avevo 13 anni quando uscì questo film magistramente interpretato da grandissimi del teatro inglese: Peter O' Toole, Richard Burton, sir Gielgud, Katharine Hepburn...e persino Paolo Stoppa e Gino Cervi. Fu il primo film che mi "buttò" nel medioevo...dopo 4 anni un altro film mi folgorò e fu quello della Cavani su Francesco...un ritorno a vite passate?! Non so, forse, so solo che nel 1981 per la prima volta misi lo zaino da pellegrina all'incontrario andando da Canterbury a Londra a piedi sul percorso degli antichi pellegrini quando allora, che i pellegrinaggi non erano tornati in auge, si doveva persino attraversare di corsa un'autostrada cercando di non essere schiacciati come dei ricci! Ricordo l'emozione che provai entrando nella magnifica cattedrale di Canterbury e guardando quei gradini che tanti secoli prima si erano insanguinati del sangue di quel grande uomo della storia. Poi, risalendo le colline che circondano Canterbury, il voltarmi indietro e guardare laggiù le guglie della Cattedrale come le guardavano i pellegrini arrivando...fu un primo tocco di pellegrinaggio di chi non ne sapeva nulla e sarebbero passati molti anni perchè, poi, mi potessi definire pellegrina...una delle pochissime definizioni, anzi l'unica, che accetto, le altre sono tutte passeggere... Legame forte quello mio con quell'epoca...in fondo nel 1989 se decisi di vivere per un pò a York fu per la sua cattedrale, nulla mi chiamava lì se non quegli spazi che risuonavano delle voci del suo magnifico coro e, tutti i giorni alle 15, dopo il lavoro da cuoca vegetariana, uno degli addetti della cattedrale mi aspettava con il cancello aperto per entrare nel coro, sapeva che sarei arrivata di corsa, ero l'ultima che trafelata arrivava per sedersi negli scanni illuminati dalle candele e ascoltare quel coro stupendo e seguire sul messale le parole in un inglese antico e pieno di fascino...
Oggi è il giorno in cui la Chiesa lo ricorda, Thomas fu ucciso il 23, l'ho scoperto ancora in pigiama sui santi del giorno e...sono stata ributtata indietro in quel passato e nel mio passato in Inghilterra, la mia seconda patria; in quella cattedrale che in un lontano tempo il 23 dicembre doveva essere fredda e cupa.
Io sono convinta di aver passato e ancora farlo, la mia vita tornando sui luoghi di vite precedenti, credo di essere qui ad Assisi, come tanti che sono venuti da fuori per tantissime ragioni e da luoghi i più disparati e poi si ritrovano qui , per quello anche se non se ne capacitano o non ci credono. L'Inghilterra mi appartiene, così come l'India, il Tibet, Gerusalemme, il lago di Tiberiade e Assisi e pure, per qualche ragione, le Dolomiti sono "casa" per me e chissà se questa è l'ultima sosta del mio viaggio a ritroso?! Quello che mi è chiaro è che, di certo, il medioevo mi appartiene e non è a caso se passerò il capodanno a Camaldoli...sono in viaggio, come tutti, forse solamente un pò più consapevole e attenta alla cosa di tanti, anzi, è l'unica cosa che veramente mi interessa e l'alba di questo anno così "magico" me lo fa pensare e sentire sempre di più come se, ora, il "viaggio" dovesse fare un salto ulteriore, un salto più grande, non so ma è quasi un distacco che sento un approcciarsi di un "oltre"...si vedrà...
Qui sotto quello che di St. Thomas Becket dice i "santi del giorno"
Una delle scelte più indovinate del grande sovrano inglese Enrico II fu quella del suo cancelliere nella persona di Tommaso Becket, nato a Londra da padre normanno verso il 1117 e ordinato arcidiacono e collaboratore dell'arcivescovo di Canterbury, Teobaldo. Nelle vesti del cancelliere del regno, Tommaso si sentiva perfettamente a proprio agio: possedeva ambizione, audacia, bellezza e uno spiccato gusto per la magnificenza. All'occorrenza sapeva essere coraggioso, particolarmente quando si trattava di difendere i buoni diritti del suo principe, del quale era intimo amico e compagno nei momenti di distensione e di divertimento.
L'arcivescovo Teobaldo morì nel 1161 ed Enrico II, grazie al privilegio accordatogli dal papa, poté scegliere Tommaso come successore alla sede primaziale di Canterbury. Nessuno, e tanto meno il re, prevedeva che un personaggio tanto "chiacchierato" si trasformasse subito in uno strenuo difensore dei diritti della Chiesa e in uno zelante pastore d'anime. Ma Tommaso aveva avvertito il suo re: "Sire, se Dio permette che io diventi arcivescovo di Canterbury, perderò l'amicizia di Vostra Maestà".
Ordinato sacerdote il 3 giugno 1162 e consacrato vescovo il giorno dopo, Tommaso Becket non tardò a mettersi in urto col sovrano. Le "Costituzioni di Clarendon" del 1164 avevano ripristinato certi abusivi diritti regi decaduti. Tommaso Becket rifiutò perciò di riconoscere le nuove leggi e si sottrasse alle ire del re fuggendo in Francia, dove visse sei anni di esilio, conducendo vita ascetica in un monastero cistercense.
Conclusa con il re una pace formale, grazie ai consigli di moderazione di papa Alessandro III, col quale si incontrò, Tommaso poté far ritorno a Canterbury, accolto trionfalmente dai fedeli, che egli salutò con queste parole: "Sono tornato per morire in mezzo a voi". Come primo atto sconfessò i vescovi che erano scesi a patti col re, accettando le "Costituzioni", e il re questa volta perse la pazienza, lasciandosi sfuggire una frase incauta: "Chi mi toglierà di mezzo questo prete intrigante?".
Ci fu chi si prese questo incarico. Quattro cavalieri armati partirono alla volta di Canterbury. L'arcivescovo venne avvertito, ma restò al suo posto: "La paura della morte non deve farci perdere di vista la giustizia". Egli accolse i sicari del re nella cattedrale, vestito dei paramenti sacri. Si lasciò pugnalare senza opporre resistenza, mormorando: "Accetto la morte per il nome di Gesù e per la Chiesa". Era il 23 dicembre del 1170. Tre anni dopo papa Alessandro III iscrisse il suo nome nell'albo dei santi.
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