martedì 17 agosto 2010

L'altra Chiara umbra e l'ostello invaso da tutto il mondo

...viene sempre confusa con Chiara d'Assisi e l'epoca è di poco posteriore alla nostra Chiara più conosciuta, è Chiara di Montefalco...a due passi o poco più da Assisi, riporto qui la sua storia che è bella e forte...il medioevo era un "gran tempo" per le donne...pare strano dirlo ma è un' epoca che ha sfornato figure speciali.
CHIARA DI MONTEFALCO
Seconda figlia di Damiano e di Giacoma, Chiara nacque a Montefalco, in provincia di Perugia, nel 1268. Presa d'amor divino, fin dall'età di quattro anni mostrò una così forte inclinazione all'esercizio della preghiera da trascorrere intere ore immersa nell'orazione, ritirata nei luoghi più riposti della casa paterna. Sin da allora ella ebbe anche una profonda devozione per la Passione di Nostro Signore e ia sola vista di un Crocifisso era per lei come un monito di continua mortificazione, a cui si abbandonava volentieri infliggendo al corpo innocente le più dure macerazioni con dolorosi cilizi, tanto che sembrava quasi incredibile che una bimba di sei anni potesse avere non già il pensiero, ma la forza di sopportarne il tormento. Consacratasi interamente a Dio, Chiara volle seguire l'esempio della sorella Giovanna, chiedendo di entrare nel locale reclusorio, dove fu accolta nel 1275. La santità della piccola e le elette virtù di Giovanna fecero accorrere nel reclusorio di Montefalco sempre nuove aspiranti, per cui ben presto si dovette intraprendere la costruzione di uno più grande, che, cominciata nel 1282, si protrasse per otto anni tra opposizioni, contrasti e difficoltà di varia natura. A causa delle ristrettezze finanziarie, per qualche tempo durante i lavori Chiara fu incaricata anche di andare alla questua. Nel 1290, allorché il nuovo reclusorio fu terminato, si pensò che sarebbe stato più opportuno fosse eretto in monastero, affinché la comunità potesse entrare a far parte di qualche religione approvata. (MANNAGGIA FINISCE SEMPRE COSI' nota mia) Giovanna ne interessò il vescovo Gerardo Artesino, che, con decreto del 10 giugno 1290, riconobbe la nuova famiglia religiosa, dando ad essa la regola di s. Agostino e autorizzando in pari tempo l'accettazione di novizie. Il novello monastero fu chiamato "della Croce", su proposta della stessa Giovanna, che ne venne subito eletta badessa.

Alla morte della sorella (22 novembre 1291), C. fu chiamata immediatamente a succederle nella carica, contro la sua volontà e nonostante la giovane età. Durante il suo governo, che esercitò sempre con illuminata fermezza, seppe tenere sempre vivo nella comunità, con la parola e con l'esempio, un gran desiderio di perfezione. Ebbe da Dio singolari grazie mistiche, come visioni ed estasi, e doni soprannaturali che profuse dentro e fuori il monastero, venendo,- inoltre, favorita dal Signore col dono della scienza infusa, per cui poté offrire dotte soluzioni alle più ardue questioni propostele da teologi, filosofi e letterati. Alla sua pronta azione, si deve poi la scoperta e l'eliminazione, tra la fine del 1306 e gli inizi del 1307, di una setta eretica chiamata dello "Spirito di libertà", che andava diffondendo per tutta l'Umbria errori quietistici.
Tanta era la fama di sé e delle sue virtù suscitata in vita da C. che subito dopo la morte, avvenuta nel suo monastero della Croce in Montefalco il 17 agosto 1308, fu venerata come santa.
Una tradizione leggendaria, fondata su una accesa pietà e su una ingenua nozione dell'anatomia, riferisce che nel cuore di Chiara, di eccezionali dimensioni, si credette di scorgere i simboli della Passione: il Crocifisso, il flagello, la colonna, la corona di spine, i tre chiodi e la lancia, la canna con la spugna. Inoltre nella cistifellea della santa si sarebbero riconosciuti tre globi di uguali dimensioni, peso e colore, disposti in forma di triangolo, come un simbolo della S.ma Trinità.
Erano trascorsi solo dieci mesi dalla morte di Chiara, quando il vescovo di Spoleto, Pietro Paolo Trinci, ordinò il 18 giugno 1309 di iniziare il processo informativo sulla sua vita e sulle virtù; poiché, però, avvenivano sempre nuovi miracoli e aumentava la devozione per la pia suora di Montefalco, molti fecero viva istanza presso la S. Sede per la canonizzazione di Chiara; procuratore della causa fu Berengario di S. Africano, che a tal fine si recò nel 1316 ad Avignone da Giovanni XXII, il quale deputò il cardinale Napoleone Orsini, legato a Perugia, a informarsi e riferire. Il nuovo processo, cominciato il 6 settembre 1318 e dal quale sarebbe dipesa certamente la canonizzazione di Chiara, per cause del tutto esterne non poté tuttavia aver seguito. Fu solo nel 1624 che Urbano VIII concesse, dapprima all'Ordine (14 agosto), poi alla diocesi di Spoleto (28 sett.), di recitare l'Ufficio e la Messa con preghiera propria in onore di Chiara, il cui nome Clemente X fece inserire, il 19 apr. 1673, nel Martirologio Romano. Nel 1736, Clemente XII ordinò la ripresa della causa e l'anno seguente la S. Congregazione dei Riti approvò il culto ab immemorabili; nel 1738, fu istruito il nuovo processo apostolico sulle virtù e i miracoli, ratificato dalla S. Congregazione dei Riti il 17 settembre 1743. In tal modo si poteva procedere all'approvazione delle virtù eroiche, che si ebbe, tuttavia, solo un secolo più tardi, dopo un ulteriore processo apostolico, incominciato il 22 ottobre 1850, conclusosi il 21 novembre 1851 e approvato dalla S. Congregazione dei Riti il 25 settembre 1852; solo 1'8 dicembre 1881, però, la beata Chiara da Montefalco fu solennemente canonizzata da Leone XIII.
Il 17 agosto si commemora la santa, mentre il 30 ottobre si celebra la festa "Impressio Crucifixi in corde s. Clarae".

Ieri sera a tavola eravamo in 28! Italiani, francesi, olandesi, spagnoli...e i cari amci che sono corsi qui ad aiutarmi: Teresa e Miguel da Valencia, Lorella e Giusy da Torino, Elena e Nicola da Milano...una bellissima compagnia dalle età le più varie e dalle ragioni di pellegrinaggio le più diverse.
Con Marc, un francese sui 50 che ha fatto un pellegrinaggio a tappe diviso in anni da Le Puy in Francia a qui, si parlava sta mattina di come un pellegrino incontra storie bellissime lungo la strada e, forse la più bella sua di qualche giorno fa, è quella del suo arrivo a Torgiano...è ferragosto, nessuno in giro, il parroco non c'è, poi arriva ma non ospita, un albergo pieno, l'altro costa troppo...poi incontra per strada un negrone sorridente della Costa d'Avorio che è felice di parlare un pò francese...camminano insieme, l'avoriano lo aiuta a cercare...poi sparisce e ritorna dicendo: "Basta, oggi è festa, ora andiamo a pranzo, anzi, prima ti porto all'albergo perchè devi lasciare lo zaino e farti una bella doccia..." arrivano là e l'avoriano tira fuori 20 euro e dice: "Questo è il mio contributo per la tua camera." Il francese è imbarazzato, non vorrebbe, ma l'avoriano insiste e gli dice: "Perchè mi vuoi togliere il piacere di accoglierti dove ora io vivo?!" e così gli paga parte della camera, il pranzo e una bella birra....MEDITATE GENTE, MEDITATE !!!

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