mercoledì 29 giugno 2011

i libri di Christian Bobin...

...sono come le ciliege... uno tira l'altro e così
in questo pomeriggio di calura interrotto per un attimo da una pioggia che mi ha fatto venir voglia di essere lady Chatterly e di correre nuda sotto l'acqua...cosa che non ho fatto per 3 ragioni: mancanza di un bosco, mancanza di un boscaiolo e considerazioni estetiche su me nuda di corsa (modello Botero) (sigh), ho optato per la lettura del mio ultimo libro di Christian acquistato perchè il titolo prometteva molto: "L'amore è proprio una piccola cosa...con delle conseguenze meravigliose" (Gribaudi edizioni)...e così, nel mio vestitino vecchio e scolorito che amo tanto, è coperto del mantra om mani padme hum...e chissà a chi è venuta l'idea in Italia di fare un tessuto così? Sdraiata sul letto, come facevo in India durante i monsoni, ho volato con lui, con questo mio coetaneo che dipinge con le parole come Chagall (pittore che amavamo di più prima di sapere quanto, come persona, fosse fetente)...ma la sua pittura, i suoi blu e i suoi viola mi piacciono tanto e Christian dipinge con le parole....libro indefinibile questo che mi fa venire in mente anche il film Chocolat, semplicemente bello, che ti fa star bene, che non è da capire ma da leggere e volare nel blu di Chagall o correre nel bosco di D.H. Laurence e dove il ticchettio di tacchi a spillo crea la pioggia, dove l'amore fa volare e gli esseri più disparati sono avvolti da una colla d'amore leggera come delle penellate....insomma io amo Christian Bobin, lo invidio anche un pò, vorrei saper scrivere come lui, trascrivo qui la frase finale del libro che è anche sulla quarta di copertina:

"Ci sono dei folli talmente folli che nulla potrà mai loro togliere dagli occhi la graziosa febbre d'amore. Che siano benedetti. E' grazie a loro che la terra è rotonda e che l'alba ogni volta si leva, si leva, si leva."

e anche una frase di un altro suo libro che mi manca:

dalla "Luce del mondo"

"La luce del mondo
non viene dal mondo.
Viene dall'avvampare di cuori puri,
invaghiti, più di sé,
della radicale semplicità
del cielo azzurro,
di un gesto generoso,
di una parola frasca".

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