il vento freddo si è acquietato e oggi è una di quelle giornate da magone, come le chiamo io, una giornata che per chi è sui sentieri è perfetta! Ieri sono entrata in contatto con una giovane pellegrina giornalista che sta facendo il cammino all'incontrario da Poggio Bustone a La Verna in povertà. Si chiama Alice e se volete seguire i suoi passi aprite la homepage di Tiscali e lì trovate il blog...abbiamo fatto una lunga telefonata ieri sera mentre era dal mitico Bernardino alla Romita e oggi siamo in contatto quando, nei bivi, ha qualche problema, ci incontreremo qui ad Assisi quando arriverà e sarà bello...io mi limito ad "invidiare" chi cammina oggi e a gioire perchè, forse, finalmente riesco a ricevere una fantastica stufetta dall'Inghilterra che mi terrà finalmente caldo dopo 5 inverni in cui gli amici mi disertano perchè dicono che in casa mia si abbaia dal freddo...io mi sono abituata, ci si abitua a tutto, ma il miraggio di una casetta calda mi riscalda già...sta sera arrivano due pellegrini e domani altri due...sono i beati che si godono giornate da sballo in cui la natura si avvia verso il meritato riposo e anche gli umani, come me, si rilassano un poco pensando a stufette, legna da ordinare, casa che è un casino dopo 7 mesi nonstop di ostello...penso già anche all'albero di Natale che quest'anno sarà in un posto diverso della casa perchè la mitica stufetta potrebbe scaldarlo troppo...che bello preoccuparsi solo di un futuro albero!!
Io amo moltissimo l'autunno, è la mia stagione, quel chè di morte apparente in arrivo è per me una parabola della vita...io ci convivo con la morte, me la sento vicina e non mi fa paura, non la mia, quella degli amici cari sì, quella vuole dire distacco, perdita, vuoto, la mia no, la mia è un transito, magari senza la T maiuscola come quello di Francesco, ma pur sempre un passaggio, un ritorno a Casa, un autunno che diviene sfolgorante primavera...l'aspetto, vorrei viverla sdraiata su un prato, vorrei vedere per l'ultima volta un cielo come quello di oggi e poi partire...per un grande viaggio con quella aspettativa da aereoporto quando, passato il check in, non sei ne di quà ne di là, attendi e ogni fibra del corpo che spinge un carrello con il leggero peso del bagaglio a mano è protesa verso l'aereo e quello che accadrà oltre il volo...libera, nell'Ora, di essere sospesa e trepidante con il cervello vuoto perchè i "giochi sono fatti" e nulla ti può più fermare. Un giorno in un Vespro di Francesco del 3 ottobre sentii un vescovo dire con meraviglia: "Pensate, Francesco chiamava la morte sorella..." lo diceva con stupore e incredulità...mi domandai che razza di fede fosse la sua se si meravigliava così tanto...e me ne uscii dalla chiesa...fuori c'era un tramonto che diceva tutto....Francesco non diceva nulla di straordinario, sentiva la morte come sorella perchè è così...forse è per questo che è un santo così vicino a tutti, era naturale, genuino, semplice...diceva quello che il cuore dice a tutti con la differenza, forse, che lui il cuore lo ascoltava...e questo credo sia il cammino, il solo, quello della naturalità, della semplicità...perchè dovrebbe essere così difficile?!? non lo è, e il cuore dice tutto se lo ascolti....ciao belli...vado ad ordinare la legna..che bello!!!
Bella questa tua riflessione in questa giornata autunnale, fa apprezzar di più la vita........
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