mercoledì 4 settembre 2013

L'Aquila e la Perdonanza di Celestino


...e così ci sono andata alla Perdonanza di Celestino! Ci tenevo molto e questa corsa alla sempre stupenda L'Aquila dove un pochino qualche cosa si è mosso e il centro è un pochino più agibile...dove lentamente, molto, molto lentamente qualche cosa migliora è stata proficua. Il giorno prima, appena arrivata sono stata alla conferenza di Maria Grazia Lopardo i cui libri su Santa Maria di Collemaggio, Celestino e l'Architettura medievale vi consiglio perchè stupendi e poi, il mattino del 28 (credevo la processione fosse al mattino e così ero arrivata il giorno prima) ho utilizzato il tempo andando a Fossa a parlare con il sindaco e, anche lì, qualche cosa si muove e chissà che un giorno non si possa visitare la stupenda Santa Maria in Cryptas mentre la necropoli è già riaperta!
L'Aquila...l'ho sempre tanto amata questa città dall'aria frizzantina di montagna, è una città che ha qualche cosa di magico e la chiesa di Santa Maria di Collemaggio è veramente un patrimonio dell'umanità...che è ancora e solo messa in sicurezza e che, 10 giorni prima della Perdonanza, è stata di nuovo dichiarata inagibile perchè pare che una parete si stia muovendo...ma che si aspetta a restaurarla?! Che crolli per poi dire che abbiamo perso uno dei maggiori capolavori del medioevo...fare processi, dare colpe e poi assolvere tutti?! Perchè questo si fa in Italia...o no? Che rabbia, che magone che mi viene!! Quando mi si dice che le impalcature che tengono su i palazzi costano di noleggio più dei restauri stessi, quando passando nella zona della famigerata casa dello studente vedo ancora le macerie e gli orrendi palazzi anni sessanta acciaccati e crepati come ben 4 anni e mezzo fa, quando ancora vedo i posti di blocco dell'esercito...e quanto ci costano questi?...andiamo avanti perchè la rabbia e il magone sono troppo e penserei solo a questo!

tenerissimo il cagnone, uno dei tanti, che occupano il centro della città, sono parte della vita di questa lentissima ripresa e si ha l'impressione che siano ben accettati, questo che fino all'inizio della processione se ne stava tranquillo appoggiato alla bellissima chiesa è poi andato anche lui in processione senza che nessuno lo cacciasse...forse il simbolo degli ultimi dimenticati che ancora non tornano a casa, e i vecchi sanno che mai ci torneranno...
Nella processione civile, che precede quella in costume, fra tutte le associazioni, forze locali, istituzioni i pompieri, applauditissimi. e a ragione!
Il giorno dopo Pasquale, il caro amico di cui vi parlerò poi, mi racconterà con ancora l'occhio fisso e vitreo di chi non può dimenticare quella notte di orrore, come i pompieri siano stati veramente gli angeli delle macerie non solo salvando vite e recuperando chi non ce l'aveva fatta ma stando vicino alla gente, silenziosi, attenti, senza mai reagire alla rabbia, alla disperazione, a tutto quello che la gente poteva buttar fuori in quei giorni. Affettuosi e pazienti con lui e con tutti, accompagnavano nelle case inagibili a recuperare le poche cose care e indispensabili invitando a fare con calma, senza fretta perchè il dolore del ritornare nella propria casa devastata richiedeva lentezza per scegliere ciò che si voleva recuperare e ciò che si poteva lasciare quando il cuore e la mente non riusciva a scegliere perchè tutto era un ricordo e tutto parlava il linguaggio degli affetti, dell'intimità in cui è difficile scegliere...beh come a tanti, i pompieri mi sono sempre piaciuti, un esercito per il bene, GRAZIE!











e poi lo sballo per me di vedere dei volti antichi...io amo posizionare le persone nei quadri, negli affreschi di tempi lontani e, guardate questi visi se non escono da dei dipinti!


unica cosa veramente in contrasto quando Celestino V è arrivato su un camion prima della bolla portata da un vigile e seguita da vescovi e dal sindaco. Ma non si poteva portarlo su un carro di tipo medievale?! Comunque per quei due giorni è "tornato a casa" con il volto d'argento perchè, pare, che quello di cera si sia sciolto sotto la luce e il calore della cupola di plastica con cui si è tamponata la grande ferita del tiburio...povere ossa di Celestino sballottate di qua e di là! 
Niente indulgenza per me! Sono partita subito per Rocca di Mezzo dopo la processione, non amo guidare al buio e quella è strada di montagna...e facevano entrare in chiesa, dopo la messa, a gruppi di 10...mi sa che ci abbiano messo tutta la notte!
Qui sotto riporto la paginetta che ho scritto su "Con le ali ai piedi" Sulla Perdonanza.
Cari "omini verdi" (se volete sapere chi sono leggete il libro della Lopardi) proteggete questa fantastica chiesa, L'Aquila e i suoi abitanti...e chissà che nella mia breve vita non possa rivedere questa città amata risorta dalle macerie!
Il primo atto del breve pontificato di Celestino V doveva segnare per sempre la vita dell’Aquila e della magnifica chiesa voluta da Lui: Collemaggio e  non solo. Come pochi anni prima Francesco aveva ottenuto dal papa il Perdono della Porziuncola una volta all’anno il 2 agosto: sconvolgendo completamente l’unico modo che la gente aveva di lucrare l’Indulgenza Plenaria, quello di recarsi a Gerusalemme, ora il papa “apriva  la porta” agli umili, a coloro che non potevano recarsi in Terra Santa, a quel popolo di Dio che saliva la Majella per incontrarlo. Sei anni prima della Bolla di Bonifacio VIII, che istituiva l’Anno Santo ufficiale della Chiesa, all’Aquila era nato il Giubileo.

La pergamena originale, la cui autenticità è stata molte volte messa in dubbio e definitivamente confermata da papa Paolo VI, contenente il testo dell’indulgenza plenaria di papa Celestino V  è conservata nella cappella blindata della Torre del Palazzo Civico, a ricordo del ruolo svolto dalla popolazione e dalle autorità civili dell’Aquila che protessero il prezioso documento dal tentativo di distruzione da parte di papa Bonifacio VIII, che voleva annullare questo importantissimo documento dell’odiato predecessore.

La Bolla del Perdono
(traduzione in italiano del prof. Alessandro Clementi)

«Celestino Vescovo servo dei servi di Dio, a tutti i fedeli di Cristo che prenderanno visione di questa lettera, salute e apostolica benedizione. Tra le feste solenni che ricordano i santi è da annoverare tra le più importanti quella di San Giovanni Battista in quanto questi, pur provenendo dal grembo di una madre sterile per vecchiezza, tuttavia fu ricolmo di virtù e fonte abbondante di sacri doni, fu voce degli Apostoli, avendo concluso il ciclo dei profeti, ed annunziò la presenza di Cristo in terra mediante l’annuncio del Verbo e miracolose indicazioni, annunziò quel Cristo che fu luce nella nebbia del mondo e delle tenebre dell’ignoranza che avvolgevano la terra, per cui per il Battista seguì il glorioso martirio, misteriosamente imposto dall’arbitrio di una donna impudica in virtù del compito affidatole. Noi, che nel giorno della decollazione di San Giovanni, nella chiesa benedettina di Santa Maria di Collemaggio in Aquila ricevemmo sul nostro capo la tiara, desideriamo che con ancor più venerazione tal Santo venga onorato mediante inni, canti religiosi e devote preghiere dei fedeli. Affinché, dunque, in questa chiesa la festività della decollazione di San Giovanni sia esaltata con segnalate cerimonie e sia celebrata con il concorso devoto del popolo di Dio, e tanto più devotamente e fervidamente lo sia quanto più in tale chiesa la supplice richiesta di coloro che cercano Dio troveranno tesori della Chiesa che risplendono dei doni spirituali che gioveranno nella futura vita, forti della misericordia di Dio onnipotente e dell’autorità dei suoi apostoli SS. Pietro e Paolo, in ogni ricorrenza annuale della festività assolviamo dalla colpa e dalla pena, conseguenti a tutti i loro peccati commessi sin dal Battesimo, quanti sinceramente pentiti e confessati saranno entrati nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio dai vespri della vigilia della festività di San Giovanni fino ai vespri immediatamente seguenti la festività. Dato in Aquila, 29 settembre, nell’anno primo del nostro pontificato».

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