Ho appena ricevuto questo breve ed entusiasta resoconto della camminata da Rimini a La Verna del gruppo della "Pedivella"...e mi sono ritornate in mente le mie scorribande su e giù per i colli dell'Umbria quando, nel 2003, stavo scrivendo "Di qui passò Francesco". Giorni e giorni in solitaria, a volte a piedi, a volte in macchina al suono dell'"Infinitamente Piccolo" di Angelo Branduardi che resterà per sempre per me la colonna sonora di quegli entusiasmanti "impossibili" giorni. In queste righe che riporto qui sotto sento la mia stessa fede e meraviglia, fede anche nelle istituzioni che, nel mio entusiasmo, ero certa, avrebbero capito. E allora non voglio spegnere questa loro bellissima energia ma dare loro un piccolo semplice consiglio: "Puntate sui Peppini e sulle Santine, loro se veramente credono nel cammino saranno al vostro fianco, come accade sul "Di qui passò Francesco" e, ancora di più, sulla sua continuazione "Con le ali ai piedi" le istituzioni...beh quelle scoprirete da voi stessi...e l'aprire conventi e canoniche...auguri!" Dovete fare la vostra strada e non intendo coi passi che è il meno...L'unica cosa che mi dispiace del vostro progetto sono quelle frecce blu...ci mancava il blu ed ora abbiamo l'intero arcobaleno! Perchè non segnare un Cammino di Francesco sempre con il giallo e con i Tau?! Credetemi, la confusione è già grande e unificare la segnaletica sarebbe un atto di gentilezza verso chi percorrerà i sentieri ed un segno di vera collaborazione. Comunque auguri e complimenti anche a Giuseppe che ha individuato un altro percorso e con cui il vostro può essere affinato...
Io la Valle del Marecchia l'amo molto, da ragazza, quando ero negli Scouts, ci ho passato magnifici giorni coi lupetti e in routes estive ed invernali, mi appartiene e mi ricorda anche la corriera che saliva le sue curve fino al Passo di Viamaggio quando non avevo la macchina e la prendevo da Rimini per andare da Chiara a Cerbaiolo. Quante volte ho lasciato la corriera al passo, con tutte le stagioni, per salire a piedi gli ultimi chilometri fino al "mio" eremo, ora tristemente chiuso!
Allora buon lavoro, il "bello" comincia ora, e che l'entusiasmo non vi abbandoni mai...è un'energia potentissima, è quella del "necessario che diviene impossibile" e, senza di essa, tutto si spegne...è un'energia che dà fastidio a chi non l'ha, è minacciosa per gli apatici e i tiepidi, per gli increduli e gli scettici e, proprio perchè è potente, viene contrastata, appare come "scandalo" per chi preferisce il proprio tran tran e non vuole esserne sollecitato. A volta suscita invidia...e l'invidia è un'energia distruttiva che distrugge "il buono che spinge a cambiare"...
Capisco che queste mie parole possono sembrare fredde e disincantate...molto per me dell'incanto è svanito, restano i pellegrini ad alimentarlo ed è per loro che alimento il mio entusiasmo senza cui non potrei vivere, quel BI-SOGNO di sogno che è la mia sola forza...continuate così!
“Frate Sentiero - Sora Strada”
Da Rimini, a piedi, fino a La Verna, sulle tracce di San Francesco.
Il cammino ora c’è, ed è “stupefacente”.
“Cominciate a fare ciò che è necessario,
poi ciò che e possibile.
E all’improvviso vi sorprenderete
a fare l’impossibile”.
Abbiamo fatto il “necessario”, lo abbiamo percorso tutto, provando che è possibile fare questo cammino, ora ne siamo certi: si può fare davvero. Ora che è segnato, tutti lo possono fare.
Questo è anche un po’ il nostro modo di agire: provare per primi, sulla nostra pelle, a vivere le esperienze, a saggiarne le difficoltà ad assaporarne le emozioni da trasmettere poi agli altri.
Ora, il “possibile” che può arrivare, è l’aiuto delle istituzioni, perché l’aiuto dei privati dei singoli rappresentanti di qualche ente, non è mancato e non mancherà.
Il pensiero va subito a Peppino e sua moglie, oramai ottantenni, che escono dalla loro casa quasi sperduta all’inizio di una salita. Ci offrono il loro sostegno e accoglieranno di buon grado i futuri pellegrini, magari rifocillandoli al bisogno.
Santina di Valdazze che non vede l’ora di poter accogliere i pellegrini, anche per una sola notte, in quel luogo che lei (a ragione) ritiene magnifico.
I gestori di ristoranti, incuriositi dal nostro colorito gruppo di strani turisti, che sorridono all’idea di inventare un “menù del pellegrino” a prezzo ridotto..
Tutto bellissimo, molto promettente e come dicevo nel titolo, “stupefacente”. Grande, infatti, è stata la sorpresa nel vedere quanto interesse “disinteressato” c’è attorno a questa iniziativa, non certo nuova in altre zone, inedita però da noi.
Ma d’altronde non poteva che essere così. La presenza del nostro vescovo alla partenza, ha di certo dato ufficialità all’iniziativa, ma più importante, e di nuovo stupefacente, è stato vederlo in tuta da ginnastica e scarpe da tennis. Scoprirlo, poi, “camminatore” e “pastore”, sentirgli dire che è uno di noi, che, quando può, “va a piedi” anche lui, che sarebbe venuto volentieri con noi, ci ha davvero incoraggiato, e.. la benedizione che ci ha dato ha portato buoni frutti.
Infatti strada facendo, molti altri incontri, tanti piccoli segni ci hanno fatto sentire la mano della Provvidenza costantemente vicina, facendoci intuire di essere sulla strada buona.
Neanche la pioggia incessante per tutta l’ultima giornata di cammino ha cancellato il sorriso dai nostri volti.
E alla fine del cammino la benedizione, i complimenti e le parole di incoraggiamento del Padre Guardiano de La Verna, affinché proseguissimo il cammino e il lavoro appena cominciato, hanno dato il giusto compimento alle parole di Padre Montorsi delle Grazie, che il primo giorno ha detto “.. andate tranquilli e fiduciosi, arriverete felici..” e così è stato.
Forse sembra ancora un po’ strano vedere persone che camminano per la strada davanti casa e non sui monti, è strano ma incuriosisce e fa venire la voglia, a chi guarda, di partire con loro.
Sarà questo il motivo di tanto interesse? Se fosse davvero così, si starebbe realizzando una parte di “quell’impossibile” della frase di San Francesco.
Non ci montiamo di certo la testa, il lavoro duro comincia adesso, fra qualche giorno i dati sui tempi di percorrenza e sulle strade da seguire saranno definiti. Il compito più difficile, però, sarà quello di convincere le istituzioni a individuare e concedere i luoghi di sosta ai futuri pellegrini.
Ci vorranno stanze dove rifugiarsi e riposare le ossa, dove i pellegrini potranno incontrarsi ed incoraggiarsi per la tappa successiva, trovare un bagno, un tavolo, un materasso, luoghi dove potranno sentirsi più “accolti” che ospitati. Meglio ancora sarebbe se questi fossero gli angoli dove San Francesco è passato e dove la sua presenza è ancora viva. Aprire conventi chiusi, canoniche in disuso, riservare all’accoglienza strutture adibite ad altro, anche solo per un periodo..
Lo faremo, chiederemo per iscritto e di persona, solleciteremo gli uomini e le donne di buona volontà, a fare quello che possono, non per noi, ma per i pellegrini, i devoti di San Francesco, a cui vorremmo trasmettere le emozioni di questi giorni, vissute per giungere lassù.
Essere parte di un grande disegno, mettere da parte corporazioni ed interessi, sentirsi liberi di restituire un po’di ciò che ci è stato donato, mettere a frutto i propri talenti..
Tutto questo in una semplice camminata?
Si, è possibile che, in quella che classifichiamo come una semplice camminata, qualcun altro ci trovi motivo di vita, ritrovi se stesso, ritrovi la fede, o molto più semplicemente ritrovi il contatto vero, profondo, disinteressato, tra le persone, ritrovi “l’uomo”, che è immagine e somiglianza del Creatore.
Un ringraziamento particolare a tutti coloro che hanno dato corpo a questo mio sogno, a quanti ci hanno sostenuto o semplicemente pensato. Grazie davvero, con voi è tutto possibile.
È stato chiaro fin dal primo momento che nessuno era lì per caso.
Forse nulla accade davvero per caso, quindi: .. forza, andiamo avanti.
Che altro dire se non
“PACE E BENE”
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