domenica 12 febbraio 2012

orme nella neve...

























sta mattina c'è il sole ma sta notte ha nuovamente nevicato un poco, sono di nuovo davanti al mio computer per la traduzione e la prima frase che ho tradotto con cui sono perfettamente d'accordo, è questa.


Il capitolo parla del vuoto, della vacuità:


...Anche se i professionisti religiosi sono spesso i più grandi esperti della contemplazione, non è di certo necessario essere un monaco o una monaca per poter praticare uno stile di vita contemplativo. In realtà non è nemmeno necessario credere in Dio. La preghiera, ad esempio, è stata definita da un teologo, Matthew Fox, come niente di più e niente di meno che un responso radicale alla vita e ai suoi misteri. ** Dove Dio, se vuoi scegliere così, sostituisce la parola “vita.” Se ti fai continuamente domande sulla vita, hai la volontà di essere continuamente aperto e abbastanza vuoto da sentire la risposta della vita stessa e di ponderare sul suo significato, sei un contemplativo.



Io, come bene sapete se mi conoscete, non credo che nulla accada mai per caso se no non avrei fatta mia la parola "Dio-incidenza" che un giorno mi disse il caro amico pellegrino friulano Daniele e che, spesso e volentieri, vi propino da questo blog. Così non credo che sia una mera coincidenza che mi trovi a tradurre questo libro proprio ora, in questo periodo della mia vita dove frasi come questa di Peck mi risuonano dentro particolarmente. A volte mi domando se sono in un grande deserto, quello stato di vuoto arido che uno immagina, o se "il deserto" sia una fase ulteriore e nuova, indefinibile, a volte paurosa e "arricchita" pure da sensi di colpa, in cui attendere senza attendere, in cui stare con gli occhi bene aperti ma senza agitazione (e questo per me è uno stato sia legato alla vita con tutti i suoi fatti, ostello futuro compreso, che uno stato interiore), un oltre dove non vi sono più neanche "le tecniche" come la meditazione che tanto ho amato e praticato con assiduità...strano che abbia voglia di raccontare a un "vuoto popolato" come è internet queste mie cose così intime, ma sta mattina mi va. Tutto ciò che mi ha portato fino a qui è parte di "questo deserto" non è sparito, è miniaturizzato nel mio zaino pellegrino dell'anima, di fronte e attorno un "vuoto" popolato, direi sereno e pure gioioso, dove vivo, semplicemente vivo e "mi lascio fare" da chi? Boh, volete chiamarlo Dio? Forse. Volete chiamarlo vita? Altrettanto forse...un pò come quando si è imparato a sciare: Prima si è tutti rigidi e ogni curva è uno sforzo per stare in piedi applicando gli spostamenti del peso da uno sci all'altro, il movimento delle bacchette, il peso a valle e non, per paura, a monte e così via, E poi, ogni caduta è uno sforzo immane per tirarsi su e allora si scia più che altro per non dover cadere e si invidia da matti il bimbo di 4 anni che ti passa accanto leggero semplicemente perchè non ha paura di cadere e si lascia andare. Poi la stessa curva accade perchè si è appresa la tecnica, ma si è ancora tutti concentrati su di lei. Esiste già un buon grado di piacere, anzi è la tecnica stessa che ti dà piacere e si scivola abbastanza sicuri permettendosi di giocare con gli sci che già si comandano. Ma poi, un giorno accade e si inizia a...volare e il corpo si muove come deve muoversi senza che la testa lo pensi e...le gambe ridono, come una volta definivo quello stato di grazia che, a volte, sciando accade...ma attorno a te ci sono persone che sciano molto meglio di te...quante volte ho guardato con invidia quelli che "avevano una gamba sola" nel senso, sciavano con sci così uniti da parere una gamba sola, e lo scodinzolo?! Qualche volte mi è accaduto sciare punta contro coda di chi sciava benissimo...non pensavo ai miei sci, sciavo guardando quello di fronte a me e accadeva...mi ci lasciavo andare...lui sciava per me, ecco, appresa la tecnica, divenuta abbastanza esperta e forte da comandare gli sci, mi ci lasciavo andare ed era pura gioia! C'è sempre un oltre, non so se questo stato di "desertica pace" porterà ad un oltre, anzi so che sarà così ma cosa quell'oltre sia non lo riesco neppure ad immaginare vagamente. I miei passi sono orme nella neve Lui o la vita scia per me, cammina nella vita-neve per me tutto qui, oltre qualsiasi tecnica, qualsiasi teologia, nella neve-vita...amen



ps delle 11,45 guardate che bello! Il "sole" ha sciolto la "neve" e sono rimaste solo le impronte...forse la morte è così...che bello!!! (ma ora la foto non parte e la metto dopo, ciao) ci sono riuscita alle 18,15! Ah che connessione che ho!













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