sabato 18 febbraio 2012

Evviva l'arte!!!






L'altro giorno con Alida si parlava di tante cose fra cui l'arte e, sull'arte, non ci siamo proprio trovate d'accordo...vecchio argomento questo per me perchè ci discussi la prima volta a quattordici anni con il parroco, l'assistente del mio gruppo scout, che mi definì, direi con disprezzo, una panteista perchè vedevo Dio nella natura e nell'arte...non me la scordo più quella discussione perchè fu il primo crac nel cuore che mi fece pensare: "Ma che ci faccio io qui?" e dopo cinque anni sbattei la porta della parrocchia e non mi si vide più...e se ora sono qui a scrivervi è proprio perchè "panteista" lo sono ancora...L'arte! La manifestazione del divino sulla Terra...io credo, anzi sono sicura, che l'artista sia un ispirato non da una luce esterna a lui ma dal divino che è in lui, in tutti noi...Master Eckart diceva: "Io sono Dio" e se non moriva prima, forse, la sua chiesa l'avrebbe fritto come tanti altri mistici...ecco io credo la stessa cosa e l'artista quando è al massimo della sua ispirazione è...il pennello, lo scalpello, la bacchetta da direttore d'orchestra...di Dio! Alida diceva: "L'arte è opera umana" oh sì ma l'uomo è opera di Dio, è Dio, una sua scintilla per cui l'arte è la manifestazione del più alto livello della Sua creatura che esprime così il divino che è in lui.
Così oggi è la festa del Beato Angelico, protettore degli artisti, sommo vertice del più bel rinascimento fiorentino, di quell'inizio di grande fioritura che, essendo vertice, è già l'inizio della discesa. Quando vado a Firenze, se ho tempo, vado sempre al Convento di San Marco con le sue bellissime cellette dipinte dal Beato: una conosciuta perla della città ma non così tanto come gli Ufizi o Pitti che, invece per me, è spettacolare proprio perchè le sue opere non sono trasportabili, sono affreschi unici e irripetibili nel luogo in cui sono stati pensati a beneficio del frate che in quella cella dormiva. E poi c'è quell'annunciazione superba con la madonnina esile ed elegante, modernissima, una forma racchiusa nel manto...io gli parlo al Beato Angelico quando sono lì, lo ringrazio per tutta la bellezza che mi regala...in fondo, materialmente, sono solo strisciate di pennello di poveri colori, nulla di prezioso materialmente, ma puro gioiello che emoziona a distanza di secoli...
allora a voi che siete artisti, e anche a me che sono solo artistica per aver studiato arte ma senza la pretesa di essere un'artista, buona giornata della bellezza...nella speranza che il Paradiso sia come l'ha dipinto lui...Swidenborg che parlava con un angelo e che fu "trasportato" in Paradiso in vita diceva che gli angeli del Beato Angelico sono la pallida bellezza, l'immagine sfuocata di come sono veramente ma che lui ci si era abbastanza avvicinato...pensate che bellezza!!

dai "Santi del giorno"
Questa soave e genialissima figura di Frate Predicatore fu un dono magnifico fatto da Dio all’Ordine. Guido o Guidolino, figlio di Pietro, nacque a Vicchio di Mugello in Toscana alla fine del XIV° secolo e fin da giovane fu pittore in Firenze. Quando sentì la vocazione, insieme al fratello Benedetto, si presentò al convento domenicano di Fiesole. Ordinato sacerdote assunse il nome di Fra Giovanni da Fiesole, ma subito dopo la sua morte fu usanza comune chiamarlo “Beato Angelico”. L’azione di santo e di artista del giovane si svolse mirabilmente nel clima di alta perfezione spirituale e intellettuale trovato nel chiostro. Le sante austerità, gli studi profondi, la perenne elevazione dell’anima a Dio, affinarono il suo spirito e gli aprirono orizzonti sconfinati. Così preparato, da buon Frate Predicatore, poté anch’egli dare agli altri il frutto della propria contemplazione e dar vita, col suo magico pennello, al più sacro dei poemi, narrando ai fratelli la divina storia della nostra salvezza. I suoi Crocifissi, le sue Madonne, i suoi Santi sono una predica che risuona nei secoli. Anima di una semplicità evangelica, seppe vivere col cuore in cielo, pur consacrandosi a un intenso lavoro. Sue sono molte pale d’altare a Fiesole (1425-1438) e le celle, i corridoi, l’aula capitolare e i chiostri del Convento di San Marco a Firenze (1439-1445). Recatosi a Roma, su invito di Papa Eugenio IV, dipinse nella Basilica di San Pietro e nei Palazzi Vaticani, e dal 1445 al 1449, per Papa Niccolò V la sua cappella privata e lo studio in Vaticano. Il Papa gli offrì la Sede Vescovile di Firenze, che energicamente rifiutò, persuadendo il Pontefice a nominare il confratello Sant’Antonino. Fu da Dio chiamato al premio eterno il 18 febbraio 1455 a Roma, nel convento di Santa Maria sopra Minerva, dove il suo corpo è ancora conservato nella attigua Basilica Domenicana. A suo onore, e per la promozione dell’arte sacra, Papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1982 ha concesso il suo culto liturgico a tutto l’Ordine e il 18 febbraio 1984 lo ha proclamato Patrono Universale degli Artisti.
Franco Mariani

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