sabato 11 febbraio 2012

il senso di ...Angela per la neve e...le radici aeree







Sta mattina tutto era bianco e bellissimo e mi sono detta: "Che caspita, per scelta vivevi a 1500 metri, per scelta hai fatto il cammino di Santiago d'inverno e...te ne stai qui rintanata in casa? datti una mossa e vai!!" E così ho inforcato i miei magici Meindl, gli scarponi tedeschi sobri, austeri e perfetti che mi hanno scariolato fino a Santiago senza una vescica e con i piedi mai bagnati nonostante i diluvi e le tempeste di neve, mai ho fatto un acquisto migliore che consiglio a tutti perche i tedeschi in cose da trekking sanno quel che fanno e, costano un pò, ma è comperarsi qualche cosa che funziona veramente e dura nel tempo per cui..., e sono partita alla volta di Santa Maria degli Angeli...e che è?! 4,5 km. un tiro di schioppo, e la neve era intonsa, perfetta e bianca e poi si è messo a nevicare come nelle favole, a fiocchi tondi e regolari, dolcissimi e, volutamente, avevo lasciato l'ombrello a casa e mi godevo il pruritino sul naso dei fiocchi chiusa nella mia berretta con le orecchie e le grosse nappe che mi piace tanto e che viene da San Martino. In giro poca gente ma tutta contenta della neve, tutti in giro per godersela. Quattro chiacchiere con Giovanna alla libreria francescana, una spesa veloce e..per il ritorno volevo prendere l'autobus fino ad un certo punto, ma poi è apparsa Chiara, l'amica pellegrina di Assisi che mi ha detto: "Ma che fai ad aspettare l'autobus? Andiamo a piedi..." E così, chiacchierando sono tornata a casa a piedi in pieno disgelo perchè, nel frattempo, era uscito il sole. Ora si sta nuovamente rannuvolando e si è rimesso a fare freddino...ma sono a casa e la stufa borbotta...

Qui di sotto ho incollato la risposta di una cara amica pellegrina al mio post sul aver perso radici, la sua testimonianza è così bella che le ho chiesto se potevo metterla sul blog...a beneficio di, magari qualcuno che è lì sul punto di tagliare le radichette ma ha paura...la foto del filodendro, invece, è a commento della sua testimonianza ed è il filodendro che padre Ireneo piantò moltissimi anni fa in un vaso della "Cà delle ore" la casa dove c'è la comunità di recupero di ragazzi con problemi di dipendenza. E' una pianta incredibile, sta sospesa ancorata alla ringhiera delle scale, non ha più un fusto che vada nella terra ma solo radici aeree ed è quasi impossibile da fotografare perchè, la cosa più eccezionale sono queste sottili radici che non la sostengono ma le danno vita...è molto simbolica in quel luogo ed è una parabola della vita...specialmente di quella di chi ha "radici aeree" come dice S.

ah bellissima anche la telefonata del pellegrino amico Costantino di Sorento che mi ha chiamato mentre ero sotto i fiocchi a pallini dicendomi: "Sta mattina stufo di tutto sto catastrofismo sulla neve, ho preso la bicicletta e sono andato al lavoro così, sotto la neve" insomma, in giro, oggi, c'erano dei gioiosi, non male vero?

Cara Angela,

anch'io leggo regolarmente il tuo blog, sai scrivere molto bene. L'ultimo post mi ha toccato: so cosa significa sentirsi senza radici, per quanto mi piacesse viaggiare ho sofferto non poco quando mi sono trasferita in Germania, sopravvalutando la mia capacità di adattamento e la mia voglia di avventura. E poi, dopo 30 anni e passa, quando lasciare l'Italia aveva smesso di farmi star male, ho capito che non avrei mai voluto continuare a vivere nella cittadina di provincia che avevo lasciato e condividere la mentalitá delle persone che mi hanno vista crescere. Persone care, gentili, con le quali peró non avevo e forse non avevo mai avuto niente in comune. Ora sono vaccinata, essere qui o là non mi fa più né caldo né freddo, apprezzo le cose piacevole dell'una e dell'altra parte, so che l'affetto che mi lega ai miei figli non può essere scalfito dalla lontananza. Certe volte mi sento davvero un'aliena, ma ho imparato a star bene con me stessa, e se anche le persone veramente amiche con le quali sono in sintonia non abitano proprio dietro l'angolo, il cosidetto progresso offre la possibilitá di comunicare velocemente a distanza. Nel corso degli anni sapessi quante volte ho invidiato le persone radicate nel loro ambiente, mi dicevo: dev'essere bello e cosi semplice sentirsi sempre a casa! Avere a portata di mano qualcuno che ti aiuta, che ti capisce perché parla la tua stessa lingua senza bisogno di tante spiegazioni, che conosce il tuo passato e ha condiviso tanti episodi belli e meno belli della tua infanzia e della tua giovinezza. Quando é morta mia madre ho fatto salti mortali per non perdere il senso di appartenenza all'Italia, ho ho fatto di tutto affinché E. e R. si affezionassero al nonno e agli zii e credo di esserci riuscita. Hanno ricevuto calore e affetto, e questa sensazione é una preziosa compagna di vita.
Le mie radici si sono inaridite, ma sai una cosa? Ho sviluppato delle radici aeree, come il ficus. Sono comode, perché te le porti dietro senza bisogno di doverle sradicare quando ci si sposta. Poi il cammino da te ideato mi ha insegnato che su questa terra siamo tutti pellegrini, e che camminare senza avere nostalgia di una "casa" fa sentire infinitamente liberi.
Bé, scusa di questa pappardella che ti ho propinato, e comunque grazie per quello che scrivi.
Con affetto
S.

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