sabato 12 marzo 2011

un'altra Angela...francescana

oggi è un giorno importante per me...per l'Angela e così a pochi minuti dal mio...andare al"sogno Ruah! ho aperto i santi del giorno e ci ho trovato questa beata Angela, un'altra!! Ora, io non sono beata e non lo sarò mai, ma mi piace moltissimo che tutte le Angele canonizzate o beate siano...francescane e poi questa era una donna di servizio...puliva gabinetti, immagino, beh, ripetendo che non faccio paragoni, io ne ho puliti un'infinità! E allora cara Angela beata pensaci anche tu alla Ruah!!!

La categoria delle domestiche ha dato lungo i secoli, alla Chiesa e alla cristianità, tante figure di Beate e Sante, che iniziando a lavorare in questo campo, per un tempo più o meno lungo, portarono nelle famiglie e nei fedeli, l’esempio delle loro virtù cristiane e morali; e di un apostolato possibile in ogni ambiente del vivere quotidiano.
La maggioranza di esse, lasciarono poi il compito di domestiche, per entrare a far parte di Istituti e Congregazioni religiose, alcune diventando loro stesse fondatrici; quando non divennero suore, entrarono senz’altro nei Terz’Ordini religiosi.
Ma ci furono anche quelle che domestiche erano e tali rimasero fino al termine della vita; santificandosi fra i fornelli e le pulizie delle abitazioni, fra rimproveri o ammirazione dei padroni di casa, diventando apostole di Cristo fra i bisognosi.
Tale fu s. Zita (1218-1278) domestica di Lucca, patrona della città e nominata da papa Pio XII il 26 settembre 1953, patrona delle domestiche, festa il 27 aprile; e poi a cavallo fra l’Ottocento e Novecento la beata polacca Angela (Aniela) Salawa, oggetto di questa scheda.
Nacque il 9 settembre 1881 a Siepraw presso Cracovia in Polonia, undicesima dei dodici figli di Bartolomeo Salawa ed Ewa Bochenek, al battesimo le fu dato il nome di Angela (Aniela); il padre era fabbro e la madre tutta dedita alla casa ed ai numerosi figli, ai quali insegnava la pietà, la modestia e la laboriosità.
E con questi principi crebbe e si formò sotto la guida della madre, che la preparò anche alla Prima Comunione verso i dodici anni, secondo la consuetudine dell’epoca.
Già a 15 anni nel 1894 era a servizio presso una famiglia di Siepraw, pascolava le vacche, falciava l’erba, intratteneva i bambini, all’inizio della primavera del 1895 estirpava le radici e i ciuffi d’erba nel gelo del periodo.
Rientrò in famiglia dove sostò fino all’ottobre 1897, rifiutando nel frattempo le insistenze del padre che la spingeva verso il matrimonio; poi si trasferì a Cracovia per andare a lavorare come cooperatrice familiare, dai primi giorni fu ospitata dalla sorella Teresa, alla quale ribadì che non si sentiva chiamata al matrimonio.
A Cracovia, andò a servizio presso la famiglia Kloc, dove lavorò duramente senza mai lamentarsi; aveva 16 anni ed era attraente, il padrone di casa prese ad insidiarla, per cui Angela dopo poco tempo lasciò l’occupazione.
Dopo altri rapporti di lavoro in alcune famiglie dei paesi vicini, ritornò a Cracovia, dove assistette il 25 gennaio 1899, alla serena morte della sorella maggiore Teresa, anch’essa domestica; rimasta scossa dalla perdita, avvertì il richiamo di una voce interna che la chiamava a percorrere la via della perfezione, voce alla quale lei corrispose prontamente.
Cercò la forza prolungando il tempo della preghiera in chiesa e in casa e nella meditazione; con l’assistenza del suo direttore spirituale il gesuita padre Stanislao Mieloch, si consacrò a Dio, con il voto di castità perpetua, voto già pronunciato nella prima giovinezza.
Prese a dedicarsi ad un apostolato oscuro e fecondo, fra le domestiche di Cracovia, le riuniva, le istruiva, le consigliava, le dirigeva; nell’adempiere i doveri delle sue mansioni, dimenticava spesso sé stessa. Nonostante la salute precaria, era sempre allegra e socievole; si vestiva bene, non per il mondo ma per Dio.
Nel 1900 si iscrisse all’Associazione di S. Zita, che promuoveva l’assistenza alle domestiche, così poté esercitare in forma più organizzata, un fruttuoso apostolato fra le sue compagne di lavoro, diventando per loro una guida e un modello di vita cristiana.
Nel 1911 fu colpita da una dolorosa malattia, che la sconvolse per lungo tempo, poi morì la madre e la giovane signora alla quale prestava la sua opera con affetto e dedizione; inoltre si sentì abbandonata anche dalle compagne che non poteva più radunare in casa.
Questo periodo di angosciosa sofferenza, raccontato nel suo Diario, fu affrontato da Angela, unendosi maggiormente a Dio nella preghiera e nella meditazione e nel 1912 ebbe anche fenomeni mistici, con la visione dell’incontro con Gesù.
Aderì al Terz’Ordine di S. Francesco, prendendone l’abito il 15 maggio 1912, nella chiesa dei Francescani Conventuali e il 6 agosto 1913 emise la regolare professione.
Durante la Prima Guerra Mondiale, aiutò con i suoi pochi risparmi, i prigionieri di guerra, senza distinzione di nazionalità; volontariamente si impegnò con amore all’assistenza dei feriti e dei malati negli ospedali di Cracovia, dove rispettosamente era chiamata “la santa signorina”.
Per avere rimproverata l’amante del suo padrone, l’avvocato Fischer, fu licenziata nel 1916 da quella casa dove lavorava dal 1905. Seguirono alcuni anni di abbandono, senza lavoro e con la malattia più incalzante, mentre proseguivano i fenomeni mistici; nel 1918 ormai debilitata nelle forze, lasciò anche i lavori saltuari e si ritirò in un piccolo ambiente in una soffitta, preso in affitto; iniziò così l’ultimo periodo della sua vita, cinque anni di sofferenze in unione con Dio, che la gratificava con visioni, specie di Gesù con la corona di spine e sofferente.
Il confessore le portava ogni giorno la Comunione e le compagne inconsolabili, si alternavano nel suo tugurio per assisterla.
Annotò sul suo Diario: “Ripensando alla mia vita, credo di essere in quella vocazione, luogo e stato, in cui fin dall’infanzia Dio mi ha chiamato”; nella sua ardente carità, pregò di prendere su di sé le malattie degli altri, le sue sofferenze si moltiplicarono, mentre coloro per cui si era offerta guarirono.
Alla fine acconsentì di lasciare quell’ambiente ristretto e fu ricoverata all’ospedale di S. Zita in Cracovia, dove dopo aver ricevuto i Sacramenti, spirò il 12 marzo 1922 in estrema povertà e in fama di santità.
Nella concomitanza dell’apertura del processo diocesano per la sua beatificazione, le sue spoglie il 13 maggio 1949, furono traslate dal cimitero alla Basilica di S. Francesco di Cracovia.
Papa Giovanni Paolo II la proclamò Beata il 13 agosto 1991 a Cracovia, durante il suo viaggio apostolico in Polonia. La sua festa celebrativa è al 12 marzo.


Autore: Antonio Borrelli

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