giovedì 22 agosto 2013

...si parte con le ali!!!

Domani la "somarella" mi condurrà in Molise, a Toro, sul cammino, dove si inaugura nuovamente l'antica parrocchiale e dove incontrerò mons. Bregantini...a cui darò le guide da portare...in alto, molto in alto! Speriamo! E poi...è tutto un incontro sul Cammino...il 26 ci sarà un incontro del MAB il parco molisano che si terrà a Carovilli e poi...via verso l'Abruzzo dove, dopo essere stata alla Perdonanza di Celestino, il 28 Agosto, il 31 andrò alla "Prima marcia per il Creato" ...da Celano a Castevecchio Subequo (che quella che io chiamo "la tappa mistica" del Cammino con le ali).
Se non ho ancora dato l'annuncio di questa bella iniziativa del Parco Sirente Velino è perchè attendevo di essere sicura della data e dell'ora di una conferenza stampa in cui avrò l'occasione di parlare di TUTTO il Cammino che passa per il Parco...ma non ho ancora queste info per cui...se becco un computer da qualche parte ve ne darò notizia mentre sono in viaggio.
In mezzo fra questi impegni, l'incotrare chi ospita lungo il Cammino...magari pure l'incrociare pellegrini, chissà!?
Sarà bello questo mio percorso sul cammino...anche se, beh mi mancherà Marisa, già mi manca solo a pensarlo ma essere in quei luoghi, incontrare gli amici comuni, ricordare le nostre due esperienze a piedi e i tanti viaggi in macchina insieme per scrivere la guida...sarà dura, è la prima volta che ci vado senza di lei...

Per quel che riguarda le credenziali: in mia assenza le spedirà Alessia (mica come la Confraternita di Perugia che va in vacanza per un mese e che se ne strafrega se i pellegrini non hanno la credenziale per Santiago! Ohhh l'ho detto!! L'avevo in mente da un pò...e ora l'ho detto!) 

Per l'Assemblea straordinaria dell'Associazione Amici del Cammino di Qui Passò Francesco alla Romita di Cesi il 14 settembre, le convocazioni le stanno spedendo Teresa ed Eugenio.

Sarò di ritorno ad Assisi l'1 Settembre....evviva si parte!!!
Ora mi metto calma e scrivo la lettere che deve andare con le guide...in alto, molto in alto!! Poi vi dirò!
Ciao carissimi, se becoc un computer magari scrivo mentre sono in viaggio...oppure faccio vacanza anche dalla tastiera, mi ci vuole!

mercoledì 21 agosto 2013

Chi c'era ai piedi della croce?

Erano 3, tre volti dell'amore: la madre, l'amico giovane e fedele e la donna che per Lui si sarebbe buttata nel fuoco. E' un bel numero, non sono pochi perchè quando "l'eroe" è in difficoltà, quando non è più "trionfante", quando le cose vanno male tutti spariscono. Ci ho pensato molto a questo dipingendo l'icona con le due figurine di Maria e Giovanni asimmetriche (cosa che non si vede nelle Croci dei veri iconografi) l'ho fatta apposta questa asimmetria perchè nella vita la simmetria non esiste. Perchè Maria si chiude nel suo mantello ed è sempre Lei che riceve i fiotti di sangue dal costato e Giovanni si piega dall'altra parte nel suo dolore. Maddalena è con Chiara e Francesco in un abbraccio dei piedi, così fisico!...e quanto bisogno di contatto, di fisicità avrà avuto Gesù abbandonato da tutti!!
E' interessante per me...è talmente una parabola della vita... che è fondamentalmente un cammino di solitudine punteggiato di abbandoni, di tradimenti, di indifferenza dove chi ha un sogno deve fare i conti proprio con questo..."Sulla solitudine dei numeri primi" da Gesù in giù fino alle nostre piccole vite...ecco perchè mi piace Maddalena, lei non molla, lei gli è vicino comunque, lei sola può vederlo risorto perchè a fede nell'impossibile, sarebbe persino disposta a spostare una pietra immane e trascinare via un corpo pesante e rigido...credo che la Fede si questo...credere nell'impossibile e non avere paura e, fisicamente, esserci, sempre!

Eccola!


!
Alla fine ho pure fatto qualche sbaglio con la vernice che ora sto rimediando...me lo sentivo, avevo troppa paura della gommalacca e quando si ha paura si sbaglia sempre, è una legge, la paura è la peggior consigliera in tutto, e, forse, in questo caso pure la fretta... comunque va bene così...è il massimo che posso fare...

martedì 20 agosto 2013

ho finito di dipingere l'icona...


 e la prima che l'ha vista è stata, a sorpresa, la mia cara giovane amica russa Cristina qui ad Assisi per poche ore. Oggi c'è già profumo di fine estate, che bello! Un vento settembrino e quella leggera malinconia autunnale che tanto amo, l'estate è troppo sfacciata per me, io amo la vendemmia, le castagne, le foglie che cadono, le nebbioline e il sole basso all'orizzonte, i colori che si accendo in improvvise giornate di sole delicato...poi magari farà ancora caldo in settembre ma lo spartiacque di ferragosto festa che non ho mai amato, è passato, se Dio vuole...
Domani vernicio l'icona, fisso quello che ho fatto, quello che ho potuto fare, le voglio bene...è la mia opera prima...ho scoperto che il santo degli iconografi è san Luca, e sì, il pittore della madonna di San luca, appunto...bello no?!
Ho pure scoperto la preghiera dell'iconografo, eccola qua...buona serata a tutti, ascoltando questi canti russi stupendi.
O DIVINO MAESTRO
FERVIDO ARTEFICE DI TUTTO IL CREATO
ILLUMINA LO SGUARDO DEL TUO SERVITORE
CUSTODISCI IL SUO CUORE
REGGI E GOVERNA LA SUA MANO
AFFINCHE’, DEGNAMENTE E CON PERFEZIONE,
POSSA RAPPRESENTARE LA TUA IMMAGINE
PER LA GLORIA, LA GIOIA E LA BELLEZZA
DELLA TUA SANTA CHIESA.
O SANTO APOSTOLO ED EVANGELISTA LUCA
FA’ CHE RACCOGLIAMO DEGNAMENTE LA TUA EREDITA’
E BENEDICI IL NOSTRO LAVORO. AMEN.


lunedì 19 agosto 2013

UN SITO TEDESCO PER IL CAMMINO!!


Mi ha appena scritto Dieter il caro amico pellegrino canterino che sta organizzando un incontro a Colonia dei pellegrini di lingua tedesca, ha creato un sito tutto tedesco sul cammino...io non posso leggere che ci scrive...ma mi fido ecco a voi come arrivarci!

www.der-franziskusweg.de

venerdì 16 agosto 2013

San Rocco, dedicato ai pellegrini a quattro zampe

il solo cane che non è come "un cane in chiesa"...chissà come si chiamava il cagnetto di San Rocco?! Beh oggi è anche la sua festa...Buon cammino pellegrini a quattro zampe e che i vostri padroni si attrezzino con cremine per le vostre zampette nude che si consumano sui sentieri e sull'asfalto bollente, si ricordino che voi avete tanta sete a furia di fare avanti e indietro (cammino lungo il vostro) e che vi facciano riposare sulle tappe lunghe. Io metto sempre il vostro nome assieme a quello del vostro padroncino sulle credenziali e, come il cane di San Rocco, magari non potrete entrare in chiesa ma di certo in Paradiso!

Nonostante la grande popolarità di San Rocco, le notizie sulla sua vita sono molto frammentarie per poter comporre una biografia in piena regola, comunque è possibile, grazie ai molti studi fatti, tracciare a grandi linee un profilo del nostro Santo, elaborando una serie di notizie essenziali sulla sua breve esistenza terrena. Tra le varie “correzioni” che sono state proposte alle date tradizionali (1295-1327), si è gradatamente imposta quella che oggi sembra la più consolidata: il Santo è nato a Montpellier fra il 1345 e il 1350 ed è morto a Voghera fra il 1376 ed il 1379 molto giovane a non più di trentadue anni di età. Secondo tutte le biografie i genitori Jean e Libère De La Croix erano una coppia di esemplari virtù cristiane, ricchi e benestanti ma dediti ad opere di carità. Rattristati dalla mancanza di un figlio rivolsero continue preghiere alla Vergine Maria dell’antica Chiesa di Notre-Dame des Tables fino ad ottenere la grazia richiesta. Secondo la pia devozione il neonato, a cui fu dato il nome di Rocco (da Rog o Rotch), nacque con una croce vermiglia impressa sul petto. Intorno ai vent’anni di età perse entrambi i genitori e decise di seguire Cristo fino in fondo: vendette tutti i suoi beni, si affiliò al Terz’ordine francescano e, indossato l’abito del pellegrino, fece voto di recarsi a Roma a pregare sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo. Bastone, mantello, cappello, borraccia e conchiglia sono i suoi ornamenti; la preghiera e la carità la sua forza; Gesù Cristo il suo gaudio e la sua santità. Non è possibile ricostruire il percorso prescelto per arrivare dalla Francia nel nostro Paese: forse attraverso le Alpi per poi dirigersi verso l’Emilia e l’Umbria, o lungo la Costa Azzurra per scendere dalla Liguria il litorale tirrenico. Certo è che nel luglio 1367 era ad Acquapendente, una cittadina in provincia di Viterbo, dove ignorando i consigli della gente in fuga per la peste, il nostro Santo chiese di prestare servizio nel locale ospedale mettendosi al servizio di tutti. Tracciando il segno di croce sui malati, invocando la Trinità di Dio per la guarigione degli appestati, San Rocco diventò lo strumento di Dio per operare miracolose guarigioni. Ad Acquapendente San Rocco si fermò per circa tre mesi fino al diradarsi dell’epidemia, per poi dirigersi verso l’Emilia Romagna dove il morbo infuriava con maggiore violenza, al fine di poter prestare il proprio soccorso alle sventurate vittime della peste.
L’arrivo a Roma è databile fra il 1367 e l’inizio del 1368, quando Papa Urbano V è da poco ritornato da Avignone. E’ del tutto probabile che il nostro Santo si sia recato all’ospedale del Santo Spirito, ed è qui che sarebbe avvenuto il più famoso miracolo di San Rocco: la guarigione di un cardinale, liberato dalla peste dopo aver tracciato sulla sua fronte il segno di Croce. Fu proprio questo cardinale a presentare San Rocco al pontefice: l’incontro con il Papa fu il momento culminante del soggiorno romano di San Rocco. La partenza da Roma avvenne tra il 1370 ed il 1371. Varie tradizioni segnalano la presenza del Santo a Rimini, Forlì, Cesena, Parma, Bologna. Certo è che nel luglio 1371 è a Piacenza presso l’ospedale di Nostra Signora di Betlemme. Qui proseguì la sua opera di conforto e di assistenza ai malati, finché scoprì di essere stato colpito dalla peste. Di sua iniziativa o forse scacciato dalla gente si allontana dalla città e si rifugia in un bosco vicino Sarmato, in una capanna vicino al fiume Trebbia. Qui un cane lo trova e lo salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane, finché il suo ricco padrone seguendolo scopre il rifugio del Santo. Il Dio potente e misericordioso non permette che il giovane pellegrino morisse di peste perché doveva curare e lenire le sofferenze del suo popolo. Intanto in tutti i posti dove Rocco era passato e aveva guarito col segno di croce, il suo nome diventava famoso. Tutti raccontano del giovane pellegrino che porta la carità di Cristo e la potenza miracolosa di Dio. Dopo la guarigione San Rocco riprende il viaggio per tornare in patria. Le antiche ipotesi che riguardano gli ultimi anni della vita del Santo non sono verificabili. La leggenda ritiene che San Rocco sia morto a Montpellier, dove era ritornato o ad Angera sul Lago Maggiore. E’ invece certo che si sia trovato, sulla via del ritorno a casa, implicato nelle complicate vicende politiche del tempo: San Rocco è arrestato come persona sospetta e condotto a Voghera davanti al governatore. Interrogato, per adempiere il voto non volle rivelare il suo nome dicendo solo di essere “un umile servitore di Gesù Cristo”. Gettato in prigione, vi trascorse cinque anni, vivendo questa nuova dura prova come un “purgatorio” per l’espiazione dei peccati. Quando la morte era ormai vicina, chiese al carceriere di condurgli un sacerdote; si verificarono allora alcuni eventi prodigiosi, che indussero i presenti ad avvisare il Governatore. Le voci si sparsero in fretta, ma quando la porta della cella venne riaperta, San Rocco era già morto: era il 16 agosto di un anno compreso tra il 1376 ed il 1379. 
Prima di spirare, il Santo aveva ottenuto da Dio il dono di diventare l’intercessore di tutti i malati di peste che avessero invocato il suo nome, nome che venne scoperto dall’anziana madre del Governatore o dalla sua nutrice, che dal particolare della croce vermiglia sul petto, riconobbe in lui il Rocco di Montpellier. San Rocco fu sepolto con tutti gli onori. 

giovedì 15 agosto 2013

alla fine della giornata...

Erika, sempre puntuale, mi ha mandato questa "preghiera pellegrina" di Don Tonino Bello...un tempo, nei primi tempi dell'ostello che fu, la regalavo ai pellegrini...ora a voi, buona serata!


"Santa Maria, donna della strada, come vorremmo somigliarti nelle
nostre corse trafelate, ma non abbiamo traguardi. Siamo pellegrini
come te, ma senza santuari verso cui andare. Siamo più veloci di te,
ma il deserto ingoia i nostri passi. Camminiamo sull’asfalto, ma il
bitume cancella le nostre orme.

Forzàti del “cammina cammina”, ci manca nella bisaccia di viandanti la
cartina stradale che dia senso alle nostre itineranze. E con tutti i
raccordi anulari che abbiamo a disposizione, la nostra vita non si
raccorda con nessuno svincolo costruttivo, le ruote girano a vuoto
sugli anelli i dell’assurdo, e ci ritroviamo inesorabilmente a
contemplare gli stessi panorami.

Se ci vedi allo sbando, sul ciglio della strada, fermati, Samaritana
dolcissima, per versare sulle nostre ferite l’olio della consolazione
e il vino della speranza. E poi rimettici in carreggiata. E allora
sulle nostre strade fiorirà l’esultanza del Magnificat.

Maria, donna del cammino, donaci, ti preghiamo, il gusto della vita.
Facci assaporare l’ebbrezza delle cose. Offri risposte materne alle
domande di significato circa il nostro interminabile andare. E se
sotto i nostri pneumatici violenti, come un tempo sotto i tuoi piedi
nudi, non spuntano più i fiori, fa’ che rallentiamo almeno le nostre
frenetiche corse per goderne il profumo e ammirarne la bellezza.

Santa Maria, donna della strada, fa’ che i nostri sentieri siano, come
lo furono i tuoi, strumento di comunicazione con la gente, e non
nastri isolanti entro cui assicuriamo la nostra aristocratica
solitudine. Liberaci dall’ansia della metropoli e donaci l’impazienza
di Dio".
Don T. Bello

ORO!!! UNA MATTINA IN APNEA



Sì perchè anche se l'orone, l'oro finto, non vola come quello vero...vola anche lui. Che emozione! Beh i veri doratori troveranno un mondo da ridire sulla mia prima doratura ma io mi accontento, anzi, sono proprio soddisfatta anche perchè dalla prima foglia applicata all'ultima ho imparato un poco e, alla fine, ero più rilassata. Ora è un oro come la carta dei cioccolatini, troppo chiaro, anche se gli ho lasciato le crepature che fanno vedere il bolo, ma lo antichizzerò una volta dipinto...fase, quella della pittura, che è quella che mi preoccupa di meno...perchè non è la prima volta che dipingo...almeno questo. C'è un'altra cosa che mi preoccupa...la passata di gomma lacca, cosa non facile...ma ci penserò quando ci arrivo. Il bello è che avrei altre cose da fare in questo momento ma riesco solo a pensare all'icona...che fanatica! Buona festa dell'Assunta...chissà se poi il cielo del paradiso è d'oro?!...Ora penso ad altro, domani darò un'altra sgratuggiatina allo spessore della croce, mi piace così rovinato...dice che la colla si asciuga in 24 ore...bene, a domani!...mi mancherai mia opera prima!

mercoledì 14 agosto 2013

per l'ennesima volta!

mi ha appena chiamata una pellegrina per chiedermi consiglio su come suddividere una tappa, era già a Gubbio e mi ha detto: "E' veramente un'alleluya di frecce contraddittorie fino a qui ma, io ho seguito la  tua guida passo a passo e mi sono trovata benissimo, chi va da un segnale all'altro si perde...ho incontrato pellegrini così!"
Ecco  questa pellegrina ha detto la cosa giusta e risponde a pellegrini che mi hanno scritto lamentandosi della segnaletica e dicendo che non potevano stare a leggere la guida ad ogni passo...

1 Ripeto per la milionesima volta: E' LA GUIDA CHE FA FEDE E DI CUI RISPONDO i segnali sono in più e "grazie" a tutti coloro che si sono inventati l'inventato e che vanno pure a cancellare i segnali NON BASTANO per fare questo cammino

2 se si ama così tanto questo Cammino che non ha NESSUN TIPO DI FINANZIAMENTO alle spalle lo si aiuta, come? Prendendo un barattolo di vernice e un pennello e coordinandosi con me per andare a segnare le tappe che potrebbero essere confuse. Se no..."si tace per sempre" o si scrive ai vari enti...Frati del Sacro Convento compreso che danno L'Assisana a un pellegrino e uno no (io ripeto, il documento finale di questo cammino è a Monte Sant'Angelo, non è un pezzo di carta che fa il Cammino ma che si discrimini fra i pellegrini proprio alla Basilica di Francesco ...beh ha le palle! E non è un mio problema...lo è dei frati che discriminano)

3 Come succede che io incontri pellegrini che non hanno avuto alcun problema e altri che si sono persi in continuazione? Vorrà pur dire che questi ultimi o erano distratti o...qualche problema è il loro se i primi non hanno avuto problemi e le info erano le stesse!!!

Detto tutto ciò SE SEGUITE QUESTO CAMMINO, QUESTA GUIDA, SIATELE FEDELI NON SALTATE DA UN CAMMINO ALL'ALTRO, QUALUNQUE CAMMINO VOGLIATE FARE SEGUITELO...e non saltate di qua e di là per poi dare la colpa a me...io ho le spalle larghe..."le palle che non ho" che girano vorticosamente per tutto ciò ma sono qui, SEMPRE per aiutarvi come posso...provate a vedere se gli altri cammini fanno lo stesso?!

...come uno specchio!



Struscia, struscia la pietra d'agata (io poi adoro le pietre dure) ecco qua il bolo lucido come uno specchio! La cosa che mi da più soddisfazione è pensare a che lavoro c'è sotto quella lucidatura: la tela; due strati di 3 mani di gesso sbagliati e grattati via (il gesso già pronto fa proprio schifo); 7 mani di gesso fatto da me che va benissimo; 4 passaggi di carta vetrata e uno di bolo...e tutto questo per iniziare! Poi, domani la doratura, ah che bello si sta preparando il tempo giusto, sta venendo un temporale così tutta la polvere dell'aia si incollerà ben bene al suolo)....e poi si dipinge!
Sorry pellegrini ma un pò d'acqua ci vuole, qui ad Assisi è un mese e mezzo che non fa una goccia!

domenica 11 agosto 2013

appasionatamente...


devo confessare una cosa...a me le icone come forma d'arte mica mi piacciono tanto...fatta eccezione per quelle di Andrey Rublyov che scoprii con il film stupendo di Tarkovskii che, mi sa, piace solo a me e a pochi altri: lento, lungo, in bianco e nero, con l'eccezione dell'esplosione di colore (geniale farti digiunare di colore per tutto il film e poi colpirti con i colori di quelle stupende icone), a volte violento come erano quei tempi, quasi senza parole, come il voto di silenzio di Rublyov, con una fotografia da urlo...insomma un gran film che mi feci in quattro per trovare e regalare ad una caro amico per Natale e che...non gli piacque per niente..(sigh) beh continua a piacere a me...così nel 1990 di ritorno da Pechino con la transiberiana arrivai a Mosca che era in piena crisi, nulla da mangiare, il governo che stava cadendo, una depressione coperta dalla neve che scendevo fitta ed io, con il mio colbaccone cinese e un cartellino in mano con scritto sopra in cirillico "Museo Andrey Rublyov" andavo in giro alla ricerca di sto luogo...mi vollero ore a pancia vuota ma poi ci arrivai non so come e fu bellissimo...tutto questo per dire che...farle le icone è un'altra cosa...
E' da sta mattina alle nove che, non stop fino alle 20, sono stata dietro alla mia icona...ieri avevo scartavetrato tutto il giorno, oggi ho riportato il disegno sulla croce e l'ho ripassato a pennello...incredibile quanto ti prenda! Ha molto del mosaico, è un lavoro fisico, fatto di passaggi lenti dell'imparare ad usare i materiali e non si può andare in fretta...è meditativo, e pure commovente e il volto del mio Cristo che ho copiato, in realtà non assomiglia neanche un pò all'originale, non vuole assomigliargli, più lo disegnavo e più usciva un'altra faccia...io in realtà volevo solo farlo sorridente mentre l'originale è triste, gli ho fatto la bocca sorridente ed uscito un altro viso che mi guarda...intrigante, commovente!
E poi un'altra cosa commovente è successa oggi...le ultime pennellate sono state per Chiara...è il suo giorno ma non l'ho fatto apposta, è alta 5 centimetri, se ne sta in ginocchio vicino a Francesco tutto abbracciato al piede del Cristo, dall'altro lato la Maddalena...che volevo fare magra e che pare cicciotta (che strana cosa!) insomma sta icona si sta facendo da sola...che bello!
Morale, domani arrivano paolo e Monique grandissimi pellegrini che sono partiti da Cesena, da casa loro, e vanno fino a Monte Sant'Angelo...casa mia fa schifo più del solito, causa icona non la guardo da giorni...domani mi sveglio all'alba, faccio finta che l'icona non esita, e pulisco la casa..ci riuscirò!? Beh, lei è in cantina-laboratorio se resisto e non la vado a veder ci riuscirò...devo!


Dolce, piccola grande amata Chiara

...è notte, la Tua notte, una bella notte d'estate fresca e piena di stelle. Sono stata fino a poco fa all'ostello delle gioventù pieno solo di pellegrini: a gruppi, a due, a tre...chi è arrivato, chi parte domani da qui, chi lo fa in bicicletta, chi l'ha fatto a piedi ed è pieno di vesciche ma contento... e, mentre a san Damiano c'era la veglia per Te, lì si parlava di passi pellegrini, di incontri, di magie del Cammino...e mi sono trovata a dire ad alcuni di lor quello che ci dicevamo con Simone (del Cammino di Benedetto) qualche giorno fa. "beh quando la nostra vita finirà potremo essere contenti almeno per i Cammini che abbiamo tracciato, una cosa buona l'abbiamo fatta nella nostra vita...una cosa che fa del bene agli altri..." Sta notte penso alla Tua vita, al Tuo di Cammino, a quello che avresti voluto fare e non hai potuto...e quanto Ti sarebbe piaciuto essere sulla strada come il Tuo Francesco! A quelle Tue tenerezze per le sorelle, a quella Tua forza e anche alle Tue rabbie che traspaiono a volte...rabbie di una donna forte che poi divengono tenerezza dopo poco. Penso a come te ne sei andata in Cielo accompagnata dal un corteo di Angeli rivestita di un abito regale dono della Madonna. Penso a Te assieme a Francesco, alla Tua altra metà del Cielo, al vostro Amore più grande di tutti gli amori. Penso alla Tua gioiosità, alla Tua accoglienza...a "quel Cantico" supremo canto di Francesco nato nel tuo giardinetto, con Te accanto. Sei un'amica, mai come sta sera Ti ho sentito vicina. Non la Santa che fra incensi e parole tante, troppe, e sempre dette da qualche uomo..mai da nessuna donna, verrà celebrata nella Tua chiesa domani. Ti sento vicina nella Tua semplicità, vera semplicità dei grandi, Ti penso nella Tua quotidianità, riesco a vederti nel Tuo orticello, bella come la figurina di questo dipinto nella Tua icona (che ora, per miracolo ha un faretto e si può vedere un pò meglio!) serena, piena di luce, sicura come un'eroina di una favola, bella come una principessa, sempre regale sotto i Tuo stracci. Ti voglio bene amica mia, in questa notte delle stelle che non ho guardato cadere, Ti dedico questo vento d'estate, questa notte di stelle cadenti e di principesse in cui Tu sei partita per Il Luogo da cui eri giunta e a cui anche noi torneremo dopo aver compiuto il Tuo compito, dopo una vita vissuta fino all'ultimo respiro...che sia così anche per noi tutti, grazie piccola stella del mattino.

sabato 10 agosto 2013

Ci siamo persi un'accoglienza veramente pellegrina per merito...

DI PELLEGRINI CHE PELLEGRINI NON SONO!

Come potrete notare sull'elenco accoglienze sul sito non c'è più l'accoglienza di Alessia che, ovviamente, c'è ancora sia sulla nuova edizione italiana che quella in inglese della guida....PERCHE'?!

Perchè in questo mondo di non rispetto, di approfittatori e pure di ladri l'unica accoglienza ad offerta di Assisi (Alessia e Fabio hanno messo su un'associazione per pellegrini e in questo modo riuscivano ad accogliere), dicevo, in un mondo così di persone che credono di essere pellegrini solo perchè hanno fatto qualche misero chilometro a piedi e poi non rispettano chi li accoglie ALESSIA E FABIO  non se la sentono più di accogliere.
Io ho seguito fin dall'inizio la creazione di questa piccola accoglienza casalinga, SO con quanto amore è stata sistemata questa stanza, è stato creato il bagnetto, sono state decorate le pareti...e poi come Alessia si sia fatta in 4 per conciliare famiglia con una piccolina di 1 anno, ragazzina adolescente piazzata in casa ad aspettare i pellegrini, e lunghissime ore nella loro pizzeria al taglio con L'ACCOGLIENZA DEI PELLEGRINI.
Alessia è pellegrina e hospitalera, l'ha fatto sul Cammino di Santiago e per due mesi alla "Perfetta Letizia" e pure in quell'ultima estate dell'ostello con me che a volte ero schizzata dura per il super lavoro e il magone del sapere che era l'ultima estate di una cosa così bella! E posso dire è stata una delle migliori hospitalere che mi abbiano mai aiutato!
Io SO che è una vera hospitalera e, credetemi, ascoltare i suoi racconti di: cuscini rubati, phon sparito (e sappiamo pure chi lo ha fatto sparire) mutande appese a gran pavese sul cancello di casa (cosa che nessuno farebbe a casa propria ma lo fa in quella di un altro, in una casa dove ci sono pure altri appartamenti senza neanche aspettare di essere indirizzati verso uno stendino) offerte ridicole che manco pagano le spese di acqua, gas, luce e quant'altro, pellegrini che l'hanno trattata come una cameriera (con grande rispetto mio per le povere cameriere trattate con sufficienza...provare per credere io so cosa vuole dire) senza manco compilare il foglietto per la tessera da soci, immondizie lasciate ogni dove...BEH TUTTO QUESTO MI FA MALE, FA MALE AL CAMMINO, FA MALE PERCHE' FA PERDERE UN LUOGO DI ACCOGLIENZA PELLEGRINA A CHI PELLEGRINO LO E' DAVVERO non perchè ha fatto qualche misero chilometro a piedi, lo sanno fare tutti! Ma perchè è PELLEGRINO E FORESTIERO IN SENSO EVANGELICO che vuole dire uno che RINGRAZIA E RISPETTA PERCHE' NULLA E' SUO MANCO LA VITA!
E ALLORA CHI DICE "Magari su sto cammino non ci sono nemmeno accoglienze a donativo" Io rispondo UNA C'ERA (non è la solo, per fortuna, lungo il Cammino...fino a quando anche gli altri si scocceranno) c'era ad ASSISI luogo dove paghi pure l'aria che respiri e dove tutti i conventi ti accolgono SOLO se sganci denaro e non poco! "GRAZIE" A QUESTI NON PELLEGRINI NON C'E' PIU' VERGOGNATEVI!

la notte dei desideri che solcano il cielo

...la notte passata è ancora vicina, quella dei desideri ancora lontana, un lungo giorno da scalare, da vivere come tutti i nostri giorni. Ho ricordi molto personali di questa notte che verrà che mi ammagonano un pò ma, al di là di questo,sta mattina  mi sono trovata a pensare a quali desideri incollerò alle "mie" stelle cadenti...forse tutto si condensa in uno unico: Amore. Quest'ultima cosa dell'"Ascensore per la Tomba di Francesco" mi ha un poco ammagonata, i commenti su "InVisibili", per fortuna solo alcuni, mi sono sembrati così specchio dei tempi, di questo tempo senza mezzi toni, tempo di soli due mondi: o si è dalla parte del bene, della comprensione, dell'attenzione all'altro, in una parola nel mondo dell'Amore o di chi almeno ci prova, o si è in quello dell'indifferenza, delle parole usate come armi e come me ne sto accorgendo in Facebook che pare essere spesso il luogo di sfogo degli istinti più violenti vomitati con una tastiera come mezzo dietro, spesso, un anonimato; delle guerre dimenticate, di chi soffre in tutti i modi.
Allora io chiederò alle stelle che vedrò cadere di aiutare l'umanità, chiederò Amore per tutti, perchè noi umani non cadiamo nel disamore...chiederò amore anche per me, da me e per me perchè ne ho bisogno anch'io, come tutti...

venerdì 9 agosto 2013

I disabili nella Tomba di Francesco...non ci possono andare!

Questo che riporto sotto è un post-lettera a Francesco di Simone, giornalista disabile del Corriere della Sera, su http://invisibili.corriere.it/2013/08/09/francesco-assisi-e-la-tomba-inaccessibile/ che, in modo garbato e accorato, scrive una lettera a Francesco sperando che faccia un miracolo: un ascensore per scendere nella sua tomba, per favore fare girare più possibile questo post, facciamoci sentire, disabili e non che vedono i problemi dei primi...il Papa arriverà il 4 ottobre, lui che è così attento a...gli invisibili...non sa che ad Assisi c'è questo problema, facciamoglielo sapere! Volere è potere e un ascensore non è la costruzione delle piramidi, facciamo sì che le carozzelle e chi ha difficoltà a scendere le ripide scale verso la tomba di Francesco possano arrivarci come gli altri...noi che abbiamo la fortuna di avere gambe buone.

Andate a leggervi il sito "Gli invisibili" scoprirete tante cose che tutti noi diamo per scontate ma che per chi è in carrozzella non lo sono...

Francesco, Assisi e la tomba inaccessibile

Sarà il caldo torrido di quest’estate milanese o una piccola onda d’indignazione per le ingiustizie di questa società. Mi ha scritto una persona con disabilità di ritorno da Assisi dove si era recata per visitare la tomba di San Francesco che ha scoperto in loco non essere accessibile. Così ho immaginato di scrivere una lettera a San Francesco D’Assisi, quasi per raccontargli ciò che accade nella sua piccola cittadina (rileggendo le sue testimonianze noto che poco è cambiato). E non mettetemi tra i blasfemi, perché come disse Fabrizio De Andrè ne Il Testamento: «non maleditemi non serve a niente tanto all’inferno ci sarò già»
Caro Francesco
tu che abbandonasti le ricche vesti per indossare il saio e tu che fosti umile tra gli umili sempre pronto a incontrare gli ultimi, oggi sei ascoso agli sguardi e alle preci di molti invisibili. Ventotto gradini separano la tua sacra tomba da noi che per destino, o come diresti tu volontà del Signore, abbiamo qualche problema di deambulazione. Bambini, adulti e qualche anziano restano fermi sulla tua soglia. Quella porta che tu volesti fosse sempre aperta davanti al più umile degli umili opera umana ha reso inaccessibile. Oggi l’adito chiuso è rappresentato da due scalinate non percorribili dalle ruote di tante persone in carrozzina che vengono parcheggiate a pochi metri da te. Persone invisibili a chi non vuol vedere. La basilica del Santo Padre e le sue ricchezze artistiche, toccate qualche anno fa persino da un terremoto, è inviolabile: un patrimonio unico. E così sia.
Eppure, in un angolino minuscolo della sacrestia, lontano dagli occhi della gente e dalla opere dei più grandi artisti ma vicino al cuore dei cristiani, un posto ci sarebbe per costruire un ascensore. L’ingegno umano, che ha reso accessibile persino la grotta di Monte Sant’Angelo in Puglia, potrebbe fare quell’opera pia. A ottobre un Papa, che giunge dai confini del mondo e ha preso il tuo nome, visiterà questi luoghi santi fermandosi, all’Istituto serafico per cechi e sordomuti, a raccogliere le voci di chi soffre: bambini e ragazzi fino a 20 anni con disabilità gravi. E forse accoglierà, come avresti fatto tu, in un abbraccio chi il destino ha voluto compisse un percorso diverso. Forse più difficile di altri. E sono convito che se potesse li accompagnerebbe in braccio da te e da Chiara (altra tomba dai ricchi marmi lontana da chi non può muoversi).
Nella città che ti diede i natali oggi i pellegrini che si affidano alla provvidenza non hanno un luogo dove andare. Tre anni fa i tuoi confratelli chiusero l’ostello dei pellegrini, un luogo per tutti coloro che, a piedi o in bicicletta, arrivavano ad Assisi, fra loro anche quelli che camminavano affidati alla provvidenza per giungere sino a te, elemosinando quel tozzo di pane e un giaciglio dove trovar ristoro, trovavano cristiana accoglienza. Oggi i mendicanti per un’ordinanza del sindaco non posso fermarsi a meno di 500 metri dalla casa di Dio. Ad Assisi, dove ogni tre case si trova una chiesa, questo significa fermarsi negli uliveti che circondano la città.

mercoledì 7 agosto 2013

una Dio-incidenza..che vi regalo


nel caldo delle 13 mi sono messa a...giocare con youtube e non so proprio come sono arrivata a questo film che non sapevo che esistesse. "KALACHAKRA, LA RUOTA DEL TEMPO" del grande Werner Herzog...che magari ho pure incrociato a Graz senza sapere che era lui! In questo film c'è una grossa fetta della mia vita, c'è Bodhgaya, l'albero dell'illuminazione del Buddha sotto cui sono stata seduta per tanto tempo, dove deposi la mia grossa candela fatta nella mia cucina di Roma... ci sono le candeline che rendono il giardino attorno alla grande Stupa un mandala di luce tutte le sere...e quante ne ho accese, c'è il luogo che qui è del Kalachakra ma in cui sono stata 10 giorni agli insegnamenti del Dalai Lama nel 1999...in prima fila, miracolosamente ai suoi piedi, ci sono i colori, le risate dei tibetani, la gioiosa confusione, il the al burro, se mi sforzo ci sono pure gli odori che il computer non mi rimanda ma che ho nella memoria del naso e poi...di nuovo il Kailash e Saga Dawa e il palo che sale e la tzampa tirata fino a che tutto è bianco e poi....il Kalachakra di Graz!!! Dove io fui volontaria per 17 giorni...da qualche parte, gelosamente custodito in un sacchettino di seta su cui ricamai Om Mani Padme Hum ho ancora l'erba kuchi e la fascetta rossa dell'iniziazione...come non poteva il mio Cammino di Santiago produrre qualche cosa di importante!?! Partii dopo pochi giorni dalla fine del Kalachakra, solo ora, non è strano?, mi rendo conto che non potevo partire meglio di così...allora fu tutta una corsa, tornare a San Martino disfare lo zaino e rifarlo, chiudere casa, legare la bandiera del Tibet al mio zaino e ripartire...lasciare il mio pellegrinaggio al Kailash dissolversi come la polvere del mandale nel fiume e iniziare, continuare il pellegrinaggio della mia vita...che miracolo!!! Che dono!...che strano che tutto ciò mi ritorni in un periodo un pò fermo della mia vita...Ascoltate quello che dice il Dalai lama sul...centro dell'Universo, è così vero!
Beh grazie youtube, grazie Werner, grazie amatissimo Dalai Lama...grazie alla vita che mi ha dato tanto!

chi si riconosce?!


Abbasso la...falsa umiltà...io al 99/100...e voi?

Assisi...patrimonio dell'...imondizie




ho puntato la sveglia prestissimo...volevo,con il fresco, andare ai bidoni del riciclaggio e, con santa pazienza, smistare dai sacconi che faccio misti : plastica, vetro, carta e alluminio...questo è quello che ho trovato, ma non è una novità, è sempre così! Ai piedi del Sacro Convento, ho messo la foto di che si vede spalle ai bidoni, proprio davanti al grande parcheggio dove arrivano corriere e campers i bidoni sono come li vedete, sempre pieni...ed è questa la prima immagine di Assisi che hanno i turisti. Poi...l'alluminio ad Assisi non si ricicla...devo fare un sacchetto e andare a Bastia e, quando alla discarica lo feci notare e dissi che in Trentino non "non funzionava" così e la risposta che mi fu data fu: "Qui siamo in Umbria se ne torni in Trentino!" perchè l'ignoranza fa sempre coppia con l'arroganza.
Assisi Patrimonio dell'Umanità?!? Solo perchè non avevo la macchina fotografica con me non posso documentare il bidone della plastica trabordante di fronte alla bellissima Abazia di San Pietro, in piena Assisi, dove arrivano i turisti che sono la SOLA fonte di reddito della città di Francesco. Però la Tares l'abbiamo pagata, una sorta di gabella a metratura degli immobili e io, da sola, nel "mio palazzo" devo pagare un sacco...per un caso simile in Inghilterra cadde il governo della Thacher...ma questa è l'Italia e questa è Assisi! Nella tabella dei comuni virtuosi per il riciclaggio dell'Umbria Assisi non c'è mai...
Che ho fatto sta mattina?! Incazzata nera sono tornata a casa con i miei sacconi in attesa di giorni migliori...in tutto, proprio in tutto Assisi, meno chiacchiere e più fatti!

martedì 6 agosto 2013

Deir Mar Musa...ho sognato d'andarci


e ora padre Dall'Oglio è in mano dei fanatici e quella che tutti quelli che ci sono stati mi hanno raccontato essere un luogo bellissimo, la Siria, è in piena guerra e nessuno se ne occupa...come di quello che accade sempre in Palestina nel silenzio cupo dell'indifferenza...povero mondo disperato! Marisa sognava di fare il "Cammino di Abramo"...sarei andata con lei...guardate questo video del 2011 e pregate per padre dall'Oglio e che il mondo dell'odio e della divisione non vinca mai!

un libro che mi ha fatto ricordare...giorni stupendi



Forse sarà il caldo che mi toglie tutte le forze, che mi succhia l'anima, forse è, di conseguenza, la nostalgia per le montagne, forse è perchè il mio primo vero pellegrinaggio fu al Kailash, in Tibet...l'altro giorno cercavo un altro libro nella "libreria grande", unico negozio fornitissimo di libri fra Assisi e Perugia, fatto sta che mi sono imbattuta in questo libro e, ieri notte, nel fresco delle 3.00 ho finito di leggerlo, a malincuore perchè nelle parole del'autore mi ci riconoscevo e riconoscevo ogni sasso, ogni angolo di quell'incredibile montagna.  Poi ho spento la luce e ringraziato il Cielo per la mia vita, per occasioni come quella che mi capitò quando mi arrivarono soldi inaspettati che investii in quel viaggio, in quel lontano Cammino alla Montagna più sacra di tutte. Ho ringraziato anche per la stagione che trovai lassù, ero a Saga Dawa, in giugno, come Colin Thubron, lui si è beccato tanto freddo mentre il giorno che io salii al passo di Tara, a più di 5600 metri, il cielo era blu quasi nero dal gran che era blu e, lassù, con una berrettina di lana in testa e la giacca a vento aperta mi sembrava di essere sulle Dolomiti...solo la testa era leggera e vuota e i passi rallentati dall'altitudine, solo lo stomaco non gradiva nulla e feci i tre giorni di periplo della montagna con solo del the in corpo...il mal di montagna feroce e annientante lo avevo vissuto qualche giorno prima...forse Tara, forse le Dakini (gli angeli fate del Tibet) avevano fatto sì che tutto passasse prima della grande salita...Non tornerò più al Kailash...spero però di tornare in Tibet...non tornerò più a quella montagna perchè l'autore parla di soldati, molti più soldati di quando ci andai nel 1999 e poi perchè non si ripetono le cose così belle! E' nel mio cuore, è sulla parete del mio salottino, è nella mia vita per sempre, il Tibet  "mi appartiene" e io "appartengo" al Tibet...in un'altra vita, forse...
ps L'autore ha fatto l'avvicinamento a piedi che avrei voluto fare io...allora, nel 1999  non si poteva, e quando lo organizzai, anni dopo, con una guida alpina primierotta e un gruppetto di persone crollarono le torri gemelle e nessuno voleva più viaggiare... Io fino alla base della montagna ci sono arrivata in jeep...stupendo lo stesso! E' un libro da leggere scritto molto bene e con tante informazioni e considerazioni sul buddhismo tibetano

venerdì 2 agosto 2013

Il mio..."perdono" BELLISSIMO


e mentre arrivavano le marce da tutta Italia alla Porziuncola, il mio "Perdono" è iniziato portando le credenziali ad un gruppo che in macchina stava andando al Città di Castello, in 23 di una parrocchia di Roma, e che non avevano fatto in tempo a chiedermela prima...un incontro per strada con un saluto e tante raccomandazioni: "Camminate solo nelle ore più fresche, portate tanta acqua..." E poi un incontro a sorpresa, un ritrovare dalle Clarisse francesi Michel, grande pellegrino di Vezelay che ci accolse, Mirella ed io, come amici di vecchia data nella sua bella casetta nella campagna di Vezelay. Grandissimo pellegrino che l'anno scorso arrivò ad Assisi quando non ci conoscevamo ancora per santa Chiara, l' 11 di agosto in un cammino di 1700 km. fatto in povertà. Oggi è stata una sorpresa sentire suonare il telefono e vedere apparire sullo schermetto "Michele Vezelay" è qui fino a domani con un gruppo di 35 persone con tanti bambini, lui, che è un grande hospitalero, è con loro per far da mangiare e nei giorni scorsi sono stati nella valle reatina facendo base al convento di Poggio Bustone dove lui..cucinava. Sta sera, invece, pizza ! E così Alessia e si è messa a fare 35 pizze che lui è andato a prendere...pizze pellegrine! Carissima persona Michel, bello stare nel giardino delle Clarisse nel gran caldo di una giornata di cielo blu e ventilata a parlare di cammini...ci ritroveremo...gli ho regalato la guida in inglese...e chissà che non esca poi in francese...lui è grande amico del frate editore delle edizioni francescane francesi e a Vezeley, con lui, ci eravamo lasciati parlando di una traduzione della guida...poi a casa ad intelare la croce che ora sta là a seccarsi e, per finire, Erika che mi manda questo stralcio dal bellissimo libro su Francesco di Christian Bobin "Francesco e l'infinitamente piccolo" CHE BEL GIORNO DEL PERDONO!

"Se si vuol conoscere un uomo, bisogna cercare colui verso il quale la sua vita è segretamente rivolta,
colui al quale, più che a qualsiasi altro, egli parla, anche quando in apparenza si rivolge a noi. 
Tutto dipende da quest'altro che si è scelto. 
Tutto dipende da colui al quale si rivolge in silenzio, 
per ottenere la considerazione del quale ha messo insieme fatti e prove, per amore del quale ha fatto della sua vita quello che è ....

Quando si è innamorati si parla al proprio amore e a lui soltanto.
Ovunque, sempre. E che si dice al proprio amore?
Gli si dice 'ti amo', che è come dire quasi niente - il quasi niente di un sorriso, il balbettio di un servo al padrone che gli dà tutto, mille volte tutto".

C. Bobin, Francesco e l'infinitamente piccolo

Buona festa...della libertà...



BUONA FESTA DEL PERDONO DI ASSISI A TUTTI VOI! Comunque intendiate questa festa e comunque concepiate il perdono!

ps questa foto dovrebbe ricordarvi qualche cosa...vediamo se in questo disegno del XVII secolo che immagina le cappannucce-convento di Francesco notate qualche cosa di a noi conosciuto!...

giovedì 1 agosto 2013

Massimo sei grande!

La conferenza di Cacciari è stata splendida, non avrei tolto una virgola, la sua comprensione di Francesco è grande e mentre, da un concetto all'altro, dipanava il tema del Perdono, del per-dono, del dono, della relazione con Dio di Francesco, che non assomiglia per niente a quello che poi la festa del "Perdono di Assisi" è divenuta, mi domandavo come il vescovo presente, i frati prendessero le sue parole...mah?! Impossibile sintetizzare ciò che ha detto...ho preso qualche appunto di ciò che più mi ha colpito...:
Riferito al Cantico delle Creature al quei "Peccati mortali" del verso sulla morte ha detto:
"Il peccato mortale è l'incapacità di accogliere il dono, il dividerci, il non sentirci manifestazione, dono di Dio, il credere di esserci fatti da noi stessi e, quindi e perciò,  essere mortali...chi muore nel "peccato mortale"  sono i superbi che si dividono e non accolgono il dono e quindi non lodano..."
Sintetizzo...siamo in una cultura millenaria del dare per avere in cambio...quello di Francesco è un appello alla libertà dal dare per avere, donare perchè noi, tutte le creature sono dono...sono immagine di Dio se sono libero...
fare il vuoto per accogliere
PERDONARE VUOLE DIRE FARE DONO DELLA PROPRIA LIBERTA'
Il peccato è l'inospitalità, il chiudersi, mi chiudo e non accolgo.
Per- dono = dono +
dono me stesso
Un vuoto accogliente, cosa dona Francesco? Dona se stesso...

Per-dono Massimo, è impossibile sintetizzare la densità delle tue parole e l'amore che sottendono, grazie per la bellissima risposta alla mia domanda su Francesco e la Maddalena...grazie per le tue parole finali sulla laicità di Gesù e di Francesco...sono uscita saltellando, ridendo anche di tutta la ritualità, di tutte le regole, di tutte le leggi che stanno sotto al "Perdono d'Assisi"...che mi sa che, come è ora, a Francesco non sarebbe piaciuto gran chè...lui chiedeva solo l'indulgenza plenaria a chi, quel giorno, entrasse in Porziuncola a pregare...tutto lì!
Fuori un vento caldo e bello, saltellando camminavo libera...fa piacere sentir dire da una persona come Cacciari quello che si sente nel cuore, ci si sente meno soli con tutti i propri mulini a vento. Francesco è un gigante dell'umanità libero e lieto, giullare della libertà che è essere in relazione con  Dio e tu l'hai capito! Grazieeee!

SONO LE PERSONE DI BUONA VOLONTA' CHE FANNO!!


Trascrivo qui il messaggio che mi ha mandato il caro Simone volontario della Diocesi di Gubbio...fa più una persona di buona volontà di tutte le organizzazioni del mondo! Grazie Simone!!!

Cari amici, buon giorno.
Viste le richieste di molti pellegrini di dividere la tappa Pietralunga-Gubbio, mi sono attivato come ufficio per la pastorale del Tempo libero, pellegrinaggi, turismo e sport ed ho contattato i referenti di alcune strutture.
2 parrocchie (Loreto e Moteleto) si stanno muovendo per reperire letti e sistemare i WC per poter ospitare i pellegrini....i sentieri passano proprio davanti le 2 chiese.....questo mi sembra una bellissima cosa!!!
Proprio ieri il responsabile delle 2 strutture, di ritorno da Rio per la GMG, mi ha comunicato che sono stati stanziati i fondi per gli acquisti dei materiali.
Appena avrò definitivamente a disposizione le strutture, vi invierò tutti i dati così da poter garantire "la mezza tappa" nella nostra Diocesi.
Spero di vedervi presto a Gubbio...per chi è di fuori!!!
Con un sorriso.

Simone Minelli

ps la foto è presa il giorno dell' inaugurazione della fontanella dei pellegrini...Simone non volare via coi palloncini!!

storia di un'amicizia antica e...di migranti


Oggi, nei santi del giorno, ho scoperto che è San Leo...sarà festa nel borgo aggrappato allo scoglio e alla sua rocca! Borgo a cui sono affezionata da quando da ragazzina ci andavo con gli scouts, anche d'inverno, con la neve, ospitati da un contadino amico che ci aveva messo a disposizione la sua stanza degli attrezzi con un grande camino e il ceppo che bruciava lentamente per tutta la notte...bello no!
 E poi lì si svolse la scena fra Francesco e il Conte Orlando e il suo proporre a Francesco di donargli La Verna e, appena fuori le mura, c'è lì il bel conventino di Sant'Igne a ricordo di un'altro bel episodio della vita di Francesco.
Riporto qui quello che dice di San Leo e di San Marino i santi del giorno, di questi due migranti scalpellini in cerca di lavoro...e aggiungo la storia che proprio in quella route invernale ci fu raccontata. Pare che mentre San Marino costruiva sulla sua montagna, San Leo facesse lo stesso dall'altra parte della valle sulla sua...avevano attrezzi in comune, quando uno dei due ne aveva bisogno, "faceva un fischio" all'altro che glielo tirava attraverso la valle...erano santi no?! Senza questi due migranti non avremmo due gran bei posti d'Italia, anzi pure dell'estero, e se li avessero messi in un "campo di prima accoglienza" che sarebbe successo?!
Correva l’anno 257 d.C. e due cristiani di nome Leone e Marino, provenienti dall’isola di Arbe in Dalmazia, giunsero a Rimini attratti dall’ opportunità di lavorare come scalpellini.
San Leone e San Marino, giunti nella zona del Monte Titano in cerca di pietre da lavorare, restarono affascinati dal maestoso Monte e vi si recavano spesso, Oltre a quel lavoro, essi svolgevano la missione di convertire la popolazione riminese al cristianesimo. Per sfuggire alla persecuzione dell’Imperatore Diocleziano, si rifugiarono in cima al Monte Titano. Passati tre anni, San Leo, con un piccolo gruppo di compagno, si diresse verso la rupe del Monte Feliciano che nella lingua del posto è chiamato Feretrio. Qui giunto costruì una piccola cella e a Dio dedicò una cappelletta.e in tutta segretezza, cominciò a radunare i Cristiani e a predicare il Vangelo. La sua missione diede subito frutti copiosi ed il Cristianesimo si propagò rapidamente in tutta la regione circostante, fino alla creazione della Diocesi di Montefeltro con a capo Leone nel frattempo ordinato vescovo. Leone è considerato, per tradizione, i primo vescovo del Montefeltro, anche se l’istituzione ufficiale della Diocesi è avvenuta alcuni secoli dopo. Dopo la morte di Leone, il suo corpo venne deposto in un sarcofago di pietra di cui, nel Duomo, si conserva il coperchio.