venerdì 1 giugno 2012
da una collezionista bambina di figurine dell'Unità d'Italia
...che si sente tradita...perchè io credevo nei 1000 e mi piaceva tanto l'Italia unita di Garibaldi, ed ero alle elementari nel 1960 e cantavo orgogliosa l'inno di Garibaldi e sognavo di essere Anita (ho sempre avuto la vocazione della moglie dell'eroe) poi...Sergio, caro amico pellegrino dei monti della Daunia, mi ha mandato questo libro che mi ha fatto stare tanto male, confesso che ho saltato alcune pagine perchè non reggo più, più invecchio non sopporto più, tutto ciò che parla di torture e genocidi e questo non è per negarli, anzi, perchè so che mentre sto leggendo qualche cosa del passato, in qualche luogo della Terra sta avvenendo la stessa cosa nel presente e mi fa stare male. Comunque questo è un libro da leggere, libro documentatissimo che ribalta tutto quello che ci hanno raccontato su "Quanto è stata bella l'unità d'Italia e come, noi del nord, abbiamo portato la civiltà al sud." Si racconta dei massacri di massa, delle fosse comuni modello Bosnia, degli stupri sistematici, delle ruberie per dissanguare il Sud ricco e industriale, terzo solo dietro Francia e Inghilterra, a beneficio di un Piemonte alla bacarotta che "univa l'Italia" per rimettersi in piedi a discapito di chi "in piedi" c'era già...forse chi legge questo post sa già tutto ciò, io confesso la mia totale ignoranza ora illuminata da questa lettura, grazie Sergio per questo libro che da uomo del sud illuminato mi hai inviato...ultimamente leggo solo libri che mi fanno star male...ma è uno star male che apre gli occhi e allora va bene. Ora i "briganti" che già mi erano simpatici perchè erano una sorta di anarchici, mi sono ancora più "vicini", patrioti e non briganti, come del resto erano i partigiani e, in questi giorni penso ai partigiani, penso a mio zio Roberto sepolto a Concordia vicino a Mirandola dove fu fucilato dai nazi-fascisti a 25 anni insieme a tanti altri partigiani 10 a 1, i partigiani avevano ucciso un tedesco in quei giorni, e così chi era in prigione fu messo al muro...anche i pacifisti ideologi della libertà come Roberto (come tanti così detti briganti del sud)...penso ai cimiteri...non se ne parla mai quando accadono i terremoti, forse giustamente perchè è più importante tenere vivi quelli che lo sono, ma è pur vero che il terremoto non risparmia neanche i cimiteri...che ne è del cimitero di Concordia?
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1 commento:
cara Angela, un paio d'anni fa ho avuto il tuo stesso shock ... puzza di bruciato la sentivo da anni; non è stato un attimo, dovevo superare la mia educazione, che mi hanno insegnato che la "terogna" inizia sotto Bolzano, poi non faccio lo storico di lavoro, una cosa e un'altra, finché mi imbatto in un altro testo dello stesso tenore e lo recensisco su Ambiente InFormazione... ecco il link. http://www.aigae.org/attach/ambienteinformazione/Rivista_Aigae_MAR_10_web.pdf (scarica e vai a pag. 22.)
un abbraccio
Marco
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La Storia Proibita – quando i Piemontesi invasero il Sud
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Diceva lo storico Fernand Braudel, indicando ai suoi allievi l'utilità dello studio delle discipline geografiche, che le società poggiano i loro piedi sulla terra. E' vero anche il contrario e senza uno studio approfondito della storia, non comprenderemo mai alcun paesaggio, specie in paesi di antica antropizzazione, quali il nostro.
E allora, accogliamo con ogni buon diritto nella nostra rubrica questo straordinario La Storia Proibita – quando i Piemontesi invasero il Sud (Controcorrente, € 16,00), testo che definirei più di storiografia che di storia, adottando volentieri l'accezione di storiografia quale disciplina che tratta la storia ispirandosi a determinati principi metodologi o ideali e mostra i comportamenti del passato per meglio comprendere e modificare il presente.
Molti oggetti storico-mitologici del nostro recente passato sono stati sottoposti, dopo il crollo del muro di Berlino, ad una salutare rivisitazione. Solo il nostro mito di fondazione, quello che va sotto il nome di “storia risorgimentale”, con tutti gli atti segretati da più di un secolo, resiste eroicamente ad ogni tentativo di revisione.
Girato in lungo e in largo il Mezzogiorno d'Italia ne avevo da tempo tratto l'impressione che il sottosviluppo economico, la criminalità, il degrado ambientale, che, non nascondiamoci dietro un dito, sono palpabili in molte zone, non fossero né atavici, né endemici come, a me “nordico” era stato insegnato fin dalle scuole elementari.....
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