giovedì 2 giugno 2011

quello che sta a cuore a don Gigi di Romena

mi è arrivata la newsletter di Romena e copio qui uno stralcio della rubrica nuova che cura don Gigi "Quello che mi sta a cuore", queste sue parole le ho sentite risuonare nella magnifica pieve il giorno di Pasqua e mi ha fatto piacere ritrovarle, erano rimaste in me confuse con le parole belle che mi fanno star bene e che poi rimangono in me come un humus indistinto di bellezza, le riporto qui per voi che non c'eravate.
Ieri ho visto un posto per la possibile Ruah, non ha prati e visuali come quella che doveva essere la Ruah ma ha potenzialità diverse, vedremo, con Luca della Tecnocasa non demordiamo e continuiamo a guardarci attorno...c'è bisogno di un luogo per mettere in pratica quello che dice Gigi e...lo troveremo!

…Scrive il filosofo Kierkegaard che ciò che ha completamente confuso il cristianesimo e in gran parte ha originato la chimera di una chiesa trionfante è il fatto di averlo considerato una verità nel senso del risultato, non nel senso della vita. Quello che ha ingannato il cristianesimo è aver considerato che la verità è un risultato, un qualcosa che devi raggiungere. No, la verità è vita.

Noi dovremmo capovolgere quest'idea per cui la vita religiosa ha i suoi spazi a sé, quasi separati dal resto: no, la vita è religiosa di suo, la vita è sempre religiosa. Per tutti. E proprio oggi, in questi giorni di Pasqua, nel Vangelo troviamo Gesù che dice a Maria: "Va a dire ai miei fratelli che c'è posto per tutti". Per duemila anni la cristianità ha predicato una cosa terribile, e cioè che fuori di Cristo non c'è salvezza, che fuori della chiesa non c'è salvezza. Io vorrei che questo nuovo millennio ci dicesse che non c'è nessuno di voi fuori di Cristo, che nessuno è fuori dalla chiesa.

Vedete, ogni giorno incontro tante persone. E alla fine mi rendo conto che, in profondità, ciascuno cerca cose molto semplici: un pezzo di pane e un po' di affetto. E allora basterebbe che noi nella chiesa si riuscisse a dare questo, in modo semplice, profondo. Alle persone non servono cose vuote, quello che cercano non sono riti senz'anima o cuori senza tenerezza, ma un pezzo di pane e un po' di affetto. E questo vale anche per giovani: quando annusano che c'è qualcosa di autentico, di semplice, lo capiscono. E si avvicinano.

Tutti noi abbiamo di qualcosa di semplice, di essenziale, di condiviso. Ma per poterlo offrire bisogna essere con la gente, starci, perché la compassione nasce da una presenza viva, reale. Forse per questo tanti discorsi, tanti documenti della chiesa non sono abitati dalla compassione. Perché sono spesso scritti a tavolino, e non nascono da un esserci. Un conto è abitare nei palazzi, un conto è abitare con la gente, guardarla negli occhi, vederne la lacrime, la faccia, ogni giorno.

...quello che dice Gigi è vero...non è così per i Cammini?! Non ci sono Cammini fatti a tavolino per ragioni molto lontane da quelle dei pellegrini? Non ci sono Cammini nati per sfruttarne la "moda" e per far soldi e basta?! Nomi altisonanti, poteri e denaro, gagets elettronici per essere "al passo con i tempi" tutto messo in piedi da quelli che credono di poter sfruttare questa "moda" mentre i pellegrini camminano e cercano la semplicità, le cose vere, hanno bisogno di poche cose vere che sanno di vita, di vissuto, di incontro..."I Cammini si costruiscono solo con i soldi" diceva quella signora a Esztergom...poco elegantemente continuo a pensare: Bull shit!! (cagate). Si costruiscono con il cuore e con il cuore si camminano e così ci si incontra, si incontra sè stessi e tutto il resto sono chiacchiere, giro di soldi, potere che come tutti i poteri sono sterili come il grano ogm terminator...spunta per una stagione, pare bello e ricco e in realtà ha semi sterili che arricchiscono solo le multinazionali e impoveriscono i contadini e danneggiano la salute, la Terra...nel piccolo come nel grande la legge è sempre la stessa!

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