranno più andare avanti niente, avete "creato" sul già creato e avete "scritto" sul già scritto?!?
NO, NON CI SI LAVA LA COSCIENZA O CI SI PARA I FIANCHI LEGALMENTE CON QUELLE DUE CITAZIONI! ESSE VI ACCUSANO PIU' DI TUTTO L'AMBARADAN CHE AVETE COMBINATO...raccontano della vostra malafede DEL VOSTRO NON PENSARE AL BENE COMUNE DEL TERRITORIO, SE NON VOGLIAMO PARLARE DI SPIRITUALITA'...perchè se veramente vi importassero i pellegrini, se veramente vi importasse la conscenza del territorio e il relativo riscontro economico, non creereste confusione, sareste saltati sul "Carro" di una piccola guida, di un percorso tracciato da una da nulla come sono io, che nulla ha chiesto e che ha fatto un regalo a voi e al territorio e, così facendo, avreste favorito i pellegrini, il territorio, le ospitalità e prima di tutto l'anima dei pellegrini.
IL BEATO EGIDIO COMPAGNO DI FRANCESCO NEI SUOI DETTI DICEVA:
"BO, BO, BO MOLTO DICO E POCO FO"
e poche righe più in giù (pag. 95)
"QUANTO UNO PIU' SI RALLEGRA DEL BENE CHE IL SIGNORE FA AL SUO PROSSIMO, TANTO PIU' QUEL BENE DIVENTA SUO, PURCHE' SAPPIA FARLO PRODURRE E FRUTTARE, E SAPPIA CUSTODIRLO. PERCHE' IL BENE NON è DELL'UOMO, MA DI DIO."
voi lo fate produrre, fruttare e lo sapete custodire?
San Rocco...un grande pellegrino!
quando ero ragazzina la mia parrocchia a Ravenna era quella di San Rocco, non sapevo nulla di lui e non era ancora il tempo perchè quella conchiglia sulla mantellina mi potesse colpire; quello che mi piaceva era che avesse con se un cane, un cane sull'altare! E allora oggi che è il suo giorno un augurio particolare di buon cammino a tutti i pellegrini che fanno i Cammini con la loro bestiolina (da quest'anno metto il nome del compagno di cammino a 4 zampe sulla credenziale del suo padrone; è un pellegrino anche lui!) Un pensiero di buon futuro a quei poverini che di certo qualcuno senza cuore avrà abbandonato lungo le autostrade, io ho paura di persone così, se lo fanno ad un cane che si affida a loro potrebbero benissimo farlo a un bambino o a chiunque altro non esitando a spezzare il cuore di un animaletto o di una persona inerme. Che san Rocco protegga le vostre piccole, preziose vite creaturine del Cielo!
Incollo qui quello che di Rocco dice i "santi del giorno" che bella persona era Rocco!
Nonostante la grande popolarità di San Rocco, le notizie sulla sua vita sono molto frammentarie per poter comporre una biografia in piena regola, comunque è possibile, grazie ai molti studi fatti, tracciare a grandi linee un profilo del nostro Santo, elaborando una serie di notizie essenziali sulla sua breve esistenza terrena. Tra le varie “correzioni” che sono state proposte alle date tradizionali (1295-1327), si è gradatamente imposta quella che oggi sembra la più consolidata: il Santo è nato a Montpellier fra il 1345 e il 1350 ed è morto a Voghera fra il 1376 ed il 1379 molto giovane a non più di trentadue anni di età. Secondo tutte le biografie i genitori Jean e Libère De La Croix erano una coppia di esemplari virtù cristiane, ricchi e benestanti ma dediti ad opere di carità. Rattristati dalla mancanza di un figlio rivolsero continue preghiere alla Vergine Maria dell’antica Chiesa di Notre-Dame des Tables fino ad ottenere la grazia richiesta. Secondo la pia devozione il neonato, a cui fu dato il nome di Rocco (da Rog o Rotch), nacque con una croce vermiglia impressa sul petto. Intorno ai vent’anni di età perse entrambi i genitori e decise di seguire Cristo fino in fondo: vendette tutti i suoi beni, si affiliò al Terz’ordine francescano e, indossato l’abito del pellegrino, fece voto di recarsi a Roma a pregare sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo. Bastone, mantello, cappello, borraccia e conchiglia sono i suoi ornamenti; la preghiera e la carità la sua forza; Gesù Cristo il suo gaudio e la sua santità. Non è possibile ricostruire il percorso prescelto per arrivare dalla Francia nel nostro Paese: forse attraverso le Alpi per poi dirigersi verso l’Emilia e l’Umbria, o lungo la Costa Azzurra per scendere dalla Liguria il litorale tirrenico. Certo è che nel luglio 1367 era ad Acquapendente, una cittadina in provincia di Viterbo, dove ignorando i consigli della gente in fuga per la peste, il nostro Santo chiese di prestare servizio nel locale ospedale mettendosi al servizio di tutti. Tracciando il segno di croce sui malati, invocando la Trinità di Dio per la guarigione degli appestati, San Rocco diventò lo strumento di Dio per operare miracolose guarigioni. Ad Acquapendente San Rocco si fermò per circa tre mesi fino al diradarsi dell’epidemia, per poi dirigersi verso l’Emilia Romagna dove il morbo infuriava con maggiore violenza, al fine di poter prestare il proprio soccorso alle sventurate vittime della peste.
L’arrivo a Roma è databile fra il 1367 e l’inizio del 1368, quando Papa Urbano V è da poco ritornato da Avignone. E’ del tutto probabile che il nostro Santo si sia recato all’ospedale del Santo Spirito, ed è qui che sarebbe avvenuto il più famoso miracolo di San Rocco: la guarigione di un cardinale, liberato dalla peste dopo aver tracciato sulla sua fronte il segno di Croce. Fu proprio questo cardinale a presentare San Rocco al pontefice: l’incontro con il Papa fu il momento culminante del soggiorno romano di San Rocco. La partenza da Roma avvenne tra il 1370 ed il 1371. Varie tradizioni segnalano la presenza del Santo a Rimini, Forlì, Cesena, Parma, Bologna. Certo è che nel luglio 1371 è a Piacenza presso l’ospedale di Nostra Signora di Betlemme. Qui proseguì la sua opera di conforto e di assistenza ai malati, finché scoprì di essere stato colpito dalla peste. Di sua iniziativa o forse scacciato dalla gente si allontana dalla città e si rifugia in un bosco vicino Sarmato, in una capanna vicino al fiume Trebbia. Qui un cane lo trova e lo salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane, finché il suo ricco padrone seguendolo scopre il rifugio del Santo. Il Dio potente e misericordioso non permette che il giovane pellegrino morisse di peste perché doveva curare e lenire le sofferenze del suo popolo. Intanto in tutti i posti dove Rocco era passato e aveva guarito col segno di croce, il suo nome diventava famoso. Tutti raccontano del giovane pellegrino che porta la carità di Cristo e la potenza miracolosa di Dio. Dopo la guarigione San Rocco riprende il viaggio per tornare in patria. Le antiche ipotesi che riguardano gli ultimi anni della vita del Santo non sono verificabili. La leggenda ritiene che San Rocco sia morto a Montpellier, dove era ritornato o ad Angera sul Lago Maggiore. E’ invece certo che si sia trovato, sulla via del ritorno a casa, implicato nelle complicate vicende politiche del tempo: San Rocco è arrestato come persona sospetta e condotto a Voghera davanti al governatore. Interrogato, per adempiere il voto non volle rivelare il suo nome dicendo solo di essere “un umile servitore di Gesù Cristo”. Gettato in prigione, vi trascorse cinque anni, vivendo questa nuova dura prova come un “purgatorio” per l’espiazione dei peccati. Quando la morte era ormai vicina, chiese al carceriere di condurgli un sacerdote; si verificarono allora alcuni eventi prodigiosi, che indussero i presenti ad avvisare il Governatore. Le voci si sparsero in fretta, ma quando la porta della cella venne riaperta, San Rocco era già morto: era il 16 agosto di un anno compreso tra il 1376 ed il 1379.
Prima di spirare, il Santo aveva ottenuto da Dio il dono di diventare l’intercessore di tutti i malati di peste che avessero invocato il suo nome, nome che venne scoperto dall’anziana madre del Governatore o dalla sua nutrice, che dal particolare della croce vermiglia sul petto, riconobbe in lui il Rocco di Montpellier. San Rocco fu sepolto con tutti gli onori.
Sulla sua tomba a Voghera cominciò subito a fiorire il culto al giovane Rocco, pellegrino di Montpellier, amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri.
Il Concilio di Costanza nel 1414 lo invocò santo per la liberazione dall'epidemia di peste ivi propagatasi durante i lavori conciliari.
Dal 1999 è attiva presso la Chiesa di San Rocco in Roma, dove per volontà di Papa Clemente VIII dal 1575 è custodita una Insigne Reliquia del Braccio destro di San Rocco, l’Associazione Europea Amici di San Rocco, con lo scopo di diffondere il culto e la devozione verso il Santo della carità attraverso l’esempio concreto di amore verso i malati ed i bisognosi.
Oltre a quello romano, altri centri rocchiani sono:
- l'Arciconfraternita Scuola Grande di Venezia, che ne custodisce il corpo
- il santuario di San Rocco della sua città natale di Montpellier
- l'Association Internationale che ha sede sempre in Montpellier e che aggrega e collega le diverse associazioni nazionali
- l'Associazione Nazionale San Rocco Italia che ha sede a Sarmato (PC), dove avvenne l'incontro col cane
- il Comitato Internazionale Studi Rocchiani che ha sede in Voghera (PV), località da cui prese avvio il culto.
Autore: Mons. Filippo Tucci, primicerio Chiesa San Rocco - Roma
Incollo qui quello che di Rocco dice i "santi del giorno" che bella persona era Rocco!
Nonostante la grande popolarità di San Rocco, le notizie sulla sua vita sono molto frammentarie per poter comporre una biografia in piena regola, comunque è possibile, grazie ai molti studi fatti, tracciare a grandi linee un profilo del nostro Santo, elaborando una serie di notizie essenziali sulla sua breve esistenza terrena. Tra le varie “correzioni” che sono state proposte alle date tradizionali (1295-1327), si è gradatamente imposta quella che oggi sembra la più consolidata: il Santo è nato a Montpellier fra il 1345 e il 1350 ed è morto a Voghera fra il 1376 ed il 1379 molto giovane a non più di trentadue anni di età. Secondo tutte le biografie i genitori Jean e Libère De La Croix erano una coppia di esemplari virtù cristiane, ricchi e benestanti ma dediti ad opere di carità. Rattristati dalla mancanza di un figlio rivolsero continue preghiere alla Vergine Maria dell’antica Chiesa di Notre-Dame des Tables fino ad ottenere la grazia richiesta. Secondo la pia devozione il neonato, a cui fu dato il nome di Rocco (da Rog o Rotch), nacque con una croce vermiglia impressa sul petto. Intorno ai vent’anni di età perse entrambi i genitori e decise di seguire Cristo fino in fondo: vendette tutti i suoi beni, si affiliò al Terz’ordine francescano e, indossato l’abito del pellegrino, fece voto di recarsi a Roma a pregare sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo. Bastone, mantello, cappello, borraccia e conchiglia sono i suoi ornamenti; la preghiera e la carità la sua forza; Gesù Cristo il suo gaudio e la sua santità. Non è possibile ricostruire il percorso prescelto per arrivare dalla Francia nel nostro Paese: forse attraverso le Alpi per poi dirigersi verso l’Emilia e l’Umbria, o lungo la Costa Azzurra per scendere dalla Liguria il litorale tirrenico. Certo è che nel luglio 1367 era ad Acquapendente, una cittadina in provincia di Viterbo, dove ignorando i consigli della gente in fuga per la peste, il nostro Santo chiese di prestare servizio nel locale ospedale mettendosi al servizio di tutti. Tracciando il segno di croce sui malati, invocando la Trinità di Dio per la guarigione degli appestati, San Rocco diventò lo strumento di Dio per operare miracolose guarigioni. Ad Acquapendente San Rocco si fermò per circa tre mesi fino al diradarsi dell’epidemia, per poi dirigersi verso l’Emilia Romagna dove il morbo infuriava con maggiore violenza, al fine di poter prestare il proprio soccorso alle sventurate vittime della peste.
L’arrivo a Roma è databile fra il 1367 e l’inizio del 1368, quando Papa Urbano V è da poco ritornato da Avignone. E’ del tutto probabile che il nostro Santo si sia recato all’ospedale del Santo Spirito, ed è qui che sarebbe avvenuto il più famoso miracolo di San Rocco: la guarigione di un cardinale, liberato dalla peste dopo aver tracciato sulla sua fronte il segno di Croce. Fu proprio questo cardinale a presentare San Rocco al pontefice: l’incontro con il Papa fu il momento culminante del soggiorno romano di San Rocco. La partenza da Roma avvenne tra il 1370 ed il 1371. Varie tradizioni segnalano la presenza del Santo a Rimini, Forlì, Cesena, Parma, Bologna. Certo è che nel luglio 1371 è a Piacenza presso l’ospedale di Nostra Signora di Betlemme. Qui proseguì la sua opera di conforto e di assistenza ai malati, finché scoprì di essere stato colpito dalla peste. Di sua iniziativa o forse scacciato dalla gente si allontana dalla città e si rifugia in un bosco vicino Sarmato, in una capanna vicino al fiume Trebbia. Qui un cane lo trova e lo salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane, finché il suo ricco padrone seguendolo scopre il rifugio del Santo. Il Dio potente e misericordioso non permette che il giovane pellegrino morisse di peste perché doveva curare e lenire le sofferenze del suo popolo. Intanto in tutti i posti dove Rocco era passato e aveva guarito col segno di croce, il suo nome diventava famoso. Tutti raccontano del giovane pellegrino che porta la carità di Cristo e la potenza miracolosa di Dio. Dopo la guarigione San Rocco riprende il viaggio per tornare in patria. Le antiche ipotesi che riguardano gli ultimi anni della vita del Santo non sono verificabili. La leggenda ritiene che San Rocco sia morto a Montpellier, dove era ritornato o ad Angera sul Lago Maggiore. E’ invece certo che si sia trovato, sulla via del ritorno a casa, implicato nelle complicate vicende politiche del tempo: San Rocco è arrestato come persona sospetta e condotto a Voghera davanti al governatore. Interrogato, per adempiere il voto non volle rivelare il suo nome dicendo solo di essere “un umile servitore di Gesù Cristo”. Gettato in prigione, vi trascorse cinque anni, vivendo questa nuova dura prova come un “purgatorio” per l’espiazione dei peccati. Quando la morte era ormai vicina, chiese al carceriere di condurgli un sacerdote; si verificarono allora alcuni eventi prodigiosi, che indussero i presenti ad avvisare il Governatore. Le voci si sparsero in fretta, ma quando la porta della cella venne riaperta, San Rocco era già morto: era il 16 agosto di un anno compreso tra il 1376 ed il 1379.
Prima di spirare, il Santo aveva ottenuto da Dio il dono di diventare l’intercessore di tutti i malati di peste che avessero invocato il suo nome, nome che venne scoperto dall’anziana madre del Governatore o dalla sua nutrice, che dal particolare della croce vermiglia sul petto, riconobbe in lui il Rocco di Montpellier. San Rocco fu sepolto con tutti gli onori.
Sulla sua tomba a Voghera cominciò subito a fiorire il culto al giovane Rocco, pellegrino di Montpellier, amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri.
Il Concilio di Costanza nel 1414 lo invocò santo per la liberazione dall'epidemia di peste ivi propagatasi durante i lavori conciliari.
Dal 1999 è attiva presso la Chiesa di San Rocco in Roma, dove per volontà di Papa Clemente VIII dal 1575 è custodita una Insigne Reliquia del Braccio destro di San Rocco, l’Associazione Europea Amici di San Rocco, con lo scopo di diffondere il culto e la devozione verso il Santo della carità attraverso l’esempio concreto di amore verso i malati ed i bisognosi.
Oltre a quello romano, altri centri rocchiani sono:
- l'Arciconfraternita Scuola Grande di Venezia, che ne custodisce il corpo
- il santuario di San Rocco della sua città natale di Montpellier
- l'Association Internationale che ha sede sempre in Montpellier e che aggrega e collega le diverse associazioni nazionali
- l'Associazione Nazionale San Rocco Italia che ha sede a Sarmato (PC), dove avvenne l'incontro col cane
- il Comitato Internazionale Studi Rocchiani che ha sede in Voghera (PV), località da cui prese avvio il culto.
Autore: Mons. Filippo Tucci, primicerio Chiesa San Rocco - Roma
mercoledì 15 agosto 2012
Gino....il pellegrino napoletano
con alcuni giorni di ritardo, l'ho conosciuto sabato scorso, metto questo post su un pellegrino "strano", per qualche ragione non sembra un pellegrino, ma in fondo com'è un pellegrino?! E lui pellegrino lo è veramente. Faccia abbronzata da vivace pulcinella, codino di capelli lucidi e neri, fisico scattante e quel suo accento napoletano con qualche inflessione tedesca. Un cammino per il suo papà morto giovane, a 44 anni, in un incidente stradale sulla strada del Brennero e così lui fa la promessa di camminare dalla Germania al cimiterino del paese fra Caserta e Napoli dove il papà è sepolto. Dalla Germania nella zona del lago di Costanza dove il papà aveva trasferito la famiglia per il figlio più piccolo, epilettico, che lì avrebbe ricevuto cure migliori che a casa. Storia di emigranti tenaci che si fanno una vita all'estero e così lì, ora, c'è un bel ristorante pizzeria che ora è in totale ricostruzione...il tempo giusto per Gino per mettere in atto la sua promessa. Si allena tutto un anno con una pellegrina di Francesco tedesca che mi conobbe all'ostello, che lo fa camminare su e giù per le montagne, mi contatta e poi parte, una tendina nello zaino, un percorso nella testa e tramonti sul mare sulla cui riva pianta la tendina e poi tanti incontri, tante Dio-incidenze bellissime...l'ultima il numero della credenziale che gli consegno nella cucina di Alessia: numero 10440 (il papà è morto in ottobre e aveva 44 anni e lui lo nota subito). Ha camminato così fino a Chiusi vicino a Chianciano dove è stato ospitato dallo zio e poi, accompagnato da lui, è arrivato in macchina ad Assisi da cui domenica è ripartito assieme ad altri pellegrini seguendo la mia guida, le loro strade si divideranno alla Romita di Cesi perchè lui taglierà per Narni per poi andare a Roma e proseguire verso Napoli. Un caro giovane uomo. Si è fatta ora di cena e Alessia propone una pasta tutti insieme nel loro cortilino, ora i pellegrini sono 4, ospiti nella sua bella piccola accoglienza veramente pellegrina. Tanti bei discorsi, prima avevo notato il suo borsellino zainetto e gli avevo detto che era carino...dopo cena me lo regala, così, perchè mi piaceva....e allora non ho una foto sua ma ho quella dello zainetto che mi accompagnerà in Francia...uno zainino che viaggia, dalla Germania all'Italia alla Francia, zainino pellegrino per una donnina piccina piciò e così avrò sempre in mente Gino, il pulcinella tutto cuore che cammina per il suo papà che gli ha regalato una vita dignitosa nella Germania che è casa...dove la mamma cucina napoletano e il ristorante è sempre pieno perchè cucina bene. Grazie Gino buon cammino sempre!
martedì 14 agosto 2012
quando il caldo...fa aprire youtube...
...e per Dio-incidenza sono arrivata a questo film che non conoscevo mentre, Raimond Mudy, quello vero, sono stata un giorno intero ad ascoltarlo all'incontro dell'Ipnosi Regressiva a Bologna, persona splendida! Se avete tempo guardatevelo, fa star bene e io credo, so che è così, non per esperienza vissuta ma perchè lo SO che torneremo a CASA, la nostra bellissima casa...e sorella morte non fa male!
lunedì 13 agosto 2012
la nostra Marisa è tornata a casa!
non a casa mia dove questa foto fu fatta l'anno scorso quando stavamo partendo per Monte Sant'Angelo per la presentazione della guida, a casa sua ad Arezzo. E' tornata sabato e oggi la sto andando a trovare. Un saluto veloce senza baci, perchè non è ancora avvicinabile per via delle ferite nel cervello, semplicemente un veloce saluto per guardarci in faccia...è così tanto che non vedo la mia compagna di cammini!! Marisotta mi ha chiamato sabato, molto dolorante ma contenta per come è stata trattata al Gemelli: "Un albergo a tante stelle" come l'ha definito lei dove è stata assistita in tutti i modi con grande cura e dolcezza. Ora c'è il recupero che sarà lento ma, la nostra "roccia malandata" è pur sempre una roccia e ce la farà, ne sono sicura! Le porterò i vostri abbracci virtuali....forza Marisa che i sentieri del mondo ti attendono!
domenica 12 agosto 2012
le anime gemelle...
oggi è il giorno di questa donna formidabile, santa Giovanna di Chantal vera anima gemella di un altro formidabile essere, San Francesco di Sales...e la mente va a Chiara e Francesco e a tutte quelle coppie perfette della storia dell'umanità, in tutte le culture e religioni, non solo la nostra; il divino al maschiele e al femminile, indivisibile...vorrei tanto leggere le sue lettere al suo Francesco e mi sa che le cercherò in Francia, pare che lei, alla morte di lui, facesse bruciare quelle che lei gli aveva scritto...al momento della morte di lei una sua consorella ebbe la visione di Francesco in una bolla di luce che scendeva a portarsela via...sono sepolti insieme, le loro ossa insieme le loro anime ricongiunte per l'eternità. Quanto è puritano e, in fondo meschino, chiamare queste coppie "amicizie spirituali" erano amori, veri profondi amori e non penso alle melensagini da film, penso ad un amore infinito che chi ha paura dell' amore non capirà mai...
ricopio qui sotto quello che ho trovato nei "santi del giorno" le rende onore in poche righe...poi ritorno alla mia legna che i miei cari vicini, in mia assenza hanno portato quasi tutta su GRAZIE!
Nella storia della Chiesa troviamo alcuni casi in cui uomo e donna hanno agito insieme nel cammino della santità, ricordiamo così Francesco e Chiara, Elzeario di Sabran e Delfina di Glandève, Teresa d’Avila e Giovanni della Croce, Benedetto e Scolastica, Luigi e Zelia Martin (genitori di santa Teresina di Lisieux), Giulia e Carlo Tancredi di Barolo, i coniugi Beltrame. Altra “coppia” sorprendente fu quella composta da san Francesco di Sales e Giovanna Francesca Frémyot de Chantal. Fu infatti grazie all’incontro con il vescovo di Ginevra che Giovanna definì il suo percorso di santità.
I francesi la chiamano sainte Chantal e la venerano ad Annecy, dove riposa accanto a san Francesco di Sales.
Nasce a Digione il 23 gennaio 1572 in una famiglia dell’alta nobiltà borgognona. Suo padre è Benigno Frémyot, secondo presidente del Parlamento. Rimasta ben presto orfana di madre, crescerà sotto l’educazione e la morale paterne.
Il 29 dicembre 1592 Giovanna sposa Cristoforo II, barone di Chantal. Il loro è un matrimonio felice. Viene da subito chiamata «la dama perfetta» per quel suo prodigarsi nella tenuta di Bourbilly e per le attenzioni e premure che riserva al consorte. Da questa unione perfetta nascono sei figli: i primi due muoiono alla nascita, poi arrivano Celso Benigno, Maria Amata, Francesca e Carlotta.
Dolce, serena, affabile, Giovanna è amata dai suoi familiari, come dalla servitù. Quando Cristoforo si assenta dal castello per adempiere ai suoi impegni di corte, Giovanna lascia gli abiti eleganti e si dedica ai poveri, ai quali non offre solo denaro, ma la propria persona, servendoli. La sua carità si fa immensa durante la carestia che colpisce la Borgogna nell’inverno 1600-1601. È qui che la baronessa, senza ascoltare i borbottii di molti e incoraggiata dal consorte, trasforma il maniero in un vero e proprio ospedale per ospitare madri e bambini in difficoltà e si occupa della costruzione di un nuovo forno per poter distribuire il pane a tutti coloro che bussano alla sua porta. Un giorno le viene detto che nel granaio non è rimasto che un solo sacco di segala… e lei, senza esitazioni, ordina di proseguire la distribuzione del pane, come prima… la segala finirà al nuovo raccolto.
Ma ecco giungere la prima grande prova, la morte di Cristoforo, ucciso da un colpo di archibugio durante una battuta di caccia.
Resta vedova a soli 29 anni, vedova e madre di quattro creature di cui la prima ha solo cinque anni e l’ultima pochi giorni. Matura, in questo tempo di lutto e di dolore, il desiderio di consacrarsi a Cristo, ma i doveri familiari non le permettono una scelta di vita così drastica. In attesa di conoscere la volontà di Dio, Giovanna si dedica totalmente ai figli, all’amministrazione della casa e alla preghiera.
Il suocero, barone di Chantal, la informa che deve subito trasferirsi da lui, a Monthélon se desidera che i figli prendano parte all’eredità e lei accetta, pur sapendo che nella residenza dell’anziano barone comanda una «servapadrona». Per lungo tempo dovrà sopportare le angherie di quest’ultima.
Il suo nome inizia a rendersi noto per la sua carità. Non è più chiamata «dama perfetta», ma la «nostra buona signora».
Un’altra difficile prova deve ora affrontare: la sua guida spirituale non comprende la sua persona, non sa leggere la sua anima. Un giorno suo padre la invita a Digione, questa volta per ascoltare il quaresimale del vescovo di Ginevra, Francesco di Sales, la cui fama si diffonde sempre più in Savoia e in tutta la Francia. Il primo incontro fra Giovanna e il vescovo avviene il 5 marzo del 1604. Da allora si instaura un camino di unione fraterna e spirituale straordinario. La direzione spirituale di Francesco di Sales si realizza soprattutto attraverso l’epistolario, dove l’umano è «divinizzato» e il divino «umanizzato».
In una lettera inviata al vescovo ginevrino Giovanna scrive: «… tutto quello che di creato c’è quaggiù non è niente per me se paragonato al mio carissimo Padre… Un giorno mi comandaste di distaccarmi e di spogliarmi di tutto. Oh Dio, quanto è facile lasciare quello che è attorno a noi, ma lasciare la propria pelle, la propria carne, le proprie ossa e penetrare nell’intimo delle midolla, che è, mi sembra, quello che abbiamo fatto è una cosa grande, difficile e impossibile se non alla grazia di Dio».
Nel 1610 firma di fronte al notaio un atto con il quale si spoglia di tutti i beni in favore dei figli. Lascia dunque la famiglia e parte per Annecy e il 6 giugno, insieme a due compagne, Giacomina Favre e Giovanna Carlotta de Bréchard entra nella piccola ed umile «casa della Galleria», culla dell’Ordine della Visitazione.
Rimarrà sempre “madre”, continuando ad amare profondamente e teneramente i suoi figli. Nuove morti, nuovi lutti… tanto che soltanto la figlia Francesca le sopravviverà tra figli, fratelli, generi e nuora. Perciò Dio diventa per lei l’unica ricerca, l’unico fine della sua attuale vita. Alla scomparsa di Francesco di Sales (28 dicembre 1622), Giovanna si trova sola alla guida della nuova famiglia religiosa della Visitazione. Si fa pellegrina sulle strade di Francia, fondando ben 87 case visitandine. Consumata «nell’amore di opera e nell’opera di amore», come usava dire, si spegne il 13 dicembre 1641 nel monastero di Moulins.
Le «Lettere di amicizia e direzione» (tradotte per la prima volta in italiano, a cura dei monasteri della Visitazione d’Italia) sono la testimonianza più viva della grande spiritualità di Madre Chantal ed è la prova che fosse persona troppo intelligente e “libera” per ridursi ad un’ombra anonima di san Francesco di Sales.
Autore: Cristina Siccardi
sabato 11 agosto 2012
i 20 quintali di legna...pensando a Chiara
La penserò salendo lentamente i miei 8 gradini, 1 per ogni secolo, per impilare la legna, non ho trovato nessuno che mi venisse ad aiutare e così...lo farò da sola, devo. In fondo sono più vicina a lei in questa fatica che nella sua bella basilica che di certo a lei non sarebbe piaciuta, anche lei lo avrà fatto un tempo per alimentare il "focone"attorno a cui riunirsi nelle fredde notti d'inverno. Ricopio qui il transito di Chiara dalla "Leggenda di Santa Chiara" buona festa a tutte le donne che la amano...credo che solo una donna la possa capire veramente.
CAPITOLO 29
IL SUO SUPREMO TRANSITO
E CIÒ CHE AVVENNE O APPARÌ IN QUEL PUNTO
3246
44. Da ultimo la vedono agonizzare per parecchi giorni prima della fine: e cresce in questo tempo la fede della gente e la devozione popolare. Ogni giorno è anche onorata, come già santa, dalla visita assidua di cardinali e di prelati.
E, ciò che è evento meraviglioso ad udirsi, pur non potendo prendere alcun cibo per diciassette giorni, fu dal Signore sostenuta con tanta fortezza che era lei a confortare, esortandoli al servizio di Cristo, tutti quelli che venivano a visitarla.
3247
Infatti, esortandola il buon frate Rainaldo alla pazienza nel lungo martirio di così gravi infermità, con voce perfettamente libera da forzature gli rispose: «Da quando ho conosciuto la grazia del Signore mio Gesù Cristo per mezzo di quel suo servo Francesco, nessuna pena mi è stata molesta, nessuna penitenza gravosa, nessuna infermità mi è stata dura, fratello carissimo!».
3248
45. Poi, facendosi più vicino il Signore e già quasi stando sulla soglia, Chiara vuole che le stiano accanto sacerdoti e frati spirituali, che le ripetano la Passione del Signore e sante parole. E appena tra di essi le appare frate Ginepro, famoso per saper vibrare ardenti giaculatorie al Signore(85), con calde parole dal cuore, animata da rinnovata letizia gli chiede se abbia lì pronto qualcosa di nuovo riguardo al Signore.
Ed egli, aprendo la bocca, dalla fornace del cuore ardente libera fiammeggianti scintille di parole, e la vergine di Dio trova grande consolazione nelle sue parabole.
3249
Infine si volge alle figlie in lacrime, raccomandando loro la povertà del Signore(86) e ricorda lodando i benefici divini. Benedice devoti e devote sue e implora larga grazia di benedizione su tutte le Donne dei monasteri poveri, sia presenti che futuri.
Chi potrebbe narrare il resto, senza piangere?
3250
Sono lì presenti quei due benedetti compagni del beato Francesco, dei quali uno, Angelo, lui stesso in lacrime, consola le afflitte; l’altro, Leone, bacia il giaciglio di Chiara morente.
3251
Piangono le figlie desolate il distacco dalla loro pia madre e la accompagnano con le lacrime mentre se ne va, sapendo che non la vedranno più. Si dolgono con immensa amarezza che, insieme con lei, sparisca ogni loro consolazione e che, lasciate nella valle delle lacrime, non saranno più consolate dalla loro maestra.
A stento il pudore, esso solo, trattiene la mano dal ferire i corpi e la vampa del dolore è resa ancora più acerba dal fatto che non le si permette di sfogare in manifestazioni esterne di cordoglio. Il rigore claustrale impone il silenzio, la violenza del dolore strappa gemiti e singhiozzi. Le gote sono tumefatte per le lacrime e ancora la piena del cuore, straziato dal dolore, alimenta il rivolo del pianto.
3252
46. Volgendosi poi a se stessa, la vergine santissima parla silenziosamente alla sua anima: «Và sicura – le dice – perché hai buona scorta, nel viaggio. Và, perché Colui che t’ha creata, ti ha santificata e sempre guardandoti come una madre suo figlio, ti ha amata con tenero amore». «E tu, Signore – soggiunge – sii benedetto, che mi hai creata».
Interrogandola una delle sorelle a chi stesse parlando, rispose: «Io parlo all’anima mia benedetta»(87).
E ormai quella gloriosa scorta non era molto lontana. Volgendosi infatti a una figlia, le domanda: «Vedi tu il Re della gloria, che io vedo, o figlia?»(88).
3253
Su un’altra pure si posò la mano del Signore e con gli occhi del corpo vide tra le lacrime una beatificante visione. Trafitta invero dal dardo di un profondo dolore, volge lo sguardo verso la porta della casa: ed ecco, entra una schiera di vergini in bianche vesti e tutte hanno ghirlande d’oro sul capo.
Si avanza tra loro una più splendente delle altre, dalla cui corona, che appare alla sommità come un turibolo traforato, s’irradia un tale splendore da mutare in luce del giorno l’oscurità della notte tra le pareti della casa.
Si avvicina al lettuccio, dove giace la Sposa del Figlio e, chinandosi su di lei con tenerissimo amore, le dona un dolcissimo abbraccio. Le vergini distendono un pallio di meravigliosa bellezza e, tutte a gara servendo, rivestono il corpo di Chiara e ne adornano il talamo(89).
IL SUO SUPREMO TRANSITO
E CIÒ CHE AVVENNE O APPARÌ IN QUEL PUNTO
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44. Da ultimo la vedono agonizzare per parecchi giorni prima della fine: e cresce in questo tempo la fede della gente e la devozione popolare. Ogni giorno è anche onorata, come già santa, dalla visita assidua di cardinali e di prelati.
E, ciò che è evento meraviglioso ad udirsi, pur non potendo prendere alcun cibo per diciassette giorni, fu dal Signore sostenuta con tanta fortezza che era lei a confortare, esortandoli al servizio di Cristo, tutti quelli che venivano a visitarla.
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Infatti, esortandola il buon frate Rainaldo alla pazienza nel lungo martirio di così gravi infermità, con voce perfettamente libera da forzature gli rispose: «Da quando ho conosciuto la grazia del Signore mio Gesù Cristo per mezzo di quel suo servo Francesco, nessuna pena mi è stata molesta, nessuna penitenza gravosa, nessuna infermità mi è stata dura, fratello carissimo!».
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45. Poi, facendosi più vicino il Signore e già quasi stando sulla soglia, Chiara vuole che le stiano accanto sacerdoti e frati spirituali, che le ripetano la Passione del Signore e sante parole. E appena tra di essi le appare frate Ginepro, famoso per saper vibrare ardenti giaculatorie al Signore(85), con calde parole dal cuore, animata da rinnovata letizia gli chiede se abbia lì pronto qualcosa di nuovo riguardo al Signore.
Ed egli, aprendo la bocca, dalla fornace del cuore ardente libera fiammeggianti scintille di parole, e la vergine di Dio trova grande consolazione nelle sue parabole.
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Infine si volge alle figlie in lacrime, raccomandando loro la povertà del Signore(86) e ricorda lodando i benefici divini. Benedice devoti e devote sue e implora larga grazia di benedizione su tutte le Donne dei monasteri poveri, sia presenti che futuri.
Chi potrebbe narrare il resto, senza piangere?
3250
Sono lì presenti quei due benedetti compagni del beato Francesco, dei quali uno, Angelo, lui stesso in lacrime, consola le afflitte; l’altro, Leone, bacia il giaciglio di Chiara morente.
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Piangono le figlie desolate il distacco dalla loro pia madre e la accompagnano con le lacrime mentre se ne va, sapendo che non la vedranno più. Si dolgono con immensa amarezza che, insieme con lei, sparisca ogni loro consolazione e che, lasciate nella valle delle lacrime, non saranno più consolate dalla loro maestra.
A stento il pudore, esso solo, trattiene la mano dal ferire i corpi e la vampa del dolore è resa ancora più acerba dal fatto che non le si permette di sfogare in manifestazioni esterne di cordoglio. Il rigore claustrale impone il silenzio, la violenza del dolore strappa gemiti e singhiozzi. Le gote sono tumefatte per le lacrime e ancora la piena del cuore, straziato dal dolore, alimenta il rivolo del pianto.
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46. Volgendosi poi a se stessa, la vergine santissima parla silenziosamente alla sua anima: «Và sicura – le dice – perché hai buona scorta, nel viaggio. Và, perché Colui che t’ha creata, ti ha santificata e sempre guardandoti come una madre suo figlio, ti ha amata con tenero amore». «E tu, Signore – soggiunge – sii benedetto, che mi hai creata».
Interrogandola una delle sorelle a chi stesse parlando, rispose: «Io parlo all’anima mia benedetta»(87).
E ormai quella gloriosa scorta non era molto lontana. Volgendosi infatti a una figlia, le domanda: «Vedi tu il Re della gloria, che io vedo, o figlia?»(88).
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Su un’altra pure si posò la mano del Signore e con gli occhi del corpo vide tra le lacrime una beatificante visione. Trafitta invero dal dardo di un profondo dolore, volge lo sguardo verso la porta della casa: ed ecco, entra una schiera di vergini in bianche vesti e tutte hanno ghirlande d’oro sul capo.
Si avanza tra loro una più splendente delle altre, dalla cui corona, che appare alla sommità come un turibolo traforato, s’irradia un tale splendore da mutare in luce del giorno l’oscurità della notte tra le pareti della casa.
Si avvicina al lettuccio, dove giace la Sposa del Figlio e, chinandosi su di lei con tenerissimo amore, le dona un dolcissimo abbraccio. Le vergini distendono un pallio di meravigliosa bellezza e, tutte a gara servendo, rivestono il corpo di Chiara e ne adornano il talamo(89).
Indi, il giorno successivo alla festa del beato Lorenzo(90), quella santissima anima esce dalla vita mortale, per essere premiata con l’alloro eterno; e, disfatto il tempio della carne, il suo spirito passa beatamente al cielo.
Benedetto quest’esodo dalla valle della miseria, che fu per lei ingresso nella vita beata!
Ormai, in cambio della penuria del cibo, si rallegra al convito dei cittadini del cielo; ormai, in cambio dell’umile cenere, beata nel regno dei cieli, è resa splendente dalla stola della gloria eterna.
venerdì 10 agosto 2012
come copiare male...per interessi senza Luce!
storia annunciata questa delle guida "La via di Francesco" e, proprio Alex ieri l'aveva vista così oggi l'ho vista anch'io, non l'ho di certo comperata, ma l'ho guardata attentamente e la prima cosa che salta agli occhi è la copiatura integrale del percorso dalla Verna ad Assisi ( ma come? Non partivate da Citerna perchè la Regione Toscana non c'era stata?)con pure le sue varianti...
Poi, mi era stato detto che circolava in Regione (quelli che hanno preso una barca di soldi dalla Comunità Europea per il pateracchio "Via Francigena di San Francesco" ora riciclata in "Via di Francesco" dopo che i Frati Minori hanno svenduto il nome della prima nostra credenziale ad interessi in cui ci sono dimezzo: I vescovi dell'Umbria, i vari ordini Francescani, l'Opera Romana Pellegrinaggi, l'Apt di Rieti e quel "delizioso" "Consorzio Umbria & Francesco's Ways" di cui il don Paolo Giulietti è presidente...ricordate il mio blog in cui ne parlavo? beh se no, lo reincollo più sotto.) Dicevo circolava la voce che "La mia guida NON è una guida spirituale ma di trekking e che questa prodotta dalla Paoline (sono gli stessi che plaudirono all'uscita di "Di qui passò Francesco" e vediamo se smetteranno di vendere nelle loro libreria la mia guida che ha fatto guadagnare loro tanti bei soldini!) questa si è spirituale!"...peccato che dalle Fonti Francescane sia riportato solo il Cantico delle Creature e poi che ..."il povero, sempre più povero Francesco" sparisca del tutto lasciando spazio a foto degli "Agritour a loro consorziati...forse quelli che si sono spartiti la fetta dei 500.000 euro che il Consorzio si è ciucciato dalla Regione....e don Paolo che fa? Ah sì "lui cura soprattutto la fedeltà ai contenuti spirituali e culturali della Via di Francesco" come potete leggere sulla quarta di copertina che ho fotografato)
E poi...a parte fotografare un Tau dipinto da me, riconosco il mio stile personale di pittura, si sono inventati un nuovo simbolo che andrà a riempire vieppiù gli alberi...ma tanto a loro che gliene frega? Sono solo i soldi quelli che contano, che i pellegrini siano sempre più confusi sono c... loro, o no?!
E la mente corre al 2003 quando piena di entusiasmo e senza nessun mezzo se non "le spese vive" pagate da Terre di Mezzo che aveva avuto fede in me, una fede sul nulla perchè c'era solo un mio cammino personale e l'idea di trasformalo per tutti, dicevo, la mente corre a quei giorni, ai colloqui con Paolo Caucci von Sauken nella sede vuota della "Confraternita di San Giacomo" a come lui mi spingeva a rendere guida questo sogno, poi la guida uscì e, in anteprima, la presentai il 30 maggio 2004 all' "Incontro Compostellano" a Perugia e lì c'era don Paolo, il capellano della confraternita...e i ricordi vanno ai discorsi su come l'Opera Romana Pellegrinaggi avesse devastato la vera Francigena, a come la Confraternita mantenesse alta la purezza del Cammino, dei Cammini....a come io presentai a Terre di Mezzo su richiesta di Paolo Caucci la guida in embrione della Francigena di Monica Datti e marito...a come il burascoso inizio di rapporto con la casa editrice fu placato da me...ed uscì la loro guida...Poi nacque la "Perfetta Letizia" e il pranzo di innaugurazione fu con la Confraternita e i loro amici spagnoli...
E la mente corre al 2003 quando piena di entusiasmo e senza nessun mezzo se non "le spese vive" pagate da Terre di Mezzo che aveva avuto fede in me, una fede sul nulla perchè c'era solo un mio cammino personale e l'idea di trasformalo per tutti, dicevo, la mente corre a quei giorni, ai colloqui con Paolo Caucci von Sauken nella sede vuota della "Confraternita di San Giacomo" a come lui mi spingeva a rendere guida questo sogno, poi la guida uscì e, in anteprima, la presentai il 30 maggio 2004 all' "Incontro Compostellano" a Perugia e lì c'era don Paolo, il capellano della confraternita...e i ricordi vanno ai discorsi su come l'Opera Romana Pellegrinaggi avesse devastato la vera Francigena, a come la Confraternita mantenesse alta la purezza del Cammino, dei Cammini....a come io presentai a Terre di Mezzo su richiesta di Paolo Caucci la guida in embrione della Francigena di Monica Datti e marito...a come il burascoso inizio di rapporto con la casa editrice fu placato da me...ed uscì la loro guida...Poi nacque la "Perfetta Letizia" e il pranzo di innaugurazione fu con la Confraternita e i loro amici spagnoli...
Tutto bello, tutto pareva vero e pulito...pareva, forse io sono l'illusa di sempre ma così morirò perchè lo voglio...poi il "cammino sui passi di Francesco" è divenuto una chicca appetibile da cui si poteva "lucrare" e tutte le belle chiacchiere sono andate nel cassonetto. E la stessa Opera Romana Pellegrinaggi, di cui ho sempre sentito dire peste e corna nella Confraternita, è divenuta...un patner per cui scrivere una guida.
Cari due Paoli: don Paolo Giulietti e Paolo Caucci (spero che qualcuno vi faccia avere questo mio blog io non vi scrivo direttamente non siete degni della mia pulizia) dove sono finiti tutti i bei discorsi? Come potete continuare a dire che vi occupate dei pellegrini quando fate il contrario, vi occupate dei soldi che ci sono sotto i cammini...solo di quello! Fate la lavanda dei piedi? I pellegrini sono "già tutti mondi" voi no, voi dovete farvi una bella doccia e chissà che sorella acqua non vi levi di dosso tutto ciò!
Vi pare che scrivo tutto questo perchè ho qualche interesse sotto? Di certo no, il mio guadagno resta sempre e solo il benedetto 1.40 euro lordi di diritti sulla guida...voi guadagnate molto di più!
E che Dio vi perdoni per lo scempio di questo cammino, nato in purezza, voluto dal Cielo che mi ha pescato sul Cammino di Santiago che voi, comportandovi così, insozzate. Pescata dal Cielo e, ripeto per la milionesima volta, se solo avessi saputo di tutto il dolore a cui sarei andata incontro me ne sarei rimasta nel mio fresco paesello dolomitico...nonostante l'immensa gioia che le telefonate dei pellegrini e i loro emails mi hanno dato e mi danno costantemente. Nonostante senta profondamente che "il povero Francesco" mi è vicino e che, una volta di più, si rivolti sotto quel buio pilastro...cosa del resto normale qui.
Qualcuno mi ha detto: "Non ti preoccupare, quando saranno finiti i soldi sparirà tutto..." Lo so che è così, ma resta il danno ai pellegrini, il danno economico ai luoghi attraversati (la confusione crea danno), il danno morale che si insinua negli animi...VE NE IMPORTA QUALCHE COSA? Non credo, a me sì....e nonostante tutto sono qui, non ce la farete a distruggere ciò che Dio ha voluto... e i pellegrini camminano....e di là da un telefono c'è chi risponde a tutte le ore, chi li ricuora, li spinge, li va a raccattare sui sentieri...voi non lo farete...i soldi non ti fanno fare queste cose e nemmeno le belle parole "di cui è lastricato l'inferno."
Parto per la Francia, a camminare per me stessa, per prendere distanza da questa sozzura e poi ritornerò più forte e: non è una "Perfetta Letizia" chiusa per interesse e legame con la Regione, non è la vostra credenziale copiata malamente, non è neppure questa guida poveraccia perchè copiata...sempre malamente che cambierà né il mio animo e né quello che accadrà...voluto dal Cielo...io posso denunciare quello che fate in nome di una "vera purezza dei Cammini" voi no, non lo potete più...buona doccia!
questo il mio blog di un anno fa:
sabato 16 luglio 2011
Guardate che c'è sotto!!
E a me don Paolo Giulietti un'ora fa diceva: " E' stata creata la Credenziale perchè sia gratuita e fatta da un ente religioso"...e io gli ho creduto! Che scema sono!
Nel blog precedente c'è scritto che don Paolo Giulietti è presidente della
"Umbria and Francesco’s Ways"...allora sono andata a cercare cosa sia e guardate qui la chicca!
L'ho richiamato per dirgli della mia scoperta e per fare ammenda della mia dabbenaggine...non avevo capito, credevo si parlasse di cose gratuite dove il denaro non centrava, perdono pietà caro don Paolo per averlo creduto!...Se è una "nuova realtà imprenditoriale" si capisce tutto!! Che scema sono io ci credo ancora alle cose pulite, ai pellegrini, a Francesco, a Chiara MA QUI SONO SOLO SOLDI CHE GIRANO MIO CARO VICARIO GENERALE DI PERUGIA! Pardon, credevo si parlasse di pellegrini!
La solita storia: "Seguite quello che dico ma non quello che faccio..." Che Dio ti perdoni! Io faccio molta fatica a farlo...ma non sono Dio
Da quest’anno è stata creata una nuova realtà imprenditoriale dedicata in esclusiva alla Via di Francesco: il consorzio Umbria and Francesco’s Ways, nato all’interno di un progetto Regionale cofinanziato, è costituito da un centinaio di aziende ricettive e ristorative posizionate lungo il percorso della Via di Francesco. L’attività del consorzio sarà di tipo promozionale, ma anche commerciale, tramite la creazione di specifici pacchetti studiati per le diverse tipologie di turista: il pellegrino - interessato al cammino in chiave strettamente religiosa o spirituale – il trekker, il cicloturista, il turista a cavallo…
Il consorzio si occuperà della promozione del territorio regionale, finalizzata alla commercializzazione di prodotti turistici nell’ambito del pellegrinaggio e del turismo religioso. La sinergia delle numerose strutture ricettive, attività ristorative e dei fornitori di servizi posizionati lungo il Cammino di Francesco immetterà sul mercato un’offerta completa e diversificata, capace di soddisfare le molteplici esigenze dei clienti.
Il consorzio si propone anche di migliorare l'immagine del territorio, di promuovere azioni di tutela, e di sviluppare la qualità dei servizi di ospitalità. Promuovendo e commercializzando sul mercato l'offerta turistica religiosa Umbra, si offre come punto di riferimento per gli operatori turistici della domanda sia italiana che estera.
Lo scopo del consorzio sarà dunque quello di garantire ai turisti una vacanza indimenticabile in Umbria, mettendo a disposizione tutti i servizi necessari a supportare la ricerca di spiritualità, la scoperta del patrimonio storico-artistico, o anche solo la voglia di relazioni autentiche e di relax.
Il forte legame che lega le aziende del consorzio al territorio è un elemento chiave per l’accesso al ricco patrimonio di valori umani, al fascino dei luoghi religiosi e dei piccoli borghi, alle eccellenze gastronomiche della nostra meravigliosa terra.
Sulla Via di Francesco ogni pellegrino e turista potrà “sentirsi a casa”, proprio mentre vive un’indimenticabile esperienza spirituale ed umana.
Presentazione in occasione della Borsa dei Percorsi Devozionali e Culturali di Oropa 2011
sabato 16 luglio 2011
Guardate che c'è sotto!!
E a me don Paolo Giulietti un'ora fa diceva: " E' stata creata la Credenziale perchè sia gratuita e fatta da un ente religioso"...e io gli ho creduto! Che scema sono!
Nel blog precedente c'è scritto che don Paolo Giulietti è presidente della
"Umbria and Francesco’s Ways"...allora sono andata a cercare cosa sia e guardate qui la chicca!
L'ho richiamato per dirgli della mia scoperta e per fare ammenda della mia dabbenaggine...non avevo capito, credevo si parlasse di cose gratuite dove il denaro non centrava, perdono pietà caro don Paolo per averlo creduto!...Se è una "nuova realtà imprenditoriale" si capisce tutto!! Che scema sono io ci credo ancora alle cose pulite, ai pellegrini, a Francesco, a Chiara MA QUI SONO SOLO SOLDI CHE GIRANO MIO CARO VICARIO GENERALE DI PERUGIA! Pardon, credevo si parlasse di pellegrini!
La solita storia: "Seguite quello che dico ma non quello che faccio..." Che Dio ti perdoni! Io faccio molta fatica a farlo...ma non sono Dio
Da quest’anno è stata creata una nuova realtà imprenditoriale dedicata in esclusiva alla Via di Francesco: il consorzio Umbria and Francesco’s Ways, nato all’interno di un progetto Regionale cofinanziato, è costituito da un centinaio di aziende ricettive e ristorative posizionate lungo il percorso della Via di Francesco. L’attività del consorzio sarà di tipo promozionale, ma anche commerciale, tramite la creazione di specifici pacchetti studiati per le diverse tipologie di turista: il pellegrino - interessato al cammino in chiave strettamente religiosa o spirituale – il trekker, il cicloturista, il turista a cavallo…
Il consorzio si occuperà della promozione del territorio regionale, finalizzata alla commercializzazione di prodotti turistici nell’ambito del pellegrinaggio e del turismo religioso. La sinergia delle numerose strutture ricettive, attività ristorative e dei fornitori di servizi posizionati lungo il Cammino di Francesco immetterà sul mercato un’offerta completa e diversificata, capace di soddisfare le molteplici esigenze dei clienti.
Il consorzio si propone anche di migliorare l'immagine del territorio, di promuovere azioni di tutela, e di sviluppare la qualità dei servizi di ospitalità. Promuovendo e commercializzando sul mercato l'offerta turistica religiosa Umbra, si offre come punto di riferimento per gli operatori turistici della domanda sia italiana che estera.
Lo scopo del consorzio sarà dunque quello di garantire ai turisti una vacanza indimenticabile in Umbria, mettendo a disposizione tutti i servizi necessari a supportare la ricerca di spiritualità, la scoperta del patrimonio storico-artistico, o anche solo la voglia di relazioni autentiche e di relax.
Il forte legame che lega le aziende del consorzio al territorio è un elemento chiave per l’accesso al ricco patrimonio di valori umani, al fascino dei luoghi religiosi e dei piccoli borghi, alle eccellenze gastronomiche della nostra meravigliosa terra.
Sulla Via di Francesco ogni pellegrino e turista potrà “sentirsi a casa”, proprio mentre vive un’indimenticabile esperienza spirituale ed umana.
Presentazione in occasione della Borsa dei Percorsi Devozionali e Culturali di Oropa 2011
quando il Cammino è la vita!
ieri sera a casa mia c'è stata una cena speciale. una di quelle cene che accadevano all'Ostello, attorno alla tavola: Dominique e Francoise i creatori del "Chemin d'Assise" da Vezélay ad Assisi che percorreremo da Vezélay a Cluny dove loro abitano (mi hanno portato le guide per il resto del percorso fino a Saint Gilles du Gard ad una tappa da Saintes Maries de la Mer! Cari amici pellegrini che con immensa dedizione si occupano dei pellegrini); Sylvie, che conosceva i due francesi, lo è anche lei, quando era clarissa colettina e che poi ha fatto una grande scelta uscendo dal convento...in cammino per coerenza in altro modo, e Marina tutte e due carissime amiche; e i due splendidi pellegrini Alex e Teresa gli amici spagnoli...mezza Europa attorno ad una tavola! Veramente belli sono gli amici spagnoli...un amore speciale, vero, profondo, un cammino per scrivere il loro "Programma di Vita" a pochi mesi dal loro matrimonio celebrato a Siviglia; lui del Nord Saragoza, e lei del sud tutta fuoco... per dare "uno stile alla loro vita" una traccia pensata in silenzio sui sentieri, scritta e consegnata al Cielo a Santa Chiara...la linea che vogliono seguire aperti totalmente al mondo...e già di passi ne hanno fatti e di grossi vivendo in Africa in una missione, Alex lo aveva già fatto in Guatemala...e tutti e due, senza sapere dell'altro...stavano facendo un cammino per farsi religiosi...) belli, gioiosi, profondo e leggeri, veri pellegrini! Hanno camminato dalla Verna fino a qui e ora sono su un treno per Foggia, sta notte dormiranno a San Giovanni Rotondo e...domani faranno l'ultima tappa fino a Monte Sant'Angelo "Così per aver voglia di venire poi a fare tutto il cammino!" Come mi diceva Alex. Fra le foto vedete quel piccolo Tau sorridente di panno e il cuore con il Tau...Teresa li ha fabbricati prima di partire perchè, mi dicevano: "Sapevamo che sul cammino avremmo incontrato belle persone che ancora non conoscevamo, sapevamo che ci sarebbero state, e così abbiamo voluto fare un piccolo regalo per loro..." Che cosa bella! Che attitudine giusta per il cammino! Proprio ieri sera con loro dicevo: "8 anni che esiste il Cammino, 8 anni che ricevo telefonate, emails e, se non sapessi che è sempre e solo questo cammino che la gente ha fatto e che, prima di tutto, ho fatto anch'io come pellegrina prima di scriverlo per gli altri, potrei credere che stiamo parlando di luoghi diversi, di cammini diversi. C'è chi ha un cammino magnifico, c'è chi lo ha orrendo; chi incontra persone bellissime e chi trova solo porte chiuse; c'è chi dà colpe e chi ringrazia soltanto; chi vede solo il bello e chi solo il brutto; chi trasforma il brutto in bello e chi se ne fa trasformare riducendosi da schifo...ed il bello è che tutti credono che sia "merito o colpa" della Guida, di chi l'ha scritta, del Cammino....quando invece il bello o il brutto è frutto di una infinità di variabili dove la più potente è l'attitudine di chi lo cammina." Onestamente, a quanti di voi, e mi ci metto dentro anch'io, è mai venuto in mente di spendere tempo a produrre regalini "per le belle persone che si sà che si incontreranno" ?! E allora tutte le porte si aprono, anche le più improbabili tipo quella di una coppia di Arezzo che ha sentito che chiedevano ad una negoziante dalla faccia simpatica dove potevano dormire a basso prezzo e che li ha portati a casa loro e poi, siccome dovevano uscire, ha lasciato ai due spagnoli sconosciuti, la chiave di casa! Credete che questo sia "normale"? E' normale se tu hai con te...regalini per gli sconosciuti che creano un aura attorno a te anche se sono nel fondo dello zaino e solo tu lo sai, se ti porti dietro una fede e una speranza nel buono e nel bello che chiama la stessa fede e speranza. Questi due esseri splendidi che si sono conosciuti su un blog...storia stupenda di connesioni magiche e divine, sono pellegrini della vita, lo sono in ogni loro atto e il camminare sui sentieri, sui Cammini, è solo un atto esteriore del loro essere PELLEGRINI DELLA TERRA E DEL CIELO...grazie di esistere amici cari! Non sapete quanta spinta mi dà sapervi da qualche parte della Terra! Specialmente per ciò che riguarda il mio essere circondata da quella controparte oscura e maligna di cui parlerò nel prossimo blog, che però non ce la fa ad affogarmi anche se mi addolora, certo che mi addolora, e ne devo parlare per mettere allo scoperto come mentre voi fate il bello e dite il bello, c'è chi usa belle parole solo per interessi meschini, volgari, indegni....al prossimo blog... che mi costa tanto perchè mi fa spendere minuti della mia preziosa vita a rimestare nel marcio e non mi piace...ma devo farlo!
mercoledì 8 agosto 2012
semplicemente splendido!
ci siamo tutte noi in quei volti, troppo bello!
Consiglio: guradatelo direttamente in youtube perchè sul blog l'immagine è tagliata
Consiglio: guradatelo direttamente in youtube perchè sul blog l'immagine è tagliata
....se non scrivo...
è perchè il caldo mi annebbia il cervello e vado...a un pistone solo! Per una che ama l'inverno come me questo è un incubo in cui dormo pure poco perchè...rinasco di notte e poi mi sveglio prestissimo per fare le cose che poi dalle 11 alle 19 sarà impossibile fare, almeno per me. Tutti i giorni ci promettono aria fresca ma mi sa che è solo per avere qualche cosa da dire e sogno i temporali che al nord qualche volta arrivano. Esagerata?! Beh per me è così e mi sento arida come la terra che qui fa le crepe tipo deserto. Chissà se in Francia è così?! Spero proprio che cali la temperatura perchè non so veramente come si possa camminare con sto caldo....eppure tanti pellegrini sono in cammino, bravi, io non ce la farei! Attendendo la pioggia vado a farmi una doccia...evviva l'acqua e chi l'ha inventata, ed evviva che qui almeno c'è l'acqua per farsi una doccia...mi ritengo fortunata e la benedico sempre...in tutto questo guardo le olimpiadi nelle ore di stop totale, belle!
ps a Vezélay fa da 21 a 26 gradi, fantastico! Così va bene!!!
domenica 5 agosto 2012
la ...Maddalena sul Subasio
qui veramente si crepa dal caldo...ma questa non è una novità, così, sta mattina, sono andata a messa alle Carceri e, armata di libri e panino, ho poi proseguito fino in cima dove tanti altri avevano avuto l'idea di cercare un pò di refrigerio e dove, miracolo, all'ombra faceva fresco!! E così sdraiata su un asciugamano da mare mi sono messa a leggere questo libro che acquistai nel 2007 e iniziai a leggere mentre andavo in Svizzera a parlare del Cammino alla Tv e poi...per qualche ragione avevo accantonato ed è rispuntato fuori proprio ora. Splendido libro scritto da tante persone diverse: studiosi, ricercatori di tutti i tipi, professori di grandi università, esperti di aramaico e copto...insomma un libro che analizza la figura della Maddalena da tutti i lati. Dato che alcuno di voi mi hanno chiesto di dare loro una bibliografia su di lei, visto che sto leggendo molto sull'argomento, vi suggerisco di procurarvi questo libro e, eventualmente, partire da questo per approfondire il tema (ma in questo libro c'è di tutto). fra l'altro c'è un capitolo sullo gnosticismo scritto da Marvin Meyer che è professore di studi biblici e cristiani della California Chapman University ed è un esperto del "Vangelo di Tommaso" e nel libro si dice che il suo libro "The Hidden Sayings of Jesus" è stato incluso nella lista dei cento migliori testi di spiritualità del XX secolo. Mi ha colpito molto questo capitolo che è fatto ad intervista e una delle prime domande è sull'Ortodossia e il Gnosticismo, la sua risposta inizia col dire: "In principio c'era la diversità. Ora ciò non significa che i credenti si accapigliassero tutto il tempo come cani e gatti, ma che vi erano modi diversi di interpretare che cosa realmente comportasse la buona novella di Gesù, e che cosa significasse seguire Gesù...." "Alla fine la corrente di Pietro ebbe la meglio: TU ES PETRUS ET SUPER HANC PETRAM AEDIFICABO ECCLESIAM MEAM, sta scritto in San Petro, in Vaticano. Questa è la visione lineare della storia della Chiesa. Ed è una cattiva storia: lascia intendere che vi sia un solo modo di pensare a come Dio opera, mentre agli inizi vi fu diversità, e diversità non significa necessariamente un pensiero giusto o sbagliato, essere ortodossi o eretici. Non esiste ortodossia o eresia di per sé.
Questi sono termini politici, e chi grida più forte, chi ha voce in capitolo, chi alla fine la spunta si autodenomina "Ortodosso". Gli eretici sono semplicemente quello che non hanno i numeri. Vengono etichettati come empi e malvagi..." "Il problema dei gnostici è che non si organizzarono mai per avere peso politico. Mentre gli gnostici meditavano e cercavano Dio dentro di sé, i seguaci della via di Pietro avevano i piedi ben saldi per terra. Curavano il loro orticello, costruivano le loro chiese, assemblavano il loro canone e, soprattutto, flirtavano con Costantino."
Questo è solo l'inizio del capitolo che poi approfondisce le diferenze sostanziali fra le due vie e di come la figura di Maddalena, e delle donne in generale, abbiano un peso diverso in queste due visioni cristiane. Molto bello e molto chiarificatore...
Un giorno dissi ad un frate amico che mi ritenevo molto più vicina ai Valdesi che ai Cattolici...ora mi sa che devo approfondire il discorso Gnostico perchè, da quello che ho letto, mi piace molto....che sia una cosa da borderline?! Ma per essere su un "bordo" ci deve essere una "linea" che sta per: ci deve essere qualcuno che dice di essere "Ortodosso" mentre tu sei "Eretico"...mi sa che il punto sia proprio questo sia per me che per una quantità di persone che non si riconoscono nelle istituzioni e che non le considerano la "linea" su cui essere sul "bordo"... è semplicemente un modo diverso di interpretare e vivere la Buona Novella...o no?!
sabato 4 agosto 2012
ci avrei giurato...
che l'aveva creata Armani! Intendo la tuta, la divisa degli italiani alle olimpiadi...nera?!? Di un nero un pò stinto quasi grigio....che tristezza! Che poi con la stringa che tiene le medaglie, viola, fa proprio funerale! Ma quanto avranno pagato Armani per questa orrenda divisa?! L'azzurro degli azzurri è così bello, e poi tutti gli altri sono colorati ad eccezione degli americani che, grigi, sono tristi quanto gli italiani.
Sarà che per me i colori sono importanti, ma li vedi gareggiare tutti azzurri e poi, nel momento del trionfo, escono con la loro tutina dimessa con stemmino bianco sbiadito e ti viene la malinconia. Ci sono cose più importanti a questo mondo, di sicuro, ma mi viene in mente tutte le volte...occasione sgarrata! Voi che ne pensate?! Io me ne sto qui in casa a...raffinare lo zaino, mai l'ho fatto con così tanta cura, ora mi sto creando una sacchetta foderata di plastica da legarmi in vita per le mie nocciole e uvette che sono sempre state il mio cibo del cammino durante il giorno, se mi fermo a mangiare non riparto più, speriamo che anche Mirella abbia un tipo di alimentazione simile e intanto guardo le Olimpiadi. I commentatori sono proprio bravi e spiritosi, grazie!
la bufala delle vipere a Pietralunga!
quando ieri una pellegrina mi ha chiamato raccontandomi che da Sansepolcro a Pietralunga si parla di fantomatiche vipere...ho pensato subito alla Leggenda Metropolitana che circolava da anni a San Martino di Castrozza, quella che dei "buontemponi" avrebbero lanciato dagli elicotteri le vipere...così, per gioco. Sta mattina ho chiamato Davide, il proprietario del "Pioppo" prima di Pietralunga sicura che lui ne avrebbe saputo qualche cosa, visto che vive fra il verde prima di Pietralunga, e lui si è fatto una bella risata e mi ha detto: "Molti anni fa si era diffusa questa fola, almeno 15 anni fa...io non ne ho mai vista una!" Gli italiani hanno due sindrome: quella degli spifferi e quella delle vipere....gli spifferi non hanno mai ucciso nessuno e le vipere...in tutta la mia vita ne ho vista una sulle Dolomiti che, appena mi ha visto, se l'è data a "spire levate".
E poi, come ci dicevamo con Davide, con questa siccità, le poverine, che berrebbero?!
Le vipere hanno bisogno d'acqua....mi sa che al massimo uno può vedere, ponendo che ci siano, delle povere pellicine disidratate che ululano: "Acqua per pietà!" Per cui, pellegrini, mettetici un pò di sale in zucca e non credete e tutte le fole!
La cosa più assurda è che sta storia sarebbe stata raccontata da dei Forestali ad un frate pellegrino che faceva il cammino al contrario e che si era perso fra Pietralunga e Città di Castello (poi mi ha da spiegare come ha fatto a perdersi su quella tappa! Che se c'è una tappa dove è impossibile perdersi è quella) Certo che io non mi sdraio fra l'erba alta...è logico, non sai che c'è in mezzo....ma se l'erba è bruciata come ad Assisi di alto ci sono solo gli alberi. Se poi è vero che sono i Forestali a diffondere cose di sto genere beh GRAZIE come al solito sapete solo mandare fuori strada i pellegrini! Ma ci fosse mai un pò di gratitudine per il movimento che questo cammino ha creato sul territorio! Movimento che porta soldi, o no?!
Mahh ciao vipere...buona vita, dovete vivere anche voi! E ai pellegrini terrorizzati un consiglio....portate con voi un tacchino...sono ghiotti di vipere e grandi guerrieri contro di esse. A Ravenna li immettevano in pineta (magari anche questa è una fola, ma si diceva che poi i tacchini sparivano a Natale...chissà perchè! Ha ha)
E poi, come ci dicevamo con Davide, con questa siccità, le poverine, che berrebbero?!
Le vipere hanno bisogno d'acqua....mi sa che al massimo uno può vedere, ponendo che ci siano, delle povere pellicine disidratate che ululano: "Acqua per pietà!" Per cui, pellegrini, mettetici un pò di sale in zucca e non credete e tutte le fole!
La cosa più assurda è che sta storia sarebbe stata raccontata da dei Forestali ad un frate pellegrino che faceva il cammino al contrario e che si era perso fra Pietralunga e Città di Castello (poi mi ha da spiegare come ha fatto a perdersi su quella tappa! Che se c'è una tappa dove è impossibile perdersi è quella) Certo che io non mi sdraio fra l'erba alta...è logico, non sai che c'è in mezzo....ma se l'erba è bruciata come ad Assisi di alto ci sono solo gli alberi. Se poi è vero che sono i Forestali a diffondere cose di sto genere beh GRAZIE come al solito sapete solo mandare fuori strada i pellegrini! Ma ci fosse mai un pò di gratitudine per il movimento che questo cammino ha creato sul territorio! Movimento che porta soldi, o no?!
Mahh ciao vipere...buona vita, dovete vivere anche voi! E ai pellegrini terrorizzati un consiglio....portate con voi un tacchino...sono ghiotti di vipere e grandi guerrieri contro di esse. A Ravenna li immettevano in pineta (magari anche questa è una fola, ma si diceva che poi i tacchini sparivano a Natale...chissà perchè! Ha ha)
venerdì 3 agosto 2012
la nordica in cammino...grazie Silvia!
beh...nordica è la camminata, padana sono di nascita...cammino che parte più a nord dell'Italia...è un cammino nordico (e speriamo che faccia fresco!). Oggi sono andata alla mia ultima lezione, per ora, di Camminata Nordica armata del mio zaino fatto alla bene e meglio con qualche libro per appesantirlo in vista delle cose che mancano ancora, l'ho poi pesato 8.900 kg. compreso un litro d'acqua...i libri non ci saranno...la giacca a vento sarà quella leggera che è a far modifiche ma ci saranno gli ultimi amenicoli che, di solito, sono quelli che pesano (creme, carica batterie, bottigliette varie...ma dovrei scendere di almeno 1kg. Davanti ho la macchina fotografica che mi fa anche da marsupio 1.400 kg. mannaggia alle pile! (il tutto pesato alla coop nella bilancia delle verdure) nei prossimi giorni farò lo zaino definitivo e tornerò alla coop...
Fantastico, il mio zaino non mi impedisce di "nordicare" e poi, con una insegnante come Silvia Porzi: professionale, carina, competente, entusiasta, simpatica...mi sento preparata a dovere. Veramente sono state piacevoli queste tre lezioni...ho pure il diploma! E lei mi ha preparato proprio in vista di un cammino con zaino in spalla e così il passo è più corto, il braccio si stende meno ma la camminata è quella ed è proprio bella! E poi...ho le super bacchette che mi ha mandato Mauro e quando le guardo vedo la sua faccia sorridente da "gigante buono" e...me lo trascinerò sul cammino (menomale che è una cosa virtuale perchè è un "dolce peso")
E allora grazie Silvia ( se qualcuno in zona Perugia volesse provare la nordica l'email dell'Anwi: Associazione Nordic Walking Italia è info@anwiperugia.it ve lo consiglio) e grazie Mauro!
Nella foto, che non è molto a fuoco, noi due: la modella di Botero e la flessuosa Silvia (dice che è calata due taglie facendo nordica...a me già basterebbe una!)
Fantastico, il mio zaino non mi impedisce di "nordicare" e poi, con una insegnante come Silvia Porzi: professionale, carina, competente, entusiasta, simpatica...mi sento preparata a dovere. Veramente sono state piacevoli queste tre lezioni...ho pure il diploma! E lei mi ha preparato proprio in vista di un cammino con zaino in spalla e così il passo è più corto, il braccio si stende meno ma la camminata è quella ed è proprio bella! E poi...ho le super bacchette che mi ha mandato Mauro e quando le guardo vedo la sua faccia sorridente da "gigante buono" e...me lo trascinerò sul cammino (menomale che è una cosa virtuale perchè è un "dolce peso")
E allora grazie Silvia ( se qualcuno in zona Perugia volesse provare la nordica l'email dell'Anwi: Associazione Nordic Walking Italia è info@anwiperugia.it ve lo consiglio) e grazie Mauro!
Nella foto, che non è molto a fuoco, noi due: la modella di Botero e la flessuosa Silvia (dice che è calata due taglie facendo nordica...a me già basterebbe una!)
giovedì 2 agosto 2012
dedicata a Marisa
questa splendida poesia di Alda Merini. L'operazione è durata 5 ore ed è andato tutto benissimo e la palla benigna sull'ipofisi non c'è più. Marisa riposa tranquilla e starà nella camera sterile solo fino a domani pomeriggio e poi la riporteranno in reparto. Sono contenta...una luna magnifica è sorta dietro la collina e la notte calda, forse, fra qualche ora rinfrescherà....grazie a tutti voi che avete pensato a Marisa!
eppur...ci credo
fastidiosa questa voce meccanica ma non quello che dice...oggi mi è successo un fatto. Ero alla stazione per portare le credenziali a 4 pellegrini che, come razzi, faranno il cammino all'inverso verso La Verna e, come razzi, mi avevano contattato troppo tardi per permettermi di spedir loro le credenziali e così sono andata alla stazione ad aspettarli (vorrei vedere quelli dei cammini per soldi fare lo stesso! E ripeterò la scena fra una mezz'ora per un'altra pellegrina) Ero lì con le credenziali in mano quando mi ha avvicinato una signora...non vi sto a dire nulla ma mi ha raccontato cose degli "accumulatori di soldi sui Cammini" che mi hanno fatto crollare tutte le speranze lasciandomi come uno straccetto con tutti i miei sogni e il mio rigore di anni sbriciolato dalla constatazione che i parolai istituzionali dei cammini fanno più schifo di quanto arrivassi a pensare. Ho poi fatto una telefonata mettendo dentro tutta la mia disperazione...poi ho aperto internet, youtube che amo, aggrappandomi alla mia "fede quantistica" e ho trovato questo youtube...ce ne sono a quintalate sull'argomento e non credo che sia un caso in questo momento di accelerazione evolutiva....e mi sono domandata se fossi io a produrre la schifezza che mi circonda...forse sì. E allora sono qui, a vizualizzare ciò che visualizzo nei minimi particolari da due anni, a dirmi che la "speranza certa" di Francesco non è un bel sogno o una "bella chiacchiera" di un visionario pazzo quale era Lui, di cui raccontare senza crederci aggrappandosi a poteri e soldi di cui Lui non ne voleva nemmeno sentir parlare. Con questa persona, sotto il sole impietoso, vicino alla mia somarella scassona, mentre lei mi diceva: "ma poi uno deve campare o...si può campare avendo fede in quello che diceva Francesco? Fede nella Provvidenza..." Mi sono trovata a dire sì con la testa, confusa, schiacciata, sbalottata da una ridda di pensieri negativi che SO che possono produrre solo altra negatività perchè IO SO che questo youtube dice il vero...PARE ESSERE UNA FOLLIA, IO MI AGGRAPPO A QUESTA FOLLIA...non si può essere divisi dentro, lo dice il Vangelo, solo l'intero produce, non posso, non possiamo dire di credere e poi pensare ed agire come se non credessimo...possiamo dire ad una montagna di spostarsi...parola di Dio, e allora spazzo via tutta la negatività e me ne sto qui agrappata al nulla mentre operano la mia migliore amica, la mia compagna di cammino, che SA di essersi ammalata da sola.......NOI, PICCOLI ESSERI DI POCA FEDE...che le montagne non le spostiamo perchè non lo vogliamo veramente...lei le sue malattie, io l' ostello e la città che vuole che me ne vada...FEDE E SPERANZA...LA CARITA' E' IL PRODOTTO...OPPURE SE CARITA' E' AMORE, E' IL MOTORE E QUINDI VIENE PRIMA...comunque si giri, gira tutto attorno a 3 parole....e io non ne ho altre di parole...vado alla stazione a portare un'altra credenziale...che altro posso fare?
il Perdono della Porziuncola
mentre marciavo al ritmo delle bachette, poco fa, mi è venuto in mente un fatto di qualche anno fa, quando c'era ancora l'Ostello e quando provinciale c'era ancora fra Massimo che me lo aveva dato. Un'incomprensione di un mio blog...lui aveva capito che parlassi male delle marce francescane che oggi, come tutti gli anni, arrivano tutte colorate e festanti alla Porziuncola...mi addolorò molto questa incomprensione perchè io ho rispetto grande di tutti coloro che compiono uno sforzo pellegrino...dicevo allora, come ribadisco oggi, che è molto bello che si faccia festa per chi arriva ad Assisi a piedi....ma perchè una sola volta all'anno?! Detto questo so bene sulla mia pelle che non è la festa che fa l'arrivo, io sono arrivata: a Santiago il 28 novembre, da sola in una piazza vuota e ho dovuto fermare un vigile per avere la classica foto davanti la Cattedrale di Santiago che è pure venuta male; a Monte sant'Angelo nella nebbia e nella pioggia,bagnata fradicia e la foto che ci facemmo fare Marisa ed io è pure brutta; ad Assisi con 38 di febbre a causa dei becchi dei tafani che mi avevano devastato il mento 2 giorni prima...; a Poggio Bustone dove mangiai una scatoletta di tonno tutta sola e senza manco una forchetta nell'allora tristissima accoglienza dei frati che ora è bella e pulita; a Gerusalemme, mischiate ai turisti che facevano la fila per entrare al Getzemani....eppure...furono grandi arrivi che hanno comunque lasciato traccia in me!
...racconta il suo biografo Tommaso da Celano – raccomandava ai suoi frati: “Guardatevi dal non abbandonare mai questo luogo. Se ne foste scacciati da una parte, rientratevi dall’altra, perché questo è luogo santo e abitazione di Dio. Qui, quando eravamo pochi, l’Altissimo ci ha moltiplicato; qui ha illuminato con la sua sapienza i cuori dei suoi poverelli; qui ha acceso il fuoco del suo amore nelle nostre volontà. Qui, chi pregherà con devozione, otterrà ciò che ha chiesto, e chi lo profanerà sarà maggiormente punito. Perciò, figli miei, stimate degno di ogni onore questo luogo, dimora di Dio, e con tutto il vostro cuore, con voce esultante, qui, inneggiate al Signore” (1 Cel. 106:503).
In questa umile chiesa, già appartenuta ai monaci benedettini di Subasio e restaurata dallo stesso Poverello, fu fondato l’Ordine dei Frati Minori (nel 1209). Qui, nella notte tra il 27 e 28 marzo 1211, Chiara di Favarone di Offreduccio ricevette dal Santo l'abito religioso, dando origine all’ordine della Clarisse. Nella Porziuncola, nell’anno 1221, si riunì il famoso “Capitolo delle stuoie”, al quale presero parte ben cinquemila frati, provenienti da ogni parte d'Europa, per pregare, ragionare della salute dell'anima e per discutere la nuova Regola francescana. Sempre qui Francesco piamente spirò, steso sulla nuda terra, al tramonto del 3 ottobre 1226.
Ancora in tale santo luogo, il Santo d’Assisi ebbe la divina ispirazione di chiedere al papa l’indulgenza che fu poi detta, appunto, della Porziuncola o Grande Perdono, la cui festa si celebra il 2 agosto.
È il Diploma di fr. Teobaldo, vescovo di Assisi, uno dei documenti più diffusi, a riferirlo.
S. Francesco, in una imprecisata notte del luglio 1216, mentre se ne stava in ginocchio innanzi al piccolo altare della Porziuncola, immerso in preghiera, vide all’improvviso uno sfolgorante chiarore rischiarare le pareti dell’umile chiesa.
Seduti in trono, circondati da uno stuolo di angeli, apparvero, in una luce sfavillante, Gesù e Maria. Il Redentore chiese al suo Servo quale grazia desiderasse per il bene degli uomini.
S. Francesco umilmente rispose: “Poiché è un misero peccatore che Ti parla, o Dio misericordioso, egli Ti domanda pietà per i suoi fratelli peccatori; e tutti coloro i quali, pentiti, varcheranno le soglie di questo luogo, abbiano da te o Signore, che vedi i loro tormenti, il perdono delle colpe commesse”.
“Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”.
Era l’Indulgenza del Perdono.
Alle prime luci dell’alba, quindi, il Santo d’Assisi, prendendo con sé solo frate Masseo di Marignano, si diresse verso Perugia, dove allora si trovava il Papa. Sedeva sul soglio di Pietro, dopo la morte del grande Innocenzo III, papa Onorio III, uomo anziano ma molto buono e pio, che aveva dato ciò che aveva ai poveri.
Il Pontefice, ascoltato il racconto della visione dalla bocca del Poverello di Assisi, chiese per quanti anni domandasse quest’indulgenza. Francesco rispose che egli chiedeva “non anni, ma anime” e che voleva “che chiunque verrà a questa chiesa confessato e contrito, sia assolto da tutti i suoi peccati, da colpa e da pena, in cielo e in terra, dal dì del battesimo infino al dì e all’ora ch’entrerà nella detta chiesa”.
Si trattava di una richiesta inusitata, visto che una tale indulgenza si era soliti concederla soltanto per coloro che prendevano la Croce per la liberazione del Santo Sepolcro, divenendo crociati.
Il papa, infatti, fece notare al Poverello che “Non è usanza della corte romana accordare un’indulgenza simile”. Francesco ribatté: “Quello che io domando, non è da parte mia, ma da parte di Colui che mi ha mandato, cioè il Signore nostro Gesù Cristo”.
Nonostante, quindi, l’opposizione della Curia, il pontefice gli accordò quanto richiedeva (“Piace a Noi che tu l’abbia”).
Sul punto di accomiatarsi, il pontefice chiese a Francesco – felice per la concessione ottenuta – dove andasse “senza un documento” che attestasse quanto ottenuto. “Santo Padre, - rispose il Santo - a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l'opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”.
L’indulgenza fu ottenuta, quindi, “vivae vocis oraculo”.
Il 2 agosto 1216, dinanzi una grande folla, S. Francesco, alla presenza dei vescovi dell’Umbria (Assisi, Perugina, Todi, Spoleto, Nocera, Gubbio e Foligno), con l’animo colmo di gioia, promulgò il Grande Perdono, per ogni anno, in quella data, per chi, pellegrino e pentito, avesse varcato le soglie del tempietto francescano.
Tale indulgenza è lucrabile, per sé o per le anime del Purgatorio, da tutti i fedeli quotidianamente, per una sola volta al giorno, per tutto l’anno in quel santo luogo e, per una volta sola, dal mezzogiorno del 1° agosto alla mezzanotte del giorno seguente, oppure, con il consenso dell’Ordinario del luogo, nella domenica precedente o successiva (a decorrere dal mezzogiorno del sabato sino alla mezzanotte della domenica), visitando una qualsiasi altra chiesa francescana o basilica minore o chiesa cattedrale o parrocchiale.
Nel 1279, il frate Pietro di Giovanni Olivi scriveva che “essa indulgenza è di grande utilità al popolo che è spinto così alla confessione, contrizione ed emendazione dei peccati, proprio nel luogo dove, attraverso san Francesco e Santa Chiara, fu rivelato lo stato di vita evangelica adatto a questi tempi”.
Nel 1303, Perugia, città che aveva avuto l’onore di ospitare in più occasioni la curia papale, ricevette dal pontefice Benedetto XI (1302-1304), ancora solo “vivae vocis oracolo”, un’indulgenza “ad instar Portiuncule”, cioè plenaria come quella della Porziuncola.
La diffusione del movimento francescano contribuì anche all'espansione dell’indulgenza legata al Perdono di Assisi, tanto che divenne una pratica consolidata in tutta la cristianità.
Paolo VI, nel riordinare le indulgenze, nella Costituzione Apostolica “Indulgentiarum doctrina” del 1° gennaio 1967, chiariva che “l’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi” (Norme n. 1). Prescriveva, ancora, che “l’indulgenza plenaria può essere acquistata una sola volta al giorno … Per acquistare l’indulgenza plenaria è necessario eseguire l’opera indulgenziata ed adempiere tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del sommo pontefice (almeno un Padre nostro, un Ave ed un Gloria al Padre, ndr). Si richiede inoltre che sia escluso qualsiasi affetto al peccato anche veniale” (Norme nn. 6 e 7).
Ed, infine, stabiliva che “nelle chiese parrocchiali si può lucrare inoltre l’indulgenza plenaria due volte all’anno, cioè nella festa del santo titolare e il 2 agosto, in cui ricorre l’indulgenza della Porziuncola, oppure in altro giorno opportunamente stabilito dall’ordinario. Le predette indulgenze si possono acquistare o nei giorni sopra stabiliti, oppure, col consenso dell’ordinario, la domenica antecedente o successiva” (Norme n. 15) e che “l’opera prescritta per lucrare l’indulgenza plenaria annessa a una chiesa o a un oratorio consiste nella devota visita di questi luoghi sacri, recitando in essi un Pater e un Credo” (Norme n. 16).
La Sacra Penitenzieria Apostolica il 29 giugno 1968 pubblicava l'“Enchiridion indulgentiarum” o “Manuale delle indulgenze” il cui par. 65, intitolato “Visitatio ecclesiae paroecialis”, statuiva che l'indulgenza plenaria al fedele che piamente visita la chiesa parrocchiale nella festa del Titolare od il giorno 2 agosto, in cui ricorre l'indulgenza della “Porziuncola”, può essere acquistata “o nel giorno sopra indicato, oppure in un altro giorno da stabilirsi dall'Ordinario secondo l'utilità dei fedeli. La chiesa cattedrale e, eventualmente, la chiesa concattedrale, anche se non sono parrocchiali, ed inoltre le chiese quasi-parrocchiali, godono delle medesime indulgenze. Nella pia visita, in conformità alla Norma 16 della Costituzione Apostolica (Indulgentiarum doctrina, ndr), il fedele deve recitare un Padre Nostro e un Credo”.
Tale disposizione è stata sostanzialmente mantenuta inalterata anche nell’attuale edizione (la quarta) dell’“Enchiridion indulgentiarum - Normae et concessiones” pubblicato il 16 luglio 1999 dalla Paenitentiaria Apostolica (conc. 33, par. 1, nn. 2°, 3°, 5°).
Nel santuario della Porziuncola, ad Assisi, invece, grazie anche ad uno speciale decreto della Penitenzeria Apostolica datato 15 luglio 1988 (Portiuncolae sacrae aedes) si può lucrare, alle medesime condizioni, durante tutto l‚anno, una sola volta al giorno.
Quello che mi dispiaceva allora e oggi ancora di più che l'Ostello non esiste più, è di come ci siano pellegrini di serie A e di serie B. A chi già gravita attorno al mondo francescano, B chi va cercando per conto suo....un pò come il giorno della Maddalena una volta all'anno Apostola degli Apostoli per poi considerare la sua storia un pò...borderline...mah!
Riporto qui quello che i santi del giorno dicono di questa festa, io personalmente non credo che il Padre Eterno sia così macchinoso e fiscale e quel verbo "Lucrare" mi ha sempre dato fastidio...comunque...se ci credete, oggi si può "Lucrare" l'indulgenza plenaria...
...racconta il suo biografo Tommaso da Celano – raccomandava ai suoi frati: “Guardatevi dal non abbandonare mai questo luogo. Se ne foste scacciati da una parte, rientratevi dall’altra, perché questo è luogo santo e abitazione di Dio. Qui, quando eravamo pochi, l’Altissimo ci ha moltiplicato; qui ha illuminato con la sua sapienza i cuori dei suoi poverelli; qui ha acceso il fuoco del suo amore nelle nostre volontà. Qui, chi pregherà con devozione, otterrà ciò che ha chiesto, e chi lo profanerà sarà maggiormente punito. Perciò, figli miei, stimate degno di ogni onore questo luogo, dimora di Dio, e con tutto il vostro cuore, con voce esultante, qui, inneggiate al Signore” (1 Cel. 106:503).
In questa umile chiesa, già appartenuta ai monaci benedettini di Subasio e restaurata dallo stesso Poverello, fu fondato l’Ordine dei Frati Minori (nel 1209). Qui, nella notte tra il 27 e 28 marzo 1211, Chiara di Favarone di Offreduccio ricevette dal Santo l'abito religioso, dando origine all’ordine della Clarisse. Nella Porziuncola, nell’anno 1221, si riunì il famoso “Capitolo delle stuoie”, al quale presero parte ben cinquemila frati, provenienti da ogni parte d'Europa, per pregare, ragionare della salute dell'anima e per discutere la nuova Regola francescana. Sempre qui Francesco piamente spirò, steso sulla nuda terra, al tramonto del 3 ottobre 1226.
Ancora in tale santo luogo, il Santo d’Assisi ebbe la divina ispirazione di chiedere al papa l’indulgenza che fu poi detta, appunto, della Porziuncola o Grande Perdono, la cui festa si celebra il 2 agosto.
È il Diploma di fr. Teobaldo, vescovo di Assisi, uno dei documenti più diffusi, a riferirlo.
S. Francesco, in una imprecisata notte del luglio 1216, mentre se ne stava in ginocchio innanzi al piccolo altare della Porziuncola, immerso in preghiera, vide all’improvviso uno sfolgorante chiarore rischiarare le pareti dell’umile chiesa.
Seduti in trono, circondati da uno stuolo di angeli, apparvero, in una luce sfavillante, Gesù e Maria. Il Redentore chiese al suo Servo quale grazia desiderasse per il bene degli uomini.
S. Francesco umilmente rispose: “Poiché è un misero peccatore che Ti parla, o Dio misericordioso, egli Ti domanda pietà per i suoi fratelli peccatori; e tutti coloro i quali, pentiti, varcheranno le soglie di questo luogo, abbiano da te o Signore, che vedi i loro tormenti, il perdono delle colpe commesse”.
“Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”.
Era l’Indulgenza del Perdono.
Alle prime luci dell’alba, quindi, il Santo d’Assisi, prendendo con sé solo frate Masseo di Marignano, si diresse verso Perugia, dove allora si trovava il Papa. Sedeva sul soglio di Pietro, dopo la morte del grande Innocenzo III, papa Onorio III, uomo anziano ma molto buono e pio, che aveva dato ciò che aveva ai poveri.
Il Pontefice, ascoltato il racconto della visione dalla bocca del Poverello di Assisi, chiese per quanti anni domandasse quest’indulgenza. Francesco rispose che egli chiedeva “non anni, ma anime” e che voleva “che chiunque verrà a questa chiesa confessato e contrito, sia assolto da tutti i suoi peccati, da colpa e da pena, in cielo e in terra, dal dì del battesimo infino al dì e all’ora ch’entrerà nella detta chiesa”.
Si trattava di una richiesta inusitata, visto che una tale indulgenza si era soliti concederla soltanto per coloro che prendevano la Croce per la liberazione del Santo Sepolcro, divenendo crociati.
Il papa, infatti, fece notare al Poverello che “Non è usanza della corte romana accordare un’indulgenza simile”. Francesco ribatté: “Quello che io domando, non è da parte mia, ma da parte di Colui che mi ha mandato, cioè il Signore nostro Gesù Cristo”.
Nonostante, quindi, l’opposizione della Curia, il pontefice gli accordò quanto richiedeva (“Piace a Noi che tu l’abbia”).
Sul punto di accomiatarsi, il pontefice chiese a Francesco – felice per la concessione ottenuta – dove andasse “senza un documento” che attestasse quanto ottenuto. “Santo Padre, - rispose il Santo - a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l'opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”.
L’indulgenza fu ottenuta, quindi, “vivae vocis oraculo”.
Il 2 agosto 1216, dinanzi una grande folla, S. Francesco, alla presenza dei vescovi dell’Umbria (Assisi, Perugina, Todi, Spoleto, Nocera, Gubbio e Foligno), con l’animo colmo di gioia, promulgò il Grande Perdono, per ogni anno, in quella data, per chi, pellegrino e pentito, avesse varcato le soglie del tempietto francescano.
Tale indulgenza è lucrabile, per sé o per le anime del Purgatorio, da tutti i fedeli quotidianamente, per una sola volta al giorno, per tutto l’anno in quel santo luogo e, per una volta sola, dal mezzogiorno del 1° agosto alla mezzanotte del giorno seguente, oppure, con il consenso dell’Ordinario del luogo, nella domenica precedente o successiva (a decorrere dal mezzogiorno del sabato sino alla mezzanotte della domenica), visitando una qualsiasi altra chiesa francescana o basilica minore o chiesa cattedrale o parrocchiale.
Nel 1279, il frate Pietro di Giovanni Olivi scriveva che “essa indulgenza è di grande utilità al popolo che è spinto così alla confessione, contrizione ed emendazione dei peccati, proprio nel luogo dove, attraverso san Francesco e Santa Chiara, fu rivelato lo stato di vita evangelica adatto a questi tempi”.
Nel 1303, Perugia, città che aveva avuto l’onore di ospitare in più occasioni la curia papale, ricevette dal pontefice Benedetto XI (1302-1304), ancora solo “vivae vocis oracolo”, un’indulgenza “ad instar Portiuncule”, cioè plenaria come quella della Porziuncola.
La diffusione del movimento francescano contribuì anche all'espansione dell’indulgenza legata al Perdono di Assisi, tanto che divenne una pratica consolidata in tutta la cristianità.
Paolo VI, nel riordinare le indulgenze, nella Costituzione Apostolica “Indulgentiarum doctrina” del 1° gennaio 1967, chiariva che “l’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi” (Norme n. 1). Prescriveva, ancora, che “l’indulgenza plenaria può essere acquistata una sola volta al giorno … Per acquistare l’indulgenza plenaria è necessario eseguire l’opera indulgenziata ed adempiere tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del sommo pontefice (almeno un Padre nostro, un Ave ed un Gloria al Padre, ndr). Si richiede inoltre che sia escluso qualsiasi affetto al peccato anche veniale” (Norme nn. 6 e 7).
Ed, infine, stabiliva che “nelle chiese parrocchiali si può lucrare inoltre l’indulgenza plenaria due volte all’anno, cioè nella festa del santo titolare e il 2 agosto, in cui ricorre l’indulgenza della Porziuncola, oppure in altro giorno opportunamente stabilito dall’ordinario. Le predette indulgenze si possono acquistare o nei giorni sopra stabiliti, oppure, col consenso dell’ordinario, la domenica antecedente o successiva” (Norme n. 15) e che “l’opera prescritta per lucrare l’indulgenza plenaria annessa a una chiesa o a un oratorio consiste nella devota visita di questi luoghi sacri, recitando in essi un Pater e un Credo” (Norme n. 16).
La Sacra Penitenzieria Apostolica il 29 giugno 1968 pubblicava l'“Enchiridion indulgentiarum” o “Manuale delle indulgenze” il cui par. 65, intitolato “Visitatio ecclesiae paroecialis”, statuiva che l'indulgenza plenaria al fedele che piamente visita la chiesa parrocchiale nella festa del Titolare od il giorno 2 agosto, in cui ricorre l'indulgenza della “Porziuncola”, può essere acquistata “o nel giorno sopra indicato, oppure in un altro giorno da stabilirsi dall'Ordinario secondo l'utilità dei fedeli. La chiesa cattedrale e, eventualmente, la chiesa concattedrale, anche se non sono parrocchiali, ed inoltre le chiese quasi-parrocchiali, godono delle medesime indulgenze. Nella pia visita, in conformità alla Norma 16 della Costituzione Apostolica (Indulgentiarum doctrina, ndr), il fedele deve recitare un Padre Nostro e un Credo”.
Tale disposizione è stata sostanzialmente mantenuta inalterata anche nell’attuale edizione (la quarta) dell’“Enchiridion indulgentiarum - Normae et concessiones” pubblicato il 16 luglio 1999 dalla Paenitentiaria Apostolica (conc. 33, par. 1, nn. 2°, 3°, 5°).
Nel santuario della Porziuncola, ad Assisi, invece, grazie anche ad uno speciale decreto della Penitenzeria Apostolica datato 15 luglio 1988 (Portiuncolae sacrae aedes) si può lucrare, alle medesime condizioni, durante tutto l‚anno, una sola volta al giorno.
mercoledì 1 agosto 2012
E' Stupenda...per ben partire!
la voglia di farvene parte è tale che ho appena ritirato la "Credenziale della Maddalena" che la metto già sul blog! E' tutto merito del caro Alessandro della Meccanotecnica di Santa Maria degli Angeli che non è la prima volta che sopporta le mie pignolagini, è lui che ha creato il logo dell'Associazione. Questa volta è stato così carino che mi ha regalato il suo lavoro...uno sponsor del cammino! Grazie Alessandro ti penserò sui sentieri della Francia! Nei prossimi giorni porterò a Marisa la sua, ma non gliela lascierò, Mirella ha avuto un'ottima idea, ce la porteremo con noi e la timbreremo come le nostre...un modo per avere la nostra cara amica con noi che, domani....inizia un cammino ben più arduo, domani pomeriggio sarà operata e chiedo a tutti voi suoi amici di cammino di pensarla, i pensieri positivi guariscono!
Come vedete la credenziale è una versione nuova della nostra Credenziale con, alternata al Tau e all'Ala di Michele, l'ampolla dell'unzione simbolo della Maddalena. Ho sparso qua e là delle frasi dal Cantico dei Cantici e questa che riporto qui è quella che amo di più...
Tante cose da fare prima della partenza anche per il "Cammino meditativo di Ottobre" che era in forse ma che, invece, si farà, di sicuri ci sono già 7 pellegrini ma pare che altri se ne stiano aggiungendo, cammino guidato dal grande Oreste e dagli amici carissimi Teresa ed Eugenio. Teresa come guida della meditazione e camminante, visto che da Assisi a Poggio Bustone lei il cammino non lo ha ancora fatto e che è una meditatrice convinta ed esperta e, alla guida della macchina d'appoggio, suo marito Eugenio che, invece, il cammino lo ha già fatto. Cari amici, veramente sempre presenti al momento del bisogno! Il mio grazie non sarà mai abbastanza! Io...tornerò l'1 ottobre e, il 3 sarò qui a ricevere sia i "meditativi" che "gli americani di James" che guiderò io per la seconda parte del cammino...Dio che organizzazione! Ma ce la faremo! Lasciandoci alle spalle le tristezze...perchè tutto ciò è voluto dal Cielo ed è la sola cosa che conti!
traduzione della frase del Cantico dei Cantici...per l'Apostola degli Apostoli...
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell’amore, non ne avrebbe che disprezzo. Ct XIII 8-7
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